27 gennaio '18 - sabato 27th January / Saturday visione post - 8
(da La Repubblica - 17 settembre '17 / Invece Concita - Il luogo delle vostre storie,
di Concita De Gregorio)
Dal mio letto di ospedale vi dico
Ricevo la lettera di Maria, ricoverata in Ospedale e priva della capacità
di muoversi, e poco dopo una seconda mail di sua nipote che scrive: "Que-
sta lettera nella situazione in cui si trova, è diventata una specie di ragione
di vita. Maria ha impiegato le poche energie residue che ha per scriverla e
vederla pubblicata per lei significherebbe avere un piccolo segno che è an-
cora al mondo". Giovanni,suo marito, ha mandato la foto (che vedete): ri-
sale ai giorni in cui Maria stava bene, ridente.
Ecco la sua lettera.
"Sono da um mese ricoverata all'0spedale San Camillo di Roma. Passo le giornate sdraiata
sopra un letto super tecnologico, corootretta a non poter muovere neppure um piede da sola.
Mi piacerebbe almeno avere l'occasione, con questa lettera, di ringraziare tutto il personale
dell'ospedale dove sono ricoverata, i portantini, gli infermieri, i medici e tutti coloro che
hanno a che fare con noi pazienti giorno e notte. Svolgono un lavoro fondamentale, renden-
do questo soggiorno un pò più sopportabile. Lo fanno davvero con grande professionalità,
umanità e gentilezza, nonostantr le difficoltà che incontrano quotidianamente.
C'è un fatto di cui mi sono resa conto durante queste settimane. Le persone che lavorano
nell'ospedale dove mi trovo sono poche e faticano a coprire i turni. Non so da chi dipenda-
no le scelte sull'organizzazione del lavoro, se dalle istituzioni o dai dirigenti, e non so nem-
meno se chi decide abbia chiaro quanto siano importanti le persone che si prendono cura
dei pazienti, la loro lucidità e serenità. A me pare che in questo ospedale si sia scelto di in-
vestire nell'acquisto di macchinari all'avanguardia e strumenti tecnologici di ultima gene-
razione, ma non altrettanto sulle persone. Eppure un computer, soprattutto qui dove mi
trovo non potrà mai risolvere tutto. Nessuma tecnologia può aiutarmi a cambiare i panno-
loni e certo nesuna tecnologia dovrebbe essere usata come pretesto per diminuire il perso-
nale, che anzi è sempre più necessario. Mi accorgo ad esempio che spesso, soprattutto di
notte, pochissimi infermieri, a volte da soli, devono assistere interi reparti, rispondendo a
più pazienti nello stesso momento, ha un enorme carico di responsabilità.
Chi decide su assunzioni e licenziamenti lo sa che chi sostituisce le lenzuola dei pazienti
ha un orario di lavoro? E lo sa quante lenzuola deve sostituire in poco tempo, sentendo
contemporaneamente i malati che esprimono le loro esigenze? Che succede se di notte
un infermiere, da solo in un reparto, si sente male, magari dopo aver lavorato per trop-
pe ore di seguito? - Sono queste le domande che mi faccio da paziente. E vorrei che si
soffermasse a considerarle anche chi decide come si deve gestire la sanità pubblica.
Perciò spero ched questa lettera possa essere pubblicata e che sia d'aiuto e a chi ogni
giorno si prende cura di me". Maria ringrazia tanto per aver accolto "il punto di vi-
sta di chi è costretto a letto"; a proposito di Sanità, di come funzionano gli ospedali
pubblici, crede che sia molto importante - quando si prendono decisioni - "mettersi
nei panni dei malati e di chi lavora con loro, per loro".
Lucianone
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sabato 27 gennaio 2018
Istruzione / Scuola - GLI ABBANDONI in Italia: tra i più alti d'Europa; come recuperarli...
11 gennaio '18 - sabato 11 th January / Saturday visione post - 34
(da Repubblica - 11 gennaio '18 - Ilaria Venturi)
"Riportiamo in classe 135 mila ragazzi"
Un bel giorno non rispondono più all'appello tra i banchi: lasciano lezioni cominciate,
non si ripresentano l'anno successivo, anche se promossi, vengono bocciati e gettano
la spugna, dicono di volersi trasferire in un altro istituto, ma in realtà non lo fanno.
Insomma: spariscono. Perduti alla scuola. Quelli che abbandonano medie e superiori,
quando stare in classe è ancora un obbligo, sono in calo. Ma rimangono pur sempre un'emergenza. Anzi, sono "il problema", della scuola e del Paese, secondo l'ultimo rap-
porto del gruppo di lavoro istituito dalla ministra Valeria Fedeli e guidato da Marco
Rossi-Doria, maestro per 13 anni, ex sottosegretario all'Istruzione.
Di qui un piano nazionale di contrasto che tiene insieme azioni diverse, e scende nei det-
tagli: più asili, perchè c'è una relazione tra l'inserimento da piccoli nel sistema educativo
e il successo scolastico futuro, ma anche un sistema di formazione professionale nelle
regioni dove non funziona; e ancora più tempo pieno, laboratori, didattica a misura del
alunno. E aule aperte alla strada, come già si sperimenta in alcune periferie di Napoli e Palermo dove gli insegnanti seguono i ragazzi in famiglia, lavorando con educatori e as-
sistenti sociali. Il fenomeno della dispersione è fotografato da Eurostat. Nel confronto
con l'Europa che valuta quanti giovani tra i 18 e i 24 anni hanno solo la licenza media o
una qualifica e non sono più in formazione, l'Italia ha fatto passi avanti: il tasso di quan-
ti abbandonano precocemente gli studi è passato dal 20,8% del 2006 al 13,8% del 2016.
Ma restano forti squilibri tra Nord e Sud, con Sicilia, Campania e Sardegna ben sotto la
media nazionale. L'istantanea sul biennio 2015-2016 emerge invece dall'anagrafe Ed è
comunque impietosa: 14258 ragazzini che hanno abbandonato le medie, altri 8.949 per-
si nel passaggio alle superiori, 112.240 che non hanno continuato gli studi nei licei e in
tecnici e professionali. Un esercito di oltre 135mila dispersi. Soprattutto maschi, sedi-
cenni, stranieri, in particolare nati all'estero, o di origine rom o sinti (per loro il tasso
di abbandono sale al 42%). Figli del disagio economico e culturale. In Italia, ricorda
il rapporto, oltre un milione di persone tra i 3 e i 18 anni è in condizione di povertà
assoluta. "Perdiamo troppi alunni - scuote la testa Rossi-Doria - Così neghiamo a
bambini e ragazzi il diritto al futuro. Un danno che un Paese che fa sempre meno fi-
gli non può permettersi". Fedeli guarda alle conseguenze: "L'abbandono e la dispe-
razione hanno conseguenze negative non solo sulle vite dei singoli, causano una per-
dita economica per l'intero Paese in termini di Pil, minano la coesione sociale".
Le condizioni di partenza sono un ostacolo. Poi subentrano gli insuccessi della scuo-
la che "a 50 anni da Don Milani è tuttora di classe", si legge. Tra le indicazioni an-
che quella di limitare, con forme di moratoria, le bocciature, che "non sono efficaci".
Le ripetenze, osserva l'ex sottosegretario, sono l'anticamera della dispersione nei
quartieri difficili delle nostre periferie. "Io sono stato bocciato, ma avevo una fami-
glia che poteva aiutarmi a recuperare. Quando però una bocciatura capita in una
famiglia povera, cosa accade? Il pèroblema non è bocciare, ma cosa succede dopo,
cosa faccio per quel ragazzo". - Frena la ministra: "Abolire la bocciatura sarebbe
controproducente, meglio un percorso di accompagnamento dei ragazzi".
Il problema è la solita Italia a due velocità: in Veneto, a lasciare precocemente la
formazione è l'8%, in Sicilia il dato triplica. L'obiettivo è scendere sotto il 10%,
il target indicato dall'Europa per il 2020. Possibile? "Non è una battaglia persa -
ragiona Rossi Doria - ma per vincerla occorre un coordinamento nazionale per
ottimizzare le risorse per almeno un decennio, l'individuazione di zone di educa-
zione prioritaria su cui concentrare gli interventi, che devono essere costanti nel
tempo. E una forte rete tra scuole e realtà educative: oratori, terzo settore, cen-
tri sportivi. E' un tema trasversale ai partiti, che deve diventare una priorità del
prossimo governo".
Lucianone
(da Repubblica - 11 gennaio '18 - Ilaria Venturi)
"Riportiamo in classe 135 mila ragazzi"
Un bel giorno non rispondono più all'appello tra i banchi: lasciano lezioni cominciate,
non si ripresentano l'anno successivo, anche se promossi, vengono bocciati e gettano
la spugna, dicono di volersi trasferire in un altro istituto, ma in realtà non lo fanno.
Insomma: spariscono. Perduti alla scuola. Quelli che abbandonano medie e superiori,
quando stare in classe è ancora un obbligo, sono in calo. Ma rimangono pur sempre un'emergenza. Anzi, sono "il problema", della scuola e del Paese, secondo l'ultimo rap-
porto del gruppo di lavoro istituito dalla ministra Valeria Fedeli e guidato da Marco
Rossi-Doria, maestro per 13 anni, ex sottosegretario all'Istruzione.
Di qui un piano nazionale di contrasto che tiene insieme azioni diverse, e scende nei det-
tagli: più asili, perchè c'è una relazione tra l'inserimento da piccoli nel sistema educativo
e il successo scolastico futuro, ma anche un sistema di formazione professionale nelle
regioni dove non funziona; e ancora più tempo pieno, laboratori, didattica a misura del
alunno. E aule aperte alla strada, come già si sperimenta in alcune periferie di Napoli e Palermo dove gli insegnanti seguono i ragazzi in famiglia, lavorando con educatori e as-
sistenti sociali. Il fenomeno della dispersione è fotografato da Eurostat. Nel confronto
con l'Europa che valuta quanti giovani tra i 18 e i 24 anni hanno solo la licenza media o
una qualifica e non sono più in formazione, l'Italia ha fatto passi avanti: il tasso di quan-
ti abbandonano precocemente gli studi è passato dal 20,8% del 2006 al 13,8% del 2016.
Ma restano forti squilibri tra Nord e Sud, con Sicilia, Campania e Sardegna ben sotto la
media nazionale. L'istantanea sul biennio 2015-2016 emerge invece dall'anagrafe Ed è
comunque impietosa: 14258 ragazzini che hanno abbandonato le medie, altri 8.949 per-
si nel passaggio alle superiori, 112.240 che non hanno continuato gli studi nei licei e in
tecnici e professionali. Un esercito di oltre 135mila dispersi. Soprattutto maschi, sedi-
cenni, stranieri, in particolare nati all'estero, o di origine rom o sinti (per loro il tasso
di abbandono sale al 42%). Figli del disagio economico e culturale. In Italia, ricorda
il rapporto, oltre un milione di persone tra i 3 e i 18 anni è in condizione di povertà
assoluta. "Perdiamo troppi alunni - scuote la testa Rossi-Doria - Così neghiamo a
bambini e ragazzi il diritto al futuro. Un danno che un Paese che fa sempre meno fi-
gli non può permettersi". Fedeli guarda alle conseguenze: "L'abbandono e la dispe-
razione hanno conseguenze negative non solo sulle vite dei singoli, causano una per-
dita economica per l'intero Paese in termini di Pil, minano la coesione sociale".
Le condizioni di partenza sono un ostacolo. Poi subentrano gli insuccessi della scuo-
la che "a 50 anni da Don Milani è tuttora di classe", si legge. Tra le indicazioni an-
che quella di limitare, con forme di moratoria, le bocciature, che "non sono efficaci".
Le ripetenze, osserva l'ex sottosegretario, sono l'anticamera della dispersione nei
quartieri difficili delle nostre periferie. "Io sono stato bocciato, ma avevo una fami-
glia che poteva aiutarmi a recuperare. Quando però una bocciatura capita in una
famiglia povera, cosa accade? Il pèroblema non è bocciare, ma cosa succede dopo,
cosa faccio per quel ragazzo". - Frena la ministra: "Abolire la bocciatura sarebbe
controproducente, meglio un percorso di accompagnamento dei ragazzi".
Il problema è la solita Italia a due velocità: in Veneto, a lasciare precocemente la
formazione è l'8%, in Sicilia il dato triplica. L'obiettivo è scendere sotto il 10%,
il target indicato dall'Europa per il 2020. Possibile? "Non è una battaglia persa -
ragiona Rossi Doria - ma per vincerla occorre un coordinamento nazionale per
ottimizzare le risorse per almeno un decennio, l'individuazione di zone di educa-
zione prioritaria su cui concentrare gli interventi, che devono essere costanti nel
tempo. E una forte rete tra scuole e realtà educative: oratori, terzo settore, cen-
tri sportivi. E' un tema trasversale ai partiti, che deve diventare una priorità del
prossimo governo".
Lucianone
domenica 14 gennaio 2018
SPORT - calcio / serie A - 20^ giornata 2017/18
19 gennaio '18 - venerdì 19th January / Friday visione post - 25
RISULTATI delle partite
Chievo 1 Fiorentina 1 Torino 3 Benevento 3 Genoa 1 Milan 1
Udinese 1 Inter 1 Bologna 0 Sampdoria 2 Sassuolo 0 Crotone 0
Napoli 2 Spal 2 Roma 1 Cagliari 0
H. Verona 0 Lazio 5 Atalanta 2 Juventus 1
CLASSIFICA
NAPOLI 51 / Juventus 50 / Inter 42 / Lazio 40 / Roma 39 / Sampdoria,
Atalanta 30 / Udinese, Fiorentina, Torino, Milan 28 / Bologna 24 / Chievo 22 /
Genoa, Sassuolo 21 / Cagliari 20 / Spal, Crotone 15 / H. Verona 13 / Benevento 7
IL COMMENTO
Dedicando il commento odierno alla zona-possibile retrocessione, il primo punto
che balza all'occhio di questa classifica della 20^ giornata, è il piccolo balzo avan-
ti del Benevento: la squadra campana si scuote per la seconda volta, incamerando
l'intera posta niente meno che con la Sampdoria, ed esce dalla situazione letargi-
ca in cui sembrava dover essere pressochè condannata. E allo stesso tempo i cam-
pani si stanno avvicinando (solo ora 6 punti) alla squadra veneta dell'Hellas che
a sua volta è caduta in uno stato letargico molto prolungato, e con una situazione
interna societaria bloccata e sempre più conflittuale con la maggioranza della ti-
foseria, soprattutto per ora quella organizzata. Alzando lo sguardo, le squadre
che nella lista-classifica sono per l'intanto le più coinvolte nella spirale retro sono
la Spal e il Crotone. Quest'ultimo è da tenere particolarmente sotto osservazione:
il nuovo allenatore, Zenga, potrebbe dare una svolta positiva, magari decisiva, al
team calabrese. Di un cambio allenatore potrebbe aver bisogno a lungo andare
anche l'Hellas Verona, ma sembra che presidente e ds della società veneta non ne
vogliano sapere. Eppure una scossa... non sarebbe male. Intanto c'è il mercato di
gennaio: ne vedremo gli sviluppi!
- Luciano Finesso
-
Lucianone
RISULTATI delle partite
Chievo 1 Fiorentina 1 Torino 3 Benevento 3 Genoa 1 Milan 1
Udinese 1 Inter 1 Bologna 0 Sampdoria 2 Sassuolo 0 Crotone 0
Napoli 2 Spal 2 Roma 1 Cagliari 0
H. Verona 0 Lazio 5 Atalanta 2 Juventus 1
CLASSIFICA
NAPOLI 51 / Juventus 50 / Inter 42 / Lazio 40 / Roma 39 / Sampdoria,
Atalanta 30 / Udinese, Fiorentina, Torino, Milan 28 / Bologna 24 / Chievo 22 /
Genoa, Sassuolo 21 / Cagliari 20 / Spal, Crotone 15 / H. Verona 13 / Benevento 7
IL COMMENTO
Dedicando il commento odierno alla zona-possibile retrocessione, il primo punto
che balza all'occhio di questa classifica della 20^ giornata, è il piccolo balzo avan-
ti del Benevento: la squadra campana si scuote per la seconda volta, incamerando
l'intera posta niente meno che con la Sampdoria, ed esce dalla situazione letargi-
ca in cui sembrava dover essere pressochè condannata. E allo stesso tempo i cam-
pani si stanno avvicinando (solo ora 6 punti) alla squadra veneta dell'Hellas che
a sua volta è caduta in uno stato letargico molto prolungato, e con una situazione
interna societaria bloccata e sempre più conflittuale con la maggioranza della ti-
foseria, soprattutto per ora quella organizzata. Alzando lo sguardo, le squadre
che nella lista-classifica sono per l'intanto le più coinvolte nella spirale retro sono
la Spal e il Crotone. Quest'ultimo è da tenere particolarmente sotto osservazione:
il nuovo allenatore, Zenga, potrebbe dare una svolta positiva, magari decisiva, al
team calabrese. Di un cambio allenatore potrebbe aver bisogno a lungo andare
anche l'Hellas Verona, ma sembra che presidente e ds della società veneta non ne
vogliano sapere. Eppure una scossa... non sarebbe male. Intanto c'è il mercato di
gennaio: ne vedremo gli sviluppi!
- Luciano Finesso
Lucianone
sabato 13 gennaio 2018
SPORT - calcio / serie A 19^ giornata 2017/18
13 gennaio '18 - sabato 13th January / Saturday visione post - 24
RISULTATI delle partite
Crotone 0 Fiorentina 1 Atalanta 1 Benevento 1 Bologna 1 Roma 1
Napoli 1 Milan 1 Cagliari 2 Chievo 0 Udinese 2 Sassuolo 1
Sampsoria 2 Torino 0 Inter 0 H. Verona 1
Spal 0 Genoa 0 Lazio 0 Juventus 3
RISULTATI delle partite
Crotone 0 Fiorentina 1 Atalanta 1 Benevento 1 Bologna 1 Roma 1
Napoli 1 Milan 1 Cagliari 2 Chievo 0 Udinese 2 Sassuolo 1
Sampsoria 2 Torino 0 Inter 0 H. Verona 1
Spal 0 Genoa 0 Lazio 0 Juventus 3
Lucianone
Appuntamenti - Jazz a Bergamo
13 gennaio '18 - sabato 13th January / Saturday visione post - 12
(da Corriere della Sera - 17 dicembre '17 - Tempo libero Bergamo - di
Luigi Radassao)
BERGAMO JAZZ -
I m p r o v v i s a z i o n i C r e a t i v e
40° anno della rassegna, terza direzione artistica firmata da Dave Douglas,
prima realizzazione a nome della Fondazione Teatro Donizetti, primo alle-
stimento ospitato dal Creberg Teatro.
Questi i punti salienti del festival di Bergamo Jazz, che nel 2018 feteggerà il
quarantennale lontano dal Donizetti, indisponibile per ristrutturazione. E
se Giorgipo Berta, presidente della fondazione, legge ottimisticamente il tem-
poraneo spostamento (nella prospettiva di uno sviluppo di oppportunità, og-
gi impensabile, che l'assetto del rinnovato Teatro Donizetti offrirà alla ras-
segna) è indubbio che la sala del Creberg imponga scelte artistiche ad hoc.son
Fare di necessità virtù era il principale onere per il nuovo anno e i nomi di
richiamo non mancheranno, a cpminciare da MACEO PARKER, settanta-
cinquenne sassofonista compagno di James Brown, George Clinton e Prince,
il cui funky poderoso è certamente più adatto alla nuova location. Ma l'obiettivo
di mantenere il successo delle ultime edizioni non è semplice, considerando che,
secondo i dati del direttore della fondazione Massimo Boffelli, l'anno scorso gli
abbonati erano 800, mentre soltanto 15 anni fa se ne contavano 250.
"L a c r e a t i v i t à n e l l a d i v e r s i t à": così Dave Douglas ha sintetizzato
il suo terzo programma, un cartellone che vuole dare testimonianza di quanto di
verse possano essere le esperienze nel campo dell'improvvisazione.
Invariato il palinsesto della rassegna, che dopo la staffetta con Bergamo Film
Meeting, inaugurerà il cartellone con l'immancabile giovedì sera (22 marzo) al
Teatro Sociale, protagonisti il trio di Rita Marcotulli e il quintetto di Richardson
Logan, artista newyorkese. Altra serata double-bill è quella di sabato (24 marzo),
una "Latin Piano Night" con il duo cubano Chucho Valdes-Gonzalo Rubalcaba e
il trio andaluso di Chano Dominguez, mentre al Sociale si ritorna la domenica po-
meriggio (25 marzo) per il particolarissimo cante Jondo di Silvia Perez Cruz.
Non mancheranno le Scintille di Jazz, rassegna nella rassegna curata da Tino Tra-
canna per valorizzare i musicisti più giovani; il concerto all'Auditorium (Linda Ho
Quartet), le performance diffuse in città: all'Accademia Carrara (Louis Sclavis-
Vincent Courtois), all'ex Oratorio di San Lupo (Phil Markowitz-Zach Brock), nel-
le vie di Città Alta (Magicaboola), all'ex Hotel Commercio (Claudio Fasoli); la col-
laborazione col Jazz Club Bergamo (jeremy Pelt Quintet) e le Jazz School curate
dal CDpM. - Gran finale domenicale con il progetto speciale di Douglas che riu-
nirà gli ultimi quattro direttori artistici: Uri Caine, Paolo Fresu, Enrico Rava e
lo stesso Douglas, mentre una mostra fotografica all'ex Chiesa della Maddalena
celebrerà questi primi quarant'anni. Infine, l'inedita appendice in collaborazione
con la Stagione di Altri Percorsi: 28 marzo - Stefano Battaglia-Mariamgela Gual-
tieri.
Lucianone
(da Corriere della Sera - 17 dicembre '17 - Tempo libero Bergamo - di
Luigi Radassao)
BERGAMO JAZZ -
I m p r o v v i s a z i o n i C r e a t i v e
40° anno della rassegna, terza direzione artistica firmata da Dave Douglas,
prima realizzazione a nome della Fondazione Teatro Donizetti, primo alle-
stimento ospitato dal Creberg Teatro.
Questi i punti salienti del festival di Bergamo Jazz, che nel 2018 feteggerà il
quarantennale lontano dal Donizetti, indisponibile per ristrutturazione. E
se Giorgipo Berta, presidente della fondazione, legge ottimisticamente il tem-
poraneo spostamento (nella prospettiva di uno sviluppo di oppportunità, og-
gi impensabile, che l'assetto del rinnovato Teatro Donizetti offrirà alla ras-
segna) è indubbio che la sala del Creberg imponga scelte artistiche ad hoc.son
Fare di necessità virtù era il principale onere per il nuovo anno e i nomi di
richiamo non mancheranno, a cpminciare da MACEO PARKER, settanta-
cinquenne sassofonista compagno di James Brown, George Clinton e Prince,
il cui funky poderoso è certamente più adatto alla nuova location. Ma l'obiettivo
di mantenere il successo delle ultime edizioni non è semplice, considerando che,
secondo i dati del direttore della fondazione Massimo Boffelli, l'anno scorso gli
abbonati erano 800, mentre soltanto 15 anni fa se ne contavano 250.
"L a c r e a t i v i t à n e l l a d i v e r s i t à": così Dave Douglas ha sintetizzato
il suo terzo programma, un cartellone che vuole dare testimonianza di quanto di
verse possano essere le esperienze nel campo dell'improvvisazione.
Invariato il palinsesto della rassegna, che dopo la staffetta con Bergamo Film
Meeting, inaugurerà il cartellone con l'immancabile giovedì sera (22 marzo) al
Teatro Sociale, protagonisti il trio di Rita Marcotulli e il quintetto di Richardson
Logan, artista newyorkese. Altra serata double-bill è quella di sabato (24 marzo),
una "Latin Piano Night" con il duo cubano Chucho Valdes-Gonzalo Rubalcaba e
il trio andaluso di Chano Dominguez, mentre al Sociale si ritorna la domenica po-
meriggio (25 marzo) per il particolarissimo cante Jondo di Silvia Perez Cruz.
Non mancheranno le Scintille di Jazz, rassegna nella rassegna curata da Tino Tra-
canna per valorizzare i musicisti più giovani; il concerto all'Auditorium (Linda Ho
Quartet), le performance diffuse in città: all'Accademia Carrara (Louis Sclavis-
Vincent Courtois), all'ex Oratorio di San Lupo (Phil Markowitz-Zach Brock), nel-
le vie di Città Alta (Magicaboola), all'ex Hotel Commercio (Claudio Fasoli); la col-
laborazione col Jazz Club Bergamo (jeremy Pelt Quintet) e le Jazz School curate
dal CDpM. - Gran finale domenicale con il progetto speciale di Douglas che riu-
nirà gli ultimi quattro direttori artistici: Uri Caine, Paolo Fresu, Enrico Rava e
lo stesso Douglas, mentre una mostra fotografica all'ex Chiesa della Maddalena
celebrerà questi primi quarant'anni. Infine, l'inedita appendice in collaborazione
con la Stagione di Altri Percorsi: 28 marzo - Stefano Battaglia-Mariamgela Gual-
tieri.
Lucianone
venerdì 5 gennaio 2018
SPORT - calcio / Serie A - 18^ giornata 2017/18
5 gennaio '18 - venerdì 5th January / Friday visione post - 16
RISULTATI delle partite
Cagliari 0 Chievo 2 Genoa 1 Juventus 1 Lazio 4 Milan 0
Fiorentina 1 Bologna 3 Benevento 0 Roma 0 Crotone 0 Atalanta 2
Napoli 3 Sassuolo 1 Spal 2 Udinese 4
Sampdoria 2 Inter 0 Torino 2 H. Vewrona 0
CLASSIFICA
Napoli 48 / Juventus 44 / Inter 40 / Roma 38 / Lazio 36 / Sampdoria,
Atalanta 27 / Fiorentina 26 / Udinese, Torino, Milan, Bologna 24 / Chievo 21 /
Sassuolo 20 / Genoa, Cagliari 17 / Spal, Crotone 15 / H. Verona 13 / Benevento 1
Il commento
Continua... to be continued...
RISULTATI delle partite
Cagliari 0 Chievo 2 Genoa 1 Juventus 1 Lazio 4 Milan 0
Fiorentina 1 Bologna 3 Benevento 0 Roma 0 Crotone 0 Atalanta 2
Napoli 3 Sassuolo 1 Spal 2 Udinese 4
Sampdoria 2 Inter 0 Torino 2 H. Vewrona 0
CLASSIFICA
Napoli 48 / Juventus 44 / Inter 40 / Roma 38 / Lazio 36 / Sampdoria,
Atalanta 27 / Fiorentina 26 / Udinese, Torino, Milan, Bologna 24 / Chievo 21 /
Sassuolo 20 / Genoa, Cagliari 17 / Spal, Crotone 15 / H. Verona 13 / Benevento 1
Il commento
Continua... to be continued...
SCIENZE - il Dna malato verrà curato da un'iniezione
5 gennaio 2018 - venerdì 5th January / Friday visione post - 8
Il Dna impara a curare se stesso. Dall'esterno - attraverso la vena del braccio - questa
volta sono state introdotte solo le istruzioni. Al resto penserà il genoma, in autonomia.
O almeno così si spera, perchè dell'esperimento annunciato ieri in California sono sta-
te spiegate le modalità, ma non ancora il risultato. La fretta, in parte, è figlia del testa
a testa fra Cina e Stati Uniti nella messa a punto di terapie geniche sempre più spinte.
"Avremo i primi indizi fra un mese e i dati completi fra tre" hanno spiegato da Oakland,
California, i medici che curano Brian Madeux, 44 anni e una malattia - la sindrome di
Hunter - che nelle sue forme più gravi uccide a 20 anni.
Il difetto di un gene impedisce all'organismo di produrre un enzima essenziale per smal-
tire dei prodotti di scarto del metabolismo, che si accumulano nelle cellule e ne bloccano
il funzionamento. i danni riguardano tutti i tessuti, ma per tentare la cura i medici sono
partiti dal fegato, come racconta l'Ap in un'esclusiva. Qui il Dna delle cellule è stato in-
dotto ad "autocorreggersi" e a iniziare a produrre l'enzima mancante. "La Sangamo
therapeutics, l'azienda protagonista dell'esperimento, è quella che circa 10 anni fa mise
a punto 'le forbici' usate sul Dna di Madeux" spiega Giuseppe Novelli, genetista e retto-
re dell'università di Tor Vergata. "Il metodo si chiama 'zinc finger' e permette di taglia-
re via il gene difettoso, sostituendolo con una versione sana".di terapia genica
Nelle vene dell'uomo sono stati introdotti miliardi di virus (detti adeno-associati) , resi
inoffensivi e capaci di attivarsi solo nel fegato. Nel loro genoma gli scienziati hanno in-
serito tre messaggi scritti nella lingua del Dna. Il primo indica la posizione del gene da
tagliare. Il secondo dà vita allo zinc finger ed esegue materialmente il taglio. Il terzo
produce il gene corretto. "Non stiamo parlando del primo intervento di terapia genica
all'interno del corpo di un paziente" precisa Luigi Naldini, direttore dell'Istituto San
Raffaele-Telethon di terapia genica, uno dei pionieri mondiali di questa tecnica.
"La novità consiste nell'aver usato una tecnica come zinc finger, che permette di inter-
venire su un punto esatto del Dna. Test con il solo virus adenoassociato sono in corso
da 8-9 anni fa sull'emofilia. Finora hanno dato buoni risultati".
Da un lato, con l'esperimento di oggi, si guadagna in precisione. Dall'altro Naldini sot-
tolinea un rischio: "Zinc finger, terminato il suo lavoro, resta nella cellula. Chi ci dice
che non continui a tagliare il Dna in punti diversi da quello previsto?". E chi ci dice,
prosegue Giulio Cossu, esperto di distrofia muscolare, professore di medicina rigene-
rativa all'università di Manchester, che i virus inoculati nel braccio arrivino proprio
fra le cellule del fegato? "Recapitare i meccanismi di riparazione del Dna nel punto
giusto del corpo è da sempre la difficoltà principale della terapia genica. C'è poi il ri-
schio che introdurre elementi esterni, come zinc finger, scateni risposte immunitarie".
Recapitare "forbici" e "toppe" del Dna al punto giusto e far sì che correggano tutte
le cellule di un tessuto è un problema che Antonello Mallamaci, neuroscienziato di
Telethon e della Sissa di Trieste, conosce bene, avendo messo a punto una tecnica per
bloccare la proliferazione delle cellule nel tumore del cervello (sui topi, non ancora
sull'uomo). "Nel caso del cancro, devi raggiungere tutte, ma proprio tutte le cellule.
Altrimenti la malattia rischia di ripartire.
Ed è proprio sull'oncologia che la Cina sta concentrando i suoi sforzi, con un esperi-
mento che alla fine del 2016 ha usato Crispr - cugino assai ppiù nuovo e potente di
zinc finger - per trattare un uomo con un tumore al polmone. E con un test simile
che entro l'anno promette di combattere il papilloma virus che causa il cancro del-
la cervice.
Lucianone
Il Dna impara a curare se stesso. Dall'esterno - attraverso la vena del braccio - questa
volta sono state introdotte solo le istruzioni. Al resto penserà il genoma, in autonomia.
O almeno così si spera, perchè dell'esperimento annunciato ieri in California sono sta-
te spiegate le modalità, ma non ancora il risultato. La fretta, in parte, è figlia del testa
a testa fra Cina e Stati Uniti nella messa a punto di terapie geniche sempre più spinte.
"Avremo i primi indizi fra un mese e i dati completi fra tre" hanno spiegato da Oakland,
California, i medici che curano Brian Madeux, 44 anni e una malattia - la sindrome di
Hunter - che nelle sue forme più gravi uccide a 20 anni.
Il difetto di un gene impedisce all'organismo di produrre un enzima essenziale per smal-
tire dei prodotti di scarto del metabolismo, che si accumulano nelle cellule e ne bloccano
il funzionamento. i danni riguardano tutti i tessuti, ma per tentare la cura i medici sono
partiti dal fegato, come racconta l'Ap in un'esclusiva. Qui il Dna delle cellule è stato in-
dotto ad "autocorreggersi" e a iniziare a produrre l'enzima mancante. "La Sangamo
therapeutics, l'azienda protagonista dell'esperimento, è quella che circa 10 anni fa mise
a punto 'le forbici' usate sul Dna di Madeux" spiega Giuseppe Novelli, genetista e retto-
re dell'università di Tor Vergata. "Il metodo si chiama 'zinc finger' e permette di taglia-
re via il gene difettoso, sostituendolo con una versione sana".di terapia genica
Nelle vene dell'uomo sono stati introdotti miliardi di virus (detti adeno-associati) , resi
inoffensivi e capaci di attivarsi solo nel fegato. Nel loro genoma gli scienziati hanno in-
serito tre messaggi scritti nella lingua del Dna. Il primo indica la posizione del gene da
tagliare. Il secondo dà vita allo zinc finger ed esegue materialmente il taglio. Il terzo
produce il gene corretto. "Non stiamo parlando del primo intervento di terapia genica
all'interno del corpo di un paziente" precisa Luigi Naldini, direttore dell'Istituto San
Raffaele-Telethon di terapia genica, uno dei pionieri mondiali di questa tecnica.
"La novità consiste nell'aver usato una tecnica come zinc finger, che permette di inter-
venire su un punto esatto del Dna. Test con il solo virus adenoassociato sono in corso
da 8-9 anni fa sull'emofilia. Finora hanno dato buoni risultati".
Da un lato, con l'esperimento di oggi, si guadagna in precisione. Dall'altro Naldini sot-
tolinea un rischio: "Zinc finger, terminato il suo lavoro, resta nella cellula. Chi ci dice
che non continui a tagliare il Dna in punti diversi da quello previsto?". E chi ci dice,
prosegue Giulio Cossu, esperto di distrofia muscolare, professore di medicina rigene-
rativa all'università di Manchester, che i virus inoculati nel braccio arrivino proprio
fra le cellule del fegato? "Recapitare i meccanismi di riparazione del Dna nel punto
giusto del corpo è da sempre la difficoltà principale della terapia genica. C'è poi il ri-
schio che introdurre elementi esterni, come zinc finger, scateni risposte immunitarie".
Recapitare "forbici" e "toppe" del Dna al punto giusto e far sì che correggano tutte
le cellule di un tessuto è un problema che Antonello Mallamaci, neuroscienziato di
Telethon e della Sissa di Trieste, conosce bene, avendo messo a punto una tecnica per
bloccare la proliferazione delle cellule nel tumore del cervello (sui topi, non ancora
sull'uomo). "Nel caso del cancro, devi raggiungere tutte, ma proprio tutte le cellule.
Altrimenti la malattia rischia di ripartire.
Ed è proprio sull'oncologia che la Cina sta concentrando i suoi sforzi, con un esperi-
mento che alla fine del 2016 ha usato Crispr - cugino assai ppiù nuovo e potente di
zinc finger - per trattare un uomo con un tumore al polmone. E con un test simile
che entro l'anno promette di combattere il papilloma virus che causa il cancro del-
la cervice.
Lucianone
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