mercoledì 13 gennaio 2016

SOCIETA' / postmoderna - Le regole-totem del nuovo ordine: senza più TABU'

14 gennaio '15 - mercoledì              14th January / Wednesday            visione post - 18

I TABU' DEL MONDO
All'inizio  il capofamiglia  sedeva  sul trono
e governava per il suo godimento. Poi i figli
presero il potere  e  il loro rimorso creò le
regole-totem del nuovo ordine.
Nacque così il patto sociale con il suo tabù:
nessuno occuperà in modo arbitrario il trono vuoto.
Ora quel vuoto non solo non è riempito 
ma ha perso ogni significato.

da 'la Repubblica - 3 gennaio 2016 - RCULT / Massimo Recalcati)
Se dopo il Padre viene uccisa anche la Legge
Il nostro tempo sembra cancellare ogni forma di tabù. La disinibizione e l'assenza di
vergogna  e  di senso di colpa trionfano  alla faccia del vecchio uomo  del Novecento 
ancora preso  dai grandi dissidi moral i tra il bene e il male, le ragioni individuali  e 
quelle della Storia, il progresso e la tradizione, gli ideali e la pulsione.
Le lacerazioni tragiche del Novecento hanno lasciato il posto ad un disincanto genera-
lizzato che sembra aver annullato l'esperienza angosciata del tabù. Una vignetta clini-
ca può darci il senso di quello che sta accadendo. E' il caso di un giovane che, insieme
a dei suoi compagni, nel corso di una rapina, ha ucciso brutalmente un anziano. Nel
colloquio in carcere con lo psicologo dichiara che dopo aver commesso il crimine non 
ha avvertito alcun senso di colpa. La sua giornata è scivolata via come se niente fosse.
Ha dormito profondamente, la mattina ha fatto colazione e si è recato normalmente a
scuola. Tutto era come prima. Non siamo di fronte alla lacerazione dostoevskijana tra
il senso della Legge e la sua trasgressione colpevole.  Il delitto non sembra più  in rap-
porto  all'esigenza morale del castigo; la colpa non divora il criminale, non lo costringe
all'insonnia, non lo tormenta.
Mentre l'uomo dostoevskijano vive  il dramma  dell'infrazione della Legge, il giovane 
criminale, dopo aver compiuto il delitto, si reca tranquillamente  a scuola  ridendo  e
scherzando con i suoi amici. Egli vive un altro genere di angoscia. Quale? La confida
allo psicologo: la vertigine che lo ha assalito il giorno successivo al crimine - dopo es-
sere stato arrestato - scaturisce dalla sensazione della inesistenza della Legge; ovvero,
dalla percezione che tutto, senza la Legge, è diventato possibile; anche l'uccisione spie-
tata di un uomo per qualche euro. Diversamente  dall'uomo dostoevskijano  che spro-
fonda nell'abisso del senso di colpa di fronte al volto severo e inflessibile della Legge,
per questo giovane assassino l'angoscia scaturisce dalla dimensione totalmente incon-
sistente della Legge.  -  Siamo di fronte a un'esperienza che rovescia la genesi del tabù
così come Freud  l'aveva concepita  nel 1913  in uno dei suoi testi più visionari  qual è
Totem e Tabù. In quel libro, sulle orme di Darwin, il padre della psicoanalisi aveva im-
maginato che la prima forma organizzata di vita umana avesse come protagonista un
padre titanico, geloso e crudele, possessore  di tutte  le donne (il Padre dell'orda), che
confondeva arbitrariamente la Legge col proprio godimento. Di fronte a questa tiran-
nia permanente i figli-fratelli, ai quali era proibito l'accesso alle donne, decidono di al-
learsi uccidendo il padre e divorando il suo corpo in un pasto tribale. Il fatto che i fra-
telli si cibino delle carni del padre manifesta tutta l'ambivalenza del loro legame al pa-
dre: ucciso in quanmto oggetto d'odio, ma sbranato in quanto oggetto d'amore affinchè
la sua potenza illimitata  possa essere  incorporata  dai suoi figli.   Il termine "rimorso"
trova qui il suo significato più profondo: divorando il corpo del padre temuto ma amato,
i fiforma della tirannia gli si sentono morsi dalla colpa.   L'esito del rimorso è l'instaura-
zione del totem:  il padre morto  continua a vivere  sebbene  non più  nella forma  della 
tirannia capricciosa, ma in quella dell'autorità simbolica incarnata nel totem.  
La sua morte è, dunque, all'origine del senso stesso della Legge; il totem diviene, al tempo stesso, oggetto di venerazione e di angoscia, commemorando l'assassinio del padre e il ri-
morso che esso ha suscitato. Da quel momento in poi si instaura il divieto dell'incesto che
obbliga tutti i figli all'esogamia. Il senso della Legge sorge come effetto retroattivo dell'at-
to parricida: mentre in Edipo  il parricidio  infrange la Legge  conducendo il figlio verso 
l'abisso dell'incesto e della distruzione, in Totem e Tabù esso genera la Legge. L a vita de-
mocratica della Comunità si rende possibile  solo attraverso  il tabù che sorge  in seguito 
all'uccisione del padre. E' solo la morte del padre che pretende di essere la Legge, di fare coincidere la Legge con la sua volontà di godimento, a costituire la condizione della nasci-
ta di una Legge più umana e della Cultura stessa. Il patto sociale  sostituisce  il caos della 
violenza; la pulsione deve sublimarsi nel riconoscimento di una Legge che, trovando il suo
fondamento nel suo padre morto, vale per tutti, non è più Legge ad personam. 
Nessuno può occupare il posto del padre morto perchè si tratta di un posto destinato a ri-
manere vuoto. I totalitarismi del Novecento e i fondamentalismi di ogni genere mostrano
a rovescio, l'inferno che può generarsi dal suo riempimento fanatico. - Nel nostro tempo
il rischio però non è quello di riempire il vuoto lasciato dal padre morto, ma, nella disso-
luzione neo-libertina di ogni tabù, di fare venire meno il rispetto verso la Legge. E' la ver-
tigine che  assale  il giovane assassino:  non esiste un argine, un limite, una barriera che
possa contenere il suo atto. In questo modo l'assenza della Legge sembra diventare l'uni-
ca forma della Legge; se tutto diventa possibile, se dopo aver compiuto  un crimine effe-
rato tutto resta come prima - senza senso di colpa e senza rimorsi - non sarebbe forse ne-
cessario rivalorizzare il tabù come effetto della Legge?

Lucianone

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