25 agosto '14 - lunedì 25th August / Monday visione post - 5
(da 'L'Arena' - 17/08/2014 - Alberto Pasolini Zanelli)
Vacilla il sogno dei Figli Pellegrini
Che l'America sia di malumore lo sappiamo da un pezzo. Tutti. Non solo gli americani,
che d'abitudine delle magagne che li riguardano sono abituati ad accorgersene in gene-
re per ultimi; e questa è una delle loro forze. Hanno dato da tempo, alla loro convinzio-
ne profonda, un nome forse un pò euforico ma anche poetico: American Dream, il Sogno
Americano. Ce n'erano di vario tipo. Quello di chi si sente portatore di un mondo nuovo,
di ideali che mai l'umanità aveva assaggiato prima. Chi in termini religiosi parla e canta
del Paese benedetto da Dio, chi persino si sente seduto alla destra del Creatore. E chi col-
tiva sogni umili, impersonati in questi giorni da quelle mamme cetroamericane che, prive
del visto per gli Usa, mandano avanti i bambini: che diventino loro "illegali" intanto, e
poi sognano di raggiungerli. - Il Sogno Americano è stato seminato dai Padri Pellegrini,
ora è tenuto vivo con più intensità dai Figli Pellegrini. In tutte le sue forme, nelle sue va-
rietà spaziali e temporali l'American Dream si basa però, o si basava, su due convinzioni
molto concrete: che l'America è il Numero Uno e che lo resterà per sempre, perchè "cre-
sce" più velocemente di ogni altro Paese. Ma è proprio questa convinzione, questa fede
soprattutto materiale, che si sta incrinando, non solo a causa di un momento economico
non felice come gli altri (anche se l?america e il mondo hanno vissuto altri tempi di re-
cessione), ma anche perchè, più o meno all'improvviso, la gente ne prende coscienza,
magari in misura esagerata e si dedica a uno sport finora non praticato da queste parti:
il paragone con gli altri insidiato dal dubbio e da un principio di invidia.
Non c'è bisogno di essere acuti interpreti degli umori della gente per scoprirlo: lo dico-
no con regolarità e credibilità, le onnipresenti statistiche e i venerati sondaggi. Rispo-
ste plebiscitarie accompagnano ora una domanda che incide nel cuore del Sogno Ame-
ricano: la fiducia che comunque "i nostri figli vivranno meglio di noi". La risposta era
di solito plebiscitaria. E lo è anche adesso, ma in senso opposto. A quella domanda solo
un americano su cinque risponde ora positivamente, tre su quattro si dicono sicuri di no,
che i loro figli staranno peggio. Come scatto di malumore è di dimensioni mai raggiunte
prima. All'inizio del nuovo secolo la maggioranza dei cittadini Usa nutriva fiducia. Og-
gi il segno si è capovolto e, uasi a smentire le osservazioni preoccupate di chi denuncia
la crescente diseguaglianza materiale fra le classi sociali, alla domanda rispondono tut-
ti allo stesso modo: i ricchi come i poveri (il 75 e il 73 per cento), le donne come gli uo-
mini, i repubblicani come i democratici, i giovani come gli anziani. E addirittura i bian-
chi più dei neri, con una piccola eccezione per gli ispanici, a conferma che i sogni più
tenaci sono quelli che si fanno a distanza.
Fin qui le cifre del mugugno. Ma a confermarle arrivano i dati delle statistiche compara-
te. Ultima quelle dell'Indice del Progresso Sociale, che mostra come in molti Paesi a un
redditi pro-capite pari o anche leggermente inferiore a quello americano la gente viva
meglio. Gli Stati Uniti compaiono al 31° posto per la sicurezza nazionale, al trentaquat-
tresimo per la salute. In testa ci sono come al solito Norvegia, Olanda, Islanda, Svizzera,
Canada e poi Giappone., Germania, Gran Bretagna ma anche nazioni a sorpresa. Per
esempio l?irlanda, per oltre un secolo serbatoio dell'immigrazione di massa in America
e che oggi è al 15° posto davanti agli Usa, al 19°. La sorpresa più sorprendente ,. poi, ri-
guarda la cosa più americana del mondo, l'Internet: i cittadini Usa hanno meno accesso
alla rete e ai cellulari rispetto agli abitanti di ben 22 Paesi.
Per i meglio informati: l'economia americana nel suo complesso è cresciuta negli ultimi
anni più in fretta di quella francese, però il 99 per cento dei francesi ha progredito in ter-
mini di tenore di vita più del 99 per cento degli americani. La Francia non è il Paese più
amato da questa parte del'Atlantico. Ma l'economista più di moda oggi, Thomas Piketty,
è francese. E a raccogliere le testimonianze sul malumore americano è uno studioso
di nome Yang.
L'America violenta dei poliziotti
(di Luciano Finesso)
Il razzismo omicida dei cop americani
Gli Stati Uniti, e quindi l'America nell'insieme dei suoi stati federali, devono
ancora una volta affrontare il problema razziale, e Obama ha capito come rap-
presentante 'primo' di pelle scura che i cittadini neri americani vanno protetti
e che dunque i poliziotti Usa devono porre un serio freno al loro razzismo omi-
cida e magari pagare un prezzo materiale vero, serio per questo tarlo mai del
tutto sopito. E per questo è sceso alla fine in campo lo stesso ministro della
Giustizia, il procuratore generale Eric Holder, che in visita a Ferguson (dove
è avvenuto l'assassinio di Michael Brown, ucciso lo scorso 9 agosto da un po-
liziotto bianco) ha detto esplicitamente: "Procederemo contro la polizia".
Continua... to be continued...
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