sabato 28 aprile 2012

Istruzione - Scuola: allarme abbandoni

28 aprile 2012 - sabato       28th April / Saturday      visioni del post - 7


Uno studente su 5 senza diploma.
Italia tra i peggiori d'Europa -
Il ministro: situazione drammatica al Sud e nelle periferie.
Stanziati 30 milioni per le Regioni a rischio.


La crisi economica, a scuola, fa crescere i dispersi. Il ministro
dell'Istruzione, letti gli ultimi dati sulla fuga dalle classi, ha
scelto  di porre la questione  tra le priorità  del suo mandato.
In Italia  un ragazzo  su cinque non ha  un diploma di media
superiore nè una qualifica professionale: è "disperso scolastico",
secondo l'accezione europea, destinato al fallimento personale.
Gli ultimi dati Istat, passati dall'Istituto nazionale di statistica
al Miur illuminano il quadro: il 18,8 per cento dei giovani italiani
fugge la scuola prima del diploma (si sale al 22% tra i maschi).
Certo, alle spalle c'è un recente recupero: dal 2004 al 2010 è
tornato in aula  e agli esami finali il 4 per cento degli iscritti,
ma l'ufficio statistica del ministero sta lavorando nuovi dati
che illustrano come la lunga crisi  economica abbia interroto
il recupero e stia allargando un problema storicizzato al Sud
e alle periferie delle metropoli italiane: Milano, Torino, Roma
e anche Bologna, Genova, Verona.
Le disastrate condizioni strutturali   in cui versano parecchie
scuole del meridione d'Italia aiutano la dispersione scolastica,
fenomeno che  ogni studio  affianca alla povertà familiare, al
degrado el territorio. In Sicilia la "media dispersione" sale al
26%. In quartieri come lo Zen 2, rivela il sottosegretario al-
l'Istruzione Marco Rossi Doria, un giovane su due non va a
scuola.  E non si riesce a scalfire in maniera organica quella 
soglia: un abbandono ogni cinque studenti. Secondo l'agenda
di Lisbona  la dispersione  doveva  essere dimezzata entro il   
2010, e senza dubbio dovremo farlo entro il 2020.
questo governo ci prova ora, investendo sulle 4 aree a rischio:
Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, con 30milioni di euro  di
fondi europei, quattro già disponibili. "Abbiamo un dispersio-
ne quasi  doppia  di Francia e Germania  e non   riusciamo a"
migliorare", dice il sottosegretario rpossi Doria, una vita  da
"maestro di strada" nei quartieri poveri di Napoli.    "Da 25 
anni conosco i ragazzi dispersi e tocco con mano il valore del-
ile statistiche generali: ogni anno di istruzione in più signifi-
ca meno malattie, meno dipendenza, meno povertà. E' vero
sia in Brasile sia in India che allo Zen. In Italia l'uscita dal-
l'analfabetismo  è stato  il volano  del boom economico, ma
oggi , dopo 130 anni, la scuola non è più un luogo di emanci-
pazione sociale".
La dispersione scolastica è un'emergenza della gioventù italiana
e da qui  a giugno 2014  sarà affrontata con 30 milioni di euro. 
"Dobbiamo  puntellare  il ciclo delle elementari:  resta la fase
migliore della scuola italiana, ma mostra le prime crepe", dice
Rossi Doria. Più ore il  pomeriggio e  rafforzamento degli alfa-
beti di base. "Se dai 7 ai 9 anni leggi bene e capisci i significati,
scrivi in maniera corretta, impari la base del pensiero scientifico
matematico, sei pronto  per passare  alle medie  e  alle superiori 
senza rischi". - E' tra i 14 e i 17 anni che ci si "perde": sono 117
mila i ragazzi di quell'età fuori da qualsiasi percorso formativo.,  
"L' Invalsi, con i test in seconda e quinta elementare, ci sta aiu-
tando  a guidare  i nostri figli  e segnala i primi problemi  nelle
periferie di roma e delle grandi città del Nord".
Pool di insegnanti lavoreranno con i ragazzi sui risultati Invalsi
e si sta studiando se per il lavoro surplus potranno essere pagati 
straordinariamente. "L'obiettivo è quello di tenere aperte le scuo-
le tutto il giorno".
Il test INVALSI (o Prova Nazionale[1]) è una prova scritta che ha lo scopo di valutare i livelli di apprendimento degli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo grado.[2]. I contenuti dei test sono realizzati dall'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione (INVALSI)


La seconda parte del piano ministeriale prevede una connessione,
"una rete",  tra la realtà scolastica (presidi, insegnanti, bidelli) e le
strutture sociali del territorio circostante (centri sportivi, luoghi di
associazionismo, parrocchie).  "E' un raddoppio della marcatura
sui ragazzi a rischio", dice il sottosegretario.    Si sta creando un 
prototipo per i quartieri periferici delle città  da rendere operativo 
a settembre, nuovo anno scolastico.
Il "maestro di strada" spiega, quindi, la necessità di creare "scuole
di seconda occasione". Strutture private che, coinvolgendo le madri,
potranno lavorare sulla psicologia degli infanti e far crescere la loro
capacità di narrazione.
Napoli ha aperto la strada, a Torino si è sviluppata  la realtà "Provaci
ancora Sam". - Contro l'addio alla scuola, infine, diventa fondamenta-
le  la riqualificazione degli istituti tecnici. "Dove c'è una rete industria-
le e artigianale che funziona i dati migliorano".     Dove? A Benevento, 
nel centro di Lecce, in alcune zone di Torino, nella provincia di Trento.


DATI  e STATISTICHE 


Continua... To be continued...

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