mercoledì 27 maggio 2020

Riflessioni - Quei quattro Paesi: poco frugali e molto taccagni


26 maggio '20 - martedì                          26th May / Tuesday                        visione post - 2

(da la Repubblica - 24 maggio '20 - L'amaca / Michele Serra)
Fa sorridere che vengano definiti "frugali", quasi ufficialmente, quei Paesi ricchi (Austria,
Danimarca, Olanda, Svezia) che per non mettere a repentaglio il benessere nazionale pon-
gono vincoli piuttosto severi all'elargizione degli aiuti europei.  La frugalità è certamente
una virtù, ma in questo caso è una virtù richiesta agli altri. Fare il frugale con le tasche al-
trui, specie se le proprie sono piene, espone al rischio di essere definiti in ben altra manie-
ra. Tirchi? Taccagni? Gretti?  Ben altro sarebbe  il dibattito politico  se i titoli di giornale
fossero: "I Paesi tirchi contro il piano franco-tedesco". O "I quattro taccagni pongono le
loro condizioni".
"Frugali" è un geniale eufemismo, lascia intendere l'irriducibile etica  di poche formiche,
laboriose e risparmiatrici, che cercano di opporsi all'egemonia delle cicale scialatrici. Sia
chiaro che le cicale esistono. - Nella voragine del nostro debito pubblico ci sono parassi-
tismi e ruberie - una per tutte, l'evasione fiscale - che non ci mettono nelle condizioni di
bussare serenamente alle porte delle formiche pretendendo che paghino anche per le no-
stre  omissioni. Non fosse che l'Europa è un insieme  che si fonda  sulla trans-nazionali-
tà di molte cose, a partire da quella dell'economia, così felicemente  descritta da Roma-
no Prodi nella celebre battuta "a chi vendono i loro tulipani gli olandesi, se gli altri Pae-
si fanno bancarotta?". Sulla stessa falsariga: per chi apriranno gli austriaci i loro skilift?
A chi venderanno, gli olandesi, la loro birra? Per la Svezia mi vengono in mente solo le
aringhe e la socialdemocrazia. Ma la seconda non è oggetto di import-export.

Lucianone

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