30 settembre '18 - domenica Mostre 30th September / Sunday visione post - 9
FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA
Lodi - dal 6 al 28 ottobre
Nona edizione del Festival della fotografia etica - l'attualità
in primo piano attraverso sguardi diversi e persorsi originali.
Immagini che raccontano un'umanità straordinaria
XVI Edizione di BERGAMOSCIENZA
Bergamo - dal 6 al 21 ottobre
La Scienza dilaga in città (di Bergamo) tra letteratura e musica
il REGIME DELL'ARTE
Premio Cremona 1939 - 1941
A cura di Vittorio Sgarbi e Rodolfo Bona
Museo Civico di Cremona
dal 21 settembre 2018 al 24 febbraio 2019
DAL NULLA AL SOGNO
Dada e Surrealismo
dalla collezione del Museo Boijmans Van Beuningen
Fondazione Ferrero
Alba (Cuneo) - Strada di mezzo, 44 / www,fondazioneferrerp.it
27 ottobre 2018 - 25 febbraio 2019
Orari:
feriali: 15-19, sabato e festivi: 10-19
chiuso il martedì e 24, 25, 31 dicembre '18, 1 gennaio 2019
Ingresso gratuito
IL CIELO SULLA TERRA
Tiziano / Gerhard / Richter
Mantova - Palazzo Te
fino al 6 gennaio 2019 - www.fondazionepalazzote.it
KANDINSKY
Color Experience / Mostra Immersiva
Montecatini Terme
fino al 13 gennaio '19 - www.kandinskycolorexperience.it
Lucianone
DI TUTTO e di PIU Ambiente / Appuntamenti / Arte / / Cibo-cucina / Commenti / Cultura / Curiosità-comicità / Dossier / Economia-Finanza / Fotografia / Inchiesta / Intervista / Istruzione / Lavoro / Lettere / Libri / Medicina / Motori / Musica / Natura / Opinione del Giovedì / Personaggi / Psicologia / Reportage / Riflessioni-Idee / Salute / Scienze / Società-Politica / Spettacoli (cinema/tv) / Sport / Stampa-giornali / Storie / Tecnologia-Internet / Ultime notizie / Viaggi
domenica 30 settembre 2018
giovedì 27 settembre 2018
SPORT - calcio / Serie A - 5^ giornata 2018/19
29 settembre '18 - sabato 29 th September / Saturday visione post - 8
Risultati e classifica
Sassuolo 3 Parma 2 Fiorentina 3 Sampdoria 0 Torino 1 Bologna 2
Empoli 1 Cagliari 0 Spal 0 Inter 1 Napoli 3 Roma 0
Chievo 0 Lazio 4 Milan 2 Frosinone 0
Udinese 2 Genoa 1 Atalanta 2 Juventus 2
Juventus 15 / Napoli 12 / Fiorentina, Sassuolo 10 / Lazio, Spal 9 / Udinese 8
Sampdoria, Inter, Parma 7 / Genoa 6 / Milan, Atalanta, Roma, Torimo, Cagliari 5
Bologna, Empoli 4 / Frosinone 1 / Chievo - 1
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Risultati e classifica
Sassuolo 3 Parma 2 Fiorentina 3 Sampdoria 0 Torino 1 Bologna 2
Empoli 1 Cagliari 0 Spal 0 Inter 1 Napoli 3 Roma 0
Chievo 0 Lazio 4 Milan 2 Frosinone 0
Udinese 2 Genoa 1 Atalanta 2 Juventus 2
Juventus 15 / Napoli 12 / Fiorentina, Sassuolo 10 / Lazio, Spal 9 / Udinese 8
Sampdoria, Inter, Parma 7 / Genoa 6 / Milan, Atalanta, Roma, Torimo, Cagliari 5
Bologna, Empoli 4 / Frosinone 1 / Chievo - 1
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Ultime notizie - dall'Italia / Latest news
27 settembre '18 - giovedì 27th September / Thursday visione post - 5
ROMA - Consiglio dei ministri
Manovra, il deficit al 2,4% per tre anni: "Manovra del popolo, povertà abolita"
Documento approvato. I due vicepremier elencano le misure su cui c'è accordo: flat tax
superamento della Fornero, condono fiscale, reddito di cittadinanza e risarcimenti bancari.
Anche Tria avrebbe dato il suo assenso.
ROMA - Consiglio dei ministri
Manovra, il deficit al 2,4% per tre anni: "Manovra del popolo, povertà abolita"
Documento approvato. I due vicepremier elencano le misure su cui c'è accordo: flat tax
superamento della Fornero, condono fiscale, reddito di cittadinanza e risarcimenti bancari.
Anche Tria avrebbe dato il suo assenso.
Manovra, deficit al 2,4 del pil per tre anni. Intesa raggiunta sulla manovra al 2,4% di deficit sul pil.
Il documento finanziario è stato approvato dal consiglio dei ministri poco dopo le 23. L’intesa è scaturita da un serrato confronto durante il quale si sono confrontate le due linee all’interno del governo. Quella capeggiata dai due vicepremier Salvini e Di Maio che spingevano per sfondare il tetto dell’1,6% concordata con l’Unione Europea e quella invece incarnata dal ministro dell’economia Tria, che invece preferiva una difesa dei conti pubblici. Alla fine il titolare del dicastero ha ceduto; il documento approvato prevede un deficit al 2,4 per tre anni consecutivi. Nel corso del summit Tria avrebbe garantito 8/10 miliardi per le coperture del reddito di cittadinanza, ma solo 2,5 per il superamento della Fornero. Una cifra ritenuta insufficiente da Di maio che avrebbe chiesto invece 8 miliardi. Al computo oltretutto mancherebbero i 2 miliardi per la riforma dei centri di impiego.
Di Maio e Salvini: obiettivi raggiunti
A riunione ancora in corso Matteo Salvini ha rilasciato una dichiarazione in cui fa largo sfoggio di ottimismo e fa intendere di aver centrato tuti i suoi obiettivi: «Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva. Pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti». «Via libera alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionati. Con il superamento della legge Fornero chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando i posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro paese per avere un’opportunità. Non restano esclusi i truffati delle banche, che saranno risarciti. Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini, per la prima volta non toglie ma dà» ha aggiunto subito dopo Di Maio.Di Maio e Salvini: «Abolita la povertà»
Altri punti della Manovra -
Pensioni a partire da 62 anni e flat tax dal 2020 / Reddito: 10 miliardi
GENOVA - Ponte Morandi
Il decreto su Genova punto per punto: 360 milioni per demolire e ricostruire
Autostrade resta fuori
Il Commissario avrà poteri straordinari, la società Autostrade dovrà pagare ma sarà esclusa dai lavori, verranno assunto 250 persone negli uffici della Regione Liguria.
Per il partito democratico «è un topolino», per le autorità liguri è un provvedimento insufficiente dal punto di vista finanziario, per il governo è comunque la prima pietra per rispondere alla tragedia di Genova. Il decreto contiene comunque molte risposte e una procedura di ricostruzione. Affida poteri straordinari al Commissario che sarà nominato, stanzia risorse pubbliche per 360 milioni di euro in dieci anni nel caso in cui la società Autostrade non dovesse pagare demolizione e ricostruzione, prevede l’assunzione di 250 persone presso la Regione Liguria (ma inizialmente erano 500). Restano ovviamente tanti interrogativi: ieri il Governatore Toti ha trasmesso al governo il piano di demolizione e ricostruzione che gli ha consegnato la società Autostrade. Un atto dovuto, ma ci vorranno ancora molte settimane per capire quale sarà il progetto di ricostruzione, quanto costerà effettivamente, chi lo eseguirà, se ci sarà una gara o meno.
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martedì 25 settembre 2018
Sport - Calcio / Serie B - 5^ giornata 2018/19
25 settembre '18 - martedì 25th September / Tuesday visione post - 11
Risultati e classifica
Brescia 2 Cittadella 0 Livorno 0 Perugia 0 Pescara 2 Salernitana 1
Palermo 1 Benevento 1 Lecce 3 Carpi 1 Crotone 1 Ascoli 1
H. Verona 2 Cremonese 1 Cremonese Foggia
Spezia 1 Padova 1 Cosenza Padova
(posticipo) (mercoledì 26 settembre)
Hellas Verona 13 / Pescara 11 / Benevento 10 / Cittadella 9 / Lecce, Palermo 8
Cremonese, Brescia, Crotone, Salernitana, Spezia 6 / Padova 5 / Perugia, Carpi 4
Venezia 3 / Cosenza 2 / Livorno 1 / Foggia - 5
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Risultati e classifica
Brescia 2 Cittadella 0 Livorno 0 Perugia 0 Pescara 2 Salernitana 1
Palermo 1 Benevento 1 Lecce 3 Carpi 1 Crotone 1 Ascoli 1
H. Verona 2 Cremonese 1 Cremonese Foggia
Spezia 1 Padova 1 Cosenza Padova
(posticipo) (mercoledì 26 settembre)
Hellas Verona 13 / Pescara 11 / Benevento 10 / Cittadella 9 / Lecce, Palermo 8
Cremonese, Brescia, Crotone, Salernitana, Spezia 6 / Padova 5 / Perugia, Carpi 4
Venezia 3 / Cosenza 2 / Livorno 1 / Foggia - 5
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Cultura / intervista - Khaled Hosseini e il monologo per Alan
25 settembre '18 - martedì 25th September <7 Tuesday visione post - 15
( da Corriere della Sera - 6 settembre '18 - Cultura / Luigi Ippolito,
Londra )
"Con me, nella pelle dei profughi"
Un libro in controtendenza, l'ultimo lavoro di Khaled Hosseini, l'autore di bestseller
planetari come Il cacciatore di aquiloni o Mille splendidi soli. Un libro che parla di pro-
fughi, di chi affronta la traversata, spesso mortale, delle acque del Mediterraneo: e che
si mette dalla loro parte, nei loro pensieri, nella loro pelle. E questo nel momento in cui
l'Europa, l'Italia, preferisce guardare da un'altra parte, alzare i ponti, chiudere i porti.
Come se distogliere lo sguardo servisse a negare la tragedia.
"Preghiera del mare" è il monologo di un padre che stringe tra le braccia il suo bambino
su una spiaggia, di notte, prima di affrontare il viaggio verso l'ignoto. E' un testo breve,
scritto di getto in un pomeriggio - forse resterà deluso chi si aspettava un nuovo roman-
zo di Hosseini - ma di grande intensità, illuminato da una parola poetica che e' accom-
pagnata dai disegni evocativi di Dan Williams, artista londinese.
Il libro è stato ispirato direttamente dall'immagine di Alan Kurdi, il piccolo profugo
siriano fotografato morto, bocconi su una spiaggia turca, nel settembre di 3 anni fa:
un'istantanea che aveva scosso le coscienze del mondo. "Ho visto Alan come genitore -
racconta Hosseini - I miei pensieri sono andati subito a suo padre, che era sopravvissu-
to al naufragio. Ho provato a immaginare come fosse essere lui, quali potessero essere
i suoi pensieri. Ho voluto scrivere un tributo a quella fotografia: ma non soltantoa loro,
bensì alle migliaia di persone che si trovano in quella stessa situazione".
Hosseini è andato a scavare nella singolarità del profugo, nella sua umanità irripetibile,
perchè "dietro i titoli dei telegiornali e le statistiche che leggiamo ci sono esseri umani,
che hanno diritto di esistere e di essere trattati con rispetto". Ma chi è il profugo, per
lo scrittore afghano trapiantato in America? "Prendi uno specchio e guardati - dice -
potresti essere tu. Ognuno di noi può diventare profugo, avere la vita sconvolta da even-
ti imprevedibili, essere costretto ad abbandonare tutto". E lui sa di cosa sta parlando:
aveva 14 anni quando i carri armati sovietici invasero l'Afghanistan, sorprendendo lui
e la sua famiglia a Parigi, al seguito del padre diplomatico. Capirono subito che la loro
patria, la loro casa, le loro cose erano perdute. Approdarono da rifugiati negli Stati Uni-
ti: il giovane Khaled si ritrovò in una scuola della California senza parlare una parola di
inglese, incapace di comprendere i suoi coetanei e i loro costumi. Finì a passare il tempo
con un gruppo di ragazzi cambogiani: non si capivano, ma li accomunava la stessa con-
dizione, quella del profugo.
E' per questo , perchè l'esperienza dello sradicamento lo ha toccato nel vissuto più pro-
fondo , che Hosseini ha dedicato il suo impegno alla cusa dei rifugiati, diventando Am-
basciatore di buona volontà dell'Unhcr, l'agenzia Onu che si occupa dei profughi: e co-
sì anche i proventi di Preghiera del mare andranno ai fondi umanitari. In questo suo
ruolo lo scrittore ha visitato le regioni che ospitano gli sfollati, è stato nei campi di rac-
colta, si è seduto con la gente, ha ascoltato le loro storie. Ed è rimasto impressionato da
quello che ha visto in Sicilia: "A Pachino ho visitato un centro per rifugiati minorenni -
racconta - e sono stato travolto dalla generosità dimostrata dalla gente locale: l'intera
città aveva aperto le porte e i cuori".
Non è sempre così, tuttavia. Anzi, il sentimento che percorre in questo momento l'Europa
è di ostilità verso chi si affaccia sulle sue sponde, i partiti e i movimenti che si fanno im-
presari della paura mietono consensi.
Khaled Hosseini - "Penso che molta della negatività e della paura che vediamo in giro
sia basata su una cattiva comprensione della realtà, che però è diventata prevalente.
Ogni discussione deve cominciare con questa verità fondamentale: fuggire dal proprio
Paese non è qualcosa che la gente sceglie di fare. Nessuno mette i bambini nella barca
finchè l'acqua non è più sicura della terra, nessuno lascia la casa senza che la casa di-
ca: vai via, non so cosa sono diventata. Sono scelte esistenziali, la gente non viene per
sfruttare le ricchezze o i lussi dell'Europa, vengono perchè sono costretti dalle circo-
stanze che li portano a prendere queste decisioni difficili, che sono la loro ultima istan-
za. Questo bisogna capire, che non è una scelta".
Lei però in questo modo sembra inquadrare l'intero fenomeno migratorio come una
questione di rifugiati, di gente che fugge da guerre o dittature. Siamo invece di fronte
a qualcosa di più ampio, di portata epocale, che richiede risposte di lungo periodo.
K. Hosseini - "Certo, non è solo un problema di profughi, è qualcosa di più grande.
Ma il mio primo pensiero va alle persone che hanno bisogno di protezione: che inve-
ce viene negata da certe politiche, tipo affidarsi ad autorità al di fuori dall'Europa,
come la Libia, dove la gente soffre indicibili abusi. La Libia non è sicura, non si può
rimandare lì la gente: che scelte abbiamo quando le persone muoiono sulle nostre
spiagge? Non possiamo guardare altrove e spostare le responsabilità fuori dall'Euro-
pa. Dobbiamo assicurarci che chi ha diritto all'asilo vi abbia accesso. E' vero, non
c'è solo questo, molti vengono alla ricerca di una vita migliore: ma dobbiamo guar-
dare perchè la gente parte. La risposta a lungo termine è affrontare le condizioni che
costringono le persone ad abbandonare le loro case, a pagare i trafficanti e rischiare
di annegare per arrivare sulle coste europee: dobbiamo investire in quei Paesi, nello
sviluppo, nelle infrastrutture, mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Non ci
sono soluzioni semplici o rapide, dobbiamo pensare sul lungo termine".
Cosa direbbe ai politici che scelgono invece la strada della chiusura, dei respingimenti?
K. Hosseini - "No giudico chi ha paura ma, a meno che tu non sia un sociopatico, quan-
do ti siedi di fronte a quella gente non puoi non capirli. Allora direi: guarda, pensiamo
a politiche che possano ridurre queste tragedie, le persone non dovrebbero morire sul-
la nostra soglia quando neghiamo alle navi di attraccare. C'è una santità nella vita
umana. Quelle persone in mare sono spesso famiglie, bambini soli: in quel momento
la priorità deve essere di salvare le vite, la decisione su chi ha diritto all'asilo deve es-
sere presa dopo averli salvati, dopo lo sbarco, in modo sicuro, in centri di accoglienza.
Abbiamo una responsabilità legale verso le persone che si presentano alla nostra por-
ta".
Molti in Europa, più che dagli effetti economici, sono spaventati dai contraccolpi
culturali dell'immigrazione di massa.
"Io non sono europeo, vivo negli Stati Uniti, dove abbiamo una popolazione di immi-
grati e rifugiati molto ricca e variegata. E posso dire con la mia esperienza che gli Usa
sono diventati una nazione migliore e più forte grazie alla loro diversità. I rifugiati e
gli immigrati contribuiscono con milioni di dollari all'economia americana: sì, c'è un
costo iniziale, ma dando tempo i rifugiati alla fine sono una risorsa dovunque giungano".
Lucianone
( da Corriere della Sera - 6 settembre '18 - Cultura / Luigi Ippolito,
Londra )
"Con me, nella pelle dei profughi"
Un libro in controtendenza, l'ultimo lavoro di Khaled Hosseini, l'autore di bestseller
planetari come Il cacciatore di aquiloni o Mille splendidi soli. Un libro che parla di pro-
fughi, di chi affronta la traversata, spesso mortale, delle acque del Mediterraneo: e che
si mette dalla loro parte, nei loro pensieri, nella loro pelle. E questo nel momento in cui
l'Europa, l'Italia, preferisce guardare da un'altra parte, alzare i ponti, chiudere i porti.
Come se distogliere lo sguardo servisse a negare la tragedia.
"Preghiera del mare" è il monologo di un padre che stringe tra le braccia il suo bambino
su una spiaggia, di notte, prima di affrontare il viaggio verso l'ignoto. E' un testo breve,
scritto di getto in un pomeriggio - forse resterà deluso chi si aspettava un nuovo roman-
zo di Hosseini - ma di grande intensità, illuminato da una parola poetica che e' accom-
pagnata dai disegni evocativi di Dan Williams, artista londinese.
Il libro è stato ispirato direttamente dall'immagine di Alan Kurdi, il piccolo profugo
siriano fotografato morto, bocconi su una spiaggia turca, nel settembre di 3 anni fa:
un'istantanea che aveva scosso le coscienze del mondo. "Ho visto Alan come genitore -
racconta Hosseini - I miei pensieri sono andati subito a suo padre, che era sopravvissu-
to al naufragio. Ho provato a immaginare come fosse essere lui, quali potessero essere
i suoi pensieri. Ho voluto scrivere un tributo a quella fotografia: ma non soltantoa loro,
bensì alle migliaia di persone che si trovano in quella stessa situazione".
Hosseini è andato a scavare nella singolarità del profugo, nella sua umanità irripetibile,
perchè "dietro i titoli dei telegiornali e le statistiche che leggiamo ci sono esseri umani,
che hanno diritto di esistere e di essere trattati con rispetto". Ma chi è il profugo, per
lo scrittore afghano trapiantato in America? "Prendi uno specchio e guardati - dice -
potresti essere tu. Ognuno di noi può diventare profugo, avere la vita sconvolta da even-
ti imprevedibili, essere costretto ad abbandonare tutto". E lui sa di cosa sta parlando:
aveva 14 anni quando i carri armati sovietici invasero l'Afghanistan, sorprendendo lui
e la sua famiglia a Parigi, al seguito del padre diplomatico. Capirono subito che la loro
patria, la loro casa, le loro cose erano perdute. Approdarono da rifugiati negli Stati Uni-
ti: il giovane Khaled si ritrovò in una scuola della California senza parlare una parola di
inglese, incapace di comprendere i suoi coetanei e i loro costumi. Finì a passare il tempo
con un gruppo di ragazzi cambogiani: non si capivano, ma li accomunava la stessa con-
dizione, quella del profugo.
E' per questo , perchè l'esperienza dello sradicamento lo ha toccato nel vissuto più pro-
fondo , che Hosseini ha dedicato il suo impegno alla cusa dei rifugiati, diventando Am-
basciatore di buona volontà dell'Unhcr, l'agenzia Onu che si occupa dei profughi: e co-
sì anche i proventi di Preghiera del mare andranno ai fondi umanitari. In questo suo
ruolo lo scrittore ha visitato le regioni che ospitano gli sfollati, è stato nei campi di rac-
colta, si è seduto con la gente, ha ascoltato le loro storie. Ed è rimasto impressionato da
quello che ha visto in Sicilia: "A Pachino ho visitato un centro per rifugiati minorenni -
racconta - e sono stato travolto dalla generosità dimostrata dalla gente locale: l'intera
città aveva aperto le porte e i cuori".
Non è sempre così, tuttavia. Anzi, il sentimento che percorre in questo momento l'Europa
è di ostilità verso chi si affaccia sulle sue sponde, i partiti e i movimenti che si fanno im-
presari della paura mietono consensi.
Khaled Hosseini - "Penso che molta della negatività e della paura che vediamo in giro
sia basata su una cattiva comprensione della realtà, che però è diventata prevalente.
Ogni discussione deve cominciare con questa verità fondamentale: fuggire dal proprio
Paese non è qualcosa che la gente sceglie di fare. Nessuno mette i bambini nella barca
finchè l'acqua non è più sicura della terra, nessuno lascia la casa senza che la casa di-
ca: vai via, non so cosa sono diventata. Sono scelte esistenziali, la gente non viene per
sfruttare le ricchezze o i lussi dell'Europa, vengono perchè sono costretti dalle circo-
stanze che li portano a prendere queste decisioni difficili, che sono la loro ultima istan-
za. Questo bisogna capire, che non è una scelta".
Lei però in questo modo sembra inquadrare l'intero fenomeno migratorio come una
questione di rifugiati, di gente che fugge da guerre o dittature. Siamo invece di fronte
a qualcosa di più ampio, di portata epocale, che richiede risposte di lungo periodo.
K. Hosseini - "Certo, non è solo un problema di profughi, è qualcosa di più grande.
Ma il mio primo pensiero va alle persone che hanno bisogno di protezione: che inve-
ce viene negata da certe politiche, tipo affidarsi ad autorità al di fuori dall'Europa,
come la Libia, dove la gente soffre indicibili abusi. La Libia non è sicura, non si può
rimandare lì la gente: che scelte abbiamo quando le persone muoiono sulle nostre
spiagge? Non possiamo guardare altrove e spostare le responsabilità fuori dall'Euro-
pa. Dobbiamo assicurarci che chi ha diritto all'asilo vi abbia accesso. E' vero, non
c'è solo questo, molti vengono alla ricerca di una vita migliore: ma dobbiamo guar-
dare perchè la gente parte. La risposta a lungo termine è affrontare le condizioni che
costringono le persone ad abbandonare le loro case, a pagare i trafficanti e rischiare
di annegare per arrivare sulle coste europee: dobbiamo investire in quei Paesi, nello
sviluppo, nelle infrastrutture, mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Non ci
sono soluzioni semplici o rapide, dobbiamo pensare sul lungo termine".
Cosa direbbe ai politici che scelgono invece la strada della chiusura, dei respingimenti?
K. Hosseini - "No giudico chi ha paura ma, a meno che tu non sia un sociopatico, quan-
do ti siedi di fronte a quella gente non puoi non capirli. Allora direi: guarda, pensiamo
a politiche che possano ridurre queste tragedie, le persone non dovrebbero morire sul-
la nostra soglia quando neghiamo alle navi di attraccare. C'è una santità nella vita
umana. Quelle persone in mare sono spesso famiglie, bambini soli: in quel momento
la priorità deve essere di salvare le vite, la decisione su chi ha diritto all'asilo deve es-
sere presa dopo averli salvati, dopo lo sbarco, in modo sicuro, in centri di accoglienza.
Abbiamo una responsabilità legale verso le persone che si presentano alla nostra por-
ta".
Molti in Europa, più che dagli effetti economici, sono spaventati dai contraccolpi
culturali dell'immigrazione di massa.
"Io non sono europeo, vivo negli Stati Uniti, dove abbiamo una popolazione di immi-
grati e rifugiati molto ricca e variegata. E posso dire con la mia esperienza che gli Usa
sono diventati una nazione migliore e più forte grazie alla loro diversità. I rifugiati e
gli immigrati contribuiscono con milioni di dollari all'economia americana: sì, c'è un
costo iniziale, ma dando tempo i rifugiati alla fine sono una risorsa dovunque giungano".
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lunedì 24 settembre 2018
SPORT - calcio / Serie B - 4^ giornata 2018 / 19
24 settembre '18 - lunedì 24th September / Monday visione post - 15
Risultati e classifica
Benevento 4 Carpi 1 Crotone 1 Lecce 2 Palermo 4 Pescara 1
Salernitana 0 Brescia 1 Verona 2 Venezia 1 Perugia 1 Foggia 0
Spezia 1 Cosenza 1 Padova 1
Cittadella 0 Livorno 1 Cremonese 1
Hellas Verona 10 / Cittadella 9 / Palermo, Pescara 8 / Benevento 7
Cremonese, Crotone, Spezia 6 / Lecce, Salernitana, Padova 5 / Perugia, Ascoli 4
Brescia, Venezia 3 / Cosenza 2 / Livorno, Carpi 1 / Foggia - 5
Risultati e classifica
Benevento 4 Carpi 1 Crotone 1 Lecce 2 Palermo 4 Pescara 1
Salernitana 0 Brescia 1 Verona 2 Venezia 1 Perugia 1 Foggia 0
Spezia 1 Cosenza 1 Padova 1
Cittadella 0 Livorno 1 Cremonese 1
Hellas Verona 10 / Cittadella 9 / Palermo, Pescara 8 / Benevento 7
Cremonese, Crotone, Spezia 6 / Lecce, Salernitana, Padova 5 / Perugia, Ascoli 4
Brescia, Venezia 3 / Cosenza 2 / Livorno, Carpi 1 / Foggia - 5
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Ultime notizie - dall' Italia / Latest news
24 settembre '18 - lunedì 24th September / Monday visione post - 14
ROMA - Governo
Sicurezza e migranti: il Cdm approva il decreto
Stretta su richiedenti asilo / Cittadinanza revocabile
Salvini: "Via la protezione dopo la prima condanna"
Salvini: "Obiettivo di questo governo è chiudere tutti i campi Rom in Italia entro la legislatura". Conte precisa: "Garanzia per la tutela dei diritti fondamentali delle persone e delle convenzioni internazionali". I dubbi di Fico. Martina (Pd): "Più insicurezza e più clandestinità". Cei: non alimentare paure per miopi interessi.
Il consiglio del Ministri ha approvato il decreto Salvini in materia di sicurezza e immigrazione. "Per i richiedenti asilo - ha annunciato il ministro dell'Interno - lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado". Con "un passaggio - ha precisato il premier Giuseppe Conte - anche all'autorità giudiziaria".
Il provvedimento approvato dal cdm "all'unanimità" modifica la normativa in materia dell'accoglienza dei profughi abolendo il permesso umanitario. Introduce nuove misure sulla cittadinanza e la permanenza nei centri di prima accoglienza. Dà una stretta alle leggi antiterrorismo estendendo il Daspo sportivo anche ai sospetti terroristi. Toglie la cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo. E concede maggiori poteri ai Comuni.
Palermo - scuola
Ha picchiato un compagno di classe autistico: per 15 giorni
dovrà assistere un ragazzo disabile
Sarà sospeso per 15 giorni dalle attività didattiche, ma intanto si occuperà di un suo coetaneo disabile di un’altra classe. Ha deciso così il Consiglio di classe straordinario fissato per oggi sul caso dello studente dell’istituto superiore Damiani Almeyda-Crispi, originario dello Sri Lanka, che la scorsa settimana ha spintonato e preso a schiaffi e pugni all’uscita dalla scuola un suo compagno autistico. “Ci è sembrata la decisione migliore – dice Luigi Cona, dirigente scolastico del Damiani Almeyda-Crispi – per non fare passare la cosa sotto silenzio, ma allo stesso tempo per guardare con ottimismo al futuro affrontando il caso per quello che è stato, un diverbio fra compagni che purtroppo è sfuggito di mano. In questo modo il ragazzo di 15 anni avrà modo di confrontarsi con un ragazzo diversamente abile, di comprendere quali sono le difficoltà e cercare il modo giusto per relazionarsi”.
Torino- Olimpiadi invernali 2026
Scontro tra Lega e Cinque Stelle in Comune a Torino
500 emendamenti dal Carroccio: "Blocchiamo il Consiglio finchè
la sindaca non ci darà risposte"
Uniti a Roma, ma divisi a Torino. I 5stelle e i leghisti torinesi litigano sulle Olimpiadi del 2026 e Fabrizio Ricca, il capogruppo in Sala Rossa del partito di Matteo Salvini, fa saltare i lavori del consiglio comunale presentando 500 emendamenti: “Come Lega bloccheremo i lavori del consiglio comunale finché la sindaca Appendino non dirà ai torinesi, in aula e non sui social, quali siano le reali intenzioni sui Giochi Olimpici” annuncia Ricca che, insieme agli altri leader delle opposizioni, dal Pd a Forza Italia, aveva chiesto che la sindaca riferisse oggi sullo stop arrivato la scorsa settimana alla candidatura di Torino.
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ROMA - Governo
Sicurezza e migranti: il Cdm approva il decreto
Stretta su richiedenti asilo / Cittadinanza revocabile
Salvini: "Via la protezione dopo la prima condanna"
Salvini: "Obiettivo di questo governo è chiudere tutti i campi Rom in Italia entro la legislatura". Conte precisa: "Garanzia per la tutela dei diritti fondamentali delle persone e delle convenzioni internazionali". I dubbi di Fico. Martina (Pd): "Più insicurezza e più clandestinità". Cei: non alimentare paure per miopi interessi.
Il consiglio del Ministri ha approvato il decreto Salvini in materia di sicurezza e immigrazione. "Per i richiedenti asilo - ha annunciato il ministro dell'Interno - lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado". Con "un passaggio - ha precisato il premier Giuseppe Conte - anche all'autorità giudiziaria".
Il provvedimento approvato dal cdm "all'unanimità" modifica la normativa in materia dell'accoglienza dei profughi abolendo il permesso umanitario. Introduce nuove misure sulla cittadinanza e la permanenza nei centri di prima accoglienza. Dà una stretta alle leggi antiterrorismo estendendo il Daspo sportivo anche ai sospetti terroristi. Toglie la cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo. E concede maggiori poteri ai Comuni.
Palermo - scuola
Ha picchiato un compagno di classe autistico: per 15 giorni
dovrà assistere un ragazzo disabile
Sarà sospeso per 15 giorni dalle attività didattiche, ma intanto si occuperà di un suo coetaneo disabile di un’altra classe. Ha deciso così il Consiglio di classe straordinario fissato per oggi sul caso dello studente dell’istituto superiore Damiani Almeyda-Crispi, originario dello Sri Lanka, che la scorsa settimana ha spintonato e preso a schiaffi e pugni all’uscita dalla scuola un suo compagno autistico. “Ci è sembrata la decisione migliore – dice Luigi Cona, dirigente scolastico del Damiani Almeyda-Crispi – per non fare passare la cosa sotto silenzio, ma allo stesso tempo per guardare con ottimismo al futuro affrontando il caso per quello che è stato, un diverbio fra compagni che purtroppo è sfuggito di mano. In questo modo il ragazzo di 15 anni avrà modo di confrontarsi con un ragazzo diversamente abile, di comprendere quali sono le difficoltà e cercare il modo giusto per relazionarsi”.
Torino- Olimpiadi invernali 2026
Scontro tra Lega e Cinque Stelle in Comune a Torino
500 emendamenti dal Carroccio: "Blocchiamo il Consiglio finchè
la sindaca non ci darà risposte"
Uniti a Roma, ma divisi a Torino. I 5stelle e i leghisti torinesi litigano sulle Olimpiadi del 2026 e Fabrizio Ricca, il capogruppo in Sala Rossa del partito di Matteo Salvini, fa saltare i lavori del consiglio comunale presentando 500 emendamenti: “Come Lega bloccheremo i lavori del consiglio comunale finché la sindaca Appendino non dirà ai torinesi, in aula e non sui social, quali siano le reali intenzioni sui Giochi Olimpici” annuncia Ricca che, insieme agli altri leader delle opposizioni, dal Pd a Forza Italia, aveva chiesto che la sindaca riferisse oggi sullo stop arrivato la scorsa settimana alla candidatura di Torino.
Lucianone
giovedì 20 settembre 2018
L'Opinione del Giovedì - La sinistra in Italia: mancano autocritica e un progetto unificante in prospettiva europea
20 settembre '18 - Giovedì 20th September / Thursday visione post - 12
Centrosinistra sfasciato, mezzo distrutto, mezzo rottamato. Ma, soprattutto, di
conseguenza sinistra (lasciando stare per ora il centro) da rifare, da ricostituire,
insomma, meglio, da rifondare. Con il vecchio nome di Pd o cambiando nome?
Ma alla fine non è problema di nome del partito, ma di nomi nuovi, di facce pu-
re nuove e il bisogno urgente, sempre più urgente di autocritica. Da fare come?
E quando e dove? Il Congresso del Pd, che sarebbe il luogo, la sede più adatti
per critiche e autocritiche, è stato spostato a Gennaio 2019.
Intanto, dopo la sconfitta del 4 marzo, tutto il partito è stato congelato, tutto
si è bloccato, anima e corpo, in uno stato di shock prolungato e pressochè per-
manente fino ad oggi. Pochissime le autocritiche, le analisi, zero approfondi-
menti. Soprattutto da parte dei vertici, dei leader e in particolare dello scnfit-
to a tutti gli effetti: il segretario Renzi che anzi, almeno all'inizio, si è ostinato
a non cedere, e poi pur dimettendosi e lasciando lo scettro è rimasto e voluto
restare punto di riferimento ancora una volta. Ne è stata la conseguenza an-
che lo spostamento del Congresso, il rimandare la discussione ultima, il re-
soconto finale, insomma della sconfitta.
Continua...
to be continued...
Centrosinistra sfasciato, mezzo distrutto, mezzo rottamato. Ma, soprattutto, di
conseguenza sinistra (lasciando stare per ora il centro) da rifare, da ricostituire,
insomma, meglio, da rifondare. Con il vecchio nome di Pd o cambiando nome?
Ma alla fine non è problema di nome del partito, ma di nomi nuovi, di facce pu-
re nuove e il bisogno urgente, sempre più urgente di autocritica. Da fare come?
E quando e dove? Il Congresso del Pd, che sarebbe il luogo, la sede più adatti
per critiche e autocritiche, è stato spostato a Gennaio 2019.
Intanto, dopo la sconfitta del 4 marzo, tutto il partito è stato congelato, tutto
si è bloccato, anima e corpo, in uno stato di shock prolungato e pressochè per-
manente fino ad oggi. Pochissime le autocritiche, le analisi, zero approfondi-
menti. Soprattutto da parte dei vertici, dei leader e in particolare dello scnfit-
to a tutti gli effetti: il segretario Renzi che anzi, almeno all'inizio, si è ostinato
a non cedere, e poi pur dimettendosi e lasciando lo scettro è rimasto e voluto
restare punto di riferimento ancora una volta. Ne è stata la conseguenza an-
che lo spostamento del Congresso, il rimandare la discussione ultima, il re-
soconto finale, insomma della sconfitta.
Continua...
to be continued...
martedì 18 settembre 2018
Sport - calcio / Serie A - 4^ giornata 2018 / 19
18 settembre '18 - martedì 18th September / Tuesday visione post - 15
RISULTATI e CLASSIFICA
Inter 0 Napoli 1 Frosinone 0 Roma 2 Genoa 1 Juventus 2 Udinese 1
Parma 1 Fiorentina 0 Sampdoria 5 Chievo 2 Bologna 0 Sassuolo 1 Torino 1
Empoli 0 Cagliari 1 Spal 2
Lazio 1 Milan 1 Atalanta 0
Juventus 12 / Napoli, Spal 9 / Sassuolo 7 / Sampdoria, Fiorentina, Genoa, Lazio 6 /
Roma, Torino, Udinese, Cagliari 5 / Atalanta, Milan, Inter, Empoli, Parma 4 /
Bologna, Frosinone 1 / Chievo - 1
RISULTATI e CLASSIFICA
Inter 0 Napoli 1 Frosinone 0 Roma 2 Genoa 1 Juventus 2 Udinese 1
Parma 1 Fiorentina 0 Sampdoria 5 Chievo 2 Bologna 0 Sassuolo 1 Torino 1
Empoli 0 Cagliari 1 Spal 2
Lazio 1 Milan 1 Atalanta 0
Juventus 12 / Napoli, Spal 9 / Sassuolo 7 / Sampdoria, Fiorentina, Genoa, Lazio 6 /
Roma, Torino, Udinese, Cagliari 5 / Atalanta, Milan, Inter, Empoli, Parma 4 /
Bologna, Frosinone 1 / Chievo - 1
Lucianone
sabato 8 settembre 2018
SOCIETA' / Stati Uniti - Il tiranno Trump
8 settembre '18 - sabato 8th September / Saturday visione post - 18
(Da il manifesto - 7 settembre '18 - Fabrizio Tonello)
Un tiranno degno delle opere di Shakespeare
Ci vorrebbe Shakespeare, non i mediocri sceneggiatori di Netflix, per descrivere ciò che
accade a Washington. Dopo il nuovo libro di Bob Woodward che descrive una Casa Bian-
ca in preda al caos, è arrivato l'esplosivo editoriale anonimo del New York Times. Edito-
riale attribuito a un "alto responsabile" dell'amministrazione Trump, non solo senza pre-
cedenti nella storia della presidenza, e del giornalismo americano, ma soprattutto deva-
stante nella sua descrizione di un Trump ignorante, disinteressato alla politica estera, in-
capace di concentrarsi, palesemente inadatto al ruolo che ricopre. Così disperatamente
fuori posto che l'autore dell'articolo afferma di restare in carica solo per impedire al pre-
sidente di combinare guai, aiutato in questo da un gruppo di altri ministri e funzionari
impegnati a controllarlo, perfino facendo sparire documenti chiave dalla sua scrivania,
come racconta Woodward.
Quella di Trump assomiglia più a una corte rinascimentale dei Borgia, o a un sultanato
sull'orlo della dissoluzione, che non a una moderna presidenza. I collaboratori durano
poche settimane o pochi mesi, tutti sparlano di tutti, ogni ministro e consigliere cerca di
sopravvivere alle tempeste politiche e giudiziarie quotidiane, fino al momento in cui po-
trà andarsene a fare il lobbista avendo arricchito il curriculum di un'incarico governa-
tivo molto apprezzato dai potenziali datori di lavoro. Per interpretare ciò che sta succe-
dendo ci viene in aiuto un docente di Harvard, Stephen Greenblatt, che ha pubblicato
recentemente un libro intitolato Tyrant, Shakespeare on politics. Il volume non ha però
nulla di accademico: l'autore cita Riccardo III, Enrico VI e Macbeth come esempi di ti-
ranni arrivati al potere a causa della "debolezza del Regno" e mette in luce inquietanti
somiglianze fra le loro ambizioni, il loro carattere, i loro metodi e quelli di Trump. Per
esempio, scrive che una caratteristica dei regimi tirannici è il fatto che "perfino coloro
nel cerchio più ristretto del potere molto spesso non hanno alcuna idea di ciò che sta per
accadere". Nulla potrebbe essere più vero: Trump vuole scatenare la guerra nucleare
contro la Corea del Nord, la prossima incontrerà Kim jong-un, quella dopo tornerà a un
linguaggio minaccioso. L'attuale presidente non riesce a pronunciare due frasi senza
mentire, ma questa caratteristica dei demagoghi era già stata analizzata da Shakespeare
nel personaggio di Jack Cade, che conservava i suoi fedeli sostenitori, pieni di risentimen-
to verso le élite, ai quali non importava nulla delle sue esagerazioni, distorsioni, bugie,
che erano anzi componenti essenziali del suo successo.
Nelle tragedie dell'autore inglese i tiranni finiscono male, in genere uccisi in battaglie che
pensavano di vincere facilmente, nel dramma politico americano di oggi è difficile fare
previsioni. Quel che è certo è che tutti aspettano il responso delle elezioni di medio termi-
ne per il Congresso, il prossimo 6 novembre. Se i democratici riusciranno a conquistare
la maggioranza almeno alla Camera si avvierà una fase di conflitto all'ultimo sangue, con
indagini a ripetizione e il possibile inizio di procedure di impeachment (benchè sia possi-
bile che esse non possano arrivare a conclusione perchè i repubblicani probabilmente con-
serveranno il controllo del Senato). - Un successo dei democratici a novembre significhe-
rebbe però che politicamente la presidenza Trump è finita, il che potrebbe spingere un cer-
to numero di repubblicani che più o meno la pensano come l'anonimo autore dell'editoria-
le del New York Times ad abbandonare la nave e passare all'opposizione. Ciò che li ha trat-
tenuti fino ad oggi è stata non solo la sete di potere ma anche, e soprattuto, la consapevoles-
za che il potere di Trump sulla base repubblicana è ancora fortissimo. Trump ha un gradi-
mento minoritario, ma stabile, attorno al 40%, fin dal giorno in cui è entrato in carica: gli
scandali non lo hanno minimamente scalfito. Prima di prendere le distanze dal "leader
maximo", quindi, deputati e senatori repubblicani ci devono pensare sette volte.
Nei prossimi giorni, le cronache saranno dominate dalla caccia all'autore anonimo, il che
paradossalmente potrebbe mettere in ombra le ben più importanti audizioni per la con-
ferma alla Corte suprema di Brett Kavanaugh, un ultraconservatore che consoliderebbe
per decenni la maggioranza di destra nel massimo organo giudiziario e politico degli Sta-
ti Uniti.
Lucianone
(Da il manifesto - 7 settembre '18 - Fabrizio Tonello)
Un tiranno degno delle opere di Shakespeare
Ci vorrebbe Shakespeare, non i mediocri sceneggiatori di Netflix, per descrivere ciò che
accade a Washington. Dopo il nuovo libro di Bob Woodward che descrive una Casa Bian-
ca in preda al caos, è arrivato l'esplosivo editoriale anonimo del New York Times. Edito-
riale attribuito a un "alto responsabile" dell'amministrazione Trump, non solo senza pre-
cedenti nella storia della presidenza, e del giornalismo americano, ma soprattutto deva-
stante nella sua descrizione di un Trump ignorante, disinteressato alla politica estera, in-
capace di concentrarsi, palesemente inadatto al ruolo che ricopre. Così disperatamente
fuori posto che l'autore dell'articolo afferma di restare in carica solo per impedire al pre-
sidente di combinare guai, aiutato in questo da un gruppo di altri ministri e funzionari
impegnati a controllarlo, perfino facendo sparire documenti chiave dalla sua scrivania,
come racconta Woodward.
Quella di Trump assomiglia più a una corte rinascimentale dei Borgia, o a un sultanato
sull'orlo della dissoluzione, che non a una moderna presidenza. I collaboratori durano
poche settimane o pochi mesi, tutti sparlano di tutti, ogni ministro e consigliere cerca di
sopravvivere alle tempeste politiche e giudiziarie quotidiane, fino al momento in cui po-
trà andarsene a fare il lobbista avendo arricchito il curriculum di un'incarico governa-
tivo molto apprezzato dai potenziali datori di lavoro. Per interpretare ciò che sta succe-
dendo ci viene in aiuto un docente di Harvard, Stephen Greenblatt, che ha pubblicato
recentemente un libro intitolato Tyrant, Shakespeare on politics. Il volume non ha però
nulla di accademico: l'autore cita Riccardo III, Enrico VI e Macbeth come esempi di ti-
ranni arrivati al potere a causa della "debolezza del Regno" e mette in luce inquietanti
somiglianze fra le loro ambizioni, il loro carattere, i loro metodi e quelli di Trump. Per
esempio, scrive che una caratteristica dei regimi tirannici è il fatto che "perfino coloro
nel cerchio più ristretto del potere molto spesso non hanno alcuna idea di ciò che sta per
accadere". Nulla potrebbe essere più vero: Trump vuole scatenare la guerra nucleare
contro la Corea del Nord, la prossima incontrerà Kim jong-un, quella dopo tornerà a un
linguaggio minaccioso. L'attuale presidente non riesce a pronunciare due frasi senza
mentire, ma questa caratteristica dei demagoghi era già stata analizzata da Shakespeare
nel personaggio di Jack Cade, che conservava i suoi fedeli sostenitori, pieni di risentimen-
to verso le élite, ai quali non importava nulla delle sue esagerazioni, distorsioni, bugie,
che erano anzi componenti essenziali del suo successo.
Nelle tragedie dell'autore inglese i tiranni finiscono male, in genere uccisi in battaglie che
pensavano di vincere facilmente, nel dramma politico americano di oggi è difficile fare
previsioni. Quel che è certo è che tutti aspettano il responso delle elezioni di medio termi-
ne per il Congresso, il prossimo 6 novembre. Se i democratici riusciranno a conquistare
la maggioranza almeno alla Camera si avvierà una fase di conflitto all'ultimo sangue, con
indagini a ripetizione e il possibile inizio di procedure di impeachment (benchè sia possi-
bile che esse non possano arrivare a conclusione perchè i repubblicani probabilmente con-
serveranno il controllo del Senato). - Un successo dei democratici a novembre significhe-
rebbe però che politicamente la presidenza Trump è finita, il che potrebbe spingere un cer-
to numero di repubblicani che più o meno la pensano come l'anonimo autore dell'editoria-
le del New York Times ad abbandonare la nave e passare all'opposizione. Ciò che li ha trat-
tenuti fino ad oggi è stata non solo la sete di potere ma anche, e soprattuto, la consapevoles-
za che il potere di Trump sulla base repubblicana è ancora fortissimo. Trump ha un gradi-
mento minoritario, ma stabile, attorno al 40%, fin dal giorno in cui è entrato in carica: gli
scandali non lo hanno minimamente scalfito. Prima di prendere le distanze dal "leader
maximo", quindi, deputati e senatori repubblicani ci devono pensare sette volte.
Nei prossimi giorni, le cronache saranno dominate dalla caccia all'autore anonimo, il che
paradossalmente potrebbe mettere in ombra le ben più importanti audizioni per la con-
ferma alla Corte suprema di Brett Kavanaugh, un ultraconservatore che consoliderebbe
per decenni la maggioranza di destra nel massimo organo giudiziario e politico degli Sta-
ti Uniti.
Lucianone
Riflessioni - Non esiste la gente o il popolo, esistono le persone
8 settembre '18 - sabato 8th September / Saturday visione post - 8
Potessi, non richiesto, dare un piccolo contributo precongressuale al Pd (che vi sia
simpatico oppure no, l'opposizione politica in Italia è quella), il contributo sarebbe
questo: piantatela di chiedervi, compulsivamente, "che cosa vuole la gente" e co-
minciate a chiedervi che cosa volete voi. Intanto perchè "la gente" non esiste (così
come non esiste "il popolo"). Esistono i cittadini, esistono le persone, che sono una
moltitudine di diversi, con diversi interessi e diversi obiettivi. Un partito serve a
qualcosa se propone qualcosa di forte e intellegibile, che aiuti "la gente" a capire
che cosa vuole davvero e che cosa non vuole. Un partito ò un catalizzatore di idee,
di bisogni e di interessi: non una spugna, non un ricettacolo di umori. Se per esem-
pio il Pd dicesse, come primo o secondo o terzo punto del suo programma, che ci
vuole il servizio civile di leva obbligatorio; ecco che "la gente" potrebbe farsi un'i-
dea di che cosa vuole veramente il Pd, che tipo di società ha in mente. Oppure che
è contrario alla liberalizzazione delle armi da fuoco, e di conseguenza è favorevole
al rafforzamento dell'ordine pubblico (che si chiama, appunto, ordine pubblico,
non ordine privato). O che vuole fortemente limitare l'uso del denaro contante,
per favorire l'economia in chiaro. Cose di questo genere, che diventino parole
d'ordine, battaglie, progetti di legge. "La gente" poi si regola, come accade da
sempre, e ti premia o ti boccia alle elezioni. E' la politica, bellezza.
(da la Repubblica - 4 / 9 / '18 - L'Amaca / Michele Serra)
Lucianone
Potessi, non richiesto, dare un piccolo contributo precongressuale al Pd (che vi sia
simpatico oppure no, l'opposizione politica in Italia è quella), il contributo sarebbe
questo: piantatela di chiedervi, compulsivamente, "che cosa vuole la gente" e co-
minciate a chiedervi che cosa volete voi. Intanto perchè "la gente" non esiste (così
come non esiste "il popolo"). Esistono i cittadini, esistono le persone, che sono una
moltitudine di diversi, con diversi interessi e diversi obiettivi. Un partito serve a
qualcosa se propone qualcosa di forte e intellegibile, che aiuti "la gente" a capire
che cosa vuole davvero e che cosa non vuole. Un partito ò un catalizzatore di idee,
di bisogni e di interessi: non una spugna, non un ricettacolo di umori. Se per esem-
pio il Pd dicesse, come primo o secondo o terzo punto del suo programma, che ci
vuole il servizio civile di leva obbligatorio; ecco che "la gente" potrebbe farsi un'i-
dea di che cosa vuole veramente il Pd, che tipo di società ha in mente. Oppure che
è contrario alla liberalizzazione delle armi da fuoco, e di conseguenza è favorevole
al rafforzamento dell'ordine pubblico (che si chiama, appunto, ordine pubblico,
non ordine privato). O che vuole fortemente limitare l'uso del denaro contante,
per favorire l'economia in chiaro. Cose di questo genere, che diventino parole
d'ordine, battaglie, progetti di legge. "La gente" poi si regola, come accade da
sempre, e ti premia o ti boccia alle elezioni. E' la politica, bellezza.
(da la Repubblica - 4 / 9 / '18 - L'Amaca / Michele Serra)
Lucianone
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