18 marzo '18 - sabato 18th March / Saturday visione post - 8
(da la Repubblica - 26 sett. '17 - Milano / Spettacoli - Luigi Bolognini)
"Insegnare musica ha senso
anche al tempo dei talent".
Ci vuole un bel fegato a insegnare musica in una scuola, adesso, in tempi in cui la cosa
sembra potersi fare solo a favore di telecamera. Eppure è quel che fanno dal 1987 alla
Nam, Nuova Audiomusica, una delle accademie musicali più quotate di Milano, una del-
le prime. Ora compie 30 anni e li festeggia questa sera con una festa alla Salumeria del-
la Musica a cui parteciperanno i docenti, tra cui Paola Folli, Nicola Fasano "Faso" di
Elio e le Storie tese, Laura Fedele, Maxx Furian, Ellade Bandini. E l'uomo che forse è
il simbolo della scuola, Tullio De Piscopo, docente da sempre qui, "anzi, anche da pri-
ma".
L. Bolognini - In che senso, De Piscopo?
T. De Piscopo - "Prima ancora esisteva il Cta, Centro teatro attivo, dove si insegnava
musica, danza e recitazione, in via Savona 10, accanto al teatro Libero. Nell'aula di dan-
za, di quelle tipiche piene di specchi, provai prima di andare a Sanremo le movenze di
Andamento lento, anzi di Sant'Andamento lento, come lo chiamo io visto che mi ci com-
prai la casa. Poi subentrò il Nam, che ai tempi si chiamava Namm (Nuoiva accamedia
di musica moderna) e tutto cominciò".
L. Bolognini - Allora insegnare musica non era così comune come adesso. Che alunni
aveva?
T. De Piscopo - "Ah tutti bravissimi, basta accendere la tv per vederli. dall'orchestra di
Demo Morselli, alle reti Mediaset. C'era anche Tony Arco, uno dei migliori e più ricer-
cati per le jazz band non solo a Milano. In comune avevano tutti gli occhi della musica,
erano arrapati, vogliosi di imparare".
L. Bolognini - E i ragazzi di adesso no?
T. De Piscopo - "Il loro problema è che vogliono arrivare subito. Quelli di una genera-
zione o due fa volevano anzitutto capire. Ma sa, è cambiato anche il modo di suonare,
la batteria è più complessa, più veloce".
L. Bolognini - E lei come fa?
T. De Piscopo - "Semplice: per un bel pezzo insegno a suonare solo il tamburo, e solo
un tipo. Se impari quello poi saprai suonarli tutti. Ai piatti passiamo dopo".
L. Bolognini - I ragazzi arrivano più preparati con Internet?
T. De Piscopo - "Certo, sanno molte più cose di noi che ci dovevamo affidare ai dischi.
E tecnicamente sono più preparati. Ma gli manca lo spirito della musica. Per me era il
contrario: quando trascrivevo le musiche che sentivo, tecnicamente facevo molti erro-
ri, ma andavo al cuore del suono".
L. Bolognini - E i talent show a una scuola di musica fanno bene o fanno male?
T. De Piscopo - "I talent show fanno male ai giovani. Fabbricano illusioni, portano
ventenni a firmare autografi per 3/6 mesi, finchè durano la trasmissione e il contrat-
to con la casa discografica. Poi finisce tutto e vanno in depressione. In una scuola c'è
solidità. Tutto è più lento e duraturo".
L. Bolognini - Quanti alunni ha?
T. De Piscopo - "Cinquanta, 25 a lezione il martedì, 25 il mercoledì. Faccio scuola di
musica, ma anche di vita".
L. Bolognini - Ma sanno chi è lei, che storia ha alle spalle? O è solo un prof?
T. De Piscopo - "Fosse per loro non lo saprebbero. Ma per fortuna ci sono i genitori".
Lucianone
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