lunedì 28 agosto 2017

MOTORI / personaggio - Grande collezionista bergamasco di moto d'epoca: Bruno Finardi

28 agosto '17 - lunedì                     28th August / Monday                    visione post - 22

Una collezione d'altri tempi

(da Corriere della Sera - 26 agosto '17 - CRONACHE - Donatella Tiraboschi)
Avvertenza, prima che a qualcuno venga la fregola  di mettere mano al portafoglio: le moto 
non sono in vendita. Nemmeno una. Appassionati delle due ruote d'epoca, mettetevi il cuore 
in pace. Bruno Finardi non se ne staccherebbe mai. A lui piace così, alzare la saracinesca dei suoi garage disseminati in città e coccolarsi i suoi "gioielli" ad uno ad uno.  Come Liz Taylor faceva con i diamanti regalati da Burton e come Carrie Bradshow con le sue Manolo Blahnik
(le donne capiranno).  "Penso che, al massimo, in un futuro, potrò regalarle a qualche museo.
Tutte in blocco". Per inciso, il blocco è attualmente composto da 250 moto d'epoca che fanno
di questo giovane ingegnere meccanico bergamasco, 40 anni appena compiuti, uno dei più grandi collezionisti d'Italia.  Senz'altro di Bergamo e Lombardia.
La vastità, l'immensità di tutto lo scibile motociclistico è condensato nei "neuroni a due ruo -
te di Bruno, chew impressiona per la mostruosità di dettagli e particolari tecnici di cui è a
conoscenza sul mondo motociclistico terracqueo e su ciascuna delle sue bellezze. Trovate, reperite, acquistate e, verrebbe da dire, raggranellate  in  oltre 25 anni   di ricerca   per ma-
ri, monti, cantine e siti internet. Con tanta, tantissima pazienza e ca va sans dire, anche con 
un bel pò di finanza (tasto che non abbiamo toccato, per non sembrare ineleganti e perchè 
le passioni non hanno prezzo).  Oddio, un'intera - dicasi intera - collezione di Rumi, il prez-
zo ce l'avrebbe, eccome, ma il piacere del possesso supera quello del denaro.
Finardi della famosa industria meccanica bergamasca, un pezzo della nostra storia indu-
striale finita negli anni '60, sa e ha tutto. Guarda lo stemma  appeso  alle pareti della sua
officina e spiega, il perchè di quel simbolo: "Un'elica, un'ancora e un periscopio, gli ele-
menti fondanti della loro produzione industriale".  Di quella motociclistica, cominciata 
nel Dpoguerra, Bruno ha tutto, perfino il prototipo Diana (1953) o ancora l'antesignana
Turismo in una versione bianca rarissima del 1955. Per non parlare del "Gobbetto", no-
mignolo ironico suggerito dalla forma del serbatoio che oltrepassa in lunghezza  la testa
della forcella del motociclo Competition SS52L.  Presentato al Salone del Ciclo e del Mo-
tociclo di Milano nel 1951, leggermente modificato nel 1953, cessò di essere prodotto nel
1955. "Al mondo restano solo 4 Gobbetti; uno è a Milano, l'altro in Svezia e un altro in Giappone. Il quarto è questo", dice Bruno con malcelato orgoglio  anche  parlando del-
l'altro diamante a due ruote, la Taurus, "Questa è l'unica  Taurus da corsa  rimasta al
mondo".
Continua... to be continued..

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