venerdì 6 gennaio 2017

Riflessioni - Parlando di 'disagio sociale' / Quelli che sanno come difendersi dal nemico Islam

6 gennaio '17 - venerdì                      6th January / Friday                  visione post - 18

Poichè il disagio sociale è indicato come il mandante di ogni intemperanza o sussulto
di umore, di ogni perdita di prestigio della politica, di ogni trasmissione televisiva do-
ve si erigono forche (per ora solo metaforiche, ma prima o poi vedrete che il format
evolve), diventa molto importante misurarlo davvero, il disagio sociale.  In segno di
rispetto per chi, appunto, del disagio è vittima e dal disagio è posseduto, ed è dunque
il comprensibile attore di insorgenze politiche.
Pe esempio. la decina di ossessi che vicino al Parlamento "hanno tratto in arresto"
un onorevole, strattonandolo quanto basta per far capire che sanno usare le mani,
il tutto ovviamente "nel nome del popolo", che cosa hanno davvero a che fare, con 
il disagio sociale? Quanti tra loro sono i poveri, quanti gli affamati, gli esclusi, i li-
cenziati, gli sfruttati, e quanti erano lì solamente  per dare aria alle tonsille  e  per
passare il tempo con gli amici?  Poichè il disagio sociale esiste, e anche in Italia ci
sono i poveri, gli esclusi, i licenziati, gli sfruttati e perfino gli affamati, un eventua-
le abuso del ruolo sarebbe abbastanza spregevole. Si può essere incazzati perchè
il mondo è ingiusto, si può essere incazzati  perchè  si è ingiusti in proprio, e non
è davvero la stessa cosa. Uno sfruttato e un fanatico sono figure a volte sovrappo-
nibili, ma molto più spesso no. Va negato ai fanatici l'alibi di incarnare il disagio
sociale.
(Da la Repubblica - 16/12/'16 - L'Amaca - Michele Serra)

Comincia a diventare stucchevole, dopo ogni carneficina jihadista, il coretto dei
duri e puri che spiegano all'Europa mollacciona come si fa, a difendersi per dav-
vero. Per esempio dichiarando l'Islam nel suo complesso  (più di un miliardo di 
persone) "nostro nemico"; che è esattamente il sogno, fin qui abortito, del Calif-
fo e del suo esercito assassino.  O maledicendo lo Stato di diritto  e  le  sue  leggi 
"permissive"; che è la maniera più diretta per fare rassomigliare  in tempi bre-
vi le nostre comunità a quelle satrapie sanguinarie.  O rispomdemdo all'intolle- 
ranza religiosa islamista con pari intolleranza (occhio per occhio dente per den-
te: concetto tribale prima biblico e poi coranico), riavvolgendo all'indietro i se-
coli che abbiamo speso per strappare al nostro bellicoso fondamentalismo una
luminosa e tardiva tolleranza.
Non so se esista il plurale di Clint Eastwood (Clints?), ma è pieno di Clint Eastwood,
in giro, che danno del cacasotto a Merkel e ai governi democratici d'Europa, nonchè 
al popolo sofferente e resiliente (e vincente) che accende lumini per i morti, scrive poe-
sie leziose sui foglietti, canta le canzoncine peace and love che fanno imbufalire i Clint,
e tutto questo per non perdere se stesso, per non cedere, per rimanere Europa. Chi de-
testa l'Europa, all'unisono, sono i nostri crociati da caffè, in cerca di saracini, e i sara-
cini in cerca di crociati.
(Da la Repubblica - 23/12/'16 - L'Amaca - Michele Serra)

Lucianone

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