martedì 7 giugno 2016

Riflessioni - Cantante degli Eagles e Bataclan / La scorta a Roberto Saviano

7 giugno '16 - martedì               7th June / Tuesday                    visione post - 13                  

Il cantante degli Eagles of Death Metal, la band che si esibiva al Bataclan,
è diventato parecchio impopolare in Francia per aver dichiarato in un'in-
tervista, mesi fa, che se il pubblico parigino  fosse stato armato  la strage
jihadista sarebbe stata evitata. La dichiarazione era così puerile e sciocca
(specie alla luce delle statistiche sui morti ammazzati negli Usa, ovviamen-
te proporzionali  al mostruoso numero  di pistole  e  fucili in circolazione)
che avrebbe meritato di essere accolta con un caritatevole silenzio: quel si-
gnore era pur sempre reduce da un terribile shock. Ma così non è stato; e
le dichiarazioni pro-armi da fuoco del loro leader sono costate agli Eagles
la revoca di un paio di inviti nei festival francesi di quest'estate.
La Francia gode fama, tra i Paesi europei, di essere il più antiamericano.
Più semplicemente è il più europeo. E il meno disposto a dimenticarselo.
L'estrema familiarità che abbiamo con la cultura di massa americana (e
con i miliardi di pallottole che fischiano nel loro magnifico cinema), no-
nostante duri da un secolo, non è bastata a farci vivere come le comparse
di un western. A Parigi, se qualcuno gira per la strada impugnando qual-
cosa di cilindrico, è una baguette.
(da la Repubblica - 22/05/'16 - L'Amaca / Michele Serra)

Io Saviano l'ho visto, venire e andare con la scorta. Ho visto lui e ho visto
la sua scorta. Per settimane e per mesi, Ricordo le facce quasi una per una,
di quelli della scorta. Ricordo le parole dei pochi, tra loro, che avevano vo-
glia di chiacchierare.  Se ne immaginava la vita tesa, lo stipendio basso, la
percezione ondivaga (che va e che viene) di quanto fosse importante il loro
lavoro. Siccome li ho visti, ogni volta che sento qualcuno sproloquiare sul-
la scorta di Saviano penso a Saviano, ma penso anche alla scorta. Saviano
non può dirlo e dunque lo dico io, che ho qualche anno di più: avete rotto
il cazzo. La scorta non se l'è cercata, la scorta non ha cercato lui.  Era un
ragazzo di vent'anni e ha scritto un libro sul male. Il libro ha fatto scanda-
lo (avrebbe dovuto fare scandalo il male). Il male, nelle persone che lo in-
carnano e che ci si arricchiscono, si è molto risentito, e forse gliel'ha giu-
rata.
Gliel'ha giurata quanto, e per quanto tempo? Io non lo so, quanto gliel'ha 
giurata. Ma sicuramente non lo sa nemmeno il senatore D'Anna. Dunque
se ne stia zitto. E' tipico dell'indolenza di una certa Italia - molta Italia -
dire "e però",  "e insomma", "e non esageriamo". E' normale e forse ine-
vitabile che quell'Italia (quella indolente) sia rappresentata in una demo-
crazia elettorale. Ma è anche normale e forse inevitabile che qualcuno le
risponda: occupatevi di quello che capite. Non di quello che non capirete
mai.
(da 'la Repubblica' - 27/05/'16 - L'Amaca / Michele Serra)

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