mercoledì 26 agosto 2015

Istruzione / salute - Non studiare nuoce alla salute

26 agosto '15 - mercoledì                  26th August / Wednesday

Una ricerca americana dice che diplomati e laureati
sono più longevi, soprattutto perchè vivono meglio

(da il venerdì di Repubblica - 31 luglio 2015 / Scienze - di Elena Dusi)
Non studiare nuoce alla salute, come le sigarette
Tutti sappiamo quanto sia dannoso fumare. Ma ora, cifre alla mano, uno studio
dell'Università del Colorado mostra che smettere di studiare è letale come le si-
garette. E non solo perchè un basso titolo di studio  e  il tabagismo sono spesso
legati, ma anche perchè l'educazione va più facilmente a braccetto con uno stile
di vita corretto per quanto riguarda alimentazione ed esercizio fisico, con un la-
ro meno usurante per il corpo, uno stipendio più alto e una psiche più equilibrata.
Tutti fattori che allungano la vita.
Trattandosi di statistiche, è facile farsi venire in mente esempi che smentiscono 
la regola.  E c'è  anche da dire che l'Italia, campione di longevità in Europa, è il
fanalino di coda per numero di laureati (22,4 per cento su una media del 38 per
cento) e abbandoni scolastici  (17 per cento  contro la media europea  dell'11,9
per cento. Ma da noi la dieta mediterranea spariglia le statistiche e4 rende im-
possibile il confronto, per esempio, con una realtà come quella statunitense.
I ricercatori di Denver, comunque, sono risaliti fino al 1925 prendendo un cam-
pione di un milione di americani. E sono arrivati alla conclusione che, negli Stati
Uniti, 110 mila persone morte nel 2010 avrebbero potuto vivere  più a lungo  se
non avessero abbandonato anzitempo l'università, 145 mila se avessero comple-
tato la scuola secondaria fino alla maturità  e  addirittura 545 mila se avessero
raggiunto uno dei massimi livelli di educazione nei Paesi anglosassoni - il bacca-
laureato.  -  Questi numeri sono confrontabili con quelli dei fumatori che non sa-
rebbero morti se non avessero mai acceso la prima sigaretta.    "Consideriamo
sempre dieta, fumo e alcol come fattori di rischio. Ma un intervento della politi-
ca per favorire l'accesso all'educazione potrebbe migliorare significativamente
la situazione" scrivono gli autori della ricerca, pubblicata da Plos One.
L'ignoranza uccide soprattutto attraverso le malattie cardiovascolari, mentre i
dati della mortalità per cancro sono distribuiti più uniformemente secondo i tito-
li di studio. E l'effetto benefico dei libri si fa sentire equamente fra donne e uo-
mini, bianchi e afroamericani.
I dati italiani sono in parte sovrapponibili a quelli americani per quanto riguarda
istruzione e fumo. Nel 2013 nella fascia d'età tra 25 e 44 anni, informa l'Istat ad
avere il vizio della sigaretta erano il 16,1 per cento delle persone con un titolo di 
studio basso. La proporzione si inverte però fra i più anziani. Gli over 65 che han-
no diploma e laurea fumano  in proporzione  più che doppia  rispetto a chi ha una
semplice licenza media.(12 contro 5,4 per cento).
L'effetto benefico dei libri, confermano i ricercatori, si è fatto sentire soprattutto
sull'aumento dell'aspettativa di vita degli ultimi decenni.

Lucianone

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