visioni post - 9
I ricercatori non sono killer
La sensibilità e l'attenzione per il mondo animale coinvolgono gran
parte degli esseri umani. Verso gli altri viventi è cambiato il nostro
modo di comportarci. In tanti riconosciamo il gatto e il cane di casa
come membri della famiglia. Spesso è davvero amore. E' quindi do-
loroso pensare che possano essere maltrattati o, peggio, vivisezio-
nati. Perciò è più che comprensibile il malessere nei confronti del-
la sperimentazione. Tuttavia questo "sentimento" non giustifica il
fatto che i ricercatori vengano trattati da assassini.
La manifestazione dei giorni scorsi contro Silvio Garattini e l'istitu-
to da lui presieduto, il Mario Negri, e la ricerca, va oltre la richie-
sta di utilizzare metodi diversi dagli esperimenti con animali.
Per poter raggiungere straordinari obiettivi per la salute di miliar-
di di persone, gli scienziati hanno sempre usato gli animali: dob-
biamo considerarli assassini? Ancora oggi tanti ricercatori fanno
sperimentazioni sulle cavie perchè per curare alcune malattie lo
ritengono un passaggio necessario. E' legittimo discuterne e chie-
dergli di trovare metodi alternativi, ma senza metterli alla gogna,
intimidirli e invocare "che siano maledetti": questo è estremismo
animalista.
( da la Repubblica / RSALUTE - 3/12/2013 - 'Noi & Voi' - Guglielmo Pepe)
Lucianone.
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giovedì 30 gennaio 2014
Istruzione / tecnologia - Era digitale / Capire la Net economy (4)
visioni post - 11
Memory card - Tipologia di smart card che non possiede capacità di elaborazione.
Ne sono un esempio le carte telefoniche prepagate.
Menu - Lista delle possibili operazioni eseguibili all'interno di un'applicazione.
I menu si dicono a tendina se vengono sisualizzati al passaggio del mouse
o a un click su un'icona.
Microchip - Unità che racchiude circuiti di dimensioni molto ridotte in materiale
semiconduttore, consentendo l'elaborazione e l'immagazzinamento
dei dati.
Microprocessore - Componente elettronico costituito da un circuito integrato
contenente transistor; si occupa delle operazioni di calcolo
in un computer.
Millennium bug - Errore di programmazione del sitema di datazione dei computer
(baco del che, con il passaggio al nuovo millennio, avrebbe potuto genera-
millennio) re il blocco di un programma o dell'intero sistema informatico.
Si temeva che potesse portare al blocco totale delle tecnologie IT.
Minitel - Sistema telematico francese, introdotto negli anni Ottanta e di grande
successo fino all'avvento di Internet.
Mis - Sistema per la raccolta e la gestione di informazioni a supporto
(Management di tutte le attività manageriali, come operazioni, decision-making
information e processi amministrativi (contabilità generale, acquisti, gestione
system) magazzini, controllo di gestione).
Metcalfe - Legge matematica secondo la quale il valore di una rete è proporzionale
(legge di) al quadrato del numero dei suoi utilizzatori.
Modem - Apparecchio che permette la trasmissione di dati digitali su rete analogica.
I dati vengono convertiti (modulati) in uscita e ritrasformati (demodulati)
una volta ricevuti.
Moderatore - Individuo che ha la responsabilità di moderare mailing list o newsgroup,
decidendo se pubblicare o meno i messaggi o le news pervenute.
Lucianone
venerdì 24 gennaio 2014
Società / Norvegia - Il Paese dei milionari (virtuali)
24 gennaio '14 - venerdì 24th January / Friday visione post - 89
Norvegia: il paese dove ognuno nasce
super milionario / Come e perchè?
Da vent'anni Oslo deposita i profitti dei pozzi petroliferi
nel Mare del Nord in un fondo sovrano / La parte intitolata
a ogni cittadino oggi ammonta a 1.040.000 in corone, ossia
118 milioni di euro.
(da la Repubblica - 10 /01/ '14 - IL CASO - di Ettore Livini)
Benvenuti nel paese dei Signor Bonaventura. Il petrolio e il boom delle Borse hanno
fatto il miracolo: il valore del fondo sovrano di Oslo, il maxi-salvadanaio dove la Nor-
vegia deposita da vent'anni i profitti garantiti dai pozzi nel Mare del Nord, è arrivato
a Natale a 5,11 trilioni di corone, 608 miliardi di euro. E i 5,09 milioni di abitanti del-
la nazione vichinga si sono ritrovati improvvisamente tutti milionari.
Ogni norvegese - vecchi e bambibi compresi - ha in tasca oggi 1.040.000 corone del
Norway Global Fund, qualcosa come 118mila euro. Si tratta, intendiamoci, di soldi
virtuali, visto che nessuno può svegliarsi la mattina e andare a ritirare quei quattrini
come al Bancomat. Ma proprio per questo valgono forse ancora di più: il tesoretto
di Oslo è (e verrà) utilizzato dallo Stato per continuare a garantire il generosissimo
welfare nazionale e per ammortizzare contraccolpi sull'economia nazionale nel caso
(da quelle parti incrociano tutti le dita) il greggio passi di moda.
La storia, a modo suo, e un déjà vu: gli idrocarburi hanno cambiato il destino di tanti
paesi. Ma mentre nel Golfo Persico e dintorni i petrodollari sono stati un affare per
pochi emiri, ai 71 gradi latitudine Nord della democraticissima Norvegia, la pioggia
di profitti garantiti dalla Bonanza dell'oro nero è finita (per legge) nelle tasche di tut-
ti. - I Paperoni artici hanno iniziato a costruire la loro fortuna a cavallo tra gli anni
'70-'80, quando due choc petroliferi consecutivi hanno spinto le quotazioni alle stelle
e le trivelle delle sette sorelle a cercare pozzi più sicuri nei fondali del Mare del Nord.
La caccia al tesoro è andata bene: le acque territoriali di Oslo si sono rivelate il
Golfo Persico d'Europa e nelle casse dello Stato hanno iniziato a piovere fiumi di
royalty, dividendi e diritti esplorativi. Che farne? Pe un pò di anni - un milione al-
la volta - la Norvegia ha utilizzato questa ricchezza piovuta dal mare per gettare
le basi di quello stato sociale che ne fa oggi la seconda nazione più felice del
mondo e la prima per indice di sviluppo. Nel 1990 la svolta: il petrolio, contraria-
mente ai diamanti - non è per sempre, si sono detti i politici nazionali. E per evi-
tare la fine della Cicala di Esopo, hanno deciso di mettere un pò di soldi da parte
in vista dei periodi di vacche magre, istituendo il super-fondo nazionale.
Il suo funzionamento è uguale a quello, vecchio come il mondo, del salvadanaio.
Oslo versa tutte le entrate garantite dagli idrocarburi - le license d'esplorazione
e i dividendi di Statoil, l'Eni norvegese - sul conto corrente del Norway Global
fund. I soldi vengono investiti in azioni e titoli di stato stranieri per non surri-
scaldare il listino locale e il governo utilzza i profitti - fino a un tetto massimo
del 4% del valore del patrimonio - per tappare i buchi aperti nel bilancio pub-
co dal sistema di welfare più generoso al mondo. Siamo a livelli da Bengodi:
Oslo garantisce il dentista gratuito per tutti i suoi cittadini fino a 19 anni, forni-
sce il riscaldamento per le stalle oltre il Circolo polare e garantisce un congruo
sussidio di disoccupazione che ha convinto un adulto su 5 a vivere a spese del-
lo Stato senza lavorare, con un tasso di senza lavoro fermo lo stesso attorno
al 3%.
Le cose, fino ad oggi, sono andate benissimo. Il petrolio, tra alti e bassi, non
ha mai smesso di foraggiare le casse del Tesoro. Il Pil procapite nel paese
ei milionari è arrivato a 80mila euro circa l'anno. E nessuno ha mai dovuto
mettere mano al martello per rompere il super-salvadanaio. Risultato: oggi
la richhezza del fondo - complice il buon momento delle borse - è andata alle
stelle. Oggi il Norway Global è il primo investitore al mondo e controlla l'1%
delle Borse globali. Il suo problema, oltyre che far soldi, è dove metterli: ora
il 63% è in azioni e il 35% in bond, tra cui 3,5 miliardi di titoli italiani.
Negli ultimi anni il Governo norvegese ha prima autorizzato il suo sbarco nei
paesi emergenti, po gli acquisti di immobili (si è appena comprato per la mo-
dica cifra di 684 milioni il 45% della torre di Times Square a New York).
E ora, a caccia di rendimenti, potrebbe dare l'ok al suo ingresso diretto in
opere infrastrutturali.
Il bello è che troppa ricchezza, alla fine, ha finito per mettere in difficoltà per-
sino la Norvegia dei milionari.. I prezzi delle case - al netto di una timida fre-
nata negli ultimi mesi - è raddoppiato in 10 anni. La crisi dell'euro ha spedito
per diverso tempo la corona alle stelle penalizzando le esportazioni e i tassi
bassi hanno fatto volare al 200% del reddito disponibile l'indebitamento dei
privati. Il nuovo governo conservatore eletto qualche mese fa è stato così co-
stretto (beati loro) a fare i conti con gli eccessi di successo del modello norve-
gese, provando a frenare il costo della vita. Qualcuno - davanti a un pil che
crescerà solo del 2,2% nel 2014 dopo la media del 6% registrata per quasi
un ventennio dal 1993 - ha iniziato persino a ventilare l'ipotesi di ridurre i
benefit dello stato sociale. I norvegesi per ora non si preoccupano. Mal che
vada hanno in tasca una certezza: un milione a testa.
Lucianone
Norvegia: il paese dove ognuno nasce
super milionario / Come e perchè?
Da vent'anni Oslo deposita i profitti dei pozzi petroliferi
nel Mare del Nord in un fondo sovrano / La parte intitolata
a ogni cittadino oggi ammonta a 1.040.000 in corone, ossia
118 milioni di euro.
(da la Repubblica - 10 /01/ '14 - IL CASO - di Ettore Livini)
Benvenuti nel paese dei Signor Bonaventura. Il petrolio e il boom delle Borse hanno
fatto il miracolo: il valore del fondo sovrano di Oslo, il maxi-salvadanaio dove la Nor-
vegia deposita da vent'anni i profitti garantiti dai pozzi nel Mare del Nord, è arrivato
a Natale a 5,11 trilioni di corone, 608 miliardi di euro. E i 5,09 milioni di abitanti del-
la nazione vichinga si sono ritrovati improvvisamente tutti milionari.
Ogni norvegese - vecchi e bambibi compresi - ha in tasca oggi 1.040.000 corone del
Norway Global Fund, qualcosa come 118mila euro. Si tratta, intendiamoci, di soldi
virtuali, visto che nessuno può svegliarsi la mattina e andare a ritirare quei quattrini
come al Bancomat. Ma proprio per questo valgono forse ancora di più: il tesoretto
di Oslo è (e verrà) utilizzato dallo Stato per continuare a garantire il generosissimo
welfare nazionale e per ammortizzare contraccolpi sull'economia nazionale nel caso
(da quelle parti incrociano tutti le dita) il greggio passi di moda.
La storia, a modo suo, e un déjà vu: gli idrocarburi hanno cambiato il destino di tanti
paesi. Ma mentre nel Golfo Persico e dintorni i petrodollari sono stati un affare per
pochi emiri, ai 71 gradi latitudine Nord della democraticissima Norvegia, la pioggia
di profitti garantiti dalla Bonanza dell'oro nero è finita (per legge) nelle tasche di tut-
ti. - I Paperoni artici hanno iniziato a costruire la loro fortuna a cavallo tra gli anni
'70-'80, quando due choc petroliferi consecutivi hanno spinto le quotazioni alle stelle
e le trivelle delle sette sorelle a cercare pozzi più sicuri nei fondali del Mare del Nord.
La caccia al tesoro è andata bene: le acque territoriali di Oslo si sono rivelate il
Golfo Persico d'Europa e nelle casse dello Stato hanno iniziato a piovere fiumi di
royalty, dividendi e diritti esplorativi. Che farne? Pe un pò di anni - un milione al-
la volta - la Norvegia ha utilizzato questa ricchezza piovuta dal mare per gettare
le basi di quello stato sociale che ne fa oggi la seconda nazione più felice del
mondo e la prima per indice di sviluppo. Nel 1990 la svolta: il petrolio, contraria-
mente ai diamanti - non è per sempre, si sono detti i politici nazionali. E per evi-
tare la fine della Cicala di Esopo, hanno deciso di mettere un pò di soldi da parte
in vista dei periodi di vacche magre, istituendo il super-fondo nazionale.
Il suo funzionamento è uguale a quello, vecchio come il mondo, del salvadanaio.
Oslo versa tutte le entrate garantite dagli idrocarburi - le license d'esplorazione
e i dividendi di Statoil, l'Eni norvegese - sul conto corrente del Norway Global
fund. I soldi vengono investiti in azioni e titoli di stato stranieri per non surri-
scaldare il listino locale e il governo utilzza i profitti - fino a un tetto massimo
del 4% del valore del patrimonio - per tappare i buchi aperti nel bilancio pub-
co dal sistema di welfare più generoso al mondo. Siamo a livelli da Bengodi:
Oslo garantisce il dentista gratuito per tutti i suoi cittadini fino a 19 anni, forni-
sce il riscaldamento per le stalle oltre il Circolo polare e garantisce un congruo
sussidio di disoccupazione che ha convinto un adulto su 5 a vivere a spese del-
lo Stato senza lavorare, con un tasso di senza lavoro fermo lo stesso attorno
al 3%.
Le cose, fino ad oggi, sono andate benissimo. Il petrolio, tra alti e bassi, non
ha mai smesso di foraggiare le casse del Tesoro. Il Pil procapite nel paese
ei milionari è arrivato a 80mila euro circa l'anno. E nessuno ha mai dovuto
mettere mano al martello per rompere il super-salvadanaio. Risultato: oggi
la richhezza del fondo - complice il buon momento delle borse - è andata alle
stelle. Oggi il Norway Global è il primo investitore al mondo e controlla l'1%
delle Borse globali. Il suo problema, oltyre che far soldi, è dove metterli: ora
il 63% è in azioni e il 35% in bond, tra cui 3,5 miliardi di titoli italiani.
Negli ultimi anni il Governo norvegese ha prima autorizzato il suo sbarco nei
paesi emergenti, po gli acquisti di immobili (si è appena comprato per la mo-
dica cifra di 684 milioni il 45% della torre di Times Square a New York).
E ora, a caccia di rendimenti, potrebbe dare l'ok al suo ingresso diretto in
opere infrastrutturali.
Il bello è che troppa ricchezza, alla fine, ha finito per mettere in difficoltà per-
sino la Norvegia dei milionari.. I prezzi delle case - al netto di una timida fre-
nata negli ultimi mesi - è raddoppiato in 10 anni. La crisi dell'euro ha spedito
per diverso tempo la corona alle stelle penalizzando le esportazioni e i tassi
bassi hanno fatto volare al 200% del reddito disponibile l'indebitamento dei
privati. Il nuovo governo conservatore eletto qualche mese fa è stato così co-
stretto (beati loro) a fare i conti con gli eccessi di successo del modello norve-
gese, provando a frenare il costo della vita. Qualcuno - davanti a un pil che
crescerà solo del 2,2% nel 2014 dopo la media del 6% registrata per quasi
un ventennio dal 1993 - ha iniziato persino a ventilare l'ipotesi di ridurre i
benefit dello stato sociale. I norvegesi per ora non si preoccupano. Mal che
vada hanno in tasca una certezza: un milione a testa.
Lucianone
mercoledì 22 gennaio 2014
Sport - calcio / Serie A - 20^ giornata 2013/14
22 gennaio '13 - mercoledì 22nd January / Wednesday visioni post - 2
Risultati delle partite
Roma 3 Juventus 4 Udinese 2 Atalanta 1 Bologna 2
Livorno 0 Sampdoria 2 Lazio 3 Cagliari 0 Napoli 2
Catania 0 Chievo 1 Genoa 1 Sassuolo 0 Milan 1
Fiorentina 3 Parma 2 Inter 0 Torino 2 Verona H. 0
Classifica
Juventus 55 / Roma 47 / Napoli 43 / Fiorentina 40 / Inter, H Verona 32 /
Torino, Parma 29 / Lazio 27 / Genoa 26 / Milan 25 / Atalanta 24 /
Sampdoria, Cagliari 21 / Udinese 20 / Chievo, Bologna, Sampdoria 17 /
Livorno, Catania 13
Lucianone
Risultati delle partite
Roma 3 Juventus 4 Udinese 2 Atalanta 1 Bologna 2
Livorno 0 Sampdoria 2 Lazio 3 Cagliari 0 Napoli 2
Catania 0 Chievo 1 Genoa 1 Sassuolo 0 Milan 1
Fiorentina 3 Parma 2 Inter 0 Torino 2 Verona H. 0
Classifica
Juventus 55 / Roma 47 / Napoli 43 / Fiorentina 40 / Inter, H Verona 32 /
Torino, Parma 29 / Lazio 27 / Genoa 26 / Milan 25 / Atalanta 24 /
Sampdoria, Cagliari 21 / Udinese 20 / Chievo, Bologna, Sampdoria 17 /
Livorno, Catania 13
Lucianone
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
22 gennaio '13 - mercoled' 22nd Januart / Wednesday visioni post - 2
Economia - Italia / Tariffe Autostrade
Scatta a Febbraio lo sconto del 20% per i pendolari delle
autostrade / Agevolazioni a scalare
Arriva lo sconto al casello per i pendolari. Sarà al massimo del 20% e scatterà con l’inizio di febbraio. A decidere nei dettagli la modalità ci penserà un vertice delle concessionarie autostradali, l’Aiscat, che si terrà domani e che darà il via libera definitivo. Il summit, presieduto dal numero uno dell’Aiscat, Fabrizio Palenzona, risponde così all’invito del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che circa una settimana fa aveva chiesto alle concessionarie di mettersi una mano sulla coscienza, varando un piano articolato con le agevolazioni tariffarie. Un’azione di moral suasion andata a buon fine se, come pare, l’intero sistema che gestisce la rete autostradale italiana si allineerà alla richiesta del governo senza troppi indugi.
Tasi: il governo pronto a rimborsare i Comuni
L'esecutivo si impegna a trovare i fondi per coprire il mancato gettito
Dopo due anni il debito è in calo / Letta: "Siamo sulla strada giusta"
I dati Eurostat: nel terzo trimestre -0,7% rispetto a quello precedente.
Non si arresta la crisi del mattone: nuove abitazioni ai minimi storici
ESTERI - Ucraina
Kiev sconvolta dalle proteste / I manifestanti: 5 morti
Blitz delle “teste di cuoio” nelle strade della rivolta-europeista. È il caos. L’America revoca i visti agli agenti. L’Ue al governo: fermate le violenze
I manifestanti lanciano molotov contro la polizia
Economia - Italia / Tariffe Autostrade
Scatta a Febbraio lo sconto del 20% per i pendolari delle
autostrade / Agevolazioni a scalare
Arriva lo sconto al casello per i pendolari. Sarà al massimo del 20% e scatterà con l’inizio di febbraio. A decidere nei dettagli la modalità ci penserà un vertice delle concessionarie autostradali, l’Aiscat, che si terrà domani e che darà il via libera definitivo. Il summit, presieduto dal numero uno dell’Aiscat, Fabrizio Palenzona, risponde così all’invito del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che circa una settimana fa aveva chiesto alle concessionarie di mettersi una mano sulla coscienza, varando un piano articolato con le agevolazioni tariffarie. Un’azione di moral suasion andata a buon fine se, come pare, l’intero sistema che gestisce la rete autostradale italiana si allineerà alla richiesta del governo senza troppi indugi.
Tasi: il governo pronto a rimborsare i Comuni
L'esecutivo si impegna a trovare i fondi per coprire il mancato gettito
Dopo due anni il debito è in calo / Letta: "Siamo sulla strada giusta"
I dati Eurostat: nel terzo trimestre -0,7% rispetto a quello precedente.
Non si arresta la crisi del mattone: nuove abitazioni ai minimi storici
ESTERI - Ucraina
Kiev sconvolta dalle proteste / I manifestanti: 5 morti
Blitz delle “teste di cuoio” nelle strade della rivolta-europeista. È il caos. L’America revoca i visti agli agenti. L’Ue al governo: fermate le violenze
I manifestanti lanciano molotov contro la polizia
KIEV
TI CONSIGLIAMO:
Lucianone
Si macchia di sangue la protesta “europeista” scoppiata due mesi fa in Ucraina. Oggi si sono registrati i primi morti nei violenti scontri tra polizia e manifestanti iniziati domenica scorsa a Kiev, ma non è chiaro quante siano esattamente le vittime dei tanti - e finora inconcludenti - tentativi delle “teste di cuoio” di sgomberare con la forza via Grushevski, la strada che porta ai palazzi del potere a cui puntano gli insorti: per ora il bilancio dei morti varia dai due delle autorità ai cinque del servizio sanitario dei manifestanti, che denunciano che quattro persone sono state ammazzate a colpi di fucile dalle forze dell’ordine.
martedì 14 gennaio 2014
Sport - calcio / Serie A - 19^ giornata 2013/14
14 gennaio '14 - martedì 14th January / Tuesday visioni post - 3
Risultati delle partite
Livorno 0 Bologna 0 Atalanta 2 Cagliari 1 Roma 4
Parma 3 Lazio 0 Catania 1 Juventus 4 Genoa 0
Torino 0 Verona H. 0 Sassuolo 4 Inter 1 Sampdoria 3
Fiorentina 0 Napoli 3 Milan 3 Chievo 1 Udinese 0
Lucianone
Risultati delle partite
Livorno 0 Bologna 0 Atalanta 2 Cagliari 1 Roma 4
Parma 3 Lazio 0 Catania 1 Juventus 4 Genoa 0
Torino 0 Verona H. 0 Sassuolo 4 Inter 1 Sampdoria 3
Fiorentina 0 Napoli 3 Milan 3 Chievo 1 Udinese 0
Lucianone
domenica 12 gennaio 2014
LIBRO / saggio - 'I crimini dell'economia' di Vincenzo Ruggiero
12 gennaio '14 - domenica 12th January / Sunday visione post - 29
Le leggi dell'economia giustificano
crimini & misfatti
Tante teorie e un unico obiettivo: fornire alibi allo sfruttamento
dei ricchi sui poveri che, alla fine, produce malessere sociale.
E' la tesi di Vincenzo Ruggiero, un italiano che insegna a Londra.
(da 'il Venerdì di Repubblica' - 15/11/2013 - economie / Regolamento di conti -
di Riccardo Staglianò)
Il presocratico Talete , quello del teorema sulle rette parallele e dell'acqua come principio
di tutte le cose, fu il primo speculatore. Forte delle sue conoscenze meteorologiche, previde
che la stagione avrebbe portato una favolosa raccolta di olive e prese in affitto tutti i frantoi
di Mileto e Chio, per poi riaffittarli e guadagnarci. Futures ante litteram. "E' facile per un fi-
losofo diventare ricco se lo desidera" lasciò scritto, ma non è questo lo scopo della filoso-
fia". - A leggere I crimini dell'economia di Vincenzo Ruggiero (Feltrinelli, pp. 248, euro 20)
si scopre invece che la "scienza triste" si è prestata, spesso e volentieri, non tanto ad arric-
chire i suoi protagonisti, ma a fornire alibi teorici allo sfruttamento dei ricchi sui poveri.
Oltre che macchiarsi di una lunga serie di altre nefandezze intellettuali, che vanno dalla giu-
stificazione della schiavitù ("strumenti animati" Aristotele dixit) allo smercio di titoli tossici.
L'autore di questo libro denso, documentatissimo e complesso, insegna Sociologia alla-
Middlesex University di Londra.
R. Staglianò - 'Lei scrive che quella economica non è una storia nobile. Gli economisti,
dopo la crisi, hanno già una cattiva reputazione. Perchè infierire con una lettura crimi-
nologica?'.
V. Ruggiero - "Perchè gli economisti, tra i quali alcuni premi Nobel come Gary Becker
e George Stigler, oltre a esaminare il carcere, l'alcolismo e persino l'amore coniugale
da un punto di vista economico, hanno spesso visitato il campo della criminalità. Mi è
sembrato gentile ricambiare la visita. Come loro attribuiscono a chi commette reati una
logica razionale, ispirata dal calcolo dei costi e dei benefici, così io attribuisco agli eco-
nomisti l'intenzione di giustificare con le loro teorie la produzione di malessere indivi-
duale e danno sociale".
R. Staglianò - "Dalle sue pagine si scopre che il pensiero economico ha spesso giustificato
la diseguaglianza, mai forte come oggi. Perchè?".
V. Ruggiero - "Da Tommaso Moro in poi, si è detto che i privilegiati hanno sempre
cercato ogni artificio per giustificare i propri privilegi. L'economia cerca spesso di
spiegare perchè la maggioranza delle persone è povera e una stretta minoranza ric-
ca. Gli economisti più irriducibili, come Hayek e Friedman, cercano di spiegare an-
che perchè è bene che sia e rimanga così".
R. Staglianò - "Alfred Marshall diceva che 'ogni agente della produzione viene applicato
al processo produttivo fintanto che genera profitti'. Ma delocalizzando e sostituendo gli
uomini con le macchine non si rischia che il valore del lavoro sprofondi ulteriormente?".
V. Ruggiero - "Nelle teorie di Marshall leggo non solo un incoraggiamento agli imprendi-
tori a esportare la produzione laddove la manodopera costa meno, ma anche una giustifi-
cazione della schiavitù. L'autore sostiene che il salario deve corrispondere alla somma
che l'ultimo lavoratore disponibile sul mercato è disposto ad accettare. I migranti senza
permesso e uomini e donne soggetti a tratta sono lavoratori ideali in questo senso. Ecco
perchè i trafficanti di esseri umani hanno un ruolo economicamente importante da rico-
prire".
R. Staglianò - "Di recente Robert Reich ha ricordato che il 70 per cento dell'economia
dipende dai consumi della classe media. Che è sempre più povera. Quando è iniziato
l'impoverimento e cosa si può fare per fermarlo?".
V. Ruggiero - "L'impoverimento è cominciato non quando si è conclusa la lotta tra le
classi, ma quando una sola classe - quella dei datori di lavoro - ha cominciato a com-
batterla. Non si è trattato solo di passare dalla manifattura alla finanza. Secondo la lo-
gica economica che io critico, comunque, l'impoverimento e la crescente disuguaglian-
za sono salutari, sono opzioni che abituano gli individui a "scegliere" quale posizione
intendono occupare nella società. Inoltre, l'impoverimento stimola a imitare i ricchi, il
che costituisce un beneficio per l'economia nel suo complesso anche se imitare i ricchi
vuol dire spesso emulare le pratiche illecite che li hanno resi tali. Infine, come diceva
Tommaso d'Aquino, se non ci fossero i ricchi, chi potrebbe permettersi di fare l'elemo-
sina?".
R. Staglianò - "Un capitolo è intitolato Socialismo finanziario e allude al keynesismo
alla rovescia che ha salvato le banche coi soldi dei contribuenti. Come si può sostene-
re, senza arrossire, questo paradosso da parte di gente che si è sempre detta a favore
di uno Stato minimo?".
V. Ruggiero - "E' un punto chiave del mio libro. Nella storia del pensiero economico
nessuna teoria, in realyà, richiede la scomparsa dello Stato. Da sempre gli imprendito-
ri vogliono che lo Stato scompaia per gli altri e sia ben presente per loro. La libertà di
mercato, in quanto principio, è violata soprattutto da coloro che la predicano, e molti
imprenditori senza sotegno statale sarebbero costretti al fallimento. Peraltro vi è un
paradosso anche nelle formulazioni di Keynes, il quale tra le righe sostiene che i soldi
dello Stato vanno consegnati a chi è abituato a spenderli; inutile darli ai poveri, che
prudentemente sono portati a metterli da parte".
R. Staglianò - "A proposito di neoliberismo, qual è lo stato di salute di questa ideolo-
gia nel sesto anno di una crisi che invece sembrava aver resuscitato Marx?".
V. Ruggiero - "Come è possibile pensare a una crescita infinita in un Pianeta che ha
dimensioni e risorse finite? I danni ambientali sembrano ormai irreversibili, purtroppo.
Dire che lo scopo dell'attività umana è quello di accumulare sempre più profitti è come
dire che mangiamo per diventare sempre più grassi".
R. Staglianò - "Nelle conclusioni accenna molto brevemente al movimento della de-
crescita, caro a Serge Latouche. E' un'opzione economicamente praticabile?"
V. Ruggiero - "Il mio modo di interpretare l'idea di decrescita consiste nell'individua-
re e denunciare i danni prodotti dalle teorie economiche e dall'economia in quanto at-
tività umana così come siamo abituati a osservarla nella pratica".
R. Staglianò - "Quale futuro possiamo aspettarci se, com'è successo negli ultimi 30
anni, l'1 per cento più ricco della popolazione triplica la propria ricchezza mentre il
restante 99 resta fermo o perde terreno?".
V. Ruggiero - "Senza una svolta radicale nel pensiero economico, temo che l'1 per
cento si abituerà a ritenere la propria posizione come meritata o come risultato del-
la volontà divina. Mentre il 99 potrebbe assuefarsi all'esclusione, a ridurre le aspet-
tative al minimo, alla vita nuda. Anche chi ha poco da guadagnare dalla crescita po-
trebbe convincersi che quanto ne ricava sia meglio di niente. La polarizzazione ec-
cessiva della ricchezza, d'altro canto, può anche portare a situazioni sociali via via
ingovernabili, a conflitti di cui non possiamo ancora immaginare le dimensioni".
(D'altronde la teoria classica ci ha insegnato che il lavoro possiede due valori: uno
naturale e uno di mercato. Il primo è il prezzo pagato dai lavoratori per sopravvive-
re e riprodursi. Il secondo corrisponde al salario. Se quest'ultimo diventa inferiore
al primo, come succede sempre più spesso, si mette malissimo. "Solo dopo che le
privazioni li avranno resi meno numerosi", osservava imperturbabile David Ricar-
do, "o quando la domanda di lavoratori torna a crescere, il loro prezzo di mercato
si riavvicina a quello naturale e i lavoratori avranno accesso al benessere modera-
to che un salario può garantire". Per ridurre la disoccupazione, òla morte dei di-
soccupati è oggettivamente un rimedio efficace. Ma auspicabile? L'economista
non batte ciglio.)
Lucianone
Le leggi dell'economia giustificano
crimini & misfatti
Tante teorie e un unico obiettivo: fornire alibi allo sfruttamento
dei ricchi sui poveri che, alla fine, produce malessere sociale.
E' la tesi di Vincenzo Ruggiero, un italiano che insegna a Londra.
(da 'il Venerdì di Repubblica' - 15/11/2013 - economie / Regolamento di conti -
di Riccardo Staglianò)
Il presocratico Talete , quello del teorema sulle rette parallele e dell'acqua come principio
di tutte le cose, fu il primo speculatore. Forte delle sue conoscenze meteorologiche, previde
che la stagione avrebbe portato una favolosa raccolta di olive e prese in affitto tutti i frantoi
di Mileto e Chio, per poi riaffittarli e guadagnarci. Futures ante litteram. "E' facile per un fi-
losofo diventare ricco se lo desidera" lasciò scritto, ma non è questo lo scopo della filoso-
fia". - A leggere I crimini dell'economia di Vincenzo Ruggiero (Feltrinelli, pp. 248, euro 20)
si scopre invece che la "scienza triste" si è prestata, spesso e volentieri, non tanto ad arric-
chire i suoi protagonisti, ma a fornire alibi teorici allo sfruttamento dei ricchi sui poveri.
Oltre che macchiarsi di una lunga serie di altre nefandezze intellettuali, che vanno dalla giu-
stificazione della schiavitù ("strumenti animati" Aristotele dixit) allo smercio di titoli tossici.
L'autore di questo libro denso, documentatissimo e complesso, insegna Sociologia alla-
Middlesex University di Londra.
R. Staglianò - 'Lei scrive che quella economica non è una storia nobile. Gli economisti,
dopo la crisi, hanno già una cattiva reputazione. Perchè infierire con una lettura crimi-
nologica?'.
V. Ruggiero - "Perchè gli economisti, tra i quali alcuni premi Nobel come Gary Becker
e George Stigler, oltre a esaminare il carcere, l'alcolismo e persino l'amore coniugale
da un punto di vista economico, hanno spesso visitato il campo della criminalità. Mi è
sembrato gentile ricambiare la visita. Come loro attribuiscono a chi commette reati una
logica razionale, ispirata dal calcolo dei costi e dei benefici, così io attribuisco agli eco-
nomisti l'intenzione di giustificare con le loro teorie la produzione di malessere indivi-
duale e danno sociale".
R. Staglianò - "Dalle sue pagine si scopre che il pensiero economico ha spesso giustificato
la diseguaglianza, mai forte come oggi. Perchè?".
V. Ruggiero - "Da Tommaso Moro in poi, si è detto che i privilegiati hanno sempre
cercato ogni artificio per giustificare i propri privilegi. L'economia cerca spesso di
spiegare perchè la maggioranza delle persone è povera e una stretta minoranza ric-
ca. Gli economisti più irriducibili, come Hayek e Friedman, cercano di spiegare an-
che perchè è bene che sia e rimanga così".
R. Staglianò - "Alfred Marshall diceva che 'ogni agente della produzione viene applicato
al processo produttivo fintanto che genera profitti'. Ma delocalizzando e sostituendo gli
uomini con le macchine non si rischia che il valore del lavoro sprofondi ulteriormente?".
V. Ruggiero - "Nelle teorie di Marshall leggo non solo un incoraggiamento agli imprendi-
tori a esportare la produzione laddove la manodopera costa meno, ma anche una giustifi-
cazione della schiavitù. L'autore sostiene che il salario deve corrispondere alla somma
che l'ultimo lavoratore disponibile sul mercato è disposto ad accettare. I migranti senza
permesso e uomini e donne soggetti a tratta sono lavoratori ideali in questo senso. Ecco
perchè i trafficanti di esseri umani hanno un ruolo economicamente importante da rico-
prire".
R. Staglianò - "Di recente Robert Reich ha ricordato che il 70 per cento dell'economia
dipende dai consumi della classe media. Che è sempre più povera. Quando è iniziato
l'impoverimento e cosa si può fare per fermarlo?".
V. Ruggiero - "L'impoverimento è cominciato non quando si è conclusa la lotta tra le
classi, ma quando una sola classe - quella dei datori di lavoro - ha cominciato a com-
batterla. Non si è trattato solo di passare dalla manifattura alla finanza. Secondo la lo-
gica economica che io critico, comunque, l'impoverimento e la crescente disuguaglian-
za sono salutari, sono opzioni che abituano gli individui a "scegliere" quale posizione
intendono occupare nella società. Inoltre, l'impoverimento stimola a imitare i ricchi, il
che costituisce un beneficio per l'economia nel suo complesso anche se imitare i ricchi
vuol dire spesso emulare le pratiche illecite che li hanno resi tali. Infine, come diceva
Tommaso d'Aquino, se non ci fossero i ricchi, chi potrebbe permettersi di fare l'elemo-
sina?".
R. Staglianò - "Un capitolo è intitolato Socialismo finanziario e allude al keynesismo
alla rovescia che ha salvato le banche coi soldi dei contribuenti. Come si può sostene-
re, senza arrossire, questo paradosso da parte di gente che si è sempre detta a favore
di uno Stato minimo?".
V. Ruggiero - "E' un punto chiave del mio libro. Nella storia del pensiero economico
nessuna teoria, in realyà, richiede la scomparsa dello Stato. Da sempre gli imprendito-
ri vogliono che lo Stato scompaia per gli altri e sia ben presente per loro. La libertà di
mercato, in quanto principio, è violata soprattutto da coloro che la predicano, e molti
imprenditori senza sotegno statale sarebbero costretti al fallimento. Peraltro vi è un
paradosso anche nelle formulazioni di Keynes, il quale tra le righe sostiene che i soldi
dello Stato vanno consegnati a chi è abituato a spenderli; inutile darli ai poveri, che
prudentemente sono portati a metterli da parte".
R. Staglianò - "A proposito di neoliberismo, qual è lo stato di salute di questa ideolo-
gia nel sesto anno di una crisi che invece sembrava aver resuscitato Marx?".
V. Ruggiero - "Come è possibile pensare a una crescita infinita in un Pianeta che ha
dimensioni e risorse finite? I danni ambientali sembrano ormai irreversibili, purtroppo.
Dire che lo scopo dell'attività umana è quello di accumulare sempre più profitti è come
dire che mangiamo per diventare sempre più grassi".
R. Staglianò - "Nelle conclusioni accenna molto brevemente al movimento della de-
crescita, caro a Serge Latouche. E' un'opzione economicamente praticabile?"
V. Ruggiero - "Il mio modo di interpretare l'idea di decrescita consiste nell'individua-
re e denunciare i danni prodotti dalle teorie economiche e dall'economia in quanto at-
tività umana così come siamo abituati a osservarla nella pratica".
R. Staglianò - "Quale futuro possiamo aspettarci se, com'è successo negli ultimi 30
anni, l'1 per cento più ricco della popolazione triplica la propria ricchezza mentre il
restante 99 resta fermo o perde terreno?".
V. Ruggiero - "Senza una svolta radicale nel pensiero economico, temo che l'1 per
cento si abituerà a ritenere la propria posizione come meritata o come risultato del-
la volontà divina. Mentre il 99 potrebbe assuefarsi all'esclusione, a ridurre le aspet-
tative al minimo, alla vita nuda. Anche chi ha poco da guadagnare dalla crescita po-
trebbe convincersi che quanto ne ricava sia meglio di niente. La polarizzazione ec-
cessiva della ricchezza, d'altro canto, può anche portare a situazioni sociali via via
ingovernabili, a conflitti di cui non possiamo ancora immaginare le dimensioni".
(D'altronde la teoria classica ci ha insegnato che il lavoro possiede due valori: uno
naturale e uno di mercato. Il primo è il prezzo pagato dai lavoratori per sopravvive-
re e riprodursi. Il secondo corrisponde al salario. Se quest'ultimo diventa inferiore
al primo, come succede sempre più spesso, si mette malissimo. "Solo dopo che le
privazioni li avranno resi meno numerosi", osservava imperturbabile David Ricar-
do, "o quando la domanda di lavoratori torna a crescere, il loro prezzo di mercato
si riavvicina a quello naturale e i lavoratori avranno accesso al benessere modera-
to che un salario può garantire". Per ridurre la disoccupazione, òla morte dei di-
soccupati è oggettivamente un rimedio efficace. Ma auspicabile? L'economista
non batte ciglio.)
Lucianone
Sport - calcio / Serie B - 21^ giornata 2013/14
12 gennaio '14 - domenica 12th January / Sunday
Risultati delle partite
Siena 1 Avellino 2 Brescia 3 Carpi 1 Cittadella 1
Varese 1 Padova 1 Trapani 3 Juve Stabia 0 Lanciano 2
Crotone 1 Novara 0 Pescara 1 Spezia 1 Ternana 2 Cesena 1
Palermo 2 Bari 1 Empoli 2 Latina 4 Reggina 1 Modena 1
Lucianone
Risultati delle partite
Siena 1 Avellino 2 Brescia 3 Carpi 1 Cittadella 1
Varese 1 Padova 1 Trapani 3 Juve Stabia 0 Lanciano 2
Crotone 1 Novara 0 Pescara 1 Spezia 1 Ternana 2 Cesena 1
Palermo 2 Bari 1 Empoli 2 Latina 4 Reggina 1 Modena 1
Lucianone
sabato 11 gennaio 2014
Società / Italia - Il nuovo carcere: un progetto degli studenti di Milano
11 gennaio '14 - sabato 11th January / Saturday
BOLLATE (Milano)
Trasformare la cella dietro le sbarre da spazio che opprime a luogo che cerca di stimolare
la creatività. Con questo obiettivo, gli studenti del Politecnico di Milano hanno ridisegnato
le celle del carcere di Bollate tenendo conto delle esigenze dei detenuti.
A seguire il progetto sono stati i docenti Emilio Caravatti e Lorenzo Conzales con la colla-
borazione dei detenuti del 'Gruppo della Trasgressione'. "I progetti condivisi" ha dichia-
rato il coordinatore del gruppo Angelo Aparo, ex docente di Psicologia della devian-
za, "aiutano a prevenire la sensazione di impotenza". Abituale per chi è costretto a vive-
re dietro le sbarre.
Muri interattivi, spioncini a caleidoscopio, pareti che proiettano paesaggi, soppalchi, tende
bicolori e angoli attrezzati sono alcune delle alternative low cost pensate per fare stare un
pò meglio chi è recluso.
(chiara daina - da il Venerdì di Repubblica / Buone idee - 15 novembre 2013)
Lucianone
BOLLATE (Milano)
Trasformare la cella dietro le sbarre da spazio che opprime a luogo che cerca di stimolare
la creatività. Con questo obiettivo, gli studenti del Politecnico di Milano hanno ridisegnato
le celle del carcere di Bollate tenendo conto delle esigenze dei detenuti.
A seguire il progetto sono stati i docenti Emilio Caravatti e Lorenzo Conzales con la colla-
borazione dei detenuti del 'Gruppo della Trasgressione'. "I progetti condivisi" ha dichia-
rato il coordinatore del gruppo Angelo Aparo, ex docente di Psicologia della devian-
za, "aiutano a prevenire la sensazione di impotenza". Abituale per chi è costretto a vive-
re dietro le sbarre.
Muri interattivi, spioncini a caleidoscopio, pareti che proiettano paesaggi, soppalchi, tende
bicolori e angoli attrezzati sono alcune delle alternative low cost pensate per fare stare un
pò meglio chi è recluso.
(chiara daina - da il Venerdì di Repubblica / Buone idee - 15 novembre 2013)
Lucianone
Sport - calcio / Serie A - 18^ giornata 2013/14
11 gennaio '14 - sabato 11th January / Saturday
Risultati delle partite
Chievo 0 Fiorentina 1 Juventus 3 Napoli 2 Catania 2
Cagliari 0 Livorno 0 Roma 0 Sampdoria 0 Bologna 0
Genoa 2 Milan 3 Parma 3 Udinese 1 Lazio 1
Sassuolo 0 Atalanta 0 Torino 1 Verona 3 Inter 0
Classifica
JUVENTUS 49 / Roma 41 / Napoli 39 / Fiorentina 36 / H. Verona 32 /
Inter 31 / Torino 25 / Parma, Genoa, Lazio 23 / Milan 22 / Cagliari 21 /
Sampdoria, Atalanta 18 / Chievo 16 / Bologna 15 / Sassuolo 14 / Livorno,
Catania 13
Marcatori
14 reti ROSSI (Fiorentina)
11 " Tevez (Juventus)
10 " Palacio (Inter)
9 " Higuain (Napol),, Cerci e Immobile (Torino), Toni (Verona)
8 " Gilardino (Genoa), Vidal (Juventus), Callejon (Napoli)
7 " Eder (Sampdoria), Berardi (Sassuolo), Jorginho (Verona)
Lucianone
Risultati delle partite
Chievo 0 Fiorentina 1 Juventus 3 Napoli 2 Catania 2
Cagliari 0 Livorno 0 Roma 0 Sampdoria 0 Bologna 0
Genoa 2 Milan 3 Parma 3 Udinese 1 Lazio 1
Sassuolo 0 Atalanta 0 Torino 1 Verona 3 Inter 0
Classifica
JUVENTUS 49 / Roma 41 / Napoli 39 / Fiorentina 36 / H. Verona 32 /
Inter 31 / Torino 25 / Parma, Genoa, Lazio 23 / Milan 22 / Cagliari 21 /
Sampdoria, Atalanta 18 / Chievo 16 / Bologna 15 / Sassuolo 14 / Livorno,
Catania 13
Marcatori
14 reti ROSSI (Fiorentina)
11 " Tevez (Juventus)
10 " Palacio (Inter)
9 " Higuain (Napol),, Cerci e Immobile (Torino), Toni (Verona)
8 " Gilardino (Genoa), Vidal (Juventus), Callejon (Napoli)
7 " Eder (Sampdoria), Berardi (Sassuolo), Jorginho (Verona)
Lucianone
domenica 5 gennaio 2014
Musica / novità - L'ultimo CD di Springsteen già online
5 gennaio '13 - domenica 5th January / Sunday visioni post - 15
Springsteen e la chitarra di Morello:
12 brani del boss sul web per errore di Amazon
(da 'la Repubblica' - 31/12/'13 - Ernesto Assante)
Un album "minore" con cose già edite, cover (ben 4) e inediti.
Ecco come fan e appassionati hanno considerato fino a qual-
che giorno fa, il nuovo album di B. Springsteen, 'High Hopes',
in uscita il 14 gennaio ma già reperibile online, sia per gli
ormai tradizionali "leak" che anticipano sistematicamente
le uscite dei dischi principali, sia in questo caso per un erro-
re di Amazon, che ha messo negli scorsi giorni l'album in
vendita per qualche ora, consentendo di scaricare le canzoni
e quindi condividerle nella Rete. Ma è davvero un disco "mi-
nore"? Considerando il buon risultato del precedente 'Wre-
cking Ball', uno dei migliori di Springsteen dai tempi di 'The
Rising' del 2002, 'High Hopes' non regge obbiettivamente il
confronto.
'HIGH HOPES'
Ma in 'High Hopes' ci sono anche elementi, grazie alla collaborazione con Tom Morello
in otto brani su dodici, di novità, di rinnovamento del suono e del linguaggio a comin-
ciare dal fatto che da 'The Rising', Springsteen non aveva mai messo in campo un album
tutto rock come questo, sostenuto dalla E Street Band, compresi gli scomparsi Federici e
Clemons, perchè alcune delle tracce hanno visto la loro prima registrazione nello scorso decennio. Eterogenei i suoni e l'approccio alle canzoni, dal brano che dà titolo all'album,
High Hopes, unpezzo degli Havalinas che Springsteen aveva già inciso e pubblicato in un
Ep nel 1996, qui rivisitata con la chitarra di Morello ben in vista, per passare a Harry's Place, che consente a Morello di duettare virtualmente con il sax di Clarence Clemons,
e arrivare a uno dei punti alti dell'album. la bellissima "41 Shots" dove Springsteen
canta la storia di Amadou Diallo, afroamericano ucciso, innocente, dalla polizia a New
York con 41 colpi di pistola. La versione con la chitarra di Morello è appassionata, dolo-
rosa. Alla cover dei Saints, "Just like fire would", segue l'inedita "Down in the hole",
dove compare ancora una volta il grande Danny Federici. Più semplici, "Heaven's wall"
e la bella "Frankie Fell in Love", dove Springsteen si diverte a immaginare un dialogo
tra Shakespeare e Einstein davanti a una birra, con lo scienziato che scrive numeri su
un tovagliolo mentre il poeta suggerisce che tutto ha inizio con un bacio. Molto vicina
alle atmosfere di Wrecking Ball è "This is your sword", con richiami biblici e cornamu-
se sullo sfondo, mentre di stampo completamente acustico è l'inedita "Hunter of invisible
game". Uno dei "pezzi forti dell'album è la nuova versione di "The ghost of Tom Joad",
inevitabile anello di congiunzione tra Tom Morello e Bruce Springsteen, per tematiche e
forza espressiva. Qui il chitarrista dei Rage Against The Machine prende il sopravvento,
canta una strofa, mena fendenti con la sua chitarra, sostenuto dalla EStreet Band, in una versione meno affascinante dell'originale, ma assolutamente esplosiva. L'impegno fa capo-
lino anche nella ballata acustica "The wall" che anticipa il finale di "Dream baby dream",
una cover degli elettronici Suicide, magnifico esempio di come Springsteen sia in grado di
rileggere la storia del rock e di farla cosa sua.
(da 'La Gazzetta dello Sport' - 7 gennaio '14 - Altri mondi - Filippo Conticelli)
Sessantaquattro anni compiuti e ancora esplode di vita e di rock. Ancora canta
al futuro che dovrà essere migliore dell'oggi. . Da sempre Sèpringsteen riempie
di senso il sogno americano e, con una nuova scarica elettrica, torna a misurare
le "grandi speranze" di noi esseri umani. High Hopes è il nome scelto per il 18°
album in studio del Boss che uscirà martedì prossimo, ma che tanti masticano già.
Colpa (o merito di Amazon): per sbaglio ha messo in vendita l'album per qualche
ora portando a un inevitabile contagio dei brani in Rete. Chi sospetta di un'astu-
ta mossa di marketing non è detto che faccia peccato, intanto la Cbs ha trovato
un accordo innovativo per pubblicare in streaming il disco, che sarà pure colonna
sonora di una puntata della serie tv Usa 'The Good Wife".
R E D E N Z I O N E
Due anni come un tornado, in ogni angolo del pianeta i soliti live leggendari,
esperienze mistiche più che musicali, e adesso Springsteen è semplicemente
sceso in cantina. Ha ripescato materiale vecchio, scarti, brani suonati e mai
incisi, cover: "Questo disco è una anomalia", ha ammesso per primo il Boss.
Molto passa pure da un incontro felice:
CONTINUA... t o b e c o n t i n u e d...
Springsteen e la chitarra di Morello:
12 brani del boss sul web per errore di Amazon
(da 'la Repubblica' - 31/12/'13 - Ernesto Assante)
Un album "minore" con cose già edite, cover (ben 4) e inediti.
Ecco come fan e appassionati hanno considerato fino a qual-
che giorno fa, il nuovo album di B. Springsteen, 'High Hopes',
in uscita il 14 gennaio ma già reperibile online, sia per gli
ormai tradizionali "leak" che anticipano sistematicamente
le uscite dei dischi principali, sia in questo caso per un erro-
re di Amazon, che ha messo negli scorsi giorni l'album in
vendita per qualche ora, consentendo di scaricare le canzoni
e quindi condividerle nella Rete. Ma è davvero un disco "mi-
nore"? Considerando il buon risultato del precedente 'Wre-
cking Ball', uno dei migliori di Springsteen dai tempi di 'The
Rising' del 2002, 'High Hopes' non regge obbiettivamente il
confronto.
'HIGH HOPES'
Ma in 'High Hopes' ci sono anche elementi, grazie alla collaborazione con Tom Morello
in otto brani su dodici, di novità, di rinnovamento del suono e del linguaggio a comin-
ciare dal fatto che da 'The Rising', Springsteen non aveva mai messo in campo un album
tutto rock come questo, sostenuto dalla E Street Band, compresi gli scomparsi Federici e
Clemons, perchè alcune delle tracce hanno visto la loro prima registrazione nello scorso decennio. Eterogenei i suoni e l'approccio alle canzoni, dal brano che dà titolo all'album,
High Hopes, unpezzo degli Havalinas che Springsteen aveva già inciso e pubblicato in un
Ep nel 1996, qui rivisitata con la chitarra di Morello ben in vista, per passare a Harry's Place, che consente a Morello di duettare virtualmente con il sax di Clarence Clemons,
e arrivare a uno dei punti alti dell'album. la bellissima "41 Shots" dove Springsteen
canta la storia di Amadou Diallo, afroamericano ucciso, innocente, dalla polizia a New
York con 41 colpi di pistola. La versione con la chitarra di Morello è appassionata, dolo-
rosa. Alla cover dei Saints, "Just like fire would", segue l'inedita "Down in the hole",
dove compare ancora una volta il grande Danny Federici. Più semplici, "Heaven's wall"
e la bella "Frankie Fell in Love", dove Springsteen si diverte a immaginare un dialogo
tra Shakespeare e Einstein davanti a una birra, con lo scienziato che scrive numeri su
un tovagliolo mentre il poeta suggerisce che tutto ha inizio con un bacio. Molto vicina
alle atmosfere di Wrecking Ball è "This is your sword", con richiami biblici e cornamu-
se sullo sfondo, mentre di stampo completamente acustico è l'inedita "Hunter of invisible
game". Uno dei "pezzi forti dell'album è la nuova versione di "The ghost of Tom Joad",
inevitabile anello di congiunzione tra Tom Morello e Bruce Springsteen, per tematiche e
forza espressiva. Qui il chitarrista dei Rage Against The Machine prende il sopravvento,
canta una strofa, mena fendenti con la sua chitarra, sostenuto dalla EStreet Band, in una versione meno affascinante dell'originale, ma assolutamente esplosiva. L'impegno fa capo-
lino anche nella ballata acustica "The wall" che anticipa il finale di "Dream baby dream",
una cover degli elettronici Suicide, magnifico esempio di come Springsteen sia in grado di
rileggere la storia del rock e di farla cosa sua.
(da 'La Gazzetta dello Sport' - 7 gennaio '14 - Altri mondi - Filippo Conticelli)
Sessantaquattro anni compiuti e ancora esplode di vita e di rock. Ancora canta
al futuro che dovrà essere migliore dell'oggi. . Da sempre Sèpringsteen riempie
di senso il sogno americano e, con una nuova scarica elettrica, torna a misurare
le "grandi speranze" di noi esseri umani. High Hopes è il nome scelto per il 18°
album in studio del Boss che uscirà martedì prossimo, ma che tanti masticano già.
Colpa (o merito di Amazon): per sbaglio ha messo in vendita l'album per qualche
ora portando a un inevitabile contagio dei brani in Rete. Chi sospetta di un'astu-
ta mossa di marketing non è detto che faccia peccato, intanto la Cbs ha trovato
un accordo innovativo per pubblicare in streaming il disco, che sarà pure colonna
sonora di una puntata della serie tv Usa 'The Good Wife".
R E D E N Z I O N E
Due anni come un tornado, in ogni angolo del pianeta i soliti live leggendari,
esperienze mistiche più che musicali, e adesso Springsteen è semplicemente
sceso in cantina. Ha ripescato materiale vecchio, scarti, brani suonati e mai
incisi, cover: "Questo disco è una anomalia", ha ammesso per primo il Boss.
Molto passa pure da un incontro felice:
CONTINUA... t o b e c o n t i n u e d...
giovedì 2 gennaio 2014
Spettacoli / cinema - Film su Mandela e su altri eroi neri americani
2 gennaio 2014 - giovedì 2nd January / Thursday visioni post - 2
Sugli schermi storie di eroi neri, a partire
da Mandela nel film "Long walk to freedom" /
L'attore inglese che lo interpreta, Idris Elba: "Mandela ci ha
insegnato l'orgoglio e la forza delle nostre radici"
(da 'la Repubblica' - 31/12/ 2013 - di Silvia Bizio con intervista)
Los Angeles -
"Ci sono attori che fanno un film, e film che fanno un attore. Per me vale
il secondo caso: questo film mi ha cambiato". Idris Elba è il protagonista
di "Mandela: long walk to freedom", diretto dal britannico Justin Chadwick,
uscito negli Usa pochi giorni prima della scomparsa del leader sudafricano,
emblema di una stagione cinematografica caratterizzata dalla presenza di
film , autori e attori afroamericani, da "12 anni schiavo" a "Fruitvale Sta-
tion" a "Black Nativity".
"Mandela: long walk to freedom" è valso a Idris Elba una nomination al
Golden Globe come miglior attore nella categoria dei fil drammatici - ma
è candidato anche per l'interpretazione nella serie tv 'Luther'.
Elba, noto anche come rapper con il nome di Driis, è tra gli attori di spicco
di questa stagione di premi insieme al collega Chiwetel Ejiofor prtotagoni-
sta di "12 years a slave". La sua interpretazione è stata apprezzata dall'ex
presidente sudafricano quando era ancora in vita, e Barack Obama ha in-
vitato attore e regista alla Casa Bianca per una proiezione privata.
Il film, tratto dall'autobiografia di Mandela (The long walk to freedom), è
una produzione indipendente sudafricana, la prima del paese ad affrontare
la storia di Madiba. I l progetto è stato inseguito per anni dal produttore
Anant Singh che aveva acquistato i diritti del libro quando Mandela era
ancora in carcere. Ripercorre le tappe più importanti della sua vita dall'in-
fanzia all'entrata in politica, l'arresto, l'ergastolo, gli anni a Robben Island
fino alla scarcerazione nel 1991 e l'elezione alla presidenza.
Uscito negli Usa il 27 novembre '13, il film non ha ancora una distribuzione
per l'italia. Silvia Bizio ha incontrato Idris Elba a Los Angeles.
Continua...
To be continued...
Sugli schermi storie di eroi neri, a partire
da Mandela nel film "Long walk to freedom" /
L'attore inglese che lo interpreta, Idris Elba: "Mandela ci ha
insegnato l'orgoglio e la forza delle nostre radici"
(da 'la Repubblica' - 31/12/ 2013 - di Silvia Bizio con intervista)
Los Angeles -
"Ci sono attori che fanno un film, e film che fanno un attore. Per me vale
il secondo caso: questo film mi ha cambiato". Idris Elba è il protagonista
di "Mandela: long walk to freedom", diretto dal britannico Justin Chadwick,
uscito negli Usa pochi giorni prima della scomparsa del leader sudafricano,
emblema di una stagione cinematografica caratterizzata dalla presenza di
film , autori e attori afroamericani, da "12 anni schiavo" a "Fruitvale Sta-
tion" a "Black Nativity".
"Mandela: long walk to freedom" è valso a Idris Elba una nomination al
Golden Globe come miglior attore nella categoria dei fil drammatici - ma
è candidato anche per l'interpretazione nella serie tv 'Luther'.
Elba, noto anche come rapper con il nome di Driis, è tra gli attori di spicco
di questa stagione di premi insieme al collega Chiwetel Ejiofor prtotagoni-
sta di "12 years a slave". La sua interpretazione è stata apprezzata dall'ex
presidente sudafricano quando era ancora in vita, e Barack Obama ha in-
vitato attore e regista alla Casa Bianca per una proiezione privata.
Il film, tratto dall'autobiografia di Mandela (The long walk to freedom), è
una produzione indipendente sudafricana, la prima del paese ad affrontare
la storia di Madiba. I l progetto è stato inseguito per anni dal produttore
Anant Singh che aveva acquistato i diritti del libro quando Mandela era
ancora in carcere. Ripercorre le tappe più importanti della sua vita dall'in-
fanzia all'entrata in politica, l'arresto, l'ergastolo, gli anni a Robben Island
fino alla scarcerazione nel 1991 e l'elezione alla presidenza.
Uscito negli Usa il 27 novembre '13, il film non ha ancora una distribuzione
per l'italia. Silvia Bizio ha incontrato Idris Elba a Los Angeles.
Continua...
To be continued...
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