8 agosto '13 - giovedì 8th August / Thursday visioni post - 7
Il celebre scienziato racconta la sua vita
In un libro e in un filmato il matematico, fisico e cosmologo
britannico racconta della malattia, la morte incombente, dei
matrimoni e divorzi / Hawking: "Volevano staccarmi dalle
macchine, ma mia moglie ha detto no all'eutanasia".
(da la Repubblica - 29/07/2013 - Ettore Livini da Londra)
"Signora Jane. La situazione è serissima e c'è poco da fare. Basta che
lei ci dica sì e noi stacchiamo le macchine". Di buchi neri si è occupa-
to, da scienziato, per tutta la carriera. Ma quello più scuro - destinato
a mangiarsi non la luce o la massa di una qualche galassia lontana
anni luce da noi, ma la sua stessa vita - Stephen Hawking l'ha incon-
trato, e molto da vicino, nel 1985. E oggi, quasi trent'anni dopo, ha
deciso - in un documentario e in una biografia in uscita tra pochi me-
si - di svelare al mondo, dopo i segreti di stelle e via Lattea, anche i
segreti più nascosti del suo piccolo universo personale., compresa la
"quasi morte" di allora. "Ero a Ginevra, in coma farmaceutico per
provare a curare una polmonite, figlia della atrofia muscolare pro-
gressiva che mi ha ridotto in carrozzella - racconta per la prima volta
nel documentario "Hawking", in uscita nelle prossime settimane-. I
medici pensavano che ci fosse poco da fare. E così hanno offerto a
mia moglie (la prima, Jane Wilde, ndr.) la possibilità di farla finita".
Lei, per fortuna sua e della scienza, ha detto di no. "Ha voluto a tut.
ti i costi che tornassi a Cambridge". Lì gli hanno praticato un'inci-
sione in gola "che mi ha rubato per sempre la possibilità di parlare
ma mi ha fatto guarire". Consentendo al geniale cosmologo inglese
di completare nel 1987 'A brief History of time' (in italiano Dal Big
Bang ai buchi neri), il libro che con 10 milioni di copie vendute in 40
lingue differenti l'ha reso famoso in tutto il pianeta. E di concedersi
oggi, 50 anni dopo che i medici gli avevano pronosticato pochi mesi
di vita, il lusso di indagare sui misteri di se stesso, provando a rac-
contare nella doppia biografia scritta (''My brief History', in libre-
ria a settembre) e in celluloide i segreti e le magie di un'esistenza
vissuta come una stella, in eterna sospensione tra la fortissima lu-
ce del palcoscenico della notorietà e il rischio di essere risucchiato
dal buco nero della morte.
Stephen Hawking
Per Hawking non è stato un esercizio facile. A 71 anni, e con i suoi acciacchi,
lavorare è un percorso tutto in salita. Il libro - malgrado la Intel stia lavoran-
do per mettere a punto un sistema di scrittura studiato "ad hoc" per lui - ha
voluto comporlo (per la prima volta) tutto da solo. Muovendo il cusrsore con
l'ultimo muscolo del suo corpo che ancora risponde al cervello, quello della
guancia, al ritmo di 1 - 8 parole al minuto. Risultato: un capolavoro di sinte-
si, 20mila parole (una biografia-bonsai per gli ego ipertrofici della letteratu-
ra moderna) in cui, come nel film-documentario, ripercorre un passo alla vol-
ta il miracolo di una vita "che non foss'altro per la sua precarietà ho impara-
to a godermi in ogni momento". Dall'infanzia passata a piantare tubature e
impianti elettrici nella casa delle bambole della sorella - che l'aveva con pre-
veggenza soprannominato "Einstein" - agli anni dell'Università in cui ha
conosciuto Jane e gli è stata diagnosticata la malattia che gli ha cambiato
l'esistenza.
Parla (e scrive) lui. Intervengono amici, collaboratori. Senza retorica, con
candore, come quando lo stesso Hawking si domanda preoccupato se è più
famoso "per la malattia e la sedia a rotelle che per le scoperte scientifiche".
Come in un grande fratello ad alto quoziente d'intelligenza, non ci viene
sprecata nessuna debolezza nascosta nelle pieghe della quotidianità. Jane,
con cui il fisico ha ricostruito un bel rapporto d'amicizia, alza il velo sen-
za pruderie sui problemi del loro rapporto personale: "Mi sono innamora-
ta di lui per il suo sorriso aperto e i suoi occhi grigi: Ma dopo la malattia
è stato un problema. C'erano due Siephen Hawking: il fenomeno pubblico
e la vita privata tra medici e infermieri che ci ha precipitato nel nostro bu-
co nero. All'inizio ci divertivamo lo stesso ed eravamo convinti di sconfig-
gere l'atrofia e i medici". Ma non è andata così. "La fama e la fortuna da
una parte e i problemi di gestire la vita di tutti i giorni dall'altra sono sta-
ti troppo per me", conclude Jane. I due hanno divorziato nel 1995, lo stes-
so anno in cui Stephen ha sposato la sua infermiera Elaine Mason.
Libro e documentario (e direttamente lo stesso scienziato smentiscono
la vulgata secondo cui Elaine avrebbe abusato fisicamente di lui, mal-
trattandolo. "Il nostro matrimonio è stato passionale e tempestoso -
ammette il fisico - ma è stata la stampa a dipingermi come una vittima
di violenza domestica. Elaine non ha fatto niente di tutto questo".
Anche le seconde nozze però sono andate in fumo. Ma il cosmologo
di Oxford non ha perso un grammo della sua voglia di vivere.
"Il mio unico timore è quello di non riuscire più a muovere il mu-
scolo della guancia, spero che gli esperti di software trovino prima
altre soluzioni per me. Di sicuro, come dimostra la sua voglia di
raccontarsi, non ha intenzione di alzare bandiera bianca. Mai di-
re mai, come fossimo ancora all'85. "Se lo mettessero in una casa
di cura sarebbe finito, è il combattente più pazzo che abbia mai
conosciuto", dice nel video l'attuale assistente sanitario Niki Pi-
geon. ò- "Ogni giorno potrebbe essere l'ultimo - conclude Hawking.
Per questo vado a lavorare e mi godo tutti i secondi dell'esistenza".
Nel frattempo ha chiesto a Richard Branson di accettare la sua
iscrizione per essere spedito nello spazio a bordo della sua astro-
nave Virgin Galactic. E Branson, ovvio, ha detto sì. Il primo volo
è previsto tra qualche anno. Ma vista la biografia del signore dei
buchi neri, non c'è da stupirsi se relizzerà il suo sogno".
Lucianone
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