3 maggio '13 - venerdì 3rd May / Friday visioni post - 7
Questo Luigi Preiti è un uomo disperato,
che voleva trovare un modo diverso per
farla finita con la sua vita da disoccupato,
da giocatore di video poker e altro, da uomo separato
che viveva ormai con i genitori. E quel modo diverso
sarebbe stato nella sua mente di farsi uccidere dai po-
liziotti, dopo aver comunque mirato a qualche politico.
Ha invece mirato con la sua arma a due carabinieri e
questi, mandando in frantumi il suo piano, non hanno
reagito, e comunque uno di loro ha rischiato di morire.
Ora in tanti, anche su Internet, lo esaltano, lo fanno di-
ventare eroe, contro la politica marcia, contro il siste-
ma corrotto.
Sbagliato! La violenza non deve passare o chi ha ragione,
come al solito, passa (lui sì) dalla parte del torto, Stiamo
quindi attenti e misuriamo le parole La seguente lettera
ci potrà far capire che la violenza crea solo dolore e feri-
te profonde.
(Lucianone)
Lettera della cognata di Luigi Preiti, lo sparatore di Montecitorio
di domenica scorsa
Tania Dan
Caro direttore, è da quando ho appreso la notizia che ho deciso di scrivere
a Luigi. Ho avuto bisogno di tempo per ragionare su cosa aveva fatto: sto
male per mia sorella, mia madre e soprattutto per suo figlio che ora deve
affrontare un così grande trauma. Sto male anche per lui, per quel Luigi
che ho conosciuto, con cui ho condiviso anni di vita e che mi ha aiutato nei
momenti di bisogno. Un uomo che ho sempre ritenuto meritevole del mio
rispetto.
Continuo a chiedermi che cosa è successo a Gino. Che ha fatto in questi
ultimi anni? Quanto soffriva? Chi gli vuole bene sta soffrendo con lui a cau-
sa del suo gesto assurdo, causa di tanto dolore per tante persone. Ho ascol-
tato la figlia del brigadiere ferito: una ragazza fiera e forte nonostante il do-
lore e la disperazione. Mi auguro, Gino, che tu possa essere così forte da
affrontare le conseguenze del tuo gesto. Affrontare le conseguenze vorrà
dire fare i conti con il dolore che hai causato. Sai, Gino, molte persone con
cui ho parlato hanno commentato: "Era inevitabile che qualcuno prima o
poi sparasse alle istituzioni". E' stato anche il mio primo commento quando
ho sentito la notizia senza sapere che eri stato tu. Ora rabbrividisco a quel
pensiero fatto da un gran numero di persone tra cui l'onorevole Cecconi
del M5S che ha detto: "Se Preiti sparava ad un'auto blu era più giustifica-
to". Ora mi rendo conto di quanto dolore hai generato. La soluzione al disa-
gio non possono essere bambini con il padre in carcere e famiglie rovinate.
Ricordo le tante discussioni che abbiamo avuto, con persone con idee poli-
tiche diverse e ora ascolto questa parte di popolazione che è solo stanca e
comprende il tuo gesto. Mi rivolgo a tutte le persone che hanno scritto
post inneggiando al gesto di Luigi per dire loro che è ignobile strumenta-
lizzare un gesto folle e disperato per il loro dissenso senza tenere in consi-
derazione che c'è un bambino ancora non in grado di capire e che, da zia,
mi auguro possa rifiutare l'idea di risolvere i problemi sparando.
(La cognata a Luigi: sparare non è mai la soluzione / da la Repubblica di
venerdì 3 maggio 2013)
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Abbiamo nel governo un ministro di colore, una donna congolese,
Cecil Kyenge, ed è la prima ministra nera di un governo della
Repubblica italiana: dovremmo esserne tutti orgogliosi, noi italiani.
No, in tanti non lo sono, anzi la disprezzano e lo fanno sapere sui va-
ri social network, blogs, facebook, twitter e la insultano, la apostrofa-
no anche con parole pesanti, alcune anche irripetibili.
Va bè, gli stolti e i teppisti crescono sugli alberi, si sa, per poi comun-
que cadere come pere o mele cotte (da soli). Peccato che la rete venga
usata come murales per le nefandezze verbali più spinte.
C'è per fortuna chi vigila, controlla, si autocontrolla e corregge metten-
doci una pezza, come dimostra la seguente lettera.
(Luciano Finesso)
I commenti incivili sono stati rimossi
Gianluca Borrelli
direttore Termometropolitico.it
NELL'ARTICOLO "Kyenge zulù: insultirazzisti sui siti della galassia
nazi", pubblicato il 30 aprile, è stata citata la nostra testata Termome-
tro Politico. Con riferimento ad alcuni commenti offensivi nei confronti
del neo ministro Kyenge e del presidente del Consiglio in carica Enrico
Letta l'articolo riferiva di "assioma del dibattito ospitato da Termome-
tropolitico". E' doveroso fare una distinzione tra il forum e la testata
giornalistica. Perciò prendiamo con forza le distanze da commenti di
natura razzista o espressi in maniera incivile che, com'è nostra abitudine,
sono stati subito rimossi.
(da la Repubblica - Lettere, commenti e idee / 3 maggio 2013)
Lucianone
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