martedì 12 marzo 2013

Politica /società - Italia dopo il voto / Grillo, M5S e Pd visti da Umberto Eco

12 marzo '13 - martedì      12th March / Tuesday                   visioni post -  14

Grillo ha successo perchè non va in tv / 
L'aristocrazia dei blog ora non basta /
Quando la sinistra si dice vincente gli
italiani votano a destra
Tutto questo e altro ancora dice il professor Umberto Eco in
un'intervista al quotidiano 'la Repubblica', parlando della
sitiuazione politica aggrovigliata che si è creata dopo il voto
del 25/26 febbraio.

(da la Repubblica - 06/03/2013  -  Intervista di Stefano Bartezzaghi)

S.B. - Sono passati pochi anni, professor Umberto Eco, da quando ha detto che a
volte avanziamo, ma "a passo di gambero".   Parlava di 'populismo mediatico' e
di paradossi della civiltà tecnologica.  Con il successo elettorale del Movimento
5Stelle il gambero è ulteriormente arretrato?
U. Eco - "No, non è arretrato perchè siamo di fronte a un cambiamento epocale.
Arretrerebbe se Grillo insistesse a suggerire "faremo di quest'aula sorda e grigia
un bivacco per i nostri manipoli", perchè lo aveva già detto Mussolini. Ma se ho
delle esitazioni nei confronti di Grillo (che evidentemente si trova in un momen-
to di stallo perchè sta passando dalla protesta, in cui eccelle, alla gestione in po-
sitivo della sua rappresentanza parlamentare) ho invece una certa speranza nei
confronti dei grillini anche se, non per colpa mia, non so ancora chi siano e cosa
esattamente pensino sul come gestire la cosa pubblica.    Se non altro non hanno
ancora rubato.
S.B. -  Che cosa pensa della strategia che consente a Grillo di essere sempre in tv
senza mai andarci?
U. Eco - "Io una volta avevo detto 'la chiave del successo è  non apparire mai in
televisione'. Io non sono presente nè su Facebook nè su Twitter eppure vedo che
qualsiasi cosa scriva viene ripreso su vari siti, e non posso fare un intervento nel
più remoto seminario universitario che subito vado su You Tube.  Dunque com-
plimenti a Grillo che ha capito questo principio fondamentale: la comunicazione
non è più diretta ma va come una palla di biliardo, ovvero si parla a nuora perchè
suocera intenda (o viceversa)".
S.B. - L'insufficiente vittoria di Bersani è dovuta soprattutto a errori di comunica-
zione?
U. Eco - "Credo di sì e proprio nella Bustina di Minerva per il prossimo numero
dell'Espresso dirò in sintesi che, quando Occhetto aveva annunciato di aver mes-
so in piedi una gioiosa macchina da guerra , è iniziata l'epoca berlusconiana. E
nel corso della scorsa campagna elettorale  Bersani asseriva che avrebbe vinto e 
governato.   Tutti abbiamo pensato  che Bersani conducesse  una campagna  da
gran signore, senza svaccare come i suoi avversari  (ed era vero), ma non abbia-
mo tenuto conto che ogni volta che la sinistra si presenta come sicuramente vin-
cente, perde.  In un talk show paolo Mieli aveva detto che da almeno sessant'an-
ni in Italia il 50 per cento dei votanti non vuole un governo di sinistra o di cene-
trosinistra. Non chiediamoci ora perchè, è un fatto che per evitare un governo di
sinistra (anche se l'aumento delle tasse è stato finora fatto solo da governi di cen-
trodestra) una consistente porzione di elettori  si è rivolta  per 50 anni alla DC e
per venti al belusconismo. Forse la proposta alternativa poteva essere Monti ma
(e anche questo è un fatto) non ha funzionato.  Dunque la destra vince quando
la sinistra convince l'elettorato moderato che sarà essa a salire al potere.
Ne concludo che una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare
gli avversari. Ovvero, per vincere devi seguire il principio (attuato da Berlusco-
ni) del "chiagne e fotti". Senza arrivare a tanto il Pd poteva seguire il principio
del "keep a low profile", tieni sempre un 'profilo basso'".
S.B. - Tutti i partiti già esistenti hanno perso terreno.
U. Eco - "Credo che i partiti siano restii ad accettare il cambiamneto epocalr, e
quindi danno ragione a Grillo quando usa l'appello (certamente populistico) del
tutti a casa. Naturalmente non si ha democrazia quando dicendo che tutti i poli-
tici sono dei mascalzoni, ma che molti abbiano votato secondo questa persuasio-
ne, ecco un altro fatto, e coi fatti non si discute. Anche gli tsunami e le alluvioni
sono un fatto, mentre chi fa le processioni per far piovere di solito rischia la sic-
cità".
S.B. - Sembra che Internet ormai possa giocare un ruolo preminente nella vita
politica italiana, ma l'Italia è ancora molto arretrata nell'alfabetizzazione in-
formatica e telematica.
U. Eco - "Questo è un problema capitale. Mi sono ricordato di alcune pagine del
Contratto Sociale di Rousseau, che avevo studiato quando avevo dato con Norber-
to Bobbio l'esame di filosofia del diritto. Ora Rousseau distingue, in parole povere,
tra il Sovrano (che non è il re bensì rappresenta la volontà generale), il popolo che
lo incarna e il governo che mette in opera le leggi volute dal popolo. Ma sa benissi-
mo che, se l'ideale della democrazia  è  l'agorà greca, dove tutto il popolo, e cioè la
totalità degli individui, partecipa alla cosa pubblica senza mediazione, e vi debbo-
no essere "più cittadini magistrati che cittadini semplici privati", il principio vale
per gli stati piccoli  ma non può valere  per gli stati troppo grandi   "perchè non è 
pensabile che il popolo rimanga in perpetua assemblea per disimpegnare i pubbli-
ci affari". Rousseau è molto scettico circa le assemblee rappresentative (e dunque
i parlamenti) e pertanto ritiene che "più ingrandisce lo Stato e più il governo do-
vrebbe restringersi  in modo  che il numero  dei governanti  diminuisca  con l'au-
mento della popolazione". Sono idee sue che non discuteremo.
S. B. - Rousseau confuta Grillo o grillo confuta Rousseau?
U. Eco - "Il grillismo parlamentare è una contraddizione, di qui gli imbarazzi di
Grillo, perchè la sua idea era quella di un grillismo informatico.   Cioè, se è im-
possibile riunire a legiferare i cittadini su una piazza, si crea la piazza informati-
ca e mediante Internet in cui tutti parlano con tutti si ricrea l'agorà ateniese, per
cui il Sovrano è "on line". MA l'idea non tiene conto del fatto che gli utenti del
Web non sono tutti i cittadini (e per lungo tempo non lo saranno) per cui le deci-
sioni non vengono prese dal popolo sovrano ma da un'aristocrazia di blogghisti.
Pertanto non avremo mai il popolo in perpetua assemblea. Questo è l'impasse del
grillismo che deve scegliere tra democrazia parlamentare (che esiste, e che lui ha
accettato partecipando alle elezioni) e agorà, che non esiste più o non ancora.
Una democrazia informatica è parsa esistere nella cosiddetta primavera araba,
e ora vediamo chi poi ne ha approfittato".
S.B. - Una rilevante quantità di intervistati ha mentito, come sempre: ma questa
volta hanno favorito in segreto un movimento che predica la trasparenza. Sono i
paradossi della "sondocrazia"?
U. Eco - "C'è la barzelletta di quel bambino a cui chiedevano sempre se era un
bambino e lui rispondeva una bambina, piombando nello sconforto i suoi geni-
tori. che evidentemente erano all'antica. Poi quando da adolescente ha comin-
ciato ad andare a ragazze, i genitori gli hanno chiesto perchè allora  diceva di
essere una bambina. E lui ha risposto: 'quando mi fanno domande stupide io
sempre risposte stupide'. Ecco, se qualcuno viene a chiedermi per telefono per
chi voterò (o anche che cosa penso del tal prodotto) mi sento autorizzato a rac-
contargli una qualsiasi panzana".
S. B. - Anche in politica, come in letteratura e nella comunicazione massmediale,
sembra che il pathos oramai  predomini sul logos. E' altrimenti difficile spiegare
certi flussi che hanno portato per esempio sostenitori di Renzi a votare per Gril-
lo. E' l'entertainment, o il 'politainment', che batte la politica? la politica è diven-
tata anch'essa  soggetta  alla legge consumistica  per cui tutto ciò che è nuovo è
più attraente?"
U. Eco - "In tempi in cui il vecchio non suscita più passioni anche il nuovo può
diventare attraente.Ma il problema è che Nixon è stato battuto da Kennedy per-
chè si è mostrato in TV con la barba malfatta.   Nixon doveva ispirare sfiducia
per ben altre ragioni, ma ha perso a causa del suo barbiere. Il Sovrano di Rous-
seau non sempre  ragiona  con la testa  ma  (a essere indulgenti) col cuore, e  il
cuore può fare brutti scherzi, come prova il numero di divorziati e il prurito del
settimo anno".
S. B. - I "tecnici" in politica non hanno avuto più successo degli intellettuali
éngagés di una volta. E' una sconfitta della cultura e della competenza, pro-
prio tempi che si vorrebbero meritocratici?"
U. Eco - "Ma se hanno ammazzato Socrate, perchè fa domande del genere? 
E francamente, perchè e per chi facciamo questa intervista? Ma in fondo
siamo ancora gramsciani: pessimismo della ragione e ottimismo della vo-
lontà".


Lucianone

Continua...to be continued...

Nessun commento:

Posta un commento