sabato 2 marzo 2013

Politica / Economia - ITALIA / Paese bloccato e al limite

2 marzo '13 - sabato    2nd March / Saturday                   visioni post - 4

RIPARTIRE DALL'ECONOMIA REALE
I disoccupati non  aspettano. E neanche le imprese, i piccoli artigiani, commercianti.
Il Paese reale presenta il conto della recessione, mentre la politica resta impigliata
nello "scacco matto" prodotto dalle elezioni. Finora dall'Europa arrivano segnali di 
fiduciosa attesa, ma prima o poi qualcuno dovrà pure presentare un programma con
obiettivi precisi. E gli obiettivi, visti i numeri di ieri, sembrano sempre più lontani.
Vero è che nelle sabbie mobili della decrescita ci siamo (ormai) quasi tutti. Persino
il ministro  delle finanze olandesi  Jeroem Dijsselbloem, oggi presidente dell'Euro-
gruppo, descritto come un laburista "di ferro" (nel senso del rigorismo) ieri ha do-
vuto ammettere che  neanche l'Olanda riuscirà  a stare sotto la soglia  del  3% di
deficit, e che quindi serve un allentamento. Purtroppo Mario Monti non ha fatto lo
stesso, come ha ricordato due giorni fa. Per tenere testa a Merkel, il premier italia-
no ha preferito "uccidere" famiglie e imprese.
Oggi la strada dell'allentamento dei vincoli si sta facendo più concreta. Ma basterà
un semplice rinvio  degli obiettivi  per far ripartire  un'Italia  con il terzo debito  del
mondo? "La situazione è talmente difficile e complicata che dobbiamo metterci tutti
insieme per ritrovare la crescita dell'economia reale, indipendentemente dagli schie-
ramenti", ha dichiarato ieri il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, riproponen-
do di fatto un esecutivo di larghe intese, che però per ora non si vede all'orizzonte
DATI ESPLOSIVI
I dati forniti dall'Istat sono una miscela esplosiva per i mercati, che l'Italia non può
permetteri di ignorare  visto che ogni  anno rifinanziano emissioni per oltre 400 mi-
liardi. Nel 2012 la ricchezza è diminuita del 2,4%, il doppio di quanto si era stimato
all'inizio dell'anno.    Il debito pubblico tocca quota 127 %, il più alto  da inizio anni
'90, quando poi l'allora premier calò la sua ghigliottina sui conti correnti.
Ma il numero davvero preoccupante è il dato sulla disoccupazione: a gennaio 3 mi-
lioni di persone sono in cerca di lavoro e i precari superano quota 2,8 milioni.
Questa è la fotografia della recessione italiana, questa è la "tragedia" di cui ha
parlato due giorni fa il presidente della Bce Mario Draghi.
I risultati delle politiche di austerità sono catastrofici. La storiella che prima si
rimettono in ordine i conti, e poi sarà più facile ripartire, viene smentita dai fatti.
L'Italia sarebbe vicina al pareggio di bilancio (sempre se si depurano i dati dal
ciclo economico, cioè non computando la parte di deficit causata dalla recessio-
ne) , ma è lontana dalla ricchezza e dalla piena occupazione.    I due obiettivi evi-
dentemente non stanno insieme. In più "con lo scoppio della crisi finanziaria nel
2008  i Peasi piigs (cioè quelli in disordine con i conti, tra cui anche l'Italia)  del-
l'eurozona hanno scoperto di essere in una situazione analoga a tutti quei Paesi
dell'Asia o dell'America latina che negli anni Ottanta e Novanta si erano indebi-
tati in dollari, cioè di una moneta di cui non avevano il controllo".  Così scrive
Ruggero Paladini in un'analisi pubblicata sul sito www.nens.it.
Insomma, il deficit scende, ma il debito aumenta (al contrario di quanto pensavano
i rigoristi, e aumenterà  sempre di più  perchè il Pil scenderà sempre di più  sotto i
colpi dei tagli. Oggi c'è qualche controllo in più sulla moneta, dopo la scelta di Dra-
ghi di varare  gli Omt (outright monetary transaction), ovvero  misure  salva-Stati
attraverso l'intervento della Bce.

Continua...to be continued...

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