sabato 5 gennaio 2013

Riflessioni parallele - Su razzismo e Palestina

6 gennaio 2012 - domenica        6th January / Sunday            visioni post  -  17

Finalmente un giocatore di colore e una
squadra di calcio
si ribellano agli spettatori razzisti ed escono dal campo
in segno di protesta. Non era mai accaduto e c'è voluta
un'amichevole (Pro Patria - Milan)  perchè si arrivasse
giustamente a tanto.    Per quanto riguarda le forme di
razzismo negli stadi, esiste da un pò  la regola che il di-
rettore di gara, cioè l'arbitro, può far  interrompere  la
partita, quando sia necessario  in seguito agli insulti va-
ri e agli ululati di "buu" indirizzati ai giocatori di colore,
ma ciò non era mai stato messo in pratica in partite vere.
Un giocatore del Milan, Boateng, ha voluto dare la prima
scossa all'ambiente, in parte assuefatto alle mille imbecil-
lità razziste, e pur sbagliando nella forma (pallonata indi-
rizzata alla curva da cui provenivano gli insulti) ha fatto
comunque un gesto di sostanza, ribellandosi a questa che
ormai è diventata  da parte pur di minoranze  un'usanza
becera e incivile che dallo sport  in genere dovrà essere 
allontanata definitivamente. E per farlo, coloro che gui-
dano il calcio, quindi i vertici del mondo sportivo, devono
fare tutto il possibile perchè queste frange di tifosi razzi-
sti vengano tenute  fuori dagli stadi  e  da qualsiasi altro
impianto sportivo. Le famiglie stesse che vogliono conti-
nuare ad assistere ad avvenimenti sportivi come il calcio,
il basket o il volley lo potranno fare con maggior serenità.
(Lucianone)

RAZZISMO 
(di Tzvetan Teodorov)
Prima di tutto credo che  il razzismo abbia delle ragioni strutturali  e che rischi
di continuare a lungo. Non si può spiegare con una perversione personale o con
la mancanza deplorevole di buone intenzioni.   Identificare un "noi" e un "loro"
sulla base delle caratteristiche fisiche, razionalizzare quella separazione asso-
ciando ad essa comportamenti sociali è il modo più facile di orientarsi in una
società nella quale gli altri punti di riferimento sono scomparsi.  -  Ma questo
non rende il razzismo più accettabile... Sembra poi che le reazioni giuridiche
o morali tocchino solo la superficie delle cose.
E' giusto che ci siano delle leggi che puniscono la discriminazione e i crimini
razziali, è bene che i bambini vengano allevati nello spirito di una morale uni-
versale e della reciproca tolleranza. Tuttavia le sanzioni legali o quelle mora-
li non agiscono sulle cause del razzismo, ma solo sui suoi sintomi.
(tratto dal libro di T. Teodorov "L'uomo spaesato" - ed. Donzelli)
(dal Sillabario  / 'la Repubblica' - 6/12/'12)
PALESTINA
(di Amos Oz)
I palestinesi vogliono la terra che chiamano Palestina.  La vogliono per delle
ragioni stringenti.     Gli ebrei israeliani vogliono  esattamente la stessa terra
esattamente per le stesse ragioni, il che garantisce una perfetta comprensione
fra le parti, e dà la misura di una terribile tragedia.
Fiumi di caffè insieme non potranno mai cancellare  la tragedia di due popoli
che rivendicano, e ritengo con ragione , lo stesso  piccolo paese  quale unica
loro patria, nazione al mondo.   Pertanto, un caffè conviviale  è cosa meravi-
gliosa, ci sto soprattutto se si tratta di caffè arabo, che è infinitamente miglio-
re di quello israeliano. Ma un caffè insieme non può risolvere il problema.
Ciò di cui abbiamo bisogno non è soltanto un caffè che serva a capirsi meglio.
Ciò di cui abbiamo bisogno è un doloroso compromesso.

Riflessioni (ulteriori) sul razzismo
Il non-uomo

Lucianone

CONTINUA... to be continued...

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