12 luglio 2012 - giovedì 12th July / Thursday visioni del post - 10
L'Opinione del giovedì
(di Lucianone)
Democrazia/Equità sociale, Tecnologia, Mercati
e Guerre economiche
Riprendo dopo un bel pò di pausa questa rubrica, cui tengo in modo
particolare. Infatti in questo spazio posso finalmente esprimermi in
tutta ampiezza, quindi a 360 gradi: sulla politica e sull'economia,
sulla scuola e l'università, sulle cose che funzionano e quelle che
assolutamente non vanno non solo in Italia ma nel nostro grande
pianeta, anche per quanto riguarda l'ambiente, la globalizzazione,
il sistema (politico-economico-religioso...) che lo sta attualmente
governando nelle differenti aree continentali-geografiche.
Allora per cominciare parto dal nostro continente: l'Europa sta
attraversando una delle peggiori CRISI della sua storia, ma non
(quindi) la peggiore. Ricordiamoci sempre delle due Grandi Guerre
Mondiali con il seguito di morti e distruzioni (città rase al suolo),
con la gente sopravvissuta che durante e dopo le guerre non aveva
di che mangiare. - Mia madre è scampata a due bombardamenti a
Verona, salva per miracolo. Erano stati tempi terribili, anzi atro-
ci, che i nonni (1^ Guerra Mondiale) e i padri della mia genera-
zione (2^ Guerra Mondiale) ricordano ancora in modo indelebile.
E ricordiamo sempre che quelle guerre furono combattute contro
nemici che volevano o conquistare pezzi di territorio o imporre in
modo autoritario la loro ideologia politica, quindi veniva messa
in pericolo quella che chiamiamo oggi la democrazia, la libertà
di un insieme di persone chiamato popolo di determinare auto-
nomamente il proprio destino, il proprio futuro.
Ma è chiaro che la memoria, pur cercando di non perderla e anzi
tenendola ben viva come patrimonio di ciò che poi siamo diventa-
ti nella crescita facendone tesoro, non è che cosa morta, andata e
ormai indice di cose perse per sempre. E' l'oggi, l'attualità quello
che conta in quanto divenire continuo per il nostro benessere, per
darci tranquillità o paura, speranza o delusione cocente o addirit-
tura sfiducia totale. Ecco, oggi siamo nel mezzo di una CRISI tale
che il nostro divenire quotidiano si sta facendo statico, bloccato
come le statuine dei nani nei giardini delle villette e un pò alla
volta si scivola verso la paura di diventare più poveri a livello
economico, verso la sfiducia sempre più profonda nelle istitu-
zioni, nei partiti e in chi avrebbe dovuto rappresentare il senso
di democrazia in uno Stato agli occhi dei cittadini. Sembra che
tutto questo non esista più. Quando uno Stato deve far ricorso
a un governo tecnico, i pericoli che venga a mancare qualche
pezzo di democrazia esistono realmente, quando un governo
tecnico, sia in Italia, che in Grecia, che in Spagna (non im-
porta) deve accontentare non i suoi cittadini, ma le Banche
e gli Investitori stranieri e le Agenzie dei vari rating, allora
la democrazia già è sparita ed è solo una parola vuota.
I sindacati, da parecchio tempo finalmente uniti nel difendere
democraticamente i diritti dei lavoratori, vengono attaccati dal
governo sulla concertazione (che significa fare le cose assieme,
significa dialogo sociale tra le parti). Ma quello che in generale
sta accadendo nel sud Europa è qualcosa di grave proprio sul
piano della democrazia in quanto si sta impoverendo una grande
parte del ceto medio che era ed è sempre meno la parte trainante
della società o perlomeno il collant che teneva unita la parte più
povera a quella borghese-arricchita. Si sta sciogliendo quel ceto
che sta precipitando in basso. Dopo la grande CRISI greca e quel-
la quasi/grande italiana, adesso è il momento della Spagna, dove
i poliziotti sembrano andare in guerra contro i cittadini, i primi
corazzati da capo a piedi, i secondi inermi con mani alzate solo
in atto di protesta e intanto la gente viene colpita da pallottole
di gomma. I grandi capitali, le grandi Banche, le grandi Finanze
stanno attaccando il Sud Europa. O Monti non se n'è accorto o
fa finta di non accorgersene e anche lui ne fa parte: questo pensa
una buona parte di cittadini italiani, pensano ormai in tanti che
che ci sia tutto un intrigo da cui non se ne esce più, e questo farà
molto male alla democrazia, perchè la vera democrazia non guarda
i soldi, ma riguarda uomini, persone, sentimenti e soprattutto una
parola che da Monti e dai suoi ministri non si è più sentita nomi-
nare: Equità sociale. - in pratica si sta tagliando nelle tasche del
popolo bue (come si diceva una volta), non nelle tasche dei privile-
giati che sono ancora tanti, tanti, tanti... Stiamo pagando per il
mantenimento della super-ricchezza di una minoranza privilegiata.
Altro aspetto molto importante in quanto decisivo è quello della
tecnologia, che ha avuto sempre di più un impatto pesante e spesso
negativo su tanti punti della stessa vita (democratica) dei cittadini
a livello mondiale.
Continua...to be continued...
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