Un primo episodio alle 9 (5.8), poi di nuovo alle 12.56 e alle 13. Il numero delle vittime sale a 17, gli sfollati salgono a quota 14mila. Evento sismico avvertito distintamente a Bologna, nel Ferrarese, a Ravenna, ma anche in Lombardia e in Toscana. Situazione drammatica a Cavezzo, San Felice, Mirandola. Il ministro Cancellieri nelle terre colpite. Difficoltà nelle comunicazioni mobili. Errani: "Faremo tutto quello che si deve per mettere in sicurezza i cittadini". Mercoledì a Bologna scuole chiuse.
Crolli dei capannoni
"La normativa fino a pochi anni fa permetteva la costruzione di capannoni fatti così, con incastri di prefabbricati: Un sistema pensato per resistere al vento, non a un terremoto". lo afferma il presidente dell'ordine degli inge- gneri di Modena, Augusto Gambuzzi. - Sui crolli nei capannoni, intanto la procura di Modena ha aperto un'indagine, per accertare le dinamiche degli incidenti che hanno provocato diversi morti. Tra le vittime c'è anche un col- lega di Gambuzzi, l'ingegnere Gianni Bignardi sorpreso dal terremoto di ieri mentre stava effettuando un controllo. Donna estratta da macerie, cauta fiducia dei medici E' ancora ricoverata in Neuroranimazionen all'Ospedale di Baggiovara la 65enne estratta viva dalle macerie a Cavezzo, nel Modenese. La donna è sedata farmacologicamente e la prognosi rimane riservata, ma gli specia- listi si dicono cautamente fiduciosi in un suo recupero e nella funzionali- tà degli arti, visto come ha risposto la paziente.
Il centro di Cavezzo (Mo) dopo il terremoto Da Toscana psicologi di sostegno Pubbliche Assistenze toscane impegnate per il sisma in Emilia hanno inviato al campo allestito dalla Regione Toscana psicologi del nucleo di sostegno per chi è colpito da calamità naturali. Gli uomini di Anpas Toscana da ieri sono presenti anche nel campo di Novi di Modena. Dopo la nuova scossa, dalla Toscana sono in tutto 60 i volontari al lavoro in Emilia, impegnati nel campo della Regione a San Possidonio, nei campi Anpas di Costa, a Mirandola e Novi di Modena. Nuove scosse, oltre 15 mila gli sfollati Si aggrava il bilancio del sisma. Recuperato dalle macerie il corpo dell'ultimo disperso: è un altro operaio ucciso dal collasso di un'azienda di Medolla. I sismologi: "Le scosse continueranno". Prime misure d'urgenza del governo. La Procura apre un'inchiesta sul crollo dei capannoni. Confindustria respinge le accuse agli imprenditori sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Napolitano: "Sfilata 2 giugno sia sobria"
Diciassette morti, 15mila sfollati, più di 350 feriti. Sono i numeri complessivi, forniti dalla Protezione civile, dopo il nuovo sisma che ha colpito l'Emilia e le tre scosse di grado superiore a 5 della scala Ritcher che si sono abbattute sul modenese martedì mattina. Anche l'ultima vittima accertata è un operaio, inizialmente dato per disperso, il cui corpo è stato estratto dalle macerie del capannone di Medolla (VIDEO) In zone colpite 20 farmacie inagibili In Emilia, nelle zone colpite dal terremoto, ''al momento sono circa 20 le farmacie inagibili, anche se il servizio è stato sempre garantito in maniera straordinaria grazie al senso di responsabilità dei farmacisti, nonostante condizioni a volte impensabili''. Lo spiega il presidente di Federfarma Emilia-Romagna, Domenico Dal Re, appena tornato da un sopralluogo nelle zone più danneggiate, sottolineando che ''in molti casi la prosecuzione del servizio è stata resa possibile grazie all'arrivo dei container''. Da domani campo Abruzzo ospiterà 300 persone sfollate 'Da stasera le nostre tende potranno ospitare 150 persone, mentre, in tutta la giornata, abbiamo distribuito 500 pasti. Domani il campo sarà a pieno regime e potrà ospitare 300 persone, oltre alla distribuzione di 500-600 pasti al giorno. Stiamo inoltre valutando di ampliare la tendopoli e, proprio per questo, è in arrivo altro materiale dall'Abruzzo''. Lo riferisce l'assessore alla Protezione civile, Gianfranco Giuliante, che stamani ha raggiunto a Cavezzo (Modena) con la colonna mobile regionale.
L'esperto risponde 'Quando arriva il terremoto?' Nessuno ora può prevederlo
Malgrado gli sforzi della comunità scientifica mondiale, il fenomeno naturale resta imprevedibile. Il perché lo spiega Gianluca Valensise, geofisico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano
GLI EVENTI del 20 e del 29 maggio in Emilia 1 hanno dato origine alle più strane congetture sulle cause dei sismi. Idee, fantasie, timori ed anedotti che si intrecciano a scampoli di scienza, fantascienza e pseudoscienza. La realtà è che malgrado gli sforzi della comunità scientifica mondiale, i terremoti rimangono un fenomeno naturale imprevedibile. Il perché lo spiega Gianluca Valensise, geofisico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV).
Valensise, molti si chiedono quale aspetto si può prevedere dei terremoti.
"Oggi riusciamo a prevedere dove sono le faglie che possono dare terremoti distruttivi, la magnitudo massima attesa e un quadro dello scuotimento atteso. E questo include sia l'accelerazione attesa al bedrock sia le eventuali amplificazioni dovute a diversi aspetti nella forma e nella geologia dei siti. Per esempio l'origine dei due forti terremoti del 20 e 29 maggio erano ben identificate da anni nella nostra banca dati. Su questa base riusciamo anche a prevedere con buona approssimazione l'altezza dell'onda di maremoto che si può generare a seguito di un terremoto e come questa si propagherà (sia in termini di velocità che di altezza con cui l'onda inciderà sulle diverse coste)".
Cosa è invece che non si può prevedere dei terremoti?"Sicuramente l'istante di accadimento esatto. Ma anche il solo fatto che possano verificarsi: in altre parole, esistono ancora tipi di faglie di cui non sappiamo nemmeno l'esistenza, ad esempio perché cadono in mare o perché sono "cieche". Questo sarebbe il caso anche della Pianura Padana, se non fosse per la formidabile conoscenza acquisita nei decenni dell'esplorazioni petrolifera".
Perché, dopo tanti studi i geologi non possono ancora prevedere quando avviene un terremoto? "Innanzitutto il geologo è comunque una figura professionale inadatta a esprimersi sul "quando". Al geologo bisogna chiedere grandezze e valutazioni in linea con gli strumenti a sua disposizione, che sono l'osservazione diretta della geologia, della tettonica e delle geomorfologia, l'analisi di dati di sottosuolo, la datazione dei fenomeni di deformazione attiva".
Comunque presto o tardi si arriverà a poter prevedere con precisione il dove, l'intensità e il quando un terremoto può avvenire, o no? "No, non vedo questo traguardo raggiungibile nei prossimi due o tre decenni almeno. Anche perché nel frattempo molte agenzie internazionali hanno drasticamente ridotto il finanziamento dedicato ai precursori sismici preferendo focalizzarsi su altre ricerche più "solide" (per non parlare della ricerca in sismologia applicata, che giustamente oggi privilegia - ad esempio - gli studi sulla risposta sismica)".
Nei documenti degli istituti scientifici si parla di "faglie", che poi sarebbero le zone da cui si sprigiona un evento sismico. Non sono convinto che tutti sappiano di cosa parliamo, ci puoi spiegare? "La faglia è una frattura della crosta terrestre lungo la quale due blocchi di roccia possono scorrere tra loro, se sollecitati dalle forze tettoniche. Lungo il piano di faglia normalmente esiste un certo attrito: l'accumulo di sforzo può portare al superamento di quell'attrito e quindi al movimento dei due blocchi, ovvero al terremoto, con liberazione di energia sismica e deformazione delle rocce circostanti. Le faglie possono avere dimensioni molto variabili, dal millimetro, ai 1000 km della faglia di Sant'Andreas, alle migliaia di km delle zone di subudzione del Pacifico".
E questo per il mondo. In Italia?"In Italia le faglie sismogenetiche (cioè che possono originare terremoti) sono mappate in un database, che per ognuna ipotizza anche una magnitudo massima attesa e un valore di dislocazione (che dà il tempo di ricarica della faglia e quindi in ultima analisi quantifica la frequenza con cui si muoverà). In generale esistono grandi faglie sismogenetiche lungo il piede delle Alpi meridionali tra la Lombardia e il Friuli, al piede dell'Appennino sotto la Pianura Padana e l'Adriatico, lungo tutto l'asse dell'Appennino fino allo Stretto di Messina, in Sicilia orientale, nel Gargano e nel Tirreno meridionale".
Poi ci sono i cosiddetti "effetti di sito", ovvero le caratteristiche locali del terreno e la morfologia. Quali terreni sono a maggior rischio? "A partire dal forte terremoto di Città del Messico del 1985 si è iniziato a mettere a fuoco seriamente gli "effetti di sito", ovvero effetti di amplificazione del moto del suolo dovuti a particolari condizioni della geologia superficiale. Tra queste condizioni vi è l'esistenza di sedimenti sciolti sovrapposti a un basamento più rigido, come avviene tipicamente nelle valli fluviali. In questo caso al passaggio dalla roccia più dura ai sedimenti sciolti si determina un forte aumento di ampiezza delle onde stesse e una tendenza di tutto il corpo sedimentario a entrare in riconanza, con l'effetto di aumentare sia l'intensità dello scuotimento sia la sua durata".
Terremoto, l'Emilia chiede aiuto
Accorrono volontari da tutta Italia
La terra continua a tremare, con scosse anche molto forti. Finora 10 i morti accertati. Nei luoghi dell'epicentro, arrivano i volontari delle Protezioni civili di diverse regioni, della Caritas e della Croce Rossa. Le critiche al decreto legge che restringe troppo i margini d'intervento della Protezione civile: "Prima era senza controlli di spesa, ora s'impone l'esatto contrario".
LA DECISIONE
del governo: lunedì 4 giugno lutto nazionale
Un giorno di lutto per ricordare il dramma dell'Emilia.
L'annuncio l'ha dato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
Antonio Catricalà, nell'informativa al Senato:
"Il governo intende deliberare il lutto nazionale lunedì prossimo, il
4 giugno, per le vittime del terremoto. Le bandiere verranno tenute
a mezz'asta, ma tutti gli uffici pubblici e òle scuole rimarranno
comunque aperti". CAVEZZO
Nel paese muto che non c'è più: "Manca tutto" "Non entri, è meglio". Il viaggio nel paese degli spettri comincia con l'intimazione quasi dantesca di un operatore della Protezione civile. Il centro di Cavezzo è un impasto di silenzio e macerie. Sembra bom- bardato. L'unico, greve segnale di vita arriva dal suono asettico del- le sirene. La gente ha abbandonato le case e bivacca nei parchi che delimitano la città urbana. Qui tende e rouliotte spuntano come fun- ghi. Tutti si arrangiano alla meglio con tanta dignità. lo sguardo degli sfollati però ti colpisce: nessuno parla, ma si vede che la rabbia cova dentro. Sul ciglio della strada un uomo anziano giace su un letto con il catetere che pende. Ad accudirlo la figlia che sfoga tutta la sua indignazione: "Monti dov'è? Perchè non si è ancora visto? E' andato ovunque, ma qui forse non vuole venire: ha paura di vedere l'apocalisse". - Intanto il sindaco Stefano Dra- ghetti annota, consola, coordina. Ma non ha un bell'aspetto: metà faccia è tumefatta, sporca di sangue. "Mi è caduto un muro addos- so mentre ero in ufficio. Ma il problema non sono io, è Cavezzo che non esiste più: tutti gli edifici rischiano di sprofondare da un momen- to all'altro, abbiamo chiuso il gas e servono almeno due grandi cam- pi di accoglienza per 7.500 persone. Abbiamo bisogno dello Stato, di sentire la sua presenza. Qui la gente è disperata: i danni di questo sisma sono 4 volte suporiori rispetto a quelli del 20 maggio. Dispersi? Sì, ne abbiamo diversi. Anche la madre del responsabile della prote_ zione civile di Cavezzo. Qui si vive e lavora con òla morte nel cuore". ( da La Gazzetta dello Sport di mercoledì 30 maggio '12)
MIRANDOLA
Quella gente senza speranza
"Andiamo via"
Ivo Busoli ha lo sguardo ipnotizzato dal capannone che non c'è più
e la mente è imprigionata da pensieri di morte. E' uno dei titolari
della BBG di Sa Giacomo Roncole, azienda che produce compo-
nentistica per il settore biomedicale. Ieri mattina si è salvato un
pelo prima che crollassero 40 anni di sacrifici: "E' stata la morte
a spingermi fuori dall'ufficio e ho visto Enea che non ce l'ha fatta,
era tutto viola in faccia...". Enea Grilli è il socio di Busoli: "Avevamo
cominciato nel 1973 - continua Ivo - : una vita insieme. Ma io me la
sentivo: avevamo chiuso er otto giorni e fatto tutte le verifiche. per
fortuna le porte erano aperte: dentro c'erano 35 persone, poteva
essere una strage". Busoli ha il volto straziato quando il discorso
vira su Vincenzo Iacono, uno dei due operai morti: "Era arrivato da
Napoli in treno 15 anni fa, era un ragazzo speciale".
Indiani - Stesse lacrinme allo stabilimento Meta di San Felice, dove
la comunità Sikh (70-80 famiglie tra Finale-Emilia, Mirandola e Carpi)
piange Kumar Pawan, operaio 27enne originario del Punjab indiano:
davanti alle macerie è un via vai di turbanti e barbe lunghe.
Singh Harminder è collega e cugino della vittima: "Mi sono salvato
perchè ero vicino alla porta. Mio cugimo era tornato a lavorare pro-
prio oggi (ieri ndr.), aveva trasferito la moglie e i due figli da amici
a Bologna. io ora me ne torno in India". Poi accusa: "Quel capan-
none era pieno di crepe" - "C'era l'agibilità scritta", replicano i
proprietari dell'azienda che sul posto non si sono fatti vedere.
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