giovedì 22 maggio 2014

Sport - calcio / serie A - 38^ e ultima giornata 2013/14

22 maggio '14 - giovedì           22nd May / Thursday                visione post - 26

Risultati delle partite
Udinese      3      Catania    2    Genoa   1     Juventus   3     Chievo   2     Fiorentina   2
Sampdoria   3     Atalanta   1     Roma    0      Cagliari    0     Inter      1     Torino         2

Lazio        1     Milan        2     Napoli     5     Parma     2
Bologna   0     Sassuolo   1      Verona   1     Livorno   0

Classifica finale
JUVENTUS (campione)  102  /   Roma 85  /   Napoli   78  /   Fiorentina   65  /   Inter   60  /
Parma  58  /   Torino, Milan   57  /   Lazio   56  /   Verona   54  /   Atalanta   50  /
Sampdoria   45  /   Genoa, Udinese   44  /   Cagliari   39  /   Chievo   36  /   Sassuolo   34  /  
Catania   32  /   Bologna   29  /   Livorno   25 

LA JUVE E LA CARICA DEI 102
Tutto lo 'Juventus Stadiium' ai piedi di Antonio Conte /
Gli ultrà provano a rovinare tutto: ma finalmente il resto
dei tifosi reagisce / Pirlo: "Volevamo vincere per superare
i cento punti" / Llorente: "Il gol più importante è stato al
Verona: era un momento delicato ed era il primo".
La Roma perde anche in casa del Genoa e chiude a -17.
Finisce amaramente per il Toro con Cerci che sbaglia il 
rigore decisivo al 94' . Ne approfitta il Parma che entra
in Europa League. Per il Milan inutile vittoria col Sas-
suolo. 
Situazione finale con quadro completo
Scudetto  -  Juventus
Retrocesse in serie B  -  Bologna, Catania, Livorno
Champions League  -  Juventus, Roma, Napoli
Europa League  -  Fiorentina, Inter, Parma


I marziani e il nulla dietro di loro   (1^ parte)
Dietro ogni numero c'è sempre una storia, un racconto da interpretare.   Chi parla di 
freddezza delle cifre non le conosce e non le ama. E questo cubitale 102 bianconero
ha  il fascino  misterioso  di una creatura  mai vista, è un meteorite  precipitato sulla
Terra: se ne parlerà per decenni, forse finchè la gente avrà voglia di giocare a pallo-
ne, finchè esisteranno campionati e squadre. E' l'Everest: più in alto non si va.
Qui siamo molto oltre la statistica r i record: 102 punti rappresentano infatti la sostanza
di una squadra formidabile, irraggiungibile, la sua continuità e il suo codice genetico.
Ma sono anche  la dimensione  di una voragine, la profondità dell'abisso, perchè tra  la
Juventus  e  gli altri  c'è il nulla, o quasi. 17 punti più della Roma, seconda, e 24 più del
Napoli, terzo. Settanta punti più del Catania  terzultimo, cioè il primo dei sommersi: si-
gnifica che il campionato non p uno ma almeno tre, o quattro, un insieme di blocchi lon-
tanissimi, di forze assurdamente diseguali, colpa anche  della paurosa eclisse di Milan
e Inter. La prova, superflua, che venti squadre  sono troppe  e  che il livello medio del
nostro calcio è sempre più basso, e non certo per colpa della Juve che passeggia sulle
macerie.
Non si vincono 33 partite su 38, e 19 su 19 in casa, se molti tra gli avversari non sono
friabili o smarriti.  Aveva ragione Capello, con buona pace di Conte: la serie A  non è
allenante, e questa è la faccia nascosta (ma neanche troppo) della Luna bianconera.
Due eliminazioni consecutive in Europa, contro avversari in fondo appena normali co-
me Galatasaray e Benfica, nel cuore della trionfale campagna d'Italia misurano le di-
stanze e la strada ancora da percorrere.    Del resto, senza consapevolezza del limite
non cresce nessuno.
(da la Repubblica / RSport - 19/05/'14 - Maurizio Crosetti)

Disuguaglianze anche nel calcio della A
Con l'introduzione dei 3 punti in classifica, in caso di vittoria di una
squadra, si era detto a suo tempo che ci sarebbe stato un bel balzo
in avanti di chi se ne avvantaggiava, e che quindi  gli scarti  tra un
team e l'altro sarebbero stati più notevoli. E ciò è puntualmente av-
venuto. Ma da circa due, forse tre anni questi balzi e scarti si stan-
no facendo sempre più netti e marcati, fino ad arrivare, quest'anno
a dei distacchi quasi astronomici.  Le cause sono diverse, ma certa-
mente la più sicura, palpabile è l'abbassamento del livello tecnico-
tattico di parecchie squadre, e poi la mancanza di talenti registi al 
livello di quelli avuti in passato, e pure di bomber attaccanti  puri.
E qui la nota dolente è la sovrabbondanza di giocatori stranieri, e
la mancanza di un settore giovanile nostrano vero e proprio: si sa,
è il mercato aperto che non fa crescere giocatori italiani più o me-
no talentuosi. Ormai si va alla ricerca dei pezzi pregiati, per lo più
stranieri, si formano squadre forti con giocatori (di solito atranieri)
più pagati sul mercato - la stessa Juventus ha seguito questo trend
(con successo, naturalmente) - e intanto i piccoli club si devono ac-
contentare degli scarti (in maggioranza italiani) che spesso non so-
no più tanto giovani (Toni, Di Natale e lo stesso Totti sono stati ec-
cezioni) ma fanno gruppo e spesso panchina. Insomma c'è mancan-
za di giovani giocatori italiani, che abbiamo trascurato sempre più
per cercare i fuoriclasse stranieri, che spesso sono invece dei flop,
e l'investimento in giovani vivai locali è ormai fatto da pochissime
squadre- E poi a lungo andare la differenza si vede, in termini so-
prattutto di disuguaglianza nei risultati e in classifica.  (Lucianone)

Lucianone

Storie - Usa / sport: generosità di gemella

22 maggio '14 - giovedì             22nd May / Thursday                  visione post - 5

La corsa delle gemelle tredicenni
che ha commosso l'America
E' la generosità di una sorella o qualcosa di più?

(da 'Corriere della Sera' - 16/05/2014 - Paolo Di Stefano)
La favola di Claire che soccorre la gemella e la porta al traguardo
"Quando tratti  con tuo fratello. sii cortese, ma guarda di avere un testimone".   
E' un pensiero del poeta greco Esiodo, che in tutta evidenza non doveva essere 
particolarmente fiducioso nei rapporti tra consanguinei. Forse avrebbe cambiato 
idea se avesse visto  le fotografie  di Chloe Gruenke  e  della sua gemella  Claire,
tredici anni: l'una, Chloe, presa sulle spalle  dall'altra, Claire, lungo la pista di
atletica di Trenton, nell'Illinois, durante gli 800 metri di corsa organizzati dal-
la scuola media della città. 
Il racconto  -  Chloe è in testa ma sente un forte dolore alla coscia e sulla prima 
curva del secondo giro si lascia cadere per terra: Claire è indietro, con il gruppo, 
e avvicinandosi alla sorella dolorante decide di fermarsi, le chiede cos'è successo,
non ci pensa due volte e se la carica sulle spalle. Mancano 370 metri all'arrivo  e
Claire a piccoli passi, con il suo doppio in lacrime sulla schiena, , stringe i denti,
comincia a sentire l'urlo della folla che la spinge ad andare avanti e non molla.
Le loro compagne-avversarie hanno già tagliato il traguardo , ma prima dell'ar-
rivo Claire non è abbastanza  contenta della sua generosità, fa scendere sua so-
rella e la esorta a precederla. Chloe la trascina con sè e arrivano insieme.
Pubblico in delirio. "Guarda di avere un testimone". Sulla pista di Trenton ce
n'era qualche centinaio, di testimoni. Compreso l'allenatore delle gemelle, che
intervistato da una tv locale ha detto quel che doveva dire: "Alleno da vent'an-
ni, ho seguito più di duecento gare, ma è la prima volta che mi sono scese le la-
crime. Una scena del genere vale più di un trofeo".    Anche papà Gruenke ha
detto quel che non poteva non dire: "Sono orgoglioso delle mie figlie".
La televisione  ha ripreso le immagini, e le due ragazze, che a vederle  correre
non sembrano modelli di eleganza atletica, sono diventate due eroine del fair
play sportivo. Biondine, la stessa coda di cavallo, la stessa carnagione pallida,
la stessa fronte spaziosa, la stessa casacca arancione, Claire decisamente  più
minuta di Chloe, che nel sorriso giulivi esibisce un vuoto infantile tra i denti.
Forse ha ragione Esiodo  -  Per un gesto del genere non basta essere fratelli,
bisogna essere qualcosa in più. Bisogna avere convissuto per nove mesi nello
stesso  grembo  materno, bisogna essere (stati)  etimologicamente  simbiotici,
un'anima in due corpi, bisogna che uno consideri l'altro la parte migliore di
sè, come dice lo scrittore Giorgio Pressburger  parlando del siuo fratello ge-
mello Nicola: "E' la parte migliore di me".  E chissà se Claire avrebbe avuto
lo stesso istinto di soccorso se Chloe fosse stata "solo" la sua sorella. Ma pro-
babilmente  non è vero  neanche questo, se si va a sfogliare la letteratura sul-
l'argomento: non solo "I due gemelli" dello stesso Pressburger", un roman-
zo di grande sottigliezza psicologica che racconta la rivalità (ambigua) dovu-
ta all'amore per la stessa donna.   Tanto meno se si ricorre a Carlo Goldoni,
che in una nota commedia mise in scena i garbugli, destinati a risolversi tra-
gicamente, che nascono dall'identità dello sciocco Zanetto e del saggio Toni-
no, non copie ma opposti e complementari l'uno all'altro.


Le due gemelline che hanno commosso gli americani
ll filone letterario dei gemelli , in effetti, viene da molto lontano e precede
persino la leggenda fratricida di Romolo e Remo, affondando nel mito. Ma 
insomma, in genere, a conti fatti, non si può  dare  tutto il torto  a  Esiodo,
benchè Plauto  cerchi  di smentirlo, buttandola nel comico, con i suoi due
Menecmi, omonimi oltre che identici e solidali a vita. Fu il modello cui si
ispirò Shakespeare quando scrisse la celebre  "Commedia degli equivoci",
dove la coppia gemellare viene ulteriormente raddoppiatam creando una
vertigine farsesca. - Va da sè che di tutto ciò sono giustamente ignare le
due sorelle Gruenke...

Lucianone

martedì 20 maggio 2014

Sport - calcio / Serie B - 40^ giornata 2013/14

20 maggio '14 - martedì              20th May / Tuesday                    visione post - 35

Risultati delle partite
Varese   1      Empoli    3      Palermo   1      Padova    2      Modena   1  
Brescia   2       Novara   1      Carpi       2      Pescara   1      Avellino    0

Virtus Lanciano   2      Reggina   1      Juve Stabia   2      Trapani    2 
Spezia                   2      Cesena    2       Crotone        2      Ternana   1

Classifica squadre
PALERMO  82  /   Empoli   68  /   Cesena   65  /   Latina   64  /   Modena   62  /   Bari   60  /
Crotone   59  /   Siena, Spezia, Lanciano   58  /   Trapani   57  /   Avellino   56  /   Carpi   55  /
Brescia   53  /   Pescara   51  /   Ternana   48  /   Cittadella   45  /   Varese, Novara   43  /
Padova   38  /   Reggina   28  /   Juve Stabia   19


   

Classifica marcatori
        giocatori                    gol totali        rigori
Mancosu /Trapani                   25                 4
Tavano   /Empoli                     20                 3
Babacar /Modena                   20                 4
Pavoletti /Varese                    19                 2
Antenucci /Ternana                19                 7
Caracciolo /Brescia                18                 5
Maccarone /Empoli                15                 1
Jonathas /Latina                    14                 1 
Gabalinov /Avellino               14                 2
Hernandez /Palermo              14                5

Continuazione... to be continued...


lunedì 19 maggio 2014

SOCIETA' / moderna - Il nuovo popolo globalizzato (e rivoluzionario)

19 maggio '14 - lunedì           19th May / Monday                    visione post - 31

(da la Repubblica - 15/05/2014 - di Thomas L. Friedman, Hanoi/Vietnam)

IL POPOLO DELLA PIAZZA
Penso proprio che inizierò a viaggiare più spesso da Kiev a Hanoi.  E' soltanto quando hai
la possibilità di recarti in due luoghi apparentemente così tanto privi di connessione alcuna
che ti rendi conto davvero dei big trend.   E uno dei  big trend  di cui  mi sono  accorto  è
l'affermarsi del "Popolo della Piazza".
Nel 2004 il politologo di Harvard Samuel Huntington  parlò  di una "superclasse"  globale
che si andava affermando, quella degli "Uomini di Davos". Si riferiva a chi prendeva parte al
Forum economico mondiale di Davos: un'élite transnazionale e cosmopolita, formata da appar-
tenenti  al mondo dell'hitech, della finanza, delle multinazionali, del mondo accademico e delle
Ong. Gli uomini di Davos avevano "scarso bisogno di lealtà nazionale"  e più in comune tra loro
dei loro concittadini, sosteneva Huntington. Oltretutto, avevano anche le competenze giuste per
trarre beneficio in modo sproporzionato dalla nuova globalizzazione dei mercati e dal diffonder-
si delle tecnologie dell'informazione.
Beh, a distanza di dieci anni, mentre la rivoluzione dell'Information Technology e la globalizza-
zione sono state democratizzate  e  si sono espanse, e siamo passati  dai laptop  per le élite agli
smartphone per tutti, dai network  per i pochi fortunati di Davos a Facebook per tutti, e dai ric-
chi che potevano parlare dalle stanze del potere in esclusiva, a chiunque oggi può rispondere su
Twitter ai propri leader - sta vedendo la luce una nuova forza politica globale, più grande  e più
importante degli uomini di Davos. Io la chiamo il Popolo della Piazza. -  E' formato per lo pià
da giovani , che aspirano a standard di vita migliori e a una maggiore libertà, che perseguono le
riforme o la rivoluzione (a seconda del governo che si ritrovano), e sono collegati  gli uni agli al-
tri dal fatto di ammassarsi nelle piazze o ritrovarsi in massa in qualche piazza virtuale o in en-
trambe, e sono uniti più da una direzione comune nella quale vorrebbero avviare le loro società
che da un programma comune.  Questo Popolo  ormai l'abbiamo visto  nelle piazze  di Tunisi,
del Cairo, di Istanbul, Nuova Delhi, Damasco, Tripoli, Beirut, Sana'a, Teheran, Mosca, Rio,
 Tel Aviv, e Kiev, come pure nelle piazze virtuali di Arabia Saudita, Cina e Vietnam.
Questi tre ultimi paesi hanno un numero insolitamente grande di utenti di Facebook, Twitter o
YouTube, o dei loro equivalenti cinesi, che complessivamente formano una piazza virtuale nel-
la quale ritrovarsi , entrare in contatto , promuovere il cambiamento, e sfidare l'autorità.
Il blogger più popolare in Vietnam, Nguyen Quang Lap, ha più follower  di qualsiasi giornale
governativo qui a Hanoi.   In Arabia Saudita  uno degli hashtag più popolari  di Twitter  è "If I
met the King I would tell him" (se iincontro il re, glielo dico).
Ma il Popolo della Piazza non sta soltanto addensando le sue file  e appropriandosi di sempre
maggior potere. "Il nostro obiettivo è che entro tre anni ogni vietnamita possegga uno smartpho-
ne", mi ha detto Nguyen Manh Hung, a capo del Viettel Group, una società di telecomunicaziio-
ni vietnamita. "Stiamo mettendo a punto uno smartphone che costi ,meno di 40 dollari, ma il no-
stro obbiettivo è scendere sotto i 35. Facciamo pagare due dollari al mese per Internet, per la
connessione a un pc, e 2,50 per i servizi voice da smartphone". Dato che i media vietnamiti so-
no soggetti a una rigida censura, non è un caso se 22 su 90 milioni di vietnamiti hanno una pagi-
na Facebook. Soltanto due anni fa erano otto milioni. Il Vietnam ha centomila giovani che stu-
diano all'estero: dieci anni fa erano un decimo. E sono tutti Popolo della Piazza del futuro.
Certo, il Popolo della Piazza rappresenta politichediverse, compresi i Fratelli musulmani in Egit-
to e gli ultranazionalisti a Kiev. Ma il trend dominante che pervade tutti loro è uno solo: "Ades-
so abbiamo gli strumenti per vedere come vivono tutti gli altri, comprese le opportunità che ci
sono all'estero e quanto sono corrotti i nostri leader in patria. E non tollereremo all'infinito di vi-
vere in un posto nel quale non possiamo realizzare il nostro pieno potenziale. Oltretutto, adesso
abbiamo gli strumenti per partecipare e fare qualcosa in proposito".
Come dice un esperto vietnamita di politica estera, in un modo o in un altro il Popolo della Piaz-
za "chiede un nuovo contratto sociale" con la vecchia guardia che ha dominato la politica.   "La
gente vuole fare sentire la propria voce in ogni dibattito importante", per non parlare della richie-
sta di scuole migliori, strade e legalità. Il Popolodella Piazza fa anche presto a instaurare parago-
ni con gli altri. "Perchè quei thai escono a manifestare e noi non possiamo?".
Il Popolo della Piazza in Ucraina vuole associarsi all'Unione europea  non soltanto perchè crede
che essa sia la chiave per la prosperità, ma anche  perchè  crede che le leggi europee, le norme
giudiziarie, gli standard richiesti e il requisito della trasparenza forzeranno quei cambiamenti che
vogliono a casa loro ma che non possono essere generati nè dall'alto nè dal basso. E i riformisti
vietnamiti vogliono per gli stessi motivi entrare a far parte del Partenariato transpacifico.
A differenza degli Uomini di Davos, il Popolo della Piazza vuole sfruttare  l'economia globale per
riformare i propri paesi, non per innalzarsi sopra di essi.
A Hanoi ho tenuto un discorso sulla globalizzazione all'università. Poi ho chiacchierato con Anh
Nguyen, una giovane studentessa di 19 anni che mi ha rivolto alcune domande interessanti.  La
sua conversazione era inframmezzata dalle espressioni tipiche della Piazza:"Sento di avere più
potere... Penso che il Vietnam possa cambiare...  Per favore racconti a tutto il mondo l'enorme
caso di appropriazione indebita (in una società statale di spedizione) portato alla luce qui. Prima
la gente se ne sarebbe rimasta zitta, ma adesso è arrivata la sentenza con la condanna a morte
dei responsabili. Questo ha stupito moltissimo la popolazione...  Adesso non tutti i grossi boss
si sentiranno protetti dal governo.... Riceviamo molte informazioni da fonti diverse di tutto il mon-
do. E questo ci apre gli occhi". Anh Nguyen ha aggiunto anche: Rispetto ai miei genitori, sento
di avere molte più possibilità di perseguire il mio pieno potenziale, ma non ancora quanto vorrei".
(traduzione di Anna Bissanti)

Continua... to be continued...

domenica 18 maggio 2014

Sport - Tennis / Internazionali di Roma: trionfa la Wlliams, ma Errani infortunata

18 maggio '14 - domenica               18th May / Sunday                       visione post - 11

Terzo successo di Serena Williams a Roma
Batte Sara Errani per 6-3, 6-0 ma pesano i problemi fisici
dell'azzurra / "Sono rimasta in campo - dice la Errani - per
rispettare questo splendido pubblico" / Adesso è in dubbio
la partecipazione di Sara nella finale di doppio.
Non è il finale sognato, nemmeno immaginato. Sara Errani ha appena firmato il break su Serena Williams e serve per riagganciarla sul 4-4, il Foro Italico la sostiene al massimo, ma un dolore muscolare rovina tutto. La palla del controbreak, nemmeno la rincorre, e quando l'azzurra sparisce nel tunnel per l'inevitabile trattamento medico, irrompe la paura di non vederla rientrare. Invece Sarita riappare al centro del campo e a testa alta incassa il 6-3 6-0 che regala il titolo alla statunitense, terzo a Roma dopo quelli del 2002-2013 e 60° in carriera. Ma gli applausi vanno alla Errani, gamba sinistra fasciata e lacrime che scorrono sul viso, prima fra le umane in questa edizione degli Internazionali.
Le lacrime di Sara Errani; si è infortunata a metà finale

TENSIONE — "Mi dispiace moltissimo - sono le prime parole di Sara Errani - siete stati meravigliosi tutta la settimana e sono rimasta in campo solo per voi" dice dopo essere stata consolata nel suo angolo dal presidente del Coni Giovanni Malagò. A stoppare l'azzurra potrebbe essere stato un problema ai flessori della gamba sinistra, ma saranno i medici a dire se è a rischio la partecipazione al Roland Garros. Certa è soltanto la tensione che aleggiava sul Centrale fin dalle prime battute del match: tanti errori e pochi vincenti da una parte e dall'altra della rete, qualcosa di più simile a Risiko che a una partita di tennis.

 Mescolando italiano e inglese, la 32enne fuoriclasse americana ha ringraziato il suo allenatore e il pubblico che gremiva il Centrale del Foro Italico.



WILLIAMS — Il primo break Williams arriva subito dopo un doppio fallo e un errore a rete dell'azzurra, troppo contratta per poter far male alla statunitense. Quando finalmente arriva un vincente (e palla del controbreak) nel terzo game, Serena si salva col nastro, e ancora col nastro conquista il 3-0. Sembra partita chiusa, come nelle previsioni della vigilia, invece la regina Usa sbaglia più del previsto e concede a Sarita il primo game. Potrebbe accorciare ancora, la Errani, ma anche la seconda palla break svanisce con un ace imprendibile. Scorre senza brividi il 4-2 Sara, poi finalmente la "cichi" prende il coraggio a due mani e trova la via per strappare il servizio. Match riaperto finalmente, il volume del pubblico sale al massimo, ma è un'illusione. Al posto del 4-4 arriva l'infortunio che di fatto mette fine al match.
REGINA — Serena quasi non festeggia, riesce solo a dire "mi dispiace" quando incrocia lo sguardo della Errani a fine match. Per la statunitense è il successo numero 60 in carriera, ad appena 7 da Billie Jean King. Sono 53, inoltre, le vittorie sulla terra (2 sconfitte) da quando nel 2012 si è convinta che poteva tornare a essere competitiva anche su questa superficie. Sara Errani, invece, conserva l'undicesimo posto nel ranking Wta, respingendo per il momento l'attacco di Flavia Pennetta. Al di là dei numeri, una settimana in cui cadono sotto i suoi colpi la cinese Li Na e la serba Jankovic è comunque da ricordare, sopratutto perché è accaduto a Roma.
 (da  Gazzetta.it)

Lucianone

Lettere - Sherpa ed Everest / Animali e carni: origine dei nomi

18 maggio '14 - domenica           18th May / Sunday                       visione post - 11

Sui poveri Sherpa, sul poverissimo, sfruttato Everest ho trovato
finalmente una lettera giusta giusta che descrive benissimo quel
ora desolato quadro di zone, dove un tempo erano uomini/alpinisti
eroici per le gesta e le sfide che vi andavano a compiere, immorta-
late da foto e immagini storiche, conservate in archivio e trasmes-
se talvolta in tv in epici documentari. 
Adesso la realtà, come ben dice la lettera, è sempre più misera
e pietosa (pensando alla 'pietas' da avere per gli sherpa sfruttati).
Interessante è la lettera che segue, sull'origine precisa dei nomi
dati ad animali e carni di derivazione strettamente anglosassone,
e... anche normanna..
(Lucianone)
__________________

In cima all'Everest sulla sedia gestatoria
C'è voluta una slavina e i relativi morti per iniziare a dare una calmata
ai troppi  alpinisti  della domenica, disposti a pagare  cifre spropositate
per avere  i permessi  per scalare l'Everest  e  per pagarsi la truppa di 
sherpa. Ora i portatori sono giustamente scesi in sciopero. L'ascesa al
monte più alto del mondo  è ormai diventato  uno status symbol, non la
dimostrazione di essere abili alpinisti. Per quello bisogna salire il K2 o
uno dei Gasherbrum. -  Si smetta di permettere a chiunque, purchè fa-
coltoso di arrivare fino in cima all'Everest.   Il più delle volte avviene
quasi a bordo di una sedia gestatoria.     Chi vuole arrivare fin lì ce la
faccia con le proprie forze, senza sherpa e senza ossigeno. Altrimenti
stia a casa.
              Teodoro Lascella
(da la Repubblica - 27 aprile 2014  /  LettereCommenti&Idee)

Perche animali e carni hanno nomi diversi
Leggo sul "Venerdì" del 25 aprile la motivazione per cui in inglese
l'animale vivo e la sua carne hanno nomi diversi: secondo l'antropo-
logo Edmund R. Leach, "rivelerebbe il disagio dell'uomo nel cibarsi
della propria vittima". Ma non vedo perchè questo si debba applica-
re solo agli inglesi, popolo fra l'altro molto amante della caccia. 
Io sono una insegnante di inglese e ho sempre insegnato ai miei alun-
ni che questi diversi nomi derivano dalla differenza linguistica/sociale
che esisteva in Inghilterra dopo la conquista normanna del 1066. Gli
Anglosassoni, ridotti  allo stato  di servi, allevavano gli animali  vivi,
che quindi tuttora portano nomi  di origine germanica (pig, cow, calf,
sheep); i Normanni invece, classe dirigente, mangiavano gli animali
arrostiti, quindi ancora oggi  questi hanno nomi  di origine  romanza
(pork, beef, veal, mutton).  Riguardo a questo, si può consultare  an-
che Walter Scott, in una famosa pagina di "Ivanhoe".
                                                                                Lorenza Xella
(da la Repubblica - 27/04/'14 / LettereCommenti&Idee)

Lucianone

sabato 17 maggio 2014

Sport - calcio / Liga spagnola: Atletico Madrid campione

18 maggio '14 - sabato       18th May / Saturday                           visione post - 14

Barcellona - Atletico Madrid    1  -  1
Finisce in parità al Camp Nou: Godin risponde a Sanchez.
Atletico Madrid campione di Spagna per la decima volta.

17 MAGGIO 2014 - BARCELLONA
Più della sfortuna, più della fatica, più della paura. Partido a partido, il Cholo Simeone porta l'Atletico alla sua decima Liga, la prima dal '96, la seconda dal '77. L'incredibile finale del Camp Nou finisce 1-1 e col pareggio l'Atletico tiene il Barcellona a 3 punti e spezza il duopolio Barça-Madrid che durava dal 2005. Una partita che per i colchoneros è come il loro campionato: passione, lavoro, solidarietà, sforzo, unità. E calcio, naturalmente.

LACRIME BIANCOROSSE — Quasi 100.000 persone al Camp Nou, meno di 500 dell'Atletico, Xavi e Neymar in panchina, Atletico con la formazione tipo. Il problema per il Cholo è la sfiga, componente importante nella storia dell'Atletico che nello spazio di 8 minuti, tra il 14' e il 22', gli porta via Diego Costa e Arda Turan, entrambi infortunati e via dal campo in lacrime. Problemi muscolari, Simeone che scuote il capo, Arda che sbatte la mano per terra in segno di rabbia, poi tutti in panchina a piangere pensando non solo a oggi ma anche alla finale di Champions in programma tra una settimana. Sono due colpi durissimi che l'Atletico incassa facendo entrare Adrian e Raul Garcia e provando a non sprofondare psicologicamente. L'operazione sembra riuscire, 
ché èèl Barça preme ma non combina granchè.
Il Barcellona si carica prima del via. Reuters
Il Barcellona si carica prima di inizio partita


Lucianone

Sport - Tennis / Internazionali d'Italia: impresa di Sara Errani

17 maggio '14 - sabato            17th May / Saturday                     visione post - 7

Internazionali Bnl: la Errani batte
la Jankovic ed è in finale a Roma
Grande impresa per la 27enne romagnola che è la prima finalista degli Internazionali Bnl d’Italia grazie alla vittoria per 6-3 7-5 sulla serba Jelena Jankovic. Ora attende la vincente tra Serena Williams e Ana Ivanovic
Roma, 17 maggio 2014  - Finalmente Sara Errani è approdata alla finale di Roma. Grande impresa per la 27enne romagnola che è la prima finalista degli Internazionali Bnl d’Italia grazie alla vittoria per 6-3 7-5 sulla serba Jelena Jankovic, in un’ora e 48 minuti di gioco. Sara affronterà domani la vincente tra Serena Williams e Ana Ivanovic.
Erano 79 anni che una tennista italiana non giocava la finale degli Internazionali d’Italia, a Roma. L’ultima a riuscirci Lucia Valerio nel 1935. La Valerio vinse anche il torneo nel 1931. In realtà l’ultima italiana di passaporto a giocare una finale al Foro è stata nel 1950 Annelies Ulstein Bossi, di origini austriache, che poi vinse il torneo. Nel 1985 Raffaekka Reggi giocò e vinse la finale degli Internazionali ma in quell'occasione in tono minore si giocava a Taranto.
"Non so che dire. E’ stata una partita incredibile. In alcuni momenti ero morta pensavo di non farcela. Il pubblico è stato grandioso”. Sono le prime parole rilasciate in campo da Sara Errrani dopo la storica vittoria.
“Nel secondo set quando ero in svantaggio 4-1 è entrato il mio coach Pablo (Lozano, ndr) e mi ha detto di pensare a giocare punto su punto e così è stato”, ha aggiunto. Un ultimo pensiero va al suo ‘clan’ che la segue costantemente: “Avere qui la mia famiglia, Robi (la compagna di doppio Vinci, ndr) mi da ancora più forza perché non lotto solo per me ma anche per loro”. 


Sara Errani in finale, a Roma (Internazionali 2014)

Lucianone.

giovedì 15 maggio 2014

L'opinione del giovedì - Tutti i mali dell'Italia: finiscono negli stadi e nelle sue curve?

15 maggio '14 - giovedì             15th May / Thursday                      visione post - 9

Tutti i mali dell'Italia...
1.  Quando ci si mettono anche le banane
Tutto cominciò quando un certo Alves, calciatore della Liga di Spagna,
ricevette come complimento, da uno spettatore fruttivendolo, una bana-
na che gli era rimasta nella cesta (le altre erano già vendute),  ma non
potendo, lo spettatore, dargliela  di  persona, cioè per via mano, gliela
lanciò con un bel gesto di mira precisa. Il calciatore Alves in quel mo-
mento aveva una gran voglia di potassio, così se la mangiò in un solo
boccone prima di tirare il suo bel calcio d'angolo. -    Ecco raccontato
in due parole a un bambino di pochi anni, che non ha capito molto di
quell'episodio e vuole così  ulteriori spiegazioni  dal suo papà, quello
che è successo su un campo di calcio in Spagna poco più di una setti-
mana fà. Ecco cosa deve inventarsi un padre per non far capire a un
suo figliolo (tre, quattro, cinque anni, fate voi) come si è fatta cattiva,
cinica, sporca una buona parte di questa società e quindi di uomini e
anche donne che la formano. Per fortuna non tutti, direte voi, ma ci
mancherebbe altro, vi risponderà il sottoscritto. 
Solo che, magari, si spera che quell'episodio di razzismo accaduto in
Spagna possa far capire e soprattutto aver fatto capire che in futuro
banane e ortaggi meno gustosi vanno tenuti a casa, non allo  stadio
da usare come 'armi improprie' (questo è il termine).    Ma no, che 
dopo appena sei giorni, l'episodio si ripete anche in Italia: stadio di
Bergamo in Atalanta-Milan, e stavolta le banane sono due, e il gio-
catore che le riceve, giustamente, non se le mangia  ma una  la riget-
ta al proprietario, quella almeno era l'intenzione. Allora non tutti sa-
remo razzisti impuniti, ma una grande parte di società lo è con com-
plici relativi e magari quantificabili. - 
E questo è il primo male d'Italia che tante persone, ma non  tutte  
soltanto giovani, vanno  a sfogare  negli stadi, soprattutto  (come 
sappiamo) nelle curve nord/sud/est eccetera.    In questo becero
sfogo  di stampo razzista  siamo passati  dalle urla dei BUUU  ai  
lanci della frutta più o meno di stagione.
2. Ma le banane si sono dimostrate essere il male minore.
In Italia, nello stadio e nelle curve entra di tutto e la domanda è:
dove sono le società di calcio e quali enormi interessi ci sono dietro.
Poi è chiaro che le famiglie con figli vengono maggiormente penaliz-
zate da tutte le norme e regole che rendono ardua l'entrata allo sta-
dio, con perquisizioni quasi sempre ridicole. Ammesso poi che i bam-
bini negli stadi italiani, escluse pochissime eccezioni, siano al sicuro.
Ma le situazioni ancora pià pericolose e spesso tragiche, come avve-
nuto circa due sabati fa a Roma, avvengono fuori dagli stadi, tutt'in-
torno all'area-stadio dove si verificano scene da antica guerriglia ur-
bana. 

Continua... to be continued...