19 dicembre 2012 - mercoledì 19th December / Wednesday visioni post - 3
I lavoratori, i robot
e i signori della rapina
di
Paul Krugman
L'economia americana, sotto molti punti di vista, è ancora adesso gravemente
depressa. Eppure gli utili societari stanno raggiungendo cifre da record. Come
è possibile? Semplice: gli utili si sono impennati come frazione del reddito na-
zionale , mentre i salari e le altre retribuzioni della manodopera sono in fles-
sione. La torta non sta crescendo come dovrebbe, ma il capitale se la passa be-
ne arraffandone una fetta sempre più grossa, a discapito della manodopera.
Un momento: stiamo forse parlando ancora una volta di capitale in contrap-
posizione a lavoro? Non è un argomento obsoleto? Un soggetto quasi marxista
di cui parlare, passato di moda nella nostra moderna economia dell'informa-
zione? Beh, questo è quanto molti pensavano.
Per la scorsa generazione i discorsi sull'ineguaglianza non si sono concentrati
per lo più sul capitale in contrapposizione a lavoro, ma su questioni di distribu-
zione tra lavoratori, e quindi o sul divario esistente tra i lavoratori pià istruiti
e quelli meno istruiti o sui redditi in forte rialzo di un pugno di superstar nel
campo della finanza e di altri settori. Questa sì, in effetti, potrebbe essere sto-
ria passata. - Più specificatamente, se è vero che i pezzi grossi della finanza
stanno ancora agendo da banditi - in parte perchè, come ormai sappiamo, al-
cuni di loro effettivamente lo sono - , il divario retributivo tra i lavoratori che
hanno un'istruzione unioversitaria e quelli che non l'hanno (che si acuì mol-
to in modo particolare tra gli anni Ottanta e i primi Novanta) da allora non è
variato granchè. In verità, i lavoratori neolaureati avevano redditi statici ad-
dirittura prima che la crisi finanziaria colpisse. Sempre più spesso, gli utili
stanno aumentando a spese dei lavoratori in genere, compresi i salariati che
hanno le qualifiche ritenute adatte a portare al successo nell'economia odierna.
Perchè sta accadendo questo? Il meglio che posso dire è che vi sono due
spiegazioni plausibili, ed entrambe potrebbero essere vere in parte.
La prima è che la tecnologia ha preso una piega che colloca in posizione
di netto svantaggio la manodopera. L'altra è che stiamo assistendo agli
effetti di un palese aumento del potere dei monopoli. Provate a pensare a
queste due ipotesi come a una maggiore importanza conferita ai robot
da una parte e ai signori della rapina dall'altra.
Parliamo di robot: è fuor di dubbio che in alcuni settori industriali di alto
profilo la tecnologia sta rimpiazzando sempre più lavoratori di tutti i gene-
ri o quasi. Per esempio, una delle ragioni per le quali da qualche tempo al-
cuni processi produttivi di articoli hi-tech stanno tornando negli Stati Uni-
ti è che ormai il componente di maggior valore di un computer, la scheda
madre, è fabbricato in pratica da robot, e di conseguenza la manodopera
asiatica a prezzi stracciati non costituisce più un motivo valido per produr-
lo all'estero.
In un libro appena pubblicato e intitolato 'Race against the Machine' (La
corsa contro le macchine), Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee dell'Mit
sostengono che la stessab cosa sta avvenendo in molti campi disparati,
compresi servizi quali la traduzione e la ricerca legale.
Continua...to be continued...
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martedì 18 dicembre 2012
Sport - calcio / Coppa Italia: Inter - Verona
18 dicembre 2012 - martedì 18th December / Wednesday
Coppa Italia
Il Verona ci riprova a Milano con l'Inter, agli ottavi di finale.
Sarà un'impresa, ma come al solito 'crediamoci' senza timori.
All'Inter ritorna Chivu - L'HellasVR di Mandorlini non rinun-
cia al tridente: 'o la va o la spacca', forse questa è l'intenzione.
(Lucianone)
INTER
.
Coppa Italia
Il Verona ci riprova a Milano con l'Inter, agli ottavi di finale.
Sarà un'impresa, ma come al solito 'crediamoci' senza timori.
All'Inter ritorna Chivu - L'HellasVR di Mandorlini non rinun-
cia al tridente: 'o la va o la spacca', forse questa è l'intenzione.
(Lucianone)
INTER
Coutinho e Sneijder sono già in vacanza, ma l'Inter prima di Natale deve ancora giocare in due competizioni. Quello di stasera (ore 21, San Siro) è il debutto in coppa Italia: con questo trofeo cominciò il primo ciclo vincente dei nerazzurri in epoca recente (Mancini), questa è stata l'ultima coppa alzata da Zanetti (2011, con Leonardo in panchina). Al Meazza arriva il Verona, che riassapora così una sfida di altissimo livello dopo il purgatorio degli ultimi anni. Attesi anche ottomila tifosi veronesi: forze dell'ordine in stato d'allerta.
Le formazioni — Stramaccioni farà un moderato turnover per questa gara: in porta riecco castellazzi, in difesa come centrale dovrebbe esserci il ritorno dopo 4 mesi di Chivu, affiancato da Silvestre Juan. Ritorni anche a centrocampo, con Mariga, che era infortunato e Jonathan, che ha poco spazio per scelta tecnica. In attacco turno di riposo per Milito, con Cassano e palacio titolari. Mandorlini non pare aver intenzione di snaturare la sua squadra: quindi tridente confermato con Gomez, Cacia e Bojinov.
La partita si è conclusa con la vittoria dell'Inter
Inter - Verona
2 0
Cassano e Guarin, Inter ai quarti
Palacio portiere stoppa il Verona
Palacio portiere stoppa il Verona
I nerazzurri battono 2-0 i veneti nell'ottavo di coppa Italia: ora aspettano la vincente di Napoli-Bologna. L'argentino difende la porta per 15' dopo l'infortunio di Castellazzi. Scontri fuori dallo stadio prima del match
- Antonio Cassano festeggiato dopo il gol del vantaggio. LaPresse
Un Guarin "dall'atteggiamento aggressivo", ma stavolta verso gli avversari, qualche giocata sontuosa di Cassano: basta questo all'Inter per portarsi sul 2-0 sul Verona. Il resto lo fanno le parate di Palacio. Sì, di Palacio, portiere d'emergenza per gli ultimi 15 minuti, con l'Inter in inferiorità numerica. Al 35' Castellazzi si fa male alla spalla, Stramaccioni ha già fatto i tre cambi, El Trenza va in porta e si regalerà anche un tuffo plastico con deviazione in angolo su un colpo di testa di Carrozza. Palacio chiude la porta e traghetta l'Inter ai quarti di Coppa Italia, contro un Verona che aveva un po' sorpreso e messo in difficoltà la squadra di Stramaccioni (esordio nella competizione) nei primi 30'.
- Fredy Guarin esulta dopo il 2-0. Ansa
La potenza di Guarin — Come già con la Lazio, l'Inter cambia marcia nella ripresa: stavolta viene premiata anche nel tabellino. Guarin entra dopo il riposo e al 5' sradica letteralmente un pallone dai piedi di Moras, servendo poi da terra Cassano che si presenta solo davanti a Rafael. Il portiere brasiliano era già stato autore di grandi parate, ma Fantantonio lo beffa. Passano altri quattro minuti e il Guaro mostra ancora la sua aggressività, quella che lo ha portato alla squalifica. Stavolta si scaglia sul pallone: una bomba su punizione che viene deviata due volte in barriera e diventa imparabile: 2-0, e legali nerazzurri che "limano" il ricorso per evitare la squalifica del colombiano, l'uomo più in forma, per l'ultima di campionato prima delle feste.
Rientri timidi — L'Inter cambia otto uomini rispetto alla sconfitta di Roma, come era prevedibile: davanti riposa Milito, Strama piazza un tridente con Alvarez e Cassano larghi e Palacio riferimento. Quei tre fanno vedere il meglio quando si mettono a dialogare nello stretto palla a terra. Non succede troppe volte, ma nei primi 45' alla fine di uno di questi scambi Palacio segna (ma Rocchi aveva fischiato con troppa fretta un fallo su Cassano senza aspettare il vantaggio), e alla fine di un altro Alvarez costringe a un paratone coi piedi Rafael (forse Ricky avrebbe potuto tirare con più "cattiveria"). I due lampi di Guarin risolvono i problemi offensivi, Cassano sale di livello e ispira, la gara sembra "nel ghiaccio" fino all'infortunio di Castellazzi. Poi sarà prezioso Alvarez per allentare la pressione. Rientri così così per Mariga, sostituito dopo 45', e per Chivu, che viene saltato netto un paio di volte.
- Rodrigo Palacio in porta. Forte
Verona, buon inizio — Il Verona fa vedere il meglio nei primi 30', quando sfruttando il risveglio lento della squadra di Stramaccioni impone quasi il gioco, grazie a un 4-3-3 in cui Gomez e Grossi rientrano sulla linea dei centrocampisti, ma poi si propongono anche in fase offensiva. Cacia impegna il rientrante Chivu, e ha anche l'occasione migliore. Bojinov nella ripresa entra e se ne mangia una enorme, nel finale con un uomo in più i veronesi ci provano, ma senza trovare la via per impegnare Palacio.
Scontri fuori dallo stadio — La gara, poi, nel primo tempo si è fermata per 3': all'interno dello stadio si facevano sentire i fumi dei lacrimogeni sparati fuori, rendendo difficile la respirazione di arbitro e giocatori. Quei fumi erano la testimonianza che la trasferta degli 8000 tifosi veneti non era proprio filata via liscia: fuori dallo stadio scontri con la Polizia, sassaiola, mezz'ora di caos: poi quattro fermati e qualche ferito lieve.
(Valerio Clari - da la Gazzetta dello Sport.it)
Lucianone
.
domenica 16 dicembre 2012
Società americana - Dopo la strage nella scuola di Newtown: perchè?
17 dicembre 2012 - lunedì 17th December / Monday visione post - 24
Le contraddizioni della società americana escono fuori potenti
da queste stragi cicliche che avvengono nelle scuole degli States.
La civiltà americana ne viene grandemente ridimensionata.
Due sono le grandi debolezze di questa società che noi europei
abbiamo in passato mitizzato, soprattutto la sinistra italiana e
non solo: la pena di morte in parecchi stati dell'Unione ancora
oggi operante, e la vendita di armi a livello nazionale senza alcu-
na restrizione e porto d'armi.
Si sa , la società perfetta non esiste, ma l'America che è sempre
stata un nostro modello democratico (dopo la Gran Bretagna),
dovrebbe avvicinarsi il più possibile a una società che ci possa
dare ancora speranze, soprattutto dopo la conferma di un pre-
sidente di colore come Obama. Ma forse, come l'Impero Roma-
no, è iniziato un declino irreversibile? Speriamo non sia vero,
dal momento che il popolo europeo è quello più direttamente
coinvolto come del resto stiamo toccando con mano attraverso
la crisi economica rampante attuale che ci attanaglia e che ha
avuto origine qualche anno fa proprio negli Stati Uniti (dopo un
altro famoso crollo di borsa con relativa depressione, nel 1929).
E di perchè per la strage nella scuola di Newtown ne possiamo
trovare ancora e ancora. Cerchiamo di leggere e capire allora
i seguenti commenti di Joe R. Lansdale e di Vittorio Zucconi.
(L u c i a n o n e)
I mercanti della morte
in un mondo senza freni
di
Joe R. Lansdale
Ci risiamo. Ecco un'altra sparatoria di massa, forse la peggiore della storia
americana per il numero di bambini uccisi. Che tristezza dover ammettere
che questo è ormai un fatto ricorrente , che "la nave è salpata" e avanza a
vele spiegate, e cioè che da qui non si torna più indietro: il fenomeno è desti-
nato a dilagare. Abitiamo in un Paese, l'America, che ha il culto delle armi.
Anni fa la legge imponeva almeno dei freni: limitava il tipo e la quantità di
munizioni. Poi à caduta anche quella tenue barriera. I massacri si ripetono
ora con maggiore frequenza, come gli interrogativi del "di chi è la colpa",
e "che cosa si può fare?". Una parte di responsabilità va assegnata alla so-
cietà consumistica, al desiderio disperato di possedere cose di nessun valore,
e all'incapacità di alcuni nell'affrontare lo smacco quando non riescono ad
ottenere quel che desiderano a tutti i costi. -
Ma è anche la debolezza di una società guidata dalla ricerca della fama,
nella quale si celebrano personaggi che nulla hanno fatto per meritarsi
tanto nome. E' un mondo dove bastano Facebook e YouTube per mettersi
in risalto. E dove nemmeno una piccola comunità come quella di Newtown
è più isolata da quando Internet e la tv hanno abbattuto ogni confine.
Ma è anche colpa dei fabbricanti di armi che inondano il mercato di fucili
e pistole con caricatori che permettono di scaricare decine e centinaia di
colpi, anzichè riservarli alla Difesa e alla polizia. E' vero: le armi, da sè,
non uccidono. E' l'uomo, lui solo, a sparare. Però, se non regoliamo il
mercato, senza dubbio lo agevoliamo.
Il sacrificio al dio delle armi
di
Vittorio Zucconi
"Ci hanno detto di chiudere gli occhi e di tenerci tutti per mano" racconta
una bambina di nove anni al quotidiano locale, il 'Courant'. Lei è stata for-
tunata e li ha riaperti. Venti dei suoi compagni in quella scuola elementare
del Connecticut non gli apriranno più vittime di un altro e, mai così stra-
ziante, sacrificio umano offerto sull'altare del dio revolver.
Tocca riscrivere ancora una volta - ma questa volta con il cuore in gola di
chi ha, come me, nipoti in una scuola americana identica a quella dell'ul-
tima strage degli innocenti - una storia che abbiamo scritto troppe volte.
E che sicuramente, infallibilmente come la mira di chi spara su un picco-
lo gregge di bambini stretti gli uni agli altri con gli occhi chiusi, dovremo
scrivere e leggere ancora.
Il Dio americano delle armi è insaziabile. Poichè su di esso, sulla canna
dei primi schioppi ad avancarica , poi sulle "six shooter", le Colt a sei
colpi e sulle Winchester, gli Stati Uniti sono stati costruiti nel territorio
del Nord America molto prima che si parlasse di leggi e di Costituzione,
esige dai propri adoratori e figli sempre più vittime, sempre più giovani
e tenere, in un tributo senza fine, dove l'imperativo biblico si distorce
in un "andate, e sterminatevi". Non è stata questa la prima sparatoria
in una scuola elementare e ce ne furono in Kentucky, in Tennessee, in
Virginia, dove anche bambini fecero fuoco su bambini. Ma una messe
di sangue così tenero, così indubitabilmente limpido, neppure questa
oscena divinità aveva mai preteso. - Nelle prossime ore scopriremo
che Adam lanza, il giovane di origine italiana - in una regionme che
pullula di italo-americani - anche lui poco più di un ragazzo che ha
vuotato i caricatori di almeno 4 armi automatiche e sparato cento
colpi sui bambini della 'Sandy Hook Elementary School' dopo avere
ucciso la madre insegnante, era un malato di mente, afflitto da
inimmaginabili turbe. Sarà di nuovo la solita, inutile storia che leg-
gemmo per Columbine, per il politecnico della Virginia, per il cine-
ma di Boulder e cento altre volte. Inutile perchè soltanto gli adora-
tori di quella divinità possono ancora credere che "non siano le ar-
mi, ma gli uomini a uccidere", come si sono affrettati a scrivere
in tweets, sui blog e su Facebook centinaia di persone terrorizzate
al pensiero che il governo federale, gli Stati e il congresso cerchi-
no di chiudere l'armeria privata.
Obama si schiera: 'ripristinare il bando delle armi d'assalto'
Ha promesso di usare "tutti i poteri" in suo possesso per evitare il
ripetersi di simili mattanze il presidente Usa Barack Obama dopo
aver partecipato alla cerimonia interconfessionale in suffragio del-
le vittime della strage in Connecticut.
Continua...to be continued
Le contraddizioni della società americana escono fuori potenti
da queste stragi cicliche che avvengono nelle scuole degli States.
La civiltà americana ne viene grandemente ridimensionata.
Due sono le grandi debolezze di questa società che noi europei
abbiamo in passato mitizzato, soprattutto la sinistra italiana e
non solo: la pena di morte in parecchi stati dell'Unione ancora
oggi operante, e la vendita di armi a livello nazionale senza alcu-
na restrizione e porto d'armi.
Si sa , la società perfetta non esiste, ma l'America che è sempre
stata un nostro modello democratico (dopo la Gran Bretagna),
dovrebbe avvicinarsi il più possibile a una società che ci possa
dare ancora speranze, soprattutto dopo la conferma di un pre-
sidente di colore come Obama. Ma forse, come l'Impero Roma-
no, è iniziato un declino irreversibile? Speriamo non sia vero,
dal momento che il popolo europeo è quello più direttamente
coinvolto come del resto stiamo toccando con mano attraverso
la crisi economica rampante attuale che ci attanaglia e che ha
avuto origine qualche anno fa proprio negli Stati Uniti (dopo un
altro famoso crollo di borsa con relativa depressione, nel 1929).
E di perchè per la strage nella scuola di Newtown ne possiamo
trovare ancora e ancora. Cerchiamo di leggere e capire allora
i seguenti commenti di Joe R. Lansdale e di Vittorio Zucconi.
(L u c i a n o n e)
I mercanti della morte
in un mondo senza freni
di
Joe R. Lansdale
Ci risiamo. Ecco un'altra sparatoria di massa, forse la peggiore della storia
americana per il numero di bambini uccisi. Che tristezza dover ammettere
che questo è ormai un fatto ricorrente , che "la nave è salpata" e avanza a
vele spiegate, e cioè che da qui non si torna più indietro: il fenomeno è desti-
nato a dilagare. Abitiamo in un Paese, l'America, che ha il culto delle armi.
Anni fa la legge imponeva almeno dei freni: limitava il tipo e la quantità di
munizioni. Poi à caduta anche quella tenue barriera. I massacri si ripetono
ora con maggiore frequenza, come gli interrogativi del "di chi è la colpa",
e "che cosa si può fare?". Una parte di responsabilità va assegnata alla so-
cietà consumistica, al desiderio disperato di possedere cose di nessun valore,
e all'incapacità di alcuni nell'affrontare lo smacco quando non riescono ad
ottenere quel che desiderano a tutti i costi. -
Ma è anche la debolezza di una società guidata dalla ricerca della fama,
nella quale si celebrano personaggi che nulla hanno fatto per meritarsi
tanto nome. E' un mondo dove bastano Facebook e YouTube per mettersi
in risalto. E dove nemmeno una piccola comunità come quella di Newtown
è più isolata da quando Internet e la tv hanno abbattuto ogni confine.
Ma è anche colpa dei fabbricanti di armi che inondano il mercato di fucili
e pistole con caricatori che permettono di scaricare decine e centinaia di
colpi, anzichè riservarli alla Difesa e alla polizia. E' vero: le armi, da sè,
non uccidono. E' l'uomo, lui solo, a sparare. Però, se non regoliamo il
mercato, senza dubbio lo agevoliamo.
Il sacrificio al dio delle armi
di
Vittorio Zucconi
"Ci hanno detto di chiudere gli occhi e di tenerci tutti per mano" racconta
una bambina di nove anni al quotidiano locale, il 'Courant'. Lei è stata for-
tunata e li ha riaperti. Venti dei suoi compagni in quella scuola elementare
del Connecticut non gli apriranno più vittime di un altro e, mai così stra-
ziante, sacrificio umano offerto sull'altare del dio revolver.
Tocca riscrivere ancora una volta - ma questa volta con il cuore in gola di
chi ha, come me, nipoti in una scuola americana identica a quella dell'ul-
tima strage degli innocenti - una storia che abbiamo scritto troppe volte.
E che sicuramente, infallibilmente come la mira di chi spara su un picco-
lo gregge di bambini stretti gli uni agli altri con gli occhi chiusi, dovremo
scrivere e leggere ancora.
Il Dio americano delle armi è insaziabile. Poichè su di esso, sulla canna
dei primi schioppi ad avancarica , poi sulle "six shooter", le Colt a sei
colpi e sulle Winchester, gli Stati Uniti sono stati costruiti nel territorio
del Nord America molto prima che si parlasse di leggi e di Costituzione,
esige dai propri adoratori e figli sempre più vittime, sempre più giovani
e tenere, in un tributo senza fine, dove l'imperativo biblico si distorce
in un "andate, e sterminatevi". Non è stata questa la prima sparatoria
in una scuola elementare e ce ne furono in Kentucky, in Tennessee, in
Virginia, dove anche bambini fecero fuoco su bambini. Ma una messe
di sangue così tenero, così indubitabilmente limpido, neppure questa
oscena divinità aveva mai preteso. - Nelle prossime ore scopriremo
che Adam lanza, il giovane di origine italiana - in una regionme che
pullula di italo-americani - anche lui poco più di un ragazzo che ha
vuotato i caricatori di almeno 4 armi automatiche e sparato cento
colpi sui bambini della 'Sandy Hook Elementary School' dopo avere
ucciso la madre insegnante, era un malato di mente, afflitto da
inimmaginabili turbe. Sarà di nuovo la solita, inutile storia che leg-
gemmo per Columbine, per il politecnico della Virginia, per il cine-
ma di Boulder e cento altre volte. Inutile perchè soltanto gli adora-
tori di quella divinità possono ancora credere che "non siano le ar-
mi, ma gli uomini a uccidere", come si sono affrettati a scrivere
in tweets, sui blog e su Facebook centinaia di persone terrorizzate
al pensiero che il governo federale, gli Stati e il congresso cerchi-
no di chiudere l'armeria privata.
Obama si schiera: 'ripristinare il bando delle armi d'assalto'
Ha promesso di usare "tutti i poteri" in suo possesso per evitare il
ripetersi di simili mattanze il presidente Usa Barack Obama dopo
aver partecipato alla cerimonia interconfessionale in suffragio del-
le vittime della strage in Connecticut.
Continua...to be continued
Sport - calcio / Serie A - 17^ giornata 2012/13
16 dicembre 2012 - domenica 16th December / Sunday
Gli anticipi della serie A
Udinese - Palermo 1 - 1 (giocata sabato)
Lazio - Inter 1 - 0 ( " " )
La Lazio segna col tedesco Klose e sale al terzo posto,
raggiungendo il Napoli (a quota 33) - Guarin e Cassano
sbattono contro il palo: niente da fare per l'Inter.
Proteste interiste per un fallo da rigore subito da
Ranocchia - Nell'altra partita, parità (1 - 1) tra
Udinese e Palermo.
Fiorentina - Siena 4 - 1 (domenica - ore 12.30)
Grande Toni: apre e chiude la partita, in mezzo i gol di
Pizarro e Aquilani - Reginaldo per il Siena.
E la Fiorentina riprende a volare
Contro un Siena in crisi, tremendo uno-due viola nei primi 20' con Toni e il cileno. Per l'ex Roma, a segno su rigore, emozione doppia: la scorsa settimana ha perso la sorella. Chiude i conti Aquilani a fine primo tempo. Nella ripresa Reginaldo e ancora Toni. Aquilani nel finale sbaglia un altro tiro dal dischetto, finisce 4-1.
Milan - Pescara 4 - 1
Nocerino: "Il mio gol lo dedico
Milan nel segno del Faraone
Gli anticipi della serie A
Udinese - Palermo 1 - 1 (giocata sabato)
Lazio - Inter 1 - 0 ( " " )
La Lazio segna col tedesco Klose e sale al terzo posto,
raggiungendo il Napoli (a quota 33) - Guarin e Cassano
sbattono contro il palo: niente da fare per l'Inter.
Proteste interiste per un fallo da rigore subito da
Ranocchia - Nell'altra partita, parità (1 - 1) tra
Udinese e Palermo.
Fiorentina - Siena 4 - 1 (domenica - ore 12.30)
Grande Toni: apre e chiude la partita, in mezzo i gol di
Pizarro e Aquilani - Reginaldo per il Siena.
E la Fiorentina riprende a volare
Contro un Siena in crisi, tremendo uno-due viola nei primi 20' con Toni e il cileno. Per l'ex Roma, a segno su rigore, emozione doppia: la scorsa settimana ha perso la sorella. Chiude i conti Aquilani a fine primo tempo. Nella ripresa Reginaldo e ancora Toni. Aquilani nel finale sbaglia un altro tiro dal dischetto, finisce 4-1.
Tutto troppo facile per la Fiorentina. Un derby che sa tanto di allenamento al Franchi e Montella riaggancia il treno Champions dopo la mini-crisi (due pari e un k.o. nelle ultime tre gare). Ma che brutto Siena, il 4-1 finale ci sta tutto, Cosmi non riesce a schiodarsi dall'ultimo posto in classifica e adesso la sua panchina - dopo tre sconfitte di fila (una più brutta dell'altra) - è a rischio. Certo, senza penalizzazione la situazione sarebbe molto diversa ma quel -6 pesa come un macigno e tocca all'"uomo del fiume" trovare al più presto una soluzione.
Milan - Pescara 4 - 1
Nocerino: "Il mio gol lo dedico
ai bambini uccisi negli Usa"
Il rossonero dopo la rete al Pescara: "Il mio pensiero va unicamente a loro". E poi: "Più mi dicono che sento la mancanza di Ibra più mi carico". Allegri: "Stiamo migliorando"
Milan nel segno del Faraone
4° successo di fila: Pescara k.o.
La quarta vittoria consecutiva del Milan è una scia di sudore e fatica. Un 4-1 molto bugiardo, tirato e ottenuto con le unghie e molta fortuna, perché il Pescara fa la sua partita, superando lo choc del gol di Nocerino subìto dopo pochi secondi e rialzando la testa anche dopo avere regalato il 2-0 ai rossoneri su autorete. La rete di Terlizzi regala infatti pressione alla partita. Ma Jonathas rovina tutto segnando ancora nella porta di Perin e spianando il poker, guarda un po' di El Shaarawy. Mettiamola così: il Milan con l'animo operaio di sempre riesce a portare a casa tre punti di rilievo
Juventus - Atalanta 3 - 0
Juve campione d'inverno
Atalanta spazzata via in 30'
Portanova: ribaltone Bologna!Il tabù Pioli affonda il Napoli
Le altre partite (della serie A)
Catania - Sampdoria 3 - 1
Chievo - Roma 1 - 0
Genoa - Torino 1 - 1
Parma Cagliari 4 - 1
Classifica
Juventus 41 / Inter 34 / Napoli, Lazio 33 / Fiorentina 32 / Roma 29
Milan 27 / Catania 25 / Udinese, Parma 23 / Chievo, Atalanta 21
Bologna 18 / Sampdoria 17 / Torino, Cagliari 16 / Palermo 15
Lucianone
Juventus - Atalanta 3 - 0
Juve campione d'inverno
Atalanta spazzata via in 30'
Finisce 3-0 a Torino: i bianconeri conquistano il titolo virtuale grazie alla sconfitta del Napoli. In 27' i bergamaschi incassano le reti di Vucinic, Pirlo e Marchisio, oltre al rosso a Manfredini 4' dopo.
Napoli - Bologna 2 - 3
Portanova: ribaltone Bologna!Il tabù Pioli affonda il Napoli
Il tecnico rossoblù letale: avanti con Gabbiadini, rimontati da Gamberini e Cavani. Poi perla di Kone e il gol del difensore che rientrava dalla squalifica
Le altre partite (della serie A)Catania - Sampdoria 3 - 1
Chievo - Roma 1 - 0
Genoa - Torino 1 - 1
Parma Cagliari 4 - 1
Classifica
Juventus 41 / Inter 34 / Napoli, Lazio 33 / Fiorentina 32 / Roma 29
Milan 27 / Catania 25 / Udinese, Parma 23 / Chievo, Atalanta 21
Bologna 18 / Sampdoria 17 / Torino, Cagliari 16 / Palermo 15
Lucianone
sabato 15 dicembre 2012
Sport - calcio / Serie B - 19^ giornata 2012-13
16 dicenbre 2012 - sabato 16th December / Saturday
Il Sassuolo si riprende la vetta
Il Sassuolo si riprende la vetta
Verona fermato a Vercelli
Gli emiliani vincono a Padova e lasciano di nuovo dietro il Livorno. I veneti pareggiano 0-0, la nebbia stoppa il Varese a 8' dalla fine quando era sul 3-0 contro il Grosseto (probabile recupero il 19 gennaio). In coda colpo del Novara a Bari, bene Empoli e Modena.
Il Sassuolo è una macchina da gol e guida la classifica con tre punti di vantaggio sul Livorno. Grande prestazione degli emiliani a Padova: dominano e vincono 3-1. La Pro Vercelli frena il Verona sullo 0-0, la nebbia ferma il Varese a 8' minuti dalla fine, quando i lombardi vincevano facilmente 3-0 sul Grosseto. Bene Empoli e Modena, in coda grande colpo del Novara che vince a Bari. Ecco il quadro completo della 19/a giornata, che si concluderà domani sera con i posticipi Reggina-Cittadella (ore 19) e Ascoli-Brescia (ore 21).
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Società / mondo - Gli ultimi eventi
16 dicembre '12 - sabato 16th December / Saturday visioni post - 4
Stati Uniti 1
Strage a scuola, l’America sotto choc
Il killer ha usato le armi della madre
Reportage - La corsa di Adam / Foto: America sotto choc
Stati Uniti 1
Strage a scuola, l’America sotto choc
Il killer ha usato le armi della madre
Reportage - La corsa di Adam / Foto: America sotto choc
francesco semprini
A Newtown uccisi venti bimbi e sei adulti. Maestre come scudi per difendere i piccoli
Foto: la veglia di preghiera / Video: le voci
Foto: la veglia di preghiera / Video: le voci
Paese sotto choc. Obama: «Mai più». L’assassino
aveva imparato a sparare dal genitore.
Scontro sulla vendita di pistole: «Ora va limitata».
aveva imparato a sparare dal genitore.
Scontro sulla vendita di pistole: «Ora va limitata».
il caso Non bastano le leggi per fermare il Male gianni riotta
Stati Uniti 2
Hillary Clinton sviene, commozione cerebrale
Stati Uniti 2
Hillary Clinton sviene, commozione cerebrale
La notizia arriva mentre crescono le indiscrezioni secondo cui
sarebbe imminente la nomina di John Kerry a segretario di Stato
La paura dei copti: “Saremo puniti per blasfemia”
Lucianone
sarebbe imminente la nomina di John Kerry a segretario di Stato
Egitto
La paura dei copti: “Saremo puniti per blasfemia”
Egitto, file ai seggi nel giorno del referendum (Foto)
Lucianone
venerdì 14 dicembre 2012
Meteo sportivo - Sui campi di calcio / sabato e domenica
14 dicembre '12 - venerdì 14th December / Friday
Neve sui campi di Serie A
Neve sui campi di Serie A
Ma domani piove e si gioca
Mentre nevica in tutto il Nord, le previsioni indicano un miglioramento nel weekend -Tanta acqua sugli anticipi Udinese - Palermo e Lazio - Inter. Variabile domenica
Nevica nel nordItalia. Da ovest avanza infatti il ciclone atlantico Giunone, mentre il centrosud è battuto dalla pioggia. Il meteo segnala neve al nordovest fino a domani anche sulla Pianura Padana, soprattutto in Lombardia e su tutto Piemonte, Alpi, Prealpi. Ma vediamo le previsioni sui campi della Serie A, partendo dagli anticipi di sabato, con la speranza che la neve sugli spalti negli spazi senza copertura venga tolta dagli addetti ai lavori per garantire la massima sicurezza ai tifosi.
UDINESE-PALERMO — Si gioca alle 18, ma è scongiurato il rischio neve. Il barometro indica infatti pioggia fitta, con una temperatura variabile fra i 6 i 7 gradi.
LAZIO-INTER — Sfida tra prime della classe all'Olimpico che scendono in campo alle 20.45. Anche nella capitale è prevista pioggia, ma debole e in esaurimento intorno alle 22. Ben più alta la temperatura rispetto al Friuli: fra i 12 e i 13 gradi centigradi.
FIORENTINA-SIENA — Il derby toscano si gioca domenica a pranzo (ore 12.30). Poca pioggia che dovrebbe lasciare il posto a timidi raggi di sole. Buona la temperatura; 14 gradi circa.
PARMA-CAGLIARI — In campo alle 15. Torna il sole, ma la nevicata favorirà la formazione di nebbie. Temperatura: 2°.
MILAN- PESCARA — Idem come al Tardini, ma a San Siro farà molto freddo: dalle 15 sempre sottozero.
CATANIA-SAMPDORIA — Il meteo dice poco nuvoloso con una temperatura variabile tra i 13° e i 14°.
JUVENTUS-ATALANTA — Anche a Torino vale la legge di Parma e Milano, ma rispetto a San Siro un paio di gradi in più.
NAPOLI-BOLOGNA — E' il posticipo della domenica (ore 20.45). Pioggia e schiarite al San Paolo e circa 11°
Lucianone
Riflessioni - Troppo invecchiate le società occidentali?
14 dicembre '12 - venerdì 14th December / Friday visioni post - 13
Riflessioni
di Lucianone
Parlare di nascita e di morte fino alla fine del secolo scorso
aveva una rilevanza che, secondo me, oggi (cioè nel nuovo
secolo) non ha più negli stessi termini e nella medesima vi-
sione generale del mondo e della gente che lo popola.
Il cambiamento di tale rilevanza è dato senz'altro dalla
sempre più radicata invasione e invadenza delle tecnologie
moderne, prima fra tutte la televisione, poi Internet e infi-
ne il cellulare e i suoi molteplici ibridi derivati.
Nel secolo scorso nascita e morte avevano ancora una rilevanza
molto forte, spesso fondamentale per scandire il passare del
del tempo. Oggi questa rilevanza è pressochè scomparsa, poichè
l'aspetto tecnologico-tecnico ha oltrepassato l'aspetto umano,
filosofico e spirituale dando un senso del tempo e dell'esistenza
chiuso, compatto, rigido, e quasi sempre disumano. Oggi il tem-
po sembra illimitato, si vive molto di più, ci sembra quasi che la
morte sia un optional, ci sentiamo insomma quasi immortali e si
guarda sempre più all'aspetto esteriore, l'edonismo, i soldi, la
salute ottimale e in generale il benessere totale. Ma è proprio
questo benessere che ci è tolto ogni giorno di più, viene colpita
la nostra sicurezza, almeno quella fino a ieri sicura del ceto me-
dio, e comunque ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani o
in altri termini i figli e i nipoti della generazione più anziana e
quest'ultima si sente spesso minacciata nella sua sicurezza di
lavoro o nella continuità sempre più prolungata del tempo la-
vorativo prima della pensione. Ed è qui che si rivela la piena
contraddizione dell'attuale società post-capitalista/finanziaria:
Continua...to be continiued...
Riflessioni
di Lucianone
Parlare di nascita e di morte fino alla fine del secolo scorso
aveva una rilevanza che, secondo me, oggi (cioè nel nuovo
secolo) non ha più negli stessi termini e nella medesima vi-
sione generale del mondo e della gente che lo popola.
Il cambiamento di tale rilevanza è dato senz'altro dalla
sempre più radicata invasione e invadenza delle tecnologie
moderne, prima fra tutte la televisione, poi Internet e infi-
ne il cellulare e i suoi molteplici ibridi derivati.
Nel secolo scorso nascita e morte avevano ancora una rilevanza
molto forte, spesso fondamentale per scandire il passare del
del tempo. Oggi questa rilevanza è pressochè scomparsa, poichè
l'aspetto tecnologico-tecnico ha oltrepassato l'aspetto umano,
filosofico e spirituale dando un senso del tempo e dell'esistenza
chiuso, compatto, rigido, e quasi sempre disumano. Oggi il tem-
po sembra illimitato, si vive molto di più, ci sembra quasi che la
morte sia un optional, ci sentiamo insomma quasi immortali e si
guarda sempre più all'aspetto esteriore, l'edonismo, i soldi, la
salute ottimale e in generale il benessere totale. Ma è proprio
questo benessere che ci è tolto ogni giorno di più, viene colpita
la nostra sicurezza, almeno quella fino a ieri sicura del ceto me-
dio, e comunque ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani o
in altri termini i figli e i nipoti della generazione più anziana e
quest'ultima si sente spesso minacciata nella sua sicurezza di
lavoro o nella continuità sempre più prolungata del tempo la-
vorativo prima della pensione. Ed è qui che si rivela la piena
contraddizione dell'attuale società post-capitalista/finanziaria:
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Il personaggio / musica - L'addio di Guccini
14 dicembre '12 - venerdì 14th December / Friday visione post - 12
"Basta: non ho più voglia di canzoni"
Lo dice Francesco Guccini, che dà il suo
saluto al mondo canoro con l'ultimo disco che, infatti,
ha per titolo "L'ultima Thule".
Adesso che ha visto tutto questo - dati cause, pretesto e attuali conclusioni -
Francesco Guccini smette di scrivere canzoni. Ma non c'è niente di avvelena-
to nell'annuncio del ritiro, anzi tranquillità e ciglio asciutto alla presentazione
del suo ultimo (in ogni senso, ora) disco, "L'ultima Thule".
La Thule è il luogo che nelle leggende antiche era oltre i confini del mondo
conosciuto, e dice Guccini "ho sempre pensato che il mio ultimo disco si sa-
rebbe chiamato così. Solo che lo pensavo già quando facevo Radici".
Era il 1972, e con canzoni come 'La locomotiva' e 'Il vecchio e il bambino'
cominciò a essere uno dei più carismatici cantautori italiani, ricco di ironia,
folk, impegno, disincanto, cultura, memoria, malinconia.
"Comporre mi è sempre più difficile - continua il cantautore emiliano -
la voglia si è esaurita, quel che dovevo dire l'ho detto. Ed escludo di fare
altri tour. E poi smettono Quentin Tarantino, Michael Phelps e Philip Roth;
potrò dedicarmi anche io ad altro, no?". Un "altro" che non sarà poi troppo
diverso dal comporre canzoni: "Continuerò a scrivere libri". E se involonta-
riamente gli scappasse una canzone? "La darei a Beppe Carletti, che me
la chiede da tempo per il mezzo secolo dei Nomadi. Ad altri colleghi ne
darei anche, ma non ne vogliono: si vede che sono considerato ai margini
di un certo mondo". Lo dice senza rimpianti, "anche perchè non ne ho. Ho
iniziato per caso, solo perchè volevo suonare, e poi l'Equipe 84 e i Noma-
di cantarono Auschwitze e Dio è morto. Il mio vero desiderio era fare lo
scrittore, invece mi son ritrovato cantautore".
A 72 anni potrà dedicarsi a tempo pieno al sogno di ragazzo, sembra quasi
una sua canzone. In tutto questo ci sarebbe anche da dire qualcosa sulla sua
ultima creazione "L'ultima Thule", disco di otto inediti atteso da altrettanti
anni. Disco gucciniano che più non si può. C'è l'impegno politico, con Su
in collina e Quel giorno d'aprile dedicate ai partigiani, e Il testamento
di un pagliaccio, "canzone di satira politica, e il pagliaccio siamo noi cit-
tadini,. umiliati da situazioni sconcertanti". E c'è molto la terra, nel senso
delle piccole comunità, dei ricordi, del passato: in Canzone di notte n.4,
che apre il disco, due cugini gli parlano nel dialetto di Pavana, il paese
d'origine dove è tornato a vivere, " e dove da ragazzo ha vissuto gioie
infinite, che i giovani di ora non potranno mai provare con le Playstation,
tipo rubare le patate, cuocerle su un falò, bere latte appena munto dalle
capre". E l'intero album è registrato al mulino di famiglia, che ora è un
bed and breakfast. "Nell'androne batteria e contrabbasso, in magazzino
sax e chitarre, io in sala da pranzo".
Pavana è appena oltre il confine fra Toscana ed Emilia, come a dire a
metà strada fra Renzi e Bersani, e naturalmente Guccini non si sottrae
a commentare le primarie: "Bell'episodio di democrazia, anche se so-
spetto che non tutti i votanti fossero di sinistra. Spero che l'affluenza
non cali troppo al ballottaggio. Io ho scelto Bersani". Ma l'impressio-
ne è che la politica gli scaldi meno il cuore. Questione di età, forse,
"sono nato nella prima metà del '900, non ho il telefonino, metto i CD
al contrario, non capisco i discografici che usano parole tipo"banner"
e "preorder". E se mi metto a contare quanti amici e parenti sono mor-
ti non finisco più. Mi piace sperare in una specie di panteismo. Ave-
vo anche pensato a una Spoon River di Pavana, poi ho lasciato stare.
Insomma alla morte ci penso, ovvio, e in questo disco ne parla la
canzone L'ultima volta. Oh, ma sia chiaro, L'ultima volta è la mia
fine artistica, mica la mia fine e basta".
(da la Repubblica di giovedì 29 novembre - Luigi Bolognini)
Continua...to be continued...
"Basta: non ho più voglia di canzoni"
Lo dice Francesco Guccini, che dà il suo
saluto al mondo canoro con l'ultimo disco che, infatti,
ha per titolo "L'ultima Thule".
Adesso che ha visto tutto questo - dati cause, pretesto e attuali conclusioni -
Francesco Guccini smette di scrivere canzoni. Ma non c'è niente di avvelena-
to nell'annuncio del ritiro, anzi tranquillità e ciglio asciutto alla presentazione
del suo ultimo (in ogni senso, ora) disco, "L'ultima Thule".
La Thule è il luogo che nelle leggende antiche era oltre i confini del mondo
conosciuto, e dice Guccini "ho sempre pensato che il mio ultimo disco si sa-
rebbe chiamato così. Solo che lo pensavo già quando facevo Radici".
Era il 1972, e con canzoni come 'La locomotiva' e 'Il vecchio e il bambino'
cominciò a essere uno dei più carismatici cantautori italiani, ricco di ironia,
folk, impegno, disincanto, cultura, memoria, malinconia.
"Comporre mi è sempre più difficile - continua il cantautore emiliano -
la voglia si è esaurita, quel che dovevo dire l'ho detto. Ed escludo di fare
altri tour. E poi smettono Quentin Tarantino, Michael Phelps e Philip Roth;
potrò dedicarmi anche io ad altro, no?". Un "altro" che non sarà poi troppo
diverso dal comporre canzoni: "Continuerò a scrivere libri". E se involonta-
riamente gli scappasse una canzone? "La darei a Beppe Carletti, che me
la chiede da tempo per il mezzo secolo dei Nomadi. Ad altri colleghi ne
darei anche, ma non ne vogliono: si vede che sono considerato ai margini
di un certo mondo". Lo dice senza rimpianti, "anche perchè non ne ho. Ho
iniziato per caso, solo perchè volevo suonare, e poi l'Equipe 84 e i Noma-
di cantarono Auschwitze e Dio è morto. Il mio vero desiderio era fare lo
scrittore, invece mi son ritrovato cantautore".
A 72 anni potrà dedicarsi a tempo pieno al sogno di ragazzo, sembra quasi
una sua canzone. In tutto questo ci sarebbe anche da dire qualcosa sulla sua
ultima creazione "L'ultima Thule", disco di otto inediti atteso da altrettanti
anni. Disco gucciniano che più non si può. C'è l'impegno politico, con Su
in collina e Quel giorno d'aprile dedicate ai partigiani, e Il testamento
di un pagliaccio, "canzone di satira politica, e il pagliaccio siamo noi cit-
tadini,. umiliati da situazioni sconcertanti". E c'è molto la terra, nel senso
delle piccole comunità, dei ricordi, del passato: in Canzone di notte n.4,
che apre il disco, due cugini gli parlano nel dialetto di Pavana, il paese
d'origine dove è tornato a vivere, " e dove da ragazzo ha vissuto gioie
infinite, che i giovani di ora non potranno mai provare con le Playstation,
tipo rubare le patate, cuocerle su un falò, bere latte appena munto dalle
capre". E l'intero album è registrato al mulino di famiglia, che ora è un
bed and breakfast. "Nell'androne batteria e contrabbasso, in magazzino
sax e chitarre, io in sala da pranzo".
Pavana è appena oltre il confine fra Toscana ed Emilia, come a dire a
metà strada fra Renzi e Bersani, e naturalmente Guccini non si sottrae
a commentare le primarie: "Bell'episodio di democrazia, anche se so-
spetto che non tutti i votanti fossero di sinistra. Spero che l'affluenza
non cali troppo al ballottaggio. Io ho scelto Bersani". Ma l'impressio-
ne è che la politica gli scaldi meno il cuore. Questione di età, forse,
"sono nato nella prima metà del '900, non ho il telefonino, metto i CD
al contrario, non capisco i discografici che usano parole tipo"banner"
e "preorder". E se mi metto a contare quanti amici e parenti sono mor-
ti non finisco più. Mi piace sperare in una specie di panteismo. Ave-
vo anche pensato a una Spoon River di Pavana, poi ho lasciato stare.
Insomma alla morte ci penso, ovvio, e in questo disco ne parla la
canzone L'ultima volta. Oh, ma sia chiaro, L'ultima volta è la mia
fine artistica, mica la mia fine e basta".
(da la Repubblica di giovedì 29 novembre - Luigi Bolognini)
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