giovedì 18 ottobre 2012

Ultime notizie /dall'Italia e dal mondo - Latest news

18 ottobre 2012 - giovedì       18th October / Thursday        visioni post - 5

Politica / Italia
Santanchè: «Dimettetevi tutti»
Alfano: «Basta con linea sfascista»


La «pasionaria» del centrodestra aveva invitato il segretario a lasciare: «Un mondo è finito, fate come Silvio».

Daniela Santanchè tuona che «il Pdl non esiste più», che è «un mondo finito», che «devono dimettersi Alfano e i coordinatori». E i vertici del Pdl si stringono a coorte contro la «sfascista», termine scelto proprio da Alfano, bocciando la linea proposta dalla pasionaria del centrodestra, ritenuta «inconciliabile» con quella voluta dal partito. Ruolo che Santanchè ha prontamente respinto al mittente: «Non sono io che ho portato il Pdl dal 22 al 15%».

Economia / Stati Uniti - Wall Street
Google a picco: pubblicati per errore i dati
Mountain View perde in borsa l'8%. La fuga di notizie dalla società specializzata
nella stampa dei risultati trimestrali

Politica/economia - Incontro bilaterale 
Merkel -Hollande: gelo al vertice europeo
Poi spunta accordo su vigilanza bancaria

Nel bilaterale confronto acceso tra i due leader.
La proposta della Cancelliera di istituire un super-commissario Ue con poteri di veto sui bilanci nazionali. Ma il titolare dell'Eliseo gela le ipotesi tedesche: «Non prevalgano
le ragioni elettorali». Alla fine trovato un compromesso.


Politica - Italia / Il segretario del Pdl
Alfano: «Cacceremo ladri e ruba-galline»
E in Lombardia esclude il voto a dicembre

Linea dura e tolleranza zero dopo le recenti indagini per corruzione
«Cacceremo dal partito i ladri, i ruba-galline, i malfattori e i gaglioffi. Tolleranza zero». Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai cronisti rispondendo sull'indagine per corruzione nei confronti del coordinatore provinciale di Milano, Sandro Sisler. Ed è tornato anche, sollecitato,
 in merito alle affermazioni di Daniela Santanchè che ha chiesto le dimissioni del gruppo dirigente del partito. «Il Pdl - ha detto- non è di estrema destra, non è il partito di Le Pen, non è contro l'euro e per l'uscita dall'Ue. Detto questo non ho alcun problema personale con Santanchè. 

Politica - Italia  / Verso le elezioni
Sondaggi  -  Il ciclone Grillo
Sondaggi Swg, Beppe Grillo cresce al 21/22%
In Sicilia potrebbe essere il primo partito

Il Pd resta comunque il primo partito a livello nazionale, in difficoltà Idv e Udc

Lucianone

mercoledì 17 ottobre 2012

Appuntamenti - cinema / La storia del Cinema

17 ottobre 2012 - mercoledì            17th October / Wednesday              visioni post - 10

La scelta di una delle migliori pellicole viste negli ultimi
tempi quest'anno (fino ad oggi) è caduta su questo film-
documentario.

(da 'la Repubblica' - SPETTACOLI&TV - 28 sett. '12 /  
di Robero Nespoli)
"The story of film - An Odyssey"
regia di Mark Cousins
Documentario
Voce di Mario Cordova
Inizia con la sequenza dello sbarco di "Salvate il soldato 
Ryan" di Spielberg  il megadocumentario   'The story of
film - An odyssey', nelle sale  italiane  in questi giorni  e
per sette settimane di seguito.    Segno già evidente che 
non si tratta della solita storia del cinema, un elenco cro-
nologico  di date, nomi e capolavori, ma  che  sulla carta
perdono vitalità diventando opachi e anonimi.
La differenza si comincia a sentire dal titolo che l'autore, 
il regista e critico irlandese Mark Cousins, gli ha dato:
non 'history' (sequenza di eventi), ma 'story', ovvero nar-
razione, racconto. - 
Certo, nelle 15 ore del film Cousins non trascura i fondamentali
del cinema:  dai pionieri (Edison, i Lumière, Mèliès) ai maestri
del cinema classico (Griffith, Chaplin & Co.); dalle avanguardie
all'età d'oro di Hollywood con il suo star system, i kolossal alla
'Via col vento', i Ford e gli Hitchcock, senza trscurarne i grandi
ribelli (Stroheim, Welles); dal "cinema moderno" (Godard, Ber-
tolucci), che mise in discussione tutto, al inema politico degli
anni 70-80; dall'arrembaggio del digitale ad 'Avatar', agli idoli
dei cinefili del nuovo millennio, Tarantino e Nolan.

"E' tempo di rintracciare la mappa della storia del cinema che
abbiamo nelle nostre teste" proclama l'autore nel primo episo-
dio.   -   E lo fa: però a modo suo, con un metodo - nello stesso
tempo - libero e rigoroso. Innanzitutto incardina i film nel loro
contesto storico e geografico; poi racconta l'evoluzione del ci-
nema come linguaggio, mostrando attraverso scene e sequen-
ze  di film famosi la nascita  del primo piano  del carrello, del  
flashback  e delle altre figure stilistiche  che resero il cinema 
sempre  più ipnotico  e il pubblico  sempre più affascinato da 
esso. -  Ma fa di più: a differenza delle precedenti storie del
cinema, tutte scritte  "all'occidentale", riserva  largo spazio
alle  cinematografie  dell'Asia, dell'India, dell'Africa, fonda-
mentali e di solito relegate in capitoletti d'appendice. Anche
la parte svolta dalle donne, quasi sempre minimizzata, trova
occasione di riscatto: tra le sceneggiatrici di Hollywood che
firmavano  con  nomi  maschili, Jane Champion, la giovane
iraniana Samira Makhmalbaf.

 
Altro aspetto importante di questa storia del cinema è la
sua non-neutralità politica: soprattutto in relazione ai pe-
riodi più "caldi" del passato prossimo. Vedi i titoli di due
episodi: il decimo 1968 - 1979, I registi radicali degli an-
ni 70 raccontano lo stato della nazione, e il dodicesimo,
Gli anni 80, Cinema e protesta in giro per il mondo.
Il lungo viaggio è pieno di idee  e aneddoti, mai noioso,
illuminato  dalle testimonianze  di "guide" prestigiose:
Stanley Donen, Gus Van Sant, Lars Von Trier, Bernar-
do Bertolucci, Claudia Cardinale e molti altri.
C'è spazio anche per episodi poetici. Uno fra tutti. Il
maestro giapponese Yasujiro  Ozu, celebre per la ie-
ratica compostezza delle sue immagini, beveva molto.
Oggi riposa   in una tomba con su scritto "nessuno";
ma i suoi fan lo sanno e gli portano, in dono, bottiglie
di whisky e di vino perch' possa godersele anche nel-
l'aldilà.
A un documentario così diverso dagli altri, la BIM ha fatto
corrispondere una modilità di distribuzione originale. Ogni
martedì, da qui a novembre, vdengono proiettati due nuovi
episodi di 'The Story of film', per la durata di 2 ore, in sale
di Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Genova, Pado-
va, , Bari.    Più avanti ci sarà il cofanetto; però chi ama la
"settima arte" di vero amore accetti un consiglio: la prima
visione se la regali al cinema.


Lucianone


lunedì 15 ottobre 2012

Economia - Approfondimenti / sul capitalismo finanziario

15 ottobre 2012 - lunedì      15th October / Monday         visioni post - 9

Continuando  un discorso  approfondito  sul capitalismo, sua
nascita, sviluppo, trasformazione e crisi, e raccogliendo ma-
teriale inerente a questo tema,   importante per l'economia
mondiale, ecco qui  un articolo  estremamente interessante
preso dal quotidiano 'la Repubblica' in cui si esamina da do-
ve derivano  le difficoltà e le dinamiche contorte  della fase
attuale di un capitalismo estremamente selvaggio, in quanto
prettamente/unicamente  finanziario.
(Lucianone)

(da 'la Repubblica' di sabato 22 settembre '12 -
di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini)
La deriva del capitalismo
Le mille agomentazioni per spiegare la crisi in cui sono immersi
i paesi occidentali da 5 anni a questa parte non ci appaiono mol-
to convincenti e, come ha ricordato Vladimiro Giacchè, riporta- 
no  alla mente  le  giustificazioni  di John Belushi nel film dei
'Blues Brothers'.   Per convincere l'ex fidanzata  abbandonata 
sull'altare a non ammazzarlo, Belushi dice: "Quel giorno finì
 la benzina. Si bucò un pneumatico.   Non avevo i soldi per il
taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria!
Era venuto  a trovarmi  da lontano un amico  che non vedevo
da anni!  Qualcuno mi rubò la macchina!  Ci fu un terremoto!
Una tremenda inondazione! Un'invasione di cavallette!".  
Alle mille spiegazioni della crisi, noi ne aggiungiamo un'altra: 
la liberazione del movimento dei capitali, che, all'inizio degli
anni '80 pose fine  al grande compromesso  di Bretton Woods
fondato appunto sul divieto di circolazione dei capitali a cui
faceva da contrappeso la libertà di circolazione delle merci.
Lo strappo effettuato (in Occidente) dai due leader conserva-
tori, Reagan  negli Stati Uniti e  Thatcher in Inghilterra, de-
terminò un completo rovesciamento dei rapporti di forza sia
tra capitale e lavoro, sia tra capitalismo e democrazia poichè
creò una condizione di fortissimo vantaggio per le grandi im-
prese private nei confronti degli stati nazionali.
Da quel momento   la capacità  di intervento dello Stato nel-
l'economia andò incontro ad un drastico ridimensionamento,
mentre i lavoratori cominciarono a subire i ricatti delle delo-
calizzazioni produttive. La liberazione dei capitali rappresen-
dunque la mossa decisiva che influenzò l'evoluzione dell'e-
comomia mondiale e diede l'avvio alla fase del capitalismo fi-
nanziario.
A dire la verità, anche nell'opinione degli economisti classici
la libertà dei movimenti di capitale non era stata sempre vista
di buon occhio. -    Un grande pensatore come David Ricardo
aveva  ammonito  sui pericoli inerenti  alle loro libere scorri- 
bande. I capitali, aveva sostanzialmente osservato, non sono
valigie trasportabili indifferentemente da un punto all'altro
del mondo:   sono elementi essenziali del contesto sociale il
cui spostamento non può non determinare conseguenze rile-
vanti nella sorte della stessa coesione sociale.  -  Per questi
motivi sradicare e trasferire i capitali in qualsiasi parte del
mondo  senza   il consenso della comunità non può  essere
considerato un comportamento virtuoso.
Ma ci sono anche altre conseguenze molto importanti, poi-
chè  si crea un mercato finanziario  integrato  che consente
al capitale di tutto il mondo di entrare in collegamento e di
dar luogo "all'internazionale dei capitalisti", un'èlite glo-
bale, che concentra in sè un potere immenso.  L'appello di
Karl Marx,  'proletari di tutto il mondo unitevi', si realizza,
ma al contrario. - I mercati finanziari diventano un'istitu-
zione strutturata e iniziano ad esprimersi come i governi.
E' ben noto , infatti, che a Wall Street si tengono riunioni
periodiche dei capi delle grandi banche  e delle società fi-
nanziarie che stabiliscono i tassi di interesse e, attraverso
 le decisioni  di investimento o di disinvestimento, posso-
no sfiduciare i governi che attuano politiche economiche
non gradite e sono in grado di condizionare il destino di
intere popolazioni. - 
Il mutamento del rapporto di forza tra il capitale e gli al-
tri fattori di produzione da una parte  e tra il capitalismo
e  il  governo  democratico  dall'altra, rappresentano due
fattori fondamentali che sono alla radice del processo di
finanziarizzazione. Ma c'è anche un altro motivo: l'enor-
me concorrenza che si stabilisce dopo la liberazione dei
movimenti  di  capitale  tra  i  capitalismi nazionali e il
mercato finanziario internazionale.
Questa concorrenza   acuisce e aumenta  l'importanza
del profitto nell'ambito della struttura economica.
Nell'impresa i fattori legati al profitto riprendono po-
sizione dominante e con essi  la distribuzione  di divi-
dendi agli azionisti  e  la ricerca continua  dell'incre-
mento  delle  quotazioni azionarie, indice supremo di
efficienza e di forza. I finanzieri conquistano così un
ruolo centrale nella gestione   delle grandi unità pro-
duttive imponendo  la loro visione del mondo rappre-
sentata dal guadagno immediato da ottenere con ogni
mezzo.
Questa è la situazione che dobbiamo rovesciare se vo- 
gliamo realmente uscire dalla crisi. - Le recenti deci-
sioni della Banca Centrale Europea sugli interventi
"antispread" rappresentano  un primo passo  impor- 
tante per ricostruire la sovranità monetaria dell'UE
e per ridimensionare l'influenza della speculazione
finanziaria sulle politiche economiche  dei paesi in
difficoltà.  Ormai è evidente a tutti  che i mercati fi-
nanziari rappresentano  un potentissimo amplifica-
tore delle  fisiologiche  fluttuazioni  cicliche  poichè
innescano  dei  meccanismi cumulativi  che si auto-
alimentano.  -    Quando c'è crescita i mercati gettano
benzina sul fuoco e amplifiano l'espansione, ma quan
do c'è crisi i mercati spingono l'economia verso la de-
pressione. per questo è necessario fare ben di più:  la
politica deve tornare a fissare le regole fondamentali
dei movimenti di capitale a livello mondiale. Occorre
una nuova  Bretton Woods, questa volta nel segno di
Keynes. Non è una riforma. E' una rivoluzione.

Lucianone

domenica 14 ottobre 2012

Sport - calcio / Serie B - 9^ giornata

14 ottobre 2012 - domenica       14th October / Sunday      visioni post - 5

Sassuolo devastante
Spezia salvo su rigore all'89'

Nella 9ª giornata di B la capolista è inarrestabile: 4-0 sul Varese per l'ottava vittoria. Doppietta di Cacia: Verona ok col Grosseto. Ternana beffata: gol di Litteri, Di Gennaro dagli 11 metri sul finale per l'1-1. Alle 12.30 il Padova espugna Vicenza con una doppietta di Cutolo

Dopo gli anticipi che hanno premiato Juve Stabia e Novara, si completa il quadro della nona giornata di serie B. In attesa del posticipo serale fra Reggina e Livorno continua inarrestabile la marcia del Sassuolo. La capolista travolge il Varese con un gol di Gazzola, un rigore di Terranova e nel finale i sigilli di Chibsah e Catellani: 8 vittorie e un pareggio in nove partite per i neroverdi, che in attesa di conoscere il risultato del Livorno, secondo in classifica, mantengono il vantaggio di sette punti sul Verona, che batte il Grosseto ultimo in classifica. Tanti colpi esterni: inizia il Padova all'ora di pranzo, con lo 0-2 al Padova, quindi il netto 0-3 del Modena a Cittadella, lo 0-3 preziosissimo dell'Ascoli ad Empoli e il colpo grosso sfiorato dalla Ternana a La Spezia: i padroni di casa pareggiano con Di Gennaro su rigore a un minuto dalla fine: le due squadre salgono a 14 punti.

Partite giocate sabato 13 ottobre '12
Juve Stabia  -  Bari    2 - 1
Novara  -  Brescia     4 - 2
Partite giocate domenica 14 ott. '12
Vicenza  -  Padova            0 - 2
Cittadella  -  Medena       0 - 3
Lanciano  -  Pro Vercelli   1 - 1
Spezia  -  Ternana       1 - 1
Cesena  -  Crotone     0 - 0
Empoli  -  Ascoli         0 - 3
Sassuolo  -  Varese    4 - 0
Verona  -  Grosseto   2 - 0
Reggina  -  Livorno    1 - 3  (giocata domenica, ore 20.45)
Classifica della Serie B   
(aggiornata dopo Reggina - Livorno)
SASSUOLO  25  /  Livorno  19  /  Verona  18  /  Spezia, Ternana  14  /
Modena, Padova, Varese  13  /  Ascoli, Juve Stabia, Brescia  12  /
Bari, Cittadella  10  /  Novara, Vicenza  9  /  Lanciano, Cesena  8  /
Pro Vercelli  7  /  Crotone  6  /  Reggina  5  /  Empoli  3  /  Grosseto  1


 

venerdì 12 ottobre 2012

Spettacoli - Celentano live all' Arena di Verona

12 ottobre 2012 - venerdì     
12th October    /   Friday                                              visioni post - 33

"ROCK ECONOMY"  -  ADRIANO CELENTANO
                                                                                
Lunedì 8 ottobre e martedì 9 ottobre '12: sono i due
appuntamenti che il molleggiato Adriano ha dato ai suoi fan nella
città scaligera, e precisamente all'Arena, famoso anfiteatro roma-
no situato davanti alla Piazza Brà. Sold out all'americana e tutto 
esaurito, naturalmente all'italiana, fin dalle prime settimane del-
l'agosto scorso. Erano da un bel pò di anni che Celentano non si
dava più dal vivo in concerto.   L'ultima apparizione era stata al
festival di Sanremo, per più che altro  polemizzare  con quelli di
'Famiglia Cristiana', e comunque si era poi  esibito in un sentito
duetto con Gianni Morandi: forse lì era maturata l'idea del mol-
leggiato di ritornare  a farsi sentire  con le canzoni e, perchè no,
con le sue idee ecologiste e... non solo.
Grande successo, come sempre, dunque... anche a Verona.
Ecco un resoconto, particolareggiato,  della prima serata.
(Lucianone)

Grande ritorno di Adriano Celentano
Via Gluck, Fitoussi, un pò di pause,
tanta musica e l'Arena s'incendia

(da 'la Repubblica' di martedì 9 ottobre '12 - di Carlo Moretti) 
Parla Fitoussi, ma i 12mila a Verona
vogliono la musica
L'abbandono delle campagne, "la terra tradita dai giovani e
trasformata in un cimitero di cemento", la necessità della de-
crescita economica per favorire la felicità di tutti, la crisi che
strangola i lavoratori.  L'economista Fitoussi che dice: "Vi-
viamo in una quasi dittatura, i governi nazionali  ormai ob-
bediscono al patto di stabilità invece che ai loro cittadini".
Il primo dei due concerti all'Arena di Verona di Adriano
Celentano intitolati 'Rock Economy', in diretta su Canale 5,
ha messo in scena la crisi dclinandola intorno a questi gran-
di temi, Poi però è arrivato sul palco Gianni Morandi e allo-
ra la musica e tornata davvero protagonista.
Morandi ha molto ironizzato sull'intermezzo "economico"
con Jean-Paul Fitoussi: "Il pubblico ti vuol sentir cantare
Adriano, se canta Fitoussi il pubblico  non applaude mica
come fa con te: e poi sono 18 anni che non canti!".
Momenti di puro spettacolo, i 12 mila dell'Arena sono tutti
in piedi e in delirio  quando  i due amici  ed ex rivali della
canzone italiana duettano su 'Scende la pioggia', 'La mez-
zaluna', 'Ti penso e cambia il mondo', 'Woman in love',
poi Morandi lascia la scena al solo Celentano su una stre-
pitosa e trascinante  'Prisencolinensinainciusol', con Ce-
lentano che torna il molleggiato di 60 anni fa.
Quando poco dopo l'inizio dello show, da appassionato orologiaio
qual è, celentano a 74 anni manda indietro  le lancette del tempo
fino al '56 e attacca  con 'Rip it up' mimando i movimenti di Bill 
Haley (un  pò meno  molleggiato di allora  e vincolato  al  gobbo
elettronico), riannoda magicamente  il filo della sua vita  fino a 
ritrovarsi diciassettenne in periferia a Milano. In quel sogno di
periferia c'era lo stesso anelito di bellezza che ispira ora la sce-
nografia di 'Rock Economy': un borgo antico, sembra di essere
tornati in via Gluck, c'è il bar, l'osteria con i tavolini fuori, un
cortile in cui si accede da un ampio portico.

Ma la periferia si è degradata, la distanza tra i ricchi e i poveri
s'è fatta abissale, lo ricordano  le frasi tratte dai testi degli eco-
nomisti Rifkin e Latouche. Il rumore prodotto dagli elicotteri
lascia il posto al ritmo incalzante di 'Svalutation'. Celentano
la scrisse e la cantò nel '71 ma 40 anni dopo è il perfetto sigil-
lo iniziale per 'Rock Economy': "C'è un buco nello Stato dove
i soldi van giù... con il salario di un mese paghi solo un caffè...
Svalutation".   -   La voce è, se possibile , ancora più bella, la
grana si è fatta più grossa, Celentano modula perfettamente
a ogni passaggio, alla fine si noterà solo una vera stonatura.
Il pubblico di tutte le età apprezza, c'è uno striscion che reci-
ta "Adriano premier": "Si è spento il sole" del '62 si chiude
con un boato di entusiasmo. Un piccolo intoppo blocca l'ini.
zio di "La cumbia di chi cambia" scritta da Jovanotti per il
nuovo album "Facciamo finta che sia vero", e poi sono bri-
vidi con  "L'emozione non ha voce"  che Celentano dedica
"al mio amico Gianni Bella" (è malato da tempo), e a Mo-
gol che siede in platea. Il primo blocco di canzoni prosegue
con "Io sono un uomo libero". Un'ovazione accoglie "Pre-
gherò", ed è un altro tuffo al cuore nel frullatore del tempo.




Le canzoni, anche quelle più vecchie, sembrano  perfetta-
mente collegate al tema della crisi economica e della man-
canza di futuro dei giovani, così accade con "L'artigiano"
dell'81: "Il ministro dei soldi degli altri, ora sta parlando
in tv, dice che ancora non basta, bisogna pagare di più".
Ma il discorso che Celentano avrebbe intenzione di fare
sulla crescita sembra essere stato cambiato  da qualcuno,
e lui dopo aver detto "che la vera crescita è legata a una
drastica inversione  di marcia dell'uomo, senza la quale
è impossibile venirne fuori", si blocca, sembra polemiz-
zare, tiene l'Arena sospesa in una pausa di 5 minuti che
in tv sembrano eterni, e il pubblico rumoreggia.
Da solo con la chitarra attacca "Il ragazzo della via Gluck",
tutto il pubblico canta con lui. Rimangono nell'aria le paro-
role di Fitoussi:  "C'è bisogno di un governo europeo che ci
indichi il futuro: un titolo di Stato unico sarebbe la fine del-
lo spread e degli speculatori". 
Il pubblico però ha in testa  solo le canzoni di Adriano.

Lucianone

mercoledì 10 ottobre 2012

Riflessioni - Italia in mano ai ladroni, scandalo dopo scandalo...

10 ottobre 2012 - mercoledì                                    10th October / Wednesday

di  Lucianone
"Quando finirà tutto questo
marciume? Forse mai?"
E' una pena, sì, è diventata una pena assistere a questo teatrino
senza fine di questi politici italiani che si parlano tra di loro in
tv, ma che non parlano alla gente, di questi mercanti delle Re-
gioni italiane (ma ha ancora senso la r maiuscola?) che sono
diventati i governatori o le governatrici, di questi figuri  che
non vogliono dimettersi o fanno finta di dimettersi.
E' chiaro che Fiorito, Polverini (impossibile non sapesse) nel
Lazio e Formigoni in Lombardia, con le loro bande di soci  e
collaboratori vari hanno avuto il 'maestro' Berlusconi come
punto di riferimento, ma anche nella sinistra un Penati, un
Ferraro e altri ancora nel Sud Italia ci hanno marciato per
bene  in questo marciume, prendendo-rubando fior di euro
ai cittadini, a tutti noi. E fare i ladri in tempi di crisi è an-
cora più squalificante, è un'aggravante  che in altri paesi
(soprattutto nordici) avrebbe conseguenze immediate con
sicure espulsioni da partiti e dimissioni da incarichi pub-
blici senza problemi di ripensamento. Ma siamo in Italia,
dove tutto è concesso, tutto è permesso e la mentalità ma-
fiosa si è purtroppo introdotta  in settori vitali, in gangli
fondamentali dello Stato. E in Italia, terra di Arlecchino
e Pulcinella, le truffe e gli inganni e le falsità  spacciate 
per verità  si perpetuano all'infinito, senza la cosiddetta
soluzione di continuità. La domanda spontanea, allora,
è sempre quella: quando finirà questa continua rapina
a danno dei cittadini onesti, attraverso l'evasione fisca-
le, l'accumulo dei capitali delle banche che non dando
più prestiti nè pagando i creditori-imprenditori costrin-
gono i più deboli  a rivolgersi  alle malavite mafiosa e
camorrista (che sulla crisi si stanno rinforzando in mo-
do prepotente), attraverso politici corrotti di ogni risma
insediati nei comuni, nelle regioni, nelle province di o-
gni parte d'Italia? 
La risposta, purtroppo, rischia seriamente di essere: mai,
questo marciume forse non finirà mai.   L'unico modo di
farlo finire è quello di avere un sussulto d'orgoglio della
gente onesta che dica chiaramente:   daremo il voto solo
quando ci sarà un vero cambiamento, quando la politica
sarà esattamente il contrario di ciò che è adesso, priva di
di mire personali, di raggiri o per dirla terra terra di con-
tinue, infinite prese per il c... Ma l'altra domanda è sempre 
la stessa: quando sarà?

visioni del post  -  12

Lucianone

martedì 9 ottobre 2012

Ultime notizie - Latest news

10 ottobre 2012 - mercoledì      10th  October / Wednesday    visioni post  -  4

Economia
Italia - l'allarme dell'Fmi: in un anno investimenti in fuga per il 15% del Pil
«Più fragili i fondamentali dell'unione monetaria,
aumentato il rischio di stabilità»

In un anno, tra giugno 2011 e giugno 2012 Italia e Spagna hanno sofferto di una fuga degli investitori a causa dell'intensificarsi della crisi del debito. Il deflusso è stato pari a 235 miliardi in Italia, ovvero il 15% del pil e in Spagna di 296 miliardi, pari al 27% del pil. Lo rileva il Rapporto sulla stabilità finanziaria dell'Fmi. La percezione del rischio estremo sulla tenuta dell'euro e la fuga di capitali dalla periferia della moneta unica hanno frammentato il mercato e reso più fragile i fondamentali stessi dell'unione monetaria, mette in evidenza il Global financial stability report diffuso dal Fondo monetario internazionale in occasione delle riunioni annuali dell'istituto di Washington e della Banca Mondiale ospitate a Tokyo.
«LA BCE HA OPERATO BENE»- La Bce, osserva il Fmi nel suo rapporto, ha operato bene per evitare un aggravarsi della crisi, sia con il piano Ltro sia più recentemente con quello Omt che interviene direttamente sui bond pubblici, ma il rischio di una restrizione del credito resta se le misure adottate arrivano troppo lentamente. L'organismo internazionale ribadisce le linee già indicate ad aprile nel rapporto di primavera, ovvero riforme strutturali e a sostegno della crescita, ristrutturazione bancaria, risanamento dei conti pubblici a livello nazionale, ma esorta anche a procedere velocemente «con progressi tangibili verso l'unione bancaria» in grado di interrompere il circolo vizioso creato dal legame tra la crisi del debito sovrano e le banche nazionali, aggravato appunto dalla fuga degli investitori internazionali. Il Fmi avverte infine che l'interconnessione bancaria a livello globale deve essere gestita attentamente per evitare l'espansione del contagio delle crisi finanziarie.

Politica  -  misure del governo
Legge di stabilità: Sanità, 1,5 mld in meno
Il Partito democratico: così non si può votare

Interventi per 12 miliardi, sulla Salute un risparmio di 1,5. Il Pd: così il testo non si può votare. Camusso (Cgil) minaccia lo sciopero generale
Il Consiglio dei ministri è impegnato nella serata di martedì a varare la legge di stabilità che, nel pomeriggio, è stata illustrata dal governo alle parti sociali.
Per recuperare 10-12 miliardi da destinare all'economia reale, il Tesoro ha proposto una serie di tagli dolorosi a Regioni, Enti e diversi ministeri, in particolare alla Sanità, dove la sforbiciata raggiungerebbe il miliardo e mezzo.


TAGLI ALLA SANITA': TESTO A RISCHIO - Inevitabili i malumori e le trattative con il ministro Renato Balduzzi in prima linea a difendere il proprio budget. Sono tagli, ha detto il titolare della Sanità, «insostenibili» visto che si sommano a quelli dello scorso giugno. Insorge anche il Pd. «I nuovi tagli alla sanità previsti dalla legge di stabilità non si possono votare. Il Partito Democratico non può sostenere l'ennesima legge che impoverisce la sanità pubblica e ne ferisce gli operatori - dice tra gli altri Ignazio Marino -. Dopo 21 miliardi di tagli, aggiungere altri 1,5 miliardi significa dare l'impulso per il tracollo definitivo.

Milano  -  Politica e giustizia
Pirellone: in manette l'assessore Zambetti
Terremoto in Regione Lombardia. L’accusa:
«L’esponente Pdl ha pagato 200 mila euro»
Bocassini: «Era a disposizione delle cosche»

Inchiesta sui rimborsi: tre consiglieri indagati
Diciotto persone in carcere, altre due ai domiciliari.
Voti dei clan anche alla consigliera regionale del Pdl
Sara Giudice, “l’anti-Minetti”: suo padre è indagato.


Il Pdl Domenico Zambetti, avrebbe pagato 200.000 euro
alla ’ndrangheta per 4.000 voti


MILANO - Voto di scambio con la ’ndrangheta per un importante assessore Pdl della Regione Lombardia presieduta da Roberto Formigoni. Il responsabile dell’assessorato alla Casa, Domenico Zambetti, 60 anni, è stato arrestato mercoledì mattina a Milano dai carabinieri con l’accusa di aver comprato un pacchetto di 4.000 preferenze (decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010) pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della ’ndrangheta. Uno dei due è un esponente della cosca calabrese «Morabito-Bruzzaniti» di Africo (Giuseppe D’Agostino, gestore di locali notturni già condannato anni fa per traffico di droga nell’inchiesta sull’Ortomercato); l'altro è un referente invece del clan «Mancuso» di Palmi, il gestore di negozi Costantino Eugenio. Un tandem che a sua volta, oltre che all’hinterland milanese della famiglia «Barbaro-Papalia» di Platì, per investire sulla candidatura di Zambetti avrebbe attinto in parte a un bacino di preferenze nella disponibilità di Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi condannato nel dicembre 2011 in primo grado a 7 anni per la bancarotta Hdc.

Le reazioni all'arresto dell'assessore
di Formigoni
La Lega: o azzeramento della giunta oppure Formigoni si dimetta
Salvini: «Ci pensi nella notte». Pisapia: «Non può più andare avanti così».
Il governatore: "Non rispondo io alle accuse". 

Roma  -  Giustizia e politica
Laziogate: l'inchiesta si allarga 
Indagato un capogruppo dell’Idv
Il consigliere regionale Maruccio sotto indagine per peculato si è dimesso
da tutti gli incarichi.

Lucianone

domenica 7 ottobre 2012

Sport - calcio / Serie B - 8^ giornata

7 ottobre 2012 - domenica     7th October / Sunday       visioni post - 5
                                                                                          
Risultati delle partite 
(giocate sabato 6 ottobre)

Ascoli - Crotone  2 -2
Bari - Vicenza      1 - 0
Brescia - Lanciano  2 - 0
Grosseto - Sassuolo  1 - 2
Modena - Cesena     4 - 0
Reggina - Novara     1 - 0
Ternana - Cittadella  3 - 1
Varese - Empoli         2 - 2
Pro Vercelli - Juve Stabia  1 - 4

Padova - Verona                2 - 1  
(giocata venerdi 5 ott. / anticipo)
Livorno - Spezia
(lunedì - ore 20.45)

CLASSIFICA della serie B
Sassuolo  22  /  Livorno  18  /  Verona  15  /  Ternana, Varese  13  /
Brescia  12  /  Spezia, Bari, Modena, Padova e Cittadella  10  /
Vicenza, Juve Stabia e Ascoli  9  /   Lanciano, Cesena  7  /
Novara, Pro Vercelli  6  /  Reggina, Crotone  5  /  Empoli  3  /
Grosseto  1
Livorno e Spezia / una partita in meno

Vola il Sassuolo ed è inizio di fuga - Il Varese
si blocca in casa - Il Verona si arrende al Padova
e dietro risalgono Brescia e Ternana

Grosseto - Sassuolo  1 - 2
Questa volta Boakye ne fa due per il Sassuolo.  Somma (tecnico del
Grosseto) va ko e la squadra toscana viene contestata dai tifosi.
Di Francesco fuori casa vince sempre e in atteaa di vedere se anche il
Livorno incomincerà ad avvertire il peso della rincorsa, il suo Sassuo-
lo ha scavato un fossato (6 punti e oltre) tra sè e le avversarie. Addirit-
tura 10 sono i punti di vantaggio sulla sesta in classifica (il Brescia),
l'ultima che partecipetrà ai playoff. Un ritmo che ricorda quello della
Juventus nel suo unico campionato di B.    Fuori casa il Sassuolo ha
sempre vinto, con dieci gol segnati e uno appena subito (ieri).
Il Sassuolo non soltanto crea, segna e vince, ma sa anche soffrire.
Come contro l'Ascoli, anche con il Grosseto c'è voluta una magia
di Boakye per dare una decisiva sterzata alla partita.  E comunque
il Sassuolo  ha  cercato  la porta  nell'unico modo che conosce, il 
gioco. Una bella flluidità di manovra e grande capacità di palleg-
gio anche negli spazi stretti .  .

Varese - Empoli   2 - 2 A Giulio Ebagua ci vogliono 2 gol per fare finalmente pace con
gli ultrà della curva, ma non servono comunque per far vincere
il Varese.

Continua... to be continued...





Continua...to be continued...

Società - ITALIA / La protesta degli studenti - commenti e video

7 ottobre 2012 - domenica     7th October / Sunday    
                                                                                                             visioni post - 10
Le ragioni del futuro
Non hanno protestato solo contro i tagli ad una scuola stretta 
tra le mirabolanti promesse tecnologiche e i soffitti che crolla-
no, tra premi per i più bravi e riduzione delle risorse necessa-
rie perchè  i meritevoli  possano davvero provare di esserlo,
nonostante disuguali condizioni di partenza.
(con la loro protesta)> Hanno dichiarato la loro sfiducia a
tutta la classe dirigente, agli adulti che hanno il potere di
prendere  le decisioni cruciali  per il loro destino: governo, 
partiti politici,  sindacati , imprenditori.
Derubricare questa protesta   come manifestazione adole-
scenziale senza una vera maturità politica, sarebbe grave 
e forse pericoloso.    Dopo essersi sentiti definire da tutti  
una generazione perduta, questi ragazzi stanno provando
a dire che  non vogliono  fare  le vittime sacrificali degli
errori altrui. -   Lo spettacolo dato dalla politica è stato 
una miccia per una ribellione che non poteva non esplo- 
dere.
A fronte delle continue  esortazioni   a portare pazienza,
perchè non ci sono risorse, alla promessa che la riforma
delle pensioni e quella del lavoro sono state fatte per loro,
(i giovani) è arrivata anche la prova  che molti soldi vengo-
no buttati, che chi ha il potere di decidere si tiene stretti i
propri privilegi  (e qualcuno anche ruba).
Sarà semplicistico dedurre che basterebbe togliere, subito,
non  a  partire  dalla  prossima legislatura, rimborsi eletto-
rali, vitalizi e  pensioni facili  e ridurre un pò  gli stipendi
dei politici, per avere le risorse necessarie alla scuola e ai
serviai sociali.  -   Ma andatelo a spiegare a ragazzi che si
sentono continuamente fare la lezione da chi poi pratica,
avvalla, o non denuncia questi sprechi  e abusi.
Non mi sorprende  che la sfiducia  sia più bruciante nei
confronti del centro-sinistra e dei sindacati: perchè da
loro cis si aspettav a di più.


Anche nel movimento del '68 la critica ai partiti di sinistra era stata
radicale e un pò 'tranchant'.   Ma allora l'accusa era di aver tradito
la promessa di cambiare il mondo. Il terreno del conflitto, persino gli
ideali, erano, o si volevano, comuni.   Oggi l'accusa rivolta ai politici

di ogni colore è che pensano solo a farsi gli affari propri, che badano
solo al proprio interesse.  Spero che nessun partito e nessun gruppo
dirigente pensi di poter cavalcare  questa protesta a puri fini eletto-
ralistici. O viceversa di poterla ignorare come una febbre di stagione
o bollarla di anti-politica. Tanto più che dietro a quelli che sono scesi
a protestare, ci sono i molti altri che esprimono la sfiducia nel silenzio,
nel cinismo di chi sa che tanto non cambia nulla.  E ci sono gli adulti,
i genitori, altrettanto sfiduciati se non anche un pò atterriti dalla tena-
glia della crisi economica, cui si aggiunge  quella della devastazione
economica e morale prodotta dalla gestione politica  e della politica
ad ogni livello.
Il governo e i partiti, in particolare il Pd se vuole continuare ad avere
un senso e un futuro, hanno la responsabilità di provare a ricostruire,
un terreno di comunicazione, prima ancora che di confronto, con que-
sta generazione.   Senza false promesse, ma anche senza dire loro cheù
l'unica cosa che si può fare oggi è attraversare il deserto, stringendo i
denti e poi si vedrà. Occorre restituire a questi ragazzi la speranza che
anche per loro  ci sia un futuro dignitoso, per il quale  vale la pena di
impegnarsi, la dignità di essere considerati come la risorsa più prezio-
sa.   -   Occorre mostrare loro che ci sono interlocutori affidabili, non
solo perchè non rubano e sono sobri, ma per le scelte che fanno e che
accettano di discutere e di verificare con gli interessati. Altrimenti sì
che si rischia di abbandonarli a d un destino di generazione perduta,
con la rabbia, la violenza, il cinismo che ne sono l'inevitabile corollario.
(da 'la Repubblica' di sabato 6 ottobre 2012  -  di Chiara Saraceno)


A Milano
Studenti in corteo,
uova e... manganelli

Nel mirino banche e Regione: "Via i corrotti"
Contro il ministro Profumo, i tagli all'istruzione, il caro libri e le
banche.    Ma anche contro la giunta Formigoni: "Un gruppo di
corrotti che veniamo a sfiduciare dal basso, vogliamo le vostre di-
missioni", urlavano i ragazzi ai megafoni, mentre alcuni cercava-
no di sfondare il cordone di polizia nel tentativo di raggiungere
la sede della Regione. Studenti in piazza anche a Milano, vener-
dì 5 ottobre, nel primo  giorno  di protesta   dell'autunno caldo
della scuola, che ha visto manifestazioni in tutta Italia.
Un corteo lungo le vie del centro dove non sono mancati momen-
ti di tensione, fra lanci di uova e fumogeni, con uno studente di
17 anni  identificato  e  denunciato, e le prime manganellate di
stagione della polizia su chi voleva avvicinarsi a Palazzo Lom-
bardia.
Sul corteo e sull'uso dei manganelli non sono mancate le pole-
miche politiche. "Violenze e atti di teppismo in nome di una
mancata riforma scolastica e del taglio agli sprechi -ha detto
Romano La Russa - sono il solito e inutile pretesto per centri
sociali ed estremisti di sinistra per deturpare un'intera città".
L'assessore alla Cultura Stefano Boeri, invece,  parla di "forte
preoccupazione" per la reazione delle forze dell'ordine: "Qual-
siasi forma di protesta deve rimanere entro i margini della le-
galità - ha detto - ma la risposta con le cariche e i manganelli
contro studenti che protestano ci riporta a un clima di tensio-
ne  socialoe che oggi non possiamo assolutamente permetterci".

Quando l'antipolitica sbarca tra i banchi
Gli slogan (pericolosi?) degli studenti
Il movimento: "Basta tagli, ascoltateci o sarà il caos" - "Siamo 
una generazione arrabbiata e la casta è il nostro nemico"

Nessuna fiducia nella casta". Ora è uno striscione, ora una ma-
glietta, ora uno slogan lungo i nove cortei che rimettono al cen-
tro  della  scena italiana  gli studenti. La casta tutta,  non  solo
quella politica. Gli sbirri di m..., che pure stanno  a milletrè al
mese. I giornalisti terroristi, vhe pure li raccontano su ogni me-
dia, tanto più se sono fotoreporter. Vanno bene  se riprendono 
la polizia che manganella e sono spie se zoomano sul lancio di
una bottiglia. -  Sono minorenni, questa volta, i ragazzi che in
un'altra mattina da estate  danno l'esordio  all'autunno caldo 
della generazione precaria, sono delle scuole medie superiori.
Nel frattempo, visto che il conio Generazione P è del 2010, si
sono incattiviti. Si sono riempiti di paura, quindi sono diven-
tati pericolosi. - "Mai come adesso la distanza tra la politica
e il paese reale è stata tanto evidente"", dice Giulio Vasaturo,
criminologo della Sapienza di Roma, esperto nell'analisi dei
fenomeni di violenza.  "In quel vuoto che è venuto a crearsi
si stanno già infiltrando raffinatissimi nemici della democra-
zia. Per evitare scenari incontenibili il governo dovrebbe me-
diare con le piazze più che con i mercati".
A Roma
Nella capitale ragazzi con la maglietta "Roma antifa" accen-
dono fumogeni pungenti. Sugli scudi letterari che difendono
la prima fila di manifestanti , sono i book bloc, la cui fama è
ormai consegnata ai libri di carta, scendono i manganelli del-
la celere. Molti dei ragazzi di roma hanno 15 anni e l'iPhone
gli  ha appena detto che a Torino e a Milano e a Bologna al-
tri quindicenni hanno sfondato le linee del reparto mobile.
"Sfondiamo anche noi", allora Porta Portese, il mercato del-
l'usato e del rubato della capitale, è la nuova linea Maginot
per i nuovi studenti in strada. Accelerano il passo, adesso cor-
rono, altre manganellate della polizia. Questa volta sui denti,
sugli zigomi. Uno di loro, quindici anni appena, viene trasci-
nato via sull'asfalto, per la maglietta. Due calci alla schiena,
poi il vicequestore chiamerà i genitori.
Sono tornati in piazza gli studenti delle metropoli, delle scuo-
le dei centri storici italiani. Come nell'autunno 2008, quando
l'Onda s'infranse  sullo scontro in Piazza Navona "rossi con-
tro fasci".

Continua...to be continued...