venerdì 12 ottobre 2012

Spettacoli - Celentano live all' Arena di Verona

12 ottobre 2012 - venerdì     
12th October    /   Friday                                              visioni post - 33

"ROCK ECONOMY"  -  ADRIANO CELENTANO
                                                                                
Lunedì 8 ottobre e martedì 9 ottobre '12: sono i due
appuntamenti che il molleggiato Adriano ha dato ai suoi fan nella
città scaligera, e precisamente all'Arena, famoso anfiteatro roma-
no situato davanti alla Piazza Brà. Sold out all'americana e tutto 
esaurito, naturalmente all'italiana, fin dalle prime settimane del-
l'agosto scorso. Erano da un bel pò di anni che Celentano non si
dava più dal vivo in concerto.   L'ultima apparizione era stata al
festival di Sanremo, per più che altro  polemizzare  con quelli di
'Famiglia Cristiana', e comunque si era poi  esibito in un sentito
duetto con Gianni Morandi: forse lì era maturata l'idea del mol-
leggiato di ritornare  a farsi sentire  con le canzoni e, perchè no,
con le sue idee ecologiste e... non solo.
Grande successo, come sempre, dunque... anche a Verona.
Ecco un resoconto, particolareggiato,  della prima serata.
(Lucianone)

Grande ritorno di Adriano Celentano
Via Gluck, Fitoussi, un pò di pause,
tanta musica e l'Arena s'incendia

(da 'la Repubblica' di martedì 9 ottobre '12 - di Carlo Moretti) 
Parla Fitoussi, ma i 12mila a Verona
vogliono la musica
L'abbandono delle campagne, "la terra tradita dai giovani e
trasformata in un cimitero di cemento", la necessità della de-
crescita economica per favorire la felicità di tutti, la crisi che
strangola i lavoratori.  L'economista Fitoussi che dice: "Vi-
viamo in una quasi dittatura, i governi nazionali  ormai ob-
bediscono al patto di stabilità invece che ai loro cittadini".
Il primo dei due concerti all'Arena di Verona di Adriano
Celentano intitolati 'Rock Economy', in diretta su Canale 5,
ha messo in scena la crisi dclinandola intorno a questi gran-
di temi, Poi però è arrivato sul palco Gianni Morandi e allo-
ra la musica e tornata davvero protagonista.
Morandi ha molto ironizzato sull'intermezzo "economico"
con Jean-Paul Fitoussi: "Il pubblico ti vuol sentir cantare
Adriano, se canta Fitoussi il pubblico  non applaude mica
come fa con te: e poi sono 18 anni che non canti!".
Momenti di puro spettacolo, i 12 mila dell'Arena sono tutti
in piedi e in delirio  quando  i due amici  ed ex rivali della
canzone italiana duettano su 'Scende la pioggia', 'La mez-
zaluna', 'Ti penso e cambia il mondo', 'Woman in love',
poi Morandi lascia la scena al solo Celentano su una stre-
pitosa e trascinante  'Prisencolinensinainciusol', con Ce-
lentano che torna il molleggiato di 60 anni fa.
Quando poco dopo l'inizio dello show, da appassionato orologiaio
qual è, celentano a 74 anni manda indietro  le lancette del tempo
fino al '56 e attacca  con 'Rip it up' mimando i movimenti di Bill 
Haley (un  pò meno  molleggiato di allora  e vincolato  al  gobbo
elettronico), riannoda magicamente  il filo della sua vita  fino a 
ritrovarsi diciassettenne in periferia a Milano. In quel sogno di
periferia c'era lo stesso anelito di bellezza che ispira ora la sce-
nografia di 'Rock Economy': un borgo antico, sembra di essere
tornati in via Gluck, c'è il bar, l'osteria con i tavolini fuori, un
cortile in cui si accede da un ampio portico.

Ma la periferia si è degradata, la distanza tra i ricchi e i poveri
s'è fatta abissale, lo ricordano  le frasi tratte dai testi degli eco-
nomisti Rifkin e Latouche. Il rumore prodotto dagli elicotteri
lascia il posto al ritmo incalzante di 'Svalutation'. Celentano
la scrisse e la cantò nel '71 ma 40 anni dopo è il perfetto sigil-
lo iniziale per 'Rock Economy': "C'è un buco nello Stato dove
i soldi van giù... con il salario di un mese paghi solo un caffè...
Svalutation".   -   La voce è, se possibile , ancora più bella, la
grana si è fatta più grossa, Celentano modula perfettamente
a ogni passaggio, alla fine si noterà solo una vera stonatura.
Il pubblico di tutte le età apprezza, c'è uno striscion che reci-
ta "Adriano premier": "Si è spento il sole" del '62 si chiude
con un boato di entusiasmo. Un piccolo intoppo blocca l'ini.
zio di "La cumbia di chi cambia" scritta da Jovanotti per il
nuovo album "Facciamo finta che sia vero", e poi sono bri-
vidi con  "L'emozione non ha voce"  che Celentano dedica
"al mio amico Gianni Bella" (è malato da tempo), e a Mo-
gol che siede in platea. Il primo blocco di canzoni prosegue
con "Io sono un uomo libero". Un'ovazione accoglie "Pre-
gherò", ed è un altro tuffo al cuore nel frullatore del tempo.




Le canzoni, anche quelle più vecchie, sembrano  perfetta-
mente collegate al tema della crisi economica e della man-
canza di futuro dei giovani, così accade con "L'artigiano"
dell'81: "Il ministro dei soldi degli altri, ora sta parlando
in tv, dice che ancora non basta, bisogna pagare di più".
Ma il discorso che Celentano avrebbe intenzione di fare
sulla crescita sembra essere stato cambiato  da qualcuno,
e lui dopo aver detto "che la vera crescita è legata a una
drastica inversione  di marcia dell'uomo, senza la quale
è impossibile venirne fuori", si blocca, sembra polemiz-
zare, tiene l'Arena sospesa in una pausa di 5 minuti che
in tv sembrano eterni, e il pubblico rumoreggia.
Da solo con la chitarra attacca "Il ragazzo della via Gluck",
tutto il pubblico canta con lui. Rimangono nell'aria le paro-
role di Fitoussi:  "C'è bisogno di un governo europeo che ci
indichi il futuro: un titolo di Stato unico sarebbe la fine del-
lo spread e degli speculatori". 
Il pubblico però ha in testa  solo le canzoni di Adriano.

Lucianone

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