martedì 9 ottobre 2012

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10 ottobre 2012 - mercoledì      10th  October / Wednesday    visioni post  -  4

Economia
Italia - l'allarme dell'Fmi: in un anno investimenti in fuga per il 15% del Pil
«Più fragili i fondamentali dell'unione monetaria,
aumentato il rischio di stabilità»

In un anno, tra giugno 2011 e giugno 2012 Italia e Spagna hanno sofferto di una fuga degli investitori a causa dell'intensificarsi della crisi del debito. Il deflusso è stato pari a 235 miliardi in Italia, ovvero il 15% del pil e in Spagna di 296 miliardi, pari al 27% del pil. Lo rileva il Rapporto sulla stabilità finanziaria dell'Fmi. La percezione del rischio estremo sulla tenuta dell'euro e la fuga di capitali dalla periferia della moneta unica hanno frammentato il mercato e reso più fragile i fondamentali stessi dell'unione monetaria, mette in evidenza il Global financial stability report diffuso dal Fondo monetario internazionale in occasione delle riunioni annuali dell'istituto di Washington e della Banca Mondiale ospitate a Tokyo.
«LA BCE HA OPERATO BENE»- La Bce, osserva il Fmi nel suo rapporto, ha operato bene per evitare un aggravarsi della crisi, sia con il piano Ltro sia più recentemente con quello Omt che interviene direttamente sui bond pubblici, ma il rischio di una restrizione del credito resta se le misure adottate arrivano troppo lentamente. L'organismo internazionale ribadisce le linee già indicate ad aprile nel rapporto di primavera, ovvero riforme strutturali e a sostegno della crescita, ristrutturazione bancaria, risanamento dei conti pubblici a livello nazionale, ma esorta anche a procedere velocemente «con progressi tangibili verso l'unione bancaria» in grado di interrompere il circolo vizioso creato dal legame tra la crisi del debito sovrano e le banche nazionali, aggravato appunto dalla fuga degli investitori internazionali. Il Fmi avverte infine che l'interconnessione bancaria a livello globale deve essere gestita attentamente per evitare l'espansione del contagio delle crisi finanziarie.

Politica  -  misure del governo
Legge di stabilità: Sanità, 1,5 mld in meno
Il Partito democratico: così non si può votare

Interventi per 12 miliardi, sulla Salute un risparmio di 1,5. Il Pd: così il testo non si può votare. Camusso (Cgil) minaccia lo sciopero generale
Il Consiglio dei ministri è impegnato nella serata di martedì a varare la legge di stabilità che, nel pomeriggio, è stata illustrata dal governo alle parti sociali.
Per recuperare 10-12 miliardi da destinare all'economia reale, il Tesoro ha proposto una serie di tagli dolorosi a Regioni, Enti e diversi ministeri, in particolare alla Sanità, dove la sforbiciata raggiungerebbe il miliardo e mezzo.


TAGLI ALLA SANITA': TESTO A RISCHIO - Inevitabili i malumori e le trattative con il ministro Renato Balduzzi in prima linea a difendere il proprio budget. Sono tagli, ha detto il titolare della Sanità, «insostenibili» visto che si sommano a quelli dello scorso giugno. Insorge anche il Pd. «I nuovi tagli alla sanità previsti dalla legge di stabilità non si possono votare. Il Partito Democratico non può sostenere l'ennesima legge che impoverisce la sanità pubblica e ne ferisce gli operatori - dice tra gli altri Ignazio Marino -. Dopo 21 miliardi di tagli, aggiungere altri 1,5 miliardi significa dare l'impulso per il tracollo definitivo.

Milano  -  Politica e giustizia
Pirellone: in manette l'assessore Zambetti
Terremoto in Regione Lombardia. L’accusa:
«L’esponente Pdl ha pagato 200 mila euro»
Bocassini: «Era a disposizione delle cosche»

Inchiesta sui rimborsi: tre consiglieri indagati
Diciotto persone in carcere, altre due ai domiciliari.
Voti dei clan anche alla consigliera regionale del Pdl
Sara Giudice, “l’anti-Minetti”: suo padre è indagato.


Il Pdl Domenico Zambetti, avrebbe pagato 200.000 euro
alla ’ndrangheta per 4.000 voti


MILANO - Voto di scambio con la ’ndrangheta per un importante assessore Pdl della Regione Lombardia presieduta da Roberto Formigoni. Il responsabile dell’assessorato alla Casa, Domenico Zambetti, 60 anni, è stato arrestato mercoledì mattina a Milano dai carabinieri con l’accusa di aver comprato un pacchetto di 4.000 preferenze (decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010) pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della ’ndrangheta. Uno dei due è un esponente della cosca calabrese «Morabito-Bruzzaniti» di Africo (Giuseppe D’Agostino, gestore di locali notturni già condannato anni fa per traffico di droga nell’inchiesta sull’Ortomercato); l'altro è un referente invece del clan «Mancuso» di Palmi, il gestore di negozi Costantino Eugenio. Un tandem che a sua volta, oltre che all’hinterland milanese della famiglia «Barbaro-Papalia» di Platì, per investire sulla candidatura di Zambetti avrebbe attinto in parte a un bacino di preferenze nella disponibilità di Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi condannato nel dicembre 2011 in primo grado a 7 anni per la bancarotta Hdc.

Le reazioni all'arresto dell'assessore
di Formigoni
La Lega: o azzeramento della giunta oppure Formigoni si dimetta
Salvini: «Ci pensi nella notte». Pisapia: «Non può più andare avanti così».
Il governatore: "Non rispondo io alle accuse". 

Roma  -  Giustizia e politica
Laziogate: l'inchiesta si allarga 
Indagato un capogruppo dell’Idv
Il consigliere regionale Maruccio sotto indagine per peculato si è dimesso
da tutti gli incarichi.

Lucianone

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