domenica 7 ottobre 2012

Società - ITALIA / La protesta degli studenti - commenti e video

7 ottobre 2012 - domenica     7th October / Sunday    
                                                                                                             visioni post - 10
Le ragioni del futuro
Non hanno protestato solo contro i tagli ad una scuola stretta 
tra le mirabolanti promesse tecnologiche e i soffitti che crolla-
no, tra premi per i più bravi e riduzione delle risorse necessa-
rie perchè  i meritevoli  possano davvero provare di esserlo,
nonostante disuguali condizioni di partenza.
(con la loro protesta)> Hanno dichiarato la loro sfiducia a
tutta la classe dirigente, agli adulti che hanno il potere di
prendere  le decisioni cruciali  per il loro destino: governo, 
partiti politici,  sindacati , imprenditori.
Derubricare questa protesta   come manifestazione adole-
scenziale senza una vera maturità politica, sarebbe grave 
e forse pericoloso.    Dopo essersi sentiti definire da tutti  
una generazione perduta, questi ragazzi stanno provando
a dire che  non vogliono  fare  le vittime sacrificali degli
errori altrui. -   Lo spettacolo dato dalla politica è stato 
una miccia per una ribellione che non poteva non esplo- 
dere.
A fronte delle continue  esortazioni   a portare pazienza,
perchè non ci sono risorse, alla promessa che la riforma
delle pensioni e quella del lavoro sono state fatte per loro,
(i giovani) è arrivata anche la prova  che molti soldi vengo-
no buttati, che chi ha il potere di decidere si tiene stretti i
propri privilegi  (e qualcuno anche ruba).
Sarà semplicistico dedurre che basterebbe togliere, subito,
non  a  partire  dalla  prossima legislatura, rimborsi eletto-
rali, vitalizi e  pensioni facili  e ridurre un pò  gli stipendi
dei politici, per avere le risorse necessarie alla scuola e ai
serviai sociali.  -   Ma andatelo a spiegare a ragazzi che si
sentono continuamente fare la lezione da chi poi pratica,
avvalla, o non denuncia questi sprechi  e abusi.
Non mi sorprende  che la sfiducia  sia più bruciante nei
confronti del centro-sinistra e dei sindacati: perchè da
loro cis si aspettav a di più.


Anche nel movimento del '68 la critica ai partiti di sinistra era stata
radicale e un pò 'tranchant'.   Ma allora l'accusa era di aver tradito
la promessa di cambiare il mondo. Il terreno del conflitto, persino gli
ideali, erano, o si volevano, comuni.   Oggi l'accusa rivolta ai politici

di ogni colore è che pensano solo a farsi gli affari propri, che badano
solo al proprio interesse.  Spero che nessun partito e nessun gruppo
dirigente pensi di poter cavalcare  questa protesta a puri fini eletto-
ralistici. O viceversa di poterla ignorare come una febbre di stagione
o bollarla di anti-politica. Tanto più che dietro a quelli che sono scesi
a protestare, ci sono i molti altri che esprimono la sfiducia nel silenzio,
nel cinismo di chi sa che tanto non cambia nulla.  E ci sono gli adulti,
i genitori, altrettanto sfiduciati se non anche un pò atterriti dalla tena-
glia della crisi economica, cui si aggiunge  quella della devastazione
economica e morale prodotta dalla gestione politica  e della politica
ad ogni livello.
Il governo e i partiti, in particolare il Pd se vuole continuare ad avere
un senso e un futuro, hanno la responsabilità di provare a ricostruire,
un terreno di comunicazione, prima ancora che di confronto, con que-
sta generazione.   Senza false promesse, ma anche senza dire loro cheù
l'unica cosa che si può fare oggi è attraversare il deserto, stringendo i
denti e poi si vedrà. Occorre restituire a questi ragazzi la speranza che
anche per loro  ci sia un futuro dignitoso, per il quale  vale la pena di
impegnarsi, la dignità di essere considerati come la risorsa più prezio-
sa.   -   Occorre mostrare loro che ci sono interlocutori affidabili, non
solo perchè non rubano e sono sobri, ma per le scelte che fanno e che
accettano di discutere e di verificare con gli interessati. Altrimenti sì
che si rischia di abbandonarli a d un destino di generazione perduta,
con la rabbia, la violenza, il cinismo che ne sono l'inevitabile corollario.
(da 'la Repubblica' di sabato 6 ottobre 2012  -  di Chiara Saraceno)


A Milano
Studenti in corteo,
uova e... manganelli

Nel mirino banche e Regione: "Via i corrotti"
Contro il ministro Profumo, i tagli all'istruzione, il caro libri e le
banche.    Ma anche contro la giunta Formigoni: "Un gruppo di
corrotti che veniamo a sfiduciare dal basso, vogliamo le vostre di-
missioni", urlavano i ragazzi ai megafoni, mentre alcuni cercava-
no di sfondare il cordone di polizia nel tentativo di raggiungere
la sede della Regione. Studenti in piazza anche a Milano, vener-
dì 5 ottobre, nel primo  giorno  di protesta   dell'autunno caldo
della scuola, che ha visto manifestazioni in tutta Italia.
Un corteo lungo le vie del centro dove non sono mancati momen-
ti di tensione, fra lanci di uova e fumogeni, con uno studente di
17 anni  identificato  e  denunciato, e le prime manganellate di
stagione della polizia su chi voleva avvicinarsi a Palazzo Lom-
bardia.
Sul corteo e sull'uso dei manganelli non sono mancate le pole-
miche politiche. "Violenze e atti di teppismo in nome di una
mancata riforma scolastica e del taglio agli sprechi -ha detto
Romano La Russa - sono il solito e inutile pretesto per centri
sociali ed estremisti di sinistra per deturpare un'intera città".
L'assessore alla Cultura Stefano Boeri, invece,  parla di "forte
preoccupazione" per la reazione delle forze dell'ordine: "Qual-
siasi forma di protesta deve rimanere entro i margini della le-
galità - ha detto - ma la risposta con le cariche e i manganelli
contro studenti che protestano ci riporta a un clima di tensio-
ne  socialoe che oggi non possiamo assolutamente permetterci".

Quando l'antipolitica sbarca tra i banchi
Gli slogan (pericolosi?) degli studenti
Il movimento: "Basta tagli, ascoltateci o sarà il caos" - "Siamo 
una generazione arrabbiata e la casta è il nostro nemico"

Nessuna fiducia nella casta". Ora è uno striscione, ora una ma-
glietta, ora uno slogan lungo i nove cortei che rimettono al cen-
tro  della  scena italiana  gli studenti. La casta tutta,  non  solo
quella politica. Gli sbirri di m..., che pure stanno  a milletrè al
mese. I giornalisti terroristi, vhe pure li raccontano su ogni me-
dia, tanto più se sono fotoreporter. Vanno bene  se riprendono 
la polizia che manganella e sono spie se zoomano sul lancio di
una bottiglia. -  Sono minorenni, questa volta, i ragazzi che in
un'altra mattina da estate  danno l'esordio  all'autunno caldo 
della generazione precaria, sono delle scuole medie superiori.
Nel frattempo, visto che il conio Generazione P è del 2010, si
sono incattiviti. Si sono riempiti di paura, quindi sono diven-
tati pericolosi. - "Mai come adesso la distanza tra la politica
e il paese reale è stata tanto evidente"", dice Giulio Vasaturo,
criminologo della Sapienza di Roma, esperto nell'analisi dei
fenomeni di violenza.  "In quel vuoto che è venuto a crearsi
si stanno già infiltrando raffinatissimi nemici della democra-
zia. Per evitare scenari incontenibili il governo dovrebbe me-
diare con le piazze più che con i mercati".
A Roma
Nella capitale ragazzi con la maglietta "Roma antifa" accen-
dono fumogeni pungenti. Sugli scudi letterari che difendono
la prima fila di manifestanti , sono i book bloc, la cui fama è
ormai consegnata ai libri di carta, scendono i manganelli del-
la celere. Molti dei ragazzi di roma hanno 15 anni e l'iPhone
gli  ha appena detto che a Torino e a Milano e a Bologna al-
tri quindicenni hanno sfondato le linee del reparto mobile.
"Sfondiamo anche noi", allora Porta Portese, il mercato del-
l'usato e del rubato della capitale, è la nuova linea Maginot
per i nuovi studenti in strada. Accelerano il passo, adesso cor-
rono, altre manganellate della polizia. Questa volta sui denti,
sugli zigomi. Uno di loro, quindici anni appena, viene trasci-
nato via sull'asfalto, per la maglietta. Due calci alla schiena,
poi il vicequestore chiamerà i genitori.
Sono tornati in piazza gli studenti delle metropoli, delle scuo-
le dei centri storici italiani. Come nell'autunno 2008, quando
l'Onda s'infranse  sullo scontro in Piazza Navona "rossi con-
tro fasci".

Continua...to be continued...  

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