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(da Il Corriere della sera - 26/11/'25 - Una toga nel bosco / Massimo Gramellini)
UNA TOGA nel bosco
I magistrati incontrano il favore popolare finchè perseguono chi sta in alto: i potenti, i mafiosi, i politici (dello schieramento opposto al nostro), ma appena scendono a valle e si infilano nel bosco, finiscono per perdersi. Cecilia Angrisano, la magistrata dell'Aquila insultata sul web perchè ha disposto l'allontanamento di tre bambini dal casolare in cui vivevano con i genitori, ha sfidato due miti seducenti e inscalfibili. Il primo è il richiamo della foresta, la suggestione di uno stile di vita più semplice. Chi non ha mai pensato: "Basta, mollo baracca e burattini, e mi rifugio nella natura?". Tutti, forse persino la dottoressa Angrisano. Poi non lo si fa per tante ragioni, ma si resta affascinati dagli estremamente coerenti, o dai coerentemente estremisti, che realizzano quello che noi lasciamo galleggiare nella vasca dei buoni propositi. - Il secondo mito è ancora più duro a morire. L'articolo zero della Costituzione, mai scritto ma assai praticato, recita: "L'Italia è una repubblica di individualisti fondata sulla famiglia". Che viene prima di tutto. Soprattutto, viene prima dello Stato, cioè della comunità allargata e delle leggi, che spesso la famiglia considera intrusive, limitanti e meno importanti della libertà personale. Così i miti "famiglia" e "natura" finiscono per saldarsi cntro i miti più recenti, "cittadini e "civiltà". Un consiglio non richiesto ai magistrati: se vo-gliono vincere il referendum che li riguarda, si tengano lontano dai boschi.
Lucianone
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