venerdì 25 giugno 2021

Sport - calcio / Europeo EURO20 - SuperMancini: a chi somiglia il tecnico della nostra Nazionale?

 25 giugno '21 - venerdì                              25th June / Friday                                visione post - 5


(da La gazzetta dello Sport - 19 giugno '21 - di Fabio Licari)

Il gruppo di Bearzot, la leadership di Lippi, il piacere per la manovra di Prandelli, l'atteggiamen-
to offensivo di Sacchi, la saldezza difensiva di Conte, la gioia di giocare di Vicini e, speriamo, 
la striscia di partite senza sconfitte di Pozzo. Manca l'Europeo vinto da Valcareggi, ma sarebbe
un riferimento inopportuno.  Per ora godiamoci quest'Italia Frankenstein, se non s'offende nes-
suno a Covercisno e dintorni: nel senso di combinazione del meglio delle Nazionali precedenti.
Nel romanzo di Mary Shelley, il dottor Frankenstein  fallisce l'obiettivo  di far nascere la "crea-
tura perfetta", generando un essere deforme e incompreso. Fin qui il dottor Mancini non ha sba-
gliato un'alchimia.
Bearzot e Lippi - Spogliatoio compatto e leadership forte 
Il ricorso ai due c.t. campioni del Mondo è inevitabile. In questa Nazionale  c'è il gruppo di Bear-
zot. Se non si fosse capito a Spagna 82, s'è visto quarant'anni dopo, con gli azzurri  ancora  com-
pagni "dentro", affranti per l'addio di Pablito.  Quel gruppo  era più  sulla difensiva, si chiudeva
in protezione, s'inventò il silenzio stampa, con il c.t. e Zoff a fare da schermo. Questo di Mancini
è gruppo mai stato nell'emergenza, ma che ha sviluppato lo stesso una solidarietà interna ammi-
revole. Un fatto su tutti: Immobile e Belotti amicissimi, e compagni di stanza, sebbene in lotta
per la maglia di centravanti. Un altro: Barella che si dice pronto alla panchina  se Verratti rien-
trasse e Locatelli fosse considerato insostituibile. Il gruppo nasce anche da una leadership forte
e non si può non pensare a Lippi 2006.  "Capo" di una "Squadra"  disposta a seguirlo  fino alla
fine. Non c'è giocatore che non gli abbia riconosciuto  un'autorevolezza senza eguali. Mancini
esprime il suo "liderato" solo in maniera diversa.
Vicini e Prandelli: giocare divertendosi con la bella manovra
Due delle Italie più belle? Quella del '90 di Vicini e quella del 2012 di Prandelli. Due squadre
con una straordinaria voglia di giocare e con il culto del bello.  Non sono state  notti magiche 
perchè lo cantava Gianna Nannini, ma per hè quel ritornello si adattava a una Nazionale entu-
siasmante, figlia dell' Under 21 altrettanto divertente. Giocavano con gioia quegli azzurri, co-
me quelli di Mancini, forse troppo per quanto gli piace spendere energie dal 1' al 90': un rischio
quasi inevitabile perchè l'Italia 2021 è fatta per andare sempre a mille. E per farlo nel nome del
gioco, come aveva spiegato già Prandelli con una squadra elegante, di manovra, dal doppio re-
gista (Pirlo-De Rossi), innamorata del palleggio e influenzata dalle suggestioni del Barcellona
di Guardiola. Oggi non mancano i collegamenti di quest'Italia con il City sempre progettato dal
catalano.
Conte e Sacchi - Difesa imperforabile e mentalità offensiva
Due cifre rendono l'idea: in 34 partite, gli azzurri hanno egnato 85 gol e ne hanno subiti 14. In
media, 2,5 fatti e 0,4 presi a partita. Ma fermarsi alle cifre sarebbe sbagliato.  Nel 1990 Vicini
subì un solo gol, quello di Caniggia che in semifinale arrestò la nostra corsa. Nel 2006 l'Italia
subì un autogol e un rigore. Nel 2016 fu coniata dalla stampa francese l'espressione "bastardi
senza gloria" per indicare la Bbc più Buffon, il vero simbolo di quella Nazionale, imperforabi-
le se si esclude il gol tedesco nei quarti (lo 0-1 con l'Irlanda a qualificazione raggiunta). Man-
cini ha coniugato la solidità difensiva con un attacco impressionante per quantità di gol e men-
talità offensiva: linea a cinque, trenta marcatori diversi in tre anni, squadra sempre con il van-
taggio territoriale. Come predicava Sacchi con il Milan e con la Nazionale. 
Pozzo e Valcareggi: la striscia senza sconfitte e l'indimenticabile 1968...
Il difficile viene adesso. Pozzo è arrivato alla striscia di 30 partite senza sconfitte. Mancini è 
a 29: con il Galles può eguagliare lo storico c.t. degli anni 30, dagli ottavi in avanti; comun-
que siamo già qualificati, si giocherà per superarlo. Poi ci sarebbe un ultimo obiettivo che ri-
sale al 1968 di Valcareggi, Ma ora proprio non ne parliamo...

Lucianone

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