domenica 27 giugno 2021

Ultime notizie - dall' Italia e dal Mondo / Latest news

 27 giugno '21 - domenica                                 27th June / Sunday                           visione post - 2

SPAGNA - Coronavirus
Maiorca / Variante Delta: tremila ragazzi in quarantena per il maxi focolaio, 850 i positivi
Erano in gita di fine anno e, secondo una prima ricostruzione, avevano partecipato ad un 
concerto reggaeton nell'arena di Palma di Maiorca, a gite in barca e a feste in camere d'al-
bergo e locali pubblici.

Vaticano
La lettera di Bergoglio al prete degli omosessuali: "Dio è padre di tutti"
Il Papa scrive a padre James Martin, il gesuita famoso in tutto il mondo
per le sue idee aperturiste.

FRANCIA - Elezioni regionali
Exit poll: sconfitta per l'estrema destra di Marine Le Pen

ITALIA - 
Torino / Morte 18enne 
La madre: "Vittima di bulli già da piccolo, stavolta penso non abbia retto alle offese"
La procura indaga su ipotesi omofobia e induzione a suicidio

Lucianone

venerdì 25 giugno 2021

Sport - calcio / Europeo EURO20 - SuperMancini: a chi somiglia il tecnico della nostra Nazionale?

 25 giugno '21 - venerdì                              25th June / Friday                                visione post - 5


(da La gazzetta dello Sport - 19 giugno '21 - di Fabio Licari)

Il gruppo di Bearzot, la leadership di Lippi, il piacere per la manovra di Prandelli, l'atteggiamen-
to offensivo di Sacchi, la saldezza difensiva di Conte, la gioia di giocare di Vicini e, speriamo, 
la striscia di partite senza sconfitte di Pozzo. Manca l'Europeo vinto da Valcareggi, ma sarebbe
un riferimento inopportuno.  Per ora godiamoci quest'Italia Frankenstein, se non s'offende nes-
suno a Covercisno e dintorni: nel senso di combinazione del meglio delle Nazionali precedenti.
Nel romanzo di Mary Shelley, il dottor Frankenstein  fallisce l'obiettivo  di far nascere la "crea-
tura perfetta", generando un essere deforme e incompreso. Fin qui il dottor Mancini non ha sba-
gliato un'alchimia.
Bearzot e Lippi - Spogliatoio compatto e leadership forte 
Il ricorso ai due c.t. campioni del Mondo è inevitabile. In questa Nazionale  c'è il gruppo di Bear-
zot. Se non si fosse capito a Spagna 82, s'è visto quarant'anni dopo, con gli azzurri  ancora  com-
pagni "dentro", affranti per l'addio di Pablito.  Quel gruppo  era più  sulla difensiva, si chiudeva
in protezione, s'inventò il silenzio stampa, con il c.t. e Zoff a fare da schermo. Questo di Mancini
è gruppo mai stato nell'emergenza, ma che ha sviluppato lo stesso una solidarietà interna ammi-
revole. Un fatto su tutti: Immobile e Belotti amicissimi, e compagni di stanza, sebbene in lotta
per la maglia di centravanti. Un altro: Barella che si dice pronto alla panchina  se Verratti rien-
trasse e Locatelli fosse considerato insostituibile. Il gruppo nasce anche da una leadership forte
e non si può non pensare a Lippi 2006.  "Capo" di una "Squadra"  disposta a seguirlo  fino alla
fine. Non c'è giocatore che non gli abbia riconosciuto  un'autorevolezza senza eguali. Mancini
esprime il suo "liderato" solo in maniera diversa.
Vicini e Prandelli: giocare divertendosi con la bella manovra
Due delle Italie più belle? Quella del '90 di Vicini e quella del 2012 di Prandelli. Due squadre
con una straordinaria voglia di giocare e con il culto del bello.  Non sono state  notti magiche 
perchè lo cantava Gianna Nannini, ma per hè quel ritornello si adattava a una Nazionale entu-
siasmante, figlia dell' Under 21 altrettanto divertente. Giocavano con gioia quegli azzurri, co-
me quelli di Mancini, forse troppo per quanto gli piace spendere energie dal 1' al 90': un rischio
quasi inevitabile perchè l'Italia 2021 è fatta per andare sempre a mille. E per farlo nel nome del
gioco, come aveva spiegato già Prandelli con una squadra elegante, di manovra, dal doppio re-
gista (Pirlo-De Rossi), innamorata del palleggio e influenzata dalle suggestioni del Barcellona
di Guardiola. Oggi non mancano i collegamenti di quest'Italia con il City sempre progettato dal
catalano.
Conte e Sacchi - Difesa imperforabile e mentalità offensiva
Due cifre rendono l'idea: in 34 partite, gli azzurri hanno egnato 85 gol e ne hanno subiti 14. In
media, 2,5 fatti e 0,4 presi a partita. Ma fermarsi alle cifre sarebbe sbagliato.  Nel 1990 Vicini
subì un solo gol, quello di Caniggia che in semifinale arrestò la nostra corsa. Nel 2006 l'Italia
subì un autogol e un rigore. Nel 2016 fu coniata dalla stampa francese l'espressione "bastardi
senza gloria" per indicare la Bbc più Buffon, il vero simbolo di quella Nazionale, imperforabi-
le se si esclude il gol tedesco nei quarti (lo 0-1 con l'Irlanda a qualificazione raggiunta). Man-
cini ha coniugato la solidità difensiva con un attacco impressionante per quantità di gol e men-
talità offensiva: linea a cinque, trenta marcatori diversi in tre anni, squadra sempre con il van-
taggio territoriale. Come predicava Sacchi con il Milan e con la Nazionale. 
Pozzo e Valcareggi: la striscia senza sconfitte e l'indimenticabile 1968...
Il difficile viene adesso. Pozzo è arrivato alla striscia di 30 partite senza sconfitte. Mancini è 
a 29: con il Galles può eguagliare lo storico c.t. degli anni 30, dagli ottavi in avanti; comun-
que siamo già qualificati, si giocherà per superarlo. Poi ci sarebbe un ultimo obiettivo che ri-
sale al 1968 di Valcareggi, Ma ora proprio non ne parliamo...

Lucianone

giovedì 24 giugno 2021

STORIE - Scuola e Covid / LA MOSTRA della maestra Severine Daru'

 24 giugno '21 - giovedì                                24th June / Thursday                            visione post - 6

(da la Repubblica - 7 giugno '21 / Primo piano L'Italia contro il Covid - di Michele Smargiassi)

I bambini e la riscoperta del sorriso
L'insolita mostra ideata da un'insegnante per i piccoli alunni di una scuola
elementare nel Veronese. Per dare un volto alle loro maestre: non l'avevano
mai visto senza mascherina dopo un anno di pandemia. E il valore di un gesto
che anche noi grandi, quando tutto sarà finito, dovremo imparare daccapo.
No, "La Maestra Mascherata" non è stato un bel fumetto. Ma, come una fiaba, magari all'inizio
faceva un pò paura, poi d'un tratto, non più. La notizia semplice e bella arriva dalla provincia di Verona. Dalla scuola primaria di Povegliano Veronese, per la precisione. L'ultimo giorno di scuo-
la, appese alla parete del corridoio, i bambini hanno ritrovato le facce delle loro maestre. O me-
glio, l'altra metà di quelle facce. Quella mai vista. Quella che per un anno, o quel che ne è avan-
zato tra i sussulti dei decreti pandemici, è rimasta  coperta  dalla museruola sanitaria. Che è un
setaccio antipatico: lascia passare le parole, che appartengono alla didattica, ma trattiene il sor-
riso, che appartiene all'educazione. E il sorriso della maestra, per un bambino di quell'età, vale
tutta la differenza fra sentirsi bene e sentirsi male sul banco. Soprattuto per i bambini di prima,
che il volto intero delle loro maestre non l'hanno mai conosciuto dal vero. Sono stati accolti co-
sì, da volti dimezzati, nella comunità scolastica, derubati di quel necessario imprinting inclusivo.
L'idea di restituirglielo è venuta a una delle insegnanti, Severine Darù, e tutti quani. personale
tecnico compreso, hanno accettato con entusiasmo.  Si vede dai sorrisi, appunto, che bucano la 
fotocopie formato A4 di quelle foto (foto fatte bene, su sfondo omogeneo, veri ritratti, mica sel-
fie) incollate poi sui grandi poster . In un angolo, una citazione di Schiller: "Un sorriso non
dura che un istante, ma nei tuoi ricordi può essere eterno".
Quel mosaico di foto, i bambini pare l'abbiano studiato con divertimento, chissà, forse emozione,
provando ciascuno a riconoscere la propria maestra in uno di quei volti  che finalmente gettano
la maschera, dopo un anno di espressioni a mezz'asta. Cercando  di rimettere assieme  la  metà 
nota e la metà ignota di quei volti, come in certi giochi di memoria con le carte. Scoprendo, per
portarselo in vacanza, un sorriso mai visto, come la faccia sconosciuta della luna.
Noi adulti forse crediamo di avere fatto nella vita una sufficiente provvista di sorrisi, da bastar-
ci per quest'anno e passa di occultamento forzato.  Ne siamo davvero sicuri?  Forse  abbiamo 
pensato, e sperato: quando questa cosa sarà finita, i sorrisi li ritroveremo lì  dove li abbiamo
lasciati. Ne siamo proprio sicuri? Dopo tutto, i muscoli non usati si atrofizzano. Sì, abbiamo
continuato a sorridere inutilmente dietro i nostri hijab profilattici.  Ma un sorriso imbavagliato
è davvero un sorriso, o è solo una ginnastica del levator e dello zygomasticus? Rendiamocene 
conto, dietro quel sipario il valore semantico del sorriso si è spento. Abbiamo tentato di sosti-
tuirlo con i gesti, il pollice alzato, le mani giunte e cose così, ma non è la stessa cosa, è come
balbettare un'altra lingua. Quando ci leveremo questa dannata imbragatura, magari ci tocche-
rà rimetterci in esercizio, reimparare a sorridere, quasi daccapo.  Come bambini di prima ele-
mentare. E forse è un bene, perchè allora  dovremo darci  delle ragioni  per sorridere, e aver
voglia di farlo.
 
Lucianone