venerdì 4 settembre 2020

LETTERE - Essere single ai tempi della pandemia: dimenticati? Certamente sì.

 4 settembre '20 - venerdì                            4th September / Friday                       visione post - 5

(da la Repubblica - 12 giugno '20 - Invece Concita / di Concita De Gregorio)

DIMENTICATO CHI STA DA SOLO
(lettera - scritta a C. De Gregorio - di Vera D'Amico, ricercatrice di sismologia, 49 anni, fiorentina)
"Una famiglia su tre nell'Italia del 2020 è single, ovvero unipersonale, cioè costituita da una
persona che vive sola. E la percentuale è in costante aumento da anni. Single di ogni età. per 
scelta, per necessità o. più semplicemente, per le circostanze della vita.  Ma nella narrazione 
di questi mesi che stanno segnando l'esistenza di tutti, un terzo delle famiglie italiane, proprio
quelle più fragili in quanto solitarie (spesso non per scelta) sono state cancellate.    Non se n'e
parlato sui giornali (neppure nelle sezioni di approfondimento), non se n'è parlato nei talk show
(neppure in quelli meno sensazionalisti), per non parlare delle trasmissioni di intrattenimento,
dove la "quarantena" (non quella vera, toccata solo a chi è stato colpito dal virus e ai suoi fami-
liari) è stata narrata quasi come un gioco, spesso da celebrità costrette in case tanto grandi quan-
to affollate, con imbarazzo della scelta sia di luoghi (interni ed esterni) che di compagnia.
E neppure la voce più attenta alle sofferenze dell'anima si è rivolta a quei milioni di persone sole
che non potevano certo trovare conforto in "abbracci e carezze a figli e familiari", in quei "picco-
li gesti" da riscoprire in casa. E tra i single, è bene ricordarlo, ci sono tanti che si sono ritrovati a
esserlo dopo aver subito abbandoni dolorosi, per scelte altrui o per lutti. Milioni di persone che,
per più di due mesi, non hanno potuto sentire il calore di una carezza o di un respiro di una per-
sona amata, perchè altrove. E quanti poi si trovano ancora a lavorare confinati nel silenzio dei
propri appartamenti (in genere piccoli e non certo pensati per essere vissuti 24 ore su 24), pri-
vati anche di quelle relazioni umane diurne per loro ancor più importanti?  Per non parlare di 
quanti, nella solitudine delle proprie angosce, si trovano anche ad affrontare difficoltà materia-
li per un lavoro perso o divenuto ancor più precario. Ma nella narrazione di questi mesi non si
è parlato di loro. Si è parlato  solo  di famiglie, quelle tradizionali, ovviamente con figli (tutti
per scelta?) o, al limite, delle difficoltà nella vita di coppia in "quarantena".  E' pensabile che 
sia casuale questa dimenticanza, a tutti i livelli, in un Paese ancora così pervaso, nel 2020, da
un diffuso perbenismo cattolico".

Lucianone

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