5 gennaio 2020 - domenica 5th January / Sunday visione post - 5
(da Corriere della Sera - 20 dicembre '19 - di Elisabetta Rosaspina)
Sono adolescenti, non malati
Una volta molti di loro si chiamavano semplicemente "discoli". E l'autore, un ex Lucignolo, ne sa
qualcosa. Oggi molti di loro finiscono catalogati sotto una sigla "Dsa", acronimo di "Disturbi spe-
cifici dell'apprendimento": è più che un'etichetta, un arcipelago di possibilità, dai comuni lazzaroni d'antan ai ragazzini iperattivi, dagli immaturi agli introversi, dai sognatori ai ribelli. In poche paro-
le: il variegato (e complicato) mondo degli adolescenti.
Le nuove avventure di Francesco Dell'Oro, l'uomo bussola di migliaia di studenti, partono proprio
da qui. Dalla improbabile epidemia che avrebbe colpito i millennials, falcidiati dalla dislessia, dal-
la discalculia, dalla disortografia e dalla disgrafia. Possibile, si chiede l'autore (di "Indietro tutta")
che dagli screening a tappeto emerga che il 35 per cento di loro ha Bisogni educativi speciali (Bes)?
Non sarebbe il caso di inserire bei processi di certificazione almeno un frammento di dubbio?
Così, forte della sua oluridecennale esperienza a capo del Servizio di orientamento scolastico del
Comune di Milano, Dell'Oro si è rimesso alla tastiera per scrivere un rassicurante manuale di 142
pagine rivolto a genitori e insegnanti con lo scopo di sdrammatizzare e magari sorridere un pò di
questo allarmante dilagare di "disturbi specifici dell'apprendimento". Il titolo è già un avviso ai
naviganti: Indietro tutta (Tralerighe editore). Perchè forse è arrivato il momento perlomeno di frenare l'eccesso di "certificazione" e di nin confondere l'adolescenza con ina patologia.
Indietro tutta può anche essere un invito a ricordare il proprio passato, sè stessi da bambini, eser-
cizio che a Francesco Dell'Oro riesce benissimo. In copertina, la sua foto in bianco e nero, dili-
gentemente seduto a un banco, con la penna in mano, un vasetto di fiori di campo accanto e il
palottoliere alle spalle, assomiglia all'immagine posata che, in fondo a qualche cassetto, conser-
vano quasi tutti gli scolari degli anni Cinquanta e Sessanta. Ma l'aria giudiziosa dell'autore non
inganni. Ogi sarebbe un tipico caso di Adhd. Deficit di attenzione e iperattività. Soltanto che al-
lora la diagnosi non esisteva e la terapia sperimentale escogitata dal suo insegnante, il professor
Villa, si concretizzò in un paio di pattini a rotelle con i quali il piccolo Francesco sfogò i suoi
eccessi di vivacità.
Ora che ha sulle spalle quasi mezzo secolo di attività come orientatore (in proprio dal 2013, da
quando è andato in pensione), Dell'Oro sa bene che le situazioni difficili esistono, e sono giusta-
mente previste e regolate dalla legge 170. Non le banalizza, non le sottovaluta, ma avverte che
il certificato non deve diventare una scorciatoia per ottenere strumenti dispensativi o compensa-
tivi (per esempio una calcolatrice in caso di discalculia) magari del tutto superflui. Il suo non è
un amarcord nè un nostalgico rimpianto della propria infanzia, anche se... la disgrafia esisteva
pure allora, liquidata dai maestri come scritture a "zampa di gallina". Il rimedio di allora? Gli
esercizi di pregrafismo: "Nei primi due mesi di scuola - racconta - eravamo impegnati a riempi-
re le prime pagine dei nostri quaderni, con la copertina nera e i bordi rossi, disegnando quadra-
tini, aste e triangoli. E oggi? Oggi "basta entrare in una classe qualsiasi e osservare con atten-
zione i nostri studenti: tengono in mano la penna biro o la matita come fosse un martello. Con
un problema: il campo visivo viene compromesso e ridotto con le conseguenze che possiamo
immaginare. Per non essere a norma, ai tempi in cui Dell'Oro portava il grembiule nero e il
fiocco rosso, bastava confessare, nello svolgimento del tema "L'animale preferito", un'inopina-
ta passione per l'ornitorinco, anzichè limitarsi all'ordinario attaccamento a un cane, un gatto o
un cavallo. Ma un'indole fuori dagli schemi continua a destare allarme anche sessant'anni più
tardi, e può finire addirittura sotto esame di un neuropsichiatra. Esiste "un fragile confine tra
un apparente disturbo e i segnali dell'immaturità di un percorso infantile e adolescenziale (av-
verte l'autore). La vita è strana e porta ognuno di noi ai blocchi di di partenza con intelligenze,
sensibilità molto diverse. Non sempre in linea con la 'media' dei nostri coetanei". In ogni caso
la scuola non dovrebbe essere considerata una corsa a premi.
"Non capirò mai l'orgoglio insensato dei genitori per i bambini che alle elementari studiano
già l'analisi logica e vorrei avere di fronte per un minuto chi l'ha inserita nei loro programmi
scolastici", dissente Dell'oro, nel cui studio arrivano adolescenti afflitti perchè non hanno
conquistato un 10 in matematica. L'ansiogena abitudine al confronto e alla competizione na-
sce spesso in famiglia: "Se un ragazzino torna a casa annunciando di aver meritato 6, i geni-
tori non dovrebbero rispondergli: e gli altri quanto hanno preso?".
Forse non è un caso che molti dislessici cessino di esserlo nel momento in cui adell'Oro inse-
gna loro a leggere lentamente, distanziando le parole come fanno gli attori, senza fretta. Pren-
dendosi il tempo di respirare.
Lucianone
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