1 marzo '19 - venerdì 1st March / Friday visione post - 15
Italia, Francia, Germania ma anche Spagna e Paesi cosiddetti di Visegrad, e altri Paesi
nordici dentro la sfera Ue stanno preparando le loro agende politiche interne con occhi
e vibrazioni rivolti e indirizzate verso i loro obiettivi più o meno europei, al di fuori dun-
que dei loro confini: con modalità e intenzioni differenti. Insomma si sta sempre più re-
spirando un'aria che porta venticelli di preparazione alle elezioni europee, alla designa-
zione di un nuovo Parlamento europeo probabilmente rinnovato se non stravolto.
In Italia c'è un governo del tutto anomalo rispetto agli altri paesi europei: la formazione
di una specie di doppio governo tenuto in piedi da due vice-ministri con un primo mini-
stro che viene più o meno diretto e manovrato da quei due leader (vice-ministri) di dee
formazioni politiche parecchio antitetiche ma con un interesse in comune, il Potere. E se
una delle due formazioni, il movimento CinqueStelle, era stato spinto alle origini da un
vero interesse (in buona parte di spirito di sinistra) alla causa delle istanze popolari e
molto vicine alle persone che chiedevano giustiza sociale ed economica, si è poi, con
l'alleanza al partito della Lega di Salvini (l'altra formazione politica), appiattita su una vo-
lontà di mantenimento di sola posizione di potere, accondiscendendo per esso ai diver-
si obiettivi della Lega (fino ad arrivare ad aiutare il suo capo Salvini nell'evitare il pro-
esso per il sequestro di migranti sulla nave Diciotti), e mantenendo in cambio unicamen-
te l'obiettivo del reddito di cittadinanza. Insomma le istanze rivoluzionarie dell'ispirato-
re del movimento 5S, Grillo, venivano via via sempre più sfumando sotto la guida di Di
Maio. Allora è rientrato in campo per breve periodo Di Battista a dare una mano a Di
Maio, ma la pensata di andar a far visita ai gilet gialli di Parigi, oltretutto quelli più fo-
cosi e incendiari si è rivelato controproducente per il movimento. E infatti Di Maio ha
dovuto fare rapida retromarcia; e comunque quella visita ai galletti francesi incazzati
era un chiaro tentativo dei 5Stelle di allargare a possibili alleanze per le Europee an-
che se i tempi e la scelta della compagnia si sono rivelati quasi subito un grande errore.
Altro discorso deve essere fatto per quanto riguarda il partito di Salvini. La Lega, che
è il partito più vecchio in Italia, è stata rifondata da Salvini che da partitino del Nord
Italia (la Lega della Padania) lo ha trasformato allargandolo a tutta la penisola, e ad-
dirittura aggiungendo Il suo nome "Salvini leader" sotto la dicitura "Lega". E dando
dunque da subito una precisa impronta personalizzante e egocentrica, prendendo l'e-
redità del creatore della Lega Nord, Umberto Bossi. E se come Bossi, anche Salvi-
ni ha una giovinezza da comunista (durata un bel pò), a differenza del boss fondato-
re della Lega Nord - che non ha mai voluto aver a che fare con fascisti di alcun ge-
nere anche dopo aver lasciato l'ideologia comunista e aver fondato il nuovo partito
padano - Matteo Salvini appena si insedia al comando della Lega (e aver aggiunto il
logo 'Salvini premier') accetta e spesso cerca l'appoggio della destra fascista, di For-
za Nuova e perfino della destra estremista di Casa Pound. Dunque Salvini sdogana
la destra (nazi)-fascista, e questo nella prospettiva di formare un partito sovranista
che possa collegarsi con quei partiti delle destre dell'est Europa che guardano alla
guida di Victor Orban in Ungheria e che assieme a Polonia, repubblica Ceca e Slo-
vacchia vengono a formare l'alleanza di Visegrad. Intanto in Italia il nuovo capo
della Lega riesce a sfondare nel Centro e Sud Italia, sia con i voti della destra sia
con i voti, non pochi, di quei delusi dalla sinistra Pidina di Renzi, soprattutto in
quelle zone operaie e in quei borghi e ghetti abbandonati, trascurati e spesso mai
'visitati' dalla sinistra del Pd.
Il punto di forza da cui è partito Salvini in Italia per il suo programma, insieme a
5S, è stato quello dell'immigrazione: bloccare i porti italiani ("porti chiusi") allo
sbarco dei migranti con motivazioni varie (sono già troppi in Italia, pericolo dei
possibili terroristi islamici infiltrati, da ultimo evitare le morti in mare dei migran-
ti, e quindi meno partono dalle coste libiche-africane meno affogano). La diminu-
zione (o la cessazione) delle traversate in gommone e delle morti dei migranti è
diventato un suo vanto particolare, usato sempre come per altri argomenti a uso
di propaganda. Questa stessa linea di programma migratorio verrebbe certamen-
te replicato dal leader della Lega e ministro degli Interni italiano anche per le ele-
zioni europee di maggio, avendo l'appoggio dei Paesi di Visegrad che hasnno
sempre rifiutato la redistribuzione dei migranti richiesta dalla Ue, in particolre
dalla Germania della Merkel. E alle riunioni svoltesi per ridefinire il Trattato di
Dublino sull'immigrazione, in particolare sulla questione della redistribuzione,
Salvini non si è mai presentato, mostrando così di preferire e favorire le tesi sui
migranti dei Paesi sovranisti dell'Est Europa.
Per far fronte all'avanzata delle destre europee, sempre più agguerrite, le forze
socialiste e quelle popolari del centro dovranno unirsi nell'affrontare le elezioni
europee. E già ora i leader dei vari partiti di diverse nazioni hanno cominciato
a incontrarsi per mettere a punto le prime strategie. Per quel che riguarda il Pd,
che in Italia è la formazione a sinistra ancora di una certa consistenza, ma note-
volmente ridimensionata dall'ultima cocente sconfitta del 4 marzo '18, la sua cri-
si non è per niente risolta ma una certa rielaborazione dei motivi della sconfitta
si sta facendo lentamente avanti, soprattutto dopo che l'ex segretario Renzi si
è un pò defilato, e si è capito da parte di tutti che l'unità del partito deve aeeere
messa come priorità per combattere la destra di governo. Ma probabilmente il
risveglio e la possibile rinascita del Pd si possono aspettare e, si spera, avere
dopo le primarie del 3 marzo, cioè tra pochissimo.
Luciano Finesso
Lucianone
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