(da La Gazzetta dello Sport - 6 febbraio '19 )
Mondiali di Are (Svezia)
Un anno dopo come a PyeongChang, Sofia Goggia è ancora circondata dai giornalisti.
Rispetto all'oro olimpico in discesa, la felicità dirompente la lasciato il posto a una sod-
disfazione consapevole. "E' stata la gioia che mi ha accompagnato in questi tre mesi a
condurmi al cancelletto libera e felice di esserci. La mia fortuna è stata di non aver
sciato al cento per cento, ma di essermi tenuta un pò di margine. Ai Mondiali tutti si
calibrano un pò".
- Come era la pista?
"Mossa, piena di dossi, con una neve particolare, di difficile interpretazione. Era facile sbagliare".
- Con la Shiffrin è stata una gara parallela, sul filo dei centesimi.
"Sapevo che sarebbe stata una delle clienti più pericolose. Quest'anno in superG l'avevo
vista a St. Moritz, aveva dipinto le curve".
- Due centesimi di ritardo sono 51 centimetri.
"In certe curve ho lasciato molto di più di mezzo metro. Per questo non ero tanto contenta
al traguardo, perchè in alcune curve avrei potuto rimanere molto più stretta".
- Dopo quella con la Vonn, è nata una nuova rivalità?
"In slalom no di sicuro (ride, ndr.). In superG vedremo".
- Come è arrivata a questo superG?
"Ho fstto una prova di discesa giusto per sentire la neve, il terreno, ma senza spingere. La
testa era già su questa gara. Poi gli allenatori hanno fatto il video con la ricognizione e da
quel momento l'ho ripassata tantissime volte".
- Come si è sentita in pista?
"Sono partita in sordina, poi da dove è caduta la Vonn fino alla fine ho sciato forte. Forse
avrei potuto tendere di più un paio di curve in fondo, ma su certe porte mi sono sentita vo-
lare. Mi sono detta 'Che gioia i Mondiali'. Poi l'attesa è stata una sofferenza, tante in alto
erano davanti a me. Non credevo che la mia gara sarebbe bastata per la medaglia. Un me-
se fa, quando avevo messo gli sci per la primaà che volta ai Piani di Bobbio, ogni vibrazio-
ne era un dolorino. Se allora mi avessero chiesto 'Ce la farai?' avrei risposto sì, mentendo
un pò".
- Che valore ha questa medaglia?
"Sono contentissima perchè ai Mondiali di St. Moritz avevo fatto bronzo in gigante, l'an-
no scorso ai Giochi mi sono presa l'oro in discesa e adesso è arrivato l'argento in superG.
Sono ttre discipline diverse, per me è una grossa soddisfazione. La sensazione è diversa.
Arrivo da un infortunio e da un oro olimpico. Prendo l'argento con gratitudine, con una
maturità che non mi fa saòlire su un picco emotivo che mi stende".
- Nella mente aveva il "Forellen Quintett", come dal cd che le ha regalato suo padre?
"No. Quando vado forte nelle gare penso sempre al latino-americano".
- Quattro azzurre nelle 10.
"Grande Italia. Abbiamo dimostrato carattere e una bella sciata. Alla vigilia credevo che
Francesca Marsaglia potesse andare a medaglia, perchè da tante gare è sempre lì vicina
al podio. Ha sciato benissimo. Mi dispiace per Nadia che è rimasta giù dal podio, peccat-
to anche per Federica: quando è scesa lei, dopo l'uscita della Vonn, le condizioni sono cambiate".
- Dove vuole arrivare? -
Due anni fa ero andata fortissimo : 13 podi, il bronzo mondiale, la conseguente ansia.
L'anno scorso l'Olimpiade con tutto il peso che si porta dietro. Alla fine c'è da dire so-
lo: Ok, la mia strada è quella, ci sono momenti di maggiore e minore fatica, ma l'obiet-
tivo deve essere sempre quello di perseguire l'eccellenza".
Lucianone
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