domenica 4 marzo 2018

Società / Migranti e poveri in Italia - Intervista a Monsignor Matteo Zuppi

4 marzo '18 - domenica                     4th March / Sunday                      visione post - 17

"Dalla politica ci aspettiamo 
che fermi le guerre tra poveri
e non che attacchi i profughi"

(da la Repubblica - 1 / 09 / '17 - di Emilio Marrese / Bologna)
"Porteremo Papa Francesco nella Lampedusa di Bologna, l'hub di via Mattei, una delle
tante Lampedusa d'Italia che bussano alle nostre porte e ci ricordano che solo chi viene
da lontano, con le sue domande e le sue aspettative, può spiegarci il reale valore delle no-
stre città, del nostro paese, della casa comune europea". - Monsignor Matteo Zuppi, pre-
te di strada romano oggi arcivescovo di Bologna - ex parroco nella borgata di Torre An-
gela, ma ancora in trincea tra gli ultimi - , è reduce dall'incontro col Papa per pianificar-
ne la visita l'1 ottobre: prima tappa bolognese del pontefice tra i richiedenti asilo.
E. Marrese - Guerre tra poveri", ha titolato in prima ieri "Avvenire": è una presa d'atto
ufficiale del conflitto sociale tra gli ultimi?
Matteo Zuppi - "Non so se si possa parlare di guerra, ma sono palesi le difficoltà  tra chi
soffre i maggiori disagi e identifica nell'ultimo arrivato il nemico. La violenza però ha al-
tre cause: l'errore grave è dire "se aiutano loro, non aiutano noi".     L'unica  guerra  da
combattere sarebbe quella alla povertà: se aiuti tutti, non ci sono più contrapposizioni-
Al Tiburtino III  il degrado ha una storia antica fatta di non gestione, non soluzioni, ri-
mandi.  Questo intossica la convivenza  e  si arriva paradossalmente  a prendersela col 
più debole. Come in tutte le situazioni che non si affrontano, si accumuòla delusione, e
la delusione ha un prezzo: diventano tutti più elettrici, offensivi, difensivi. Ci sono occu-
pazioni che durano da anni e che la politica non risolve, schiva: ma il problema è pensa-
re che non si devono avere problemi".
E. Marrese - Più che risolverli, la maggior parte della politica s'impegna a cavalcarli?"
M. Zuppi - "E' il pericolo della politica dei sondaggi. Il guaio è che dopo gli slogan poi
dovresti gestire e amministrare, dare risposte vere a lungo termine  e  non piccole solu-
zioni temporanee solo per avere qualche punto in più".
F. Marrese - Come si reagisce all'odio alimentato quotidianamente?
M. Zuppi - "Se si fa passare l'idea, per esempio, che tutti i musulmani  sono terroristi,
si regala ancora più spazio al terrorismo. Dobbiamo spendere il nostro umanesimo. Di-
re che è l'umanesimo  che  è contro la sicurezza  è falso, è retorico.  Non  c'è uno  senza 
l'altra. Gli anziani si affezionano ai loro badanti più che ai vicini di casa: quando cono-
scono, capiscono. Ma finchè  i mondi  non comunicano, ignoranza e distanza generano 
paura. Bisogna guardare negli occhi questi ragazzi africani che chiedono di essere adot-
tati: se diamo loro un futuro, lo avremo anche noi.  I pani e i pesci  si moltiplicano solo
se si spendono. Mezzo secolo fa i nemici erano i meridionali immigrati, ma le vite si mi-
schiano, la storia va avanti e tra cinquant'anni quello che oggi ci pare inaccettabile sa-
rà la regola".
E. Marrese - La destra sul tema è sempre chiara e netta, e la sinistra?
M. Zuppi - "Tutta la politica è in difficoltà. Tirarsi fuori e scaricare le colpe non è una
risposta".
E. Marrese - Gli sbarchi creano un allarme democratico, come ha detto il ministro Min-
niti?
M. Zuppi - "Le paure non vanno nè sottovalutare nè enfatizzare, ma affrontate. Non
vedo capacità di sistema davanti a fenomeni epocali. Ma se cadono ancora case in zo-
ne sismiche si vede che in questo paese c'è ancora molto che non va, in generale. Tut-
ti noi dobbiamo fare in modo che  la politica risponda, invece di prendersela coi pro-
fughi".

Lucianone

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