18 gennaio '17 - mercoledì 18th January / Wednesday visione post - 6
(da la Repubblica - 11 gennaio '17 - Pietro Del Re / Deventer - Olanda)
La stanza di Jurrien Mentink è simile a quella di un qualsiasi campus universitario
olandese, salvo che il più giovane dei suoi vicini di corridoio sta per compiere 86 an-
ni. Infatti, sebbene lui ne abbia solo 23 di anni, da quando ha cominciato a studiare
architettura questo ragazzo di bell'aspetto e con gli occhiali firmati vive in una casa
di riposo per anziani. Accade a Deventer, cittadina a due ore di treno da Amsterdam,
dove i gestori del centro Humanitas hanno deciso di offrire un alloggio a una mezza
dozzina di studenti squattrinati, ai quali in cambio viene chiesto di trascorrere parte
del loro tempo con gli ospiti del ricovero. "E' un modo per risparmiare i soldi dell'af-
fitto, e con i residenti ho imparato a divertirmi", dice Jurrien, che studia alla Saxion
University di Deventer e che da quasi quattro anni vive circondato da coinquilini che
potrebbero avere l'età dei suoi bisnonni. "Non mi è stato chiesto di diventare amico
loro, ma di comportarmi come farebbe un buon vicino di casa. E visto che siamo nel-
la libertaria Olanda, posso anche portarmi le ragazze in camera. Senza contare che
per studiare è il posto ideale perchè tranquillissimo".
Gli studenti dedicano agli anziani dell'ospizio 30 ore al mese insegnando loro a scri-
vere le mail o a usare Skype, chiacchierando al capezzale di chi non può camminare
o partecipando alla festa di compleanno di chi non ha più nessuno con cui celebrar-
lo. Per gli anziani, questi giovani sono spesso il solo prezioso legame con il mondo
Perciò, quando uno di loro rientra da una lezione, da una festa, da un concerto o da
un viaggio all'estero è ovvio che chi non s'è mosso dal centro gli chieda di condivide-
re le sue esperienze. Secondo i geriatri che seguono gli ospiti di Deventer, la sola vi-
cinanza con gli studenti può nascondere virtù terapeutiche perchè in grado di conte-
nere l'arteriosclerosi, di allontanare la depressione o di abbassare la pressione arte-
riosa quand'è troppo alta. La ricerca ha anche dimostrato che esiste un legame tra
il declino mentale e la morta,lità e che le interazioni sociali con parenti o conoscenti
sono essenziali per la salute di chi è avanti negli anni: un semplice saluto, una stret-
ta di mano o una battuta scambiata con uno studente del centro può rivelarsi addi-
rittura salvifica. tanto più quando diventa un'abitudine quotidiana.
L'idea di infondere un linfa di gioventù agli anziani di Humanitas è nata nel 2012,
quando il governo olandese decise di diminuire i fondi per questo tipo di struttre,
che furono costrette a licenziare parecchio personale. Il taglio del welfare riguarda-
va soprattutto gli ottantenni che erano ancora auto-sufficienti, e per i quali fino al-
l'epoca erano ancora previsti contributi a centri simili a questo. "Volevamo creare
la più confortevole delle case di riposo, dove tutti avrebbero voluto stare", dice Pe-
ter Daniels, operatore sanitario di Humanitas con una lunga coda di cavallo e lo
sguardo dolce. "Direi che ci siamo riusciti, perchè con gli studenti la vita degli an-
ziani è molto migliorata. Oggi, riceviamo richieste da giovani di tutto il mondo ma
possiamo accettare solo gli olandesi, perchè molti anziani non parlano neanche l'in-
glese. I ragazzi rimangono mediamente 3 anni e siamo già alla seconda generazio-
ne: quelli che si sono appena laureati e ci hanno lasciato, anche se spesso tornano
da volontari". - Qui risiedono 160 anziani, i quali hanno tutti più di 85 anni, per-
chè è questa l'età minima per accedere al centro. Il decano ne ha 105. Ma Huma-
nitas è un ospizio modello a prescindere dagli studenti che ospita. Lo è perchè
conta un barbiere , due negozi, una palestra, un pedicure, un centro fisioterapico
e uno per lo yoga, perchè vedi ovunque mensole cariche di libri, comode poltrone
e macchinette per il caffè e perchè vi lavorano 150 persone aiutate da 200 volonta-
ri. "Qui, quello che conta di più è il benessere individuale", aggiunge Daniels.
Per questo mtivo, quello che doveva essere un inedito esperimento intergenerazio-
nale è diventato un caso da manuale, o meglio, un esempio virtuoso che ha già fat-
to emuli: altre due strutture analoghe hanno aperto in Olanda, una a Lione, in
Francia, e una quarta a Cleveland, Ohio. A sentire il giovane Jurrien, per lui e per
gli altri studenti i benefici trascendono il guadagno economico. Un loro sorriso può
valere oro per un anziano in sedia a rotelle ma ciò che offrono gli ospiti del centro
può essere per i ragazzi altrettanto importante. - Dice lo studente: "Se non vivessi
qui non sarei diventato l'uomo che sono. Una volta, quando salivo sull'autobus e ve-
devo un vecchio andavo a sedermi il più lontano possibile. Oggi invece gli vado vici-
no e cerco di attaccarci bottone, perchè so che il più delle volte ha molto da insegnar-
mi".
Lucianone
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mercoledì 18 gennaio 2017
STORIE / società >> Olanda - Giovani e anziani: l'ottima integrazione
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