10 novembre '17 - venerdì 10th November / Friday visione post - 11
(da la Repubblica - 25/10/2017 - MotoGp / Massimo Calandri)
Domani attraversa il paddock e poi va in pista. Sono passati sei anni. "Ma non lo so, se
arrivo fino alla curva 11. Che strano: per la prima volta torno qui, dove è morto Marco,
e mi sembra una cosa normale. Forse perchè ce l'ho sempre in testa, il mio ragazzo. Che
poi non è mica vero, il tempo non lenisce i dolori: ogni giorno che passa è peggio".
Paolo Simoncelli di nuovo a Sepang, oinsieme alla moglie Rossella. E' venuto perchè da quest'anno ha una sua squadra in Moto3, il Team Sic58. "Una cosa normale", ripete. Pe-
rò guarda per terra, si tortura i baffoni. "Gli altri andranno a rendergli omaggio, come
fanno sempre; grazie. Però io chissà. Forse dopo, quando non si sarà pià nessuno: maga-
ri col fotografo Tino Martino, che proprio lì - fuori pista, dove era finito Marco - ha pian-
tato una palma ed è stato il gesto più bello di tutti. L'ha meaa allora che in terra c'erano
solo pietre, ma la palma mi dicono stia crescendo bella forte. Allegra, vitale". Domenica
scorsa Paolo era a Phillip Island, e quella prima a Montegi. "Avete visto quanti tifosi ha
ancora il Sic?". Incredibile. Migliaia di persone con la maglietta, il cappellino o una ban-
diera: numero 58. "Quanti selfie si sono fatti con me, come mi stringevano forte: soprat-
tutto i giapponesi, che sono piccolini ma non riuscivo a respirare". In Australia un signo-
re lo ha abbracciato e si è messo a piangere. "Non capisco cosa avesse Marco di tanto spe-
ciale. Perchè di piloti purtroppo ne sono scomparsi tanti, ma solo con lui succede così. Di-
cono: il sorriso, la simpatia. Aveva dentro qualcosa di straordinario. La gente lo sa, non
dimentica". paolo dice che un pò di foto le ha scattate anche lui. "Un pò? saranno centi-
naia, voglio farci un libro. Sono i tatuaggi che la gente si è fatta per ricordarlo: dall'Ar-
gentina alla Germania, dal Texas all'Olanda". La sequenza che salta fuori dal telefonino
è impressionante: il volto del Sic e il 58 su di una spalla, un polpaccio, il petto, le gambe.
Di uomini maturi, giovani donne, ragazzini. C'è un Marco che impenna e sotto le foto la scritta in inglese: "Quattro ruote muovono il corpo, due ruote muovono l'anima". "E que-
ste qui sono solo le foto che ho preso in Australia, pensa te". -
Lunedì era l'anniversario. "Avrei dovuto prendere un volo per Kuala Lumpur, ma ho pre-
ferito cambiare biglietto e partire il giorno dopo". Martina, la figlia 19enne che in queste
settimane lo ha accompagnato insieme a Rossella, è rimasta in Australia per imparare l'in-
glese. Per un anno lavorerà in una fattoria. "Non cela siamo sentita di dire addio alla bam-
bina proprio il 23 ottobre: quel giorno abbiamo già lasciato un figlio". Martina assomiglia in modo impressionante al fratello. Quel sorriso, poi: uguale. "Era allegro, Marco. Questa con-
sapevolezza è la cosa che dà forza a me e Rossella: non avere rimpianti, sapere che ha vis-
suto 25 anni bellissimi. Il nostro ragazzo ha fatto ciò che desiderava di più. Quel giorno di
6 anni fa era felice".
L'altra settimana sulla pista australiana il figlio di Troy Bayliss - Oliver, 13 anni - è caduto
in gara e un avversario gli ha sfiorato il casco con le ruote. Papà è corso ad abbracciare il ragazzino, che è scoppiato a piangere. "Pochi centimetri: è la differenza tra vivetre e mori-
re. A Marco hanno preso il casco e il collo si è girato. Aveva una sola frattura, alla seconda vertebra in alto: il cuore s'è fermato, non abbiamo neppure potuto donare gli organi". To-
ny Arbolino e Tatsuki Suzuka: sono i due ragazzi del Team Sic58. "Tatsuki in pratica l'ab-
biamo adottato, vive con me a Riccione. E' intelligentissimo, parla bene l'italiano. Ha un
grande talento: ma è troppo educato, rispettoso, come tutti i giapponesi. Deve imparare ad
essere più "romagnolo", sfacciato: e allora vedrete, che campione".
A Phillip Island domenica è stata una battaglia, in MotoGp. "Ci hanno dato dentro con i
sorpassi, nessuno ha avuto niente da dire. Spettacolari. Ma quando lo faceva Marco c'era
sempre chi si lamentava, in particolare gli spagnoli". Sono passati sei anni, sembra ieri.
Domani di nuovo a Sepang. "Una giornata normale", Oaolo mente ancora una volta a sè
stesso. "Mi ha fatto bene, tornare nel paddock ad occuparmi di moto. Rossella è contenta,
mi vede impegnato. Proviamo ad andare avanti. Però c'è quell'ombra, e non se ne va: per-
chè niente tornerà mai come prima".
Lucianone
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