martedì 27 dicembre 2016

sport - calcio / Serie A - 18^ giornata - 2016/17

27 dicembre '16 - martedì                   27th December / Tuesday               visione post - 17

RISULTATI delle partite
Atalanta   2     Inter    3     Cagliari     4     Fiorentina   3     Palermo   1     Roma     3
Empoli      1     Lazio   0     Sassuolo   3     Napoli         3     Pescara    1     Chievo   1

Sampdoria   0     Torino    1         Crotone       Bologna  
Udinese       0      Genoa   0         Juventus  e  Milan       mercoledì 8 febbraio

CLASSIFICA

Juventus   42  /   Roma   38  /   Napoli   35  /   Lazio   34  /   Milan   33  /
Atalanta   32  /   Inter   30  /   Torino   28  /   Fiorentina   27  /   Udinese, Chievo   25  /
Genoa, Sampdoria, Cagliari   23  /   Bologna   20  /   Sassuolo   17  /   Empoli   14  /
Palermo   10  /   Crotone, Pescara   9


 Lucianone

lunedì 19 dicembre 2016

SPORT - calcio / Serie B - 19^ giornata 2016/17

19 dicembre '16 - lunedì               19th December / Monday               visione post - 31

RISULTATI delle partite
Trapani       1     Bari         2     Cittadella     1     Latina    1     Novara     3     Pro Vercelli   3     
Frosinone   4     Avellino   1     Pisa             0     Brescia   1    Cesena    1     Spal               1

Salernitana   1     Spezia     2     Ternana   1     Benevento    0     Verona H.    1
Carpi             2     Perugia   1     Vicenza   2     Ascoli           0     Entella        0

CLASSIFICA
VeronaHellas   37  /   Frosinone   35  /   Benevento   33  /   Spal   32  /   Cittadella, Carpi   31 /
Perugia   29  /   Bari   27  /   Entella, Spezia   26  /   Novara   25  /   Ascoli, Brescia   23  /   
Salernitana, Latina, Pro Vercelli, Vicenza   21  /   Pisa, Ternana   20  /   Cesena   19  /
Avellino   17  /   Trapani   12

 

Lucianone

Riflessioni - In Italia solo leader politici divisivi? Sembra di sì!

19 dicembre '16 - lunedì               19th December / Monday                   visione post - 13


Condivido quello che ha detto dalla Gruber, a proposito di Renzi, l'editorialista del
"Fatto quotidiano" Antonio Padellaro.  Ha detto (riassumo) che un vero leader do-
vrebbe unire un Paese, non spaccarlo in due. Vero, il grande difetto di Renzi è esat-
tamente quello, la sua incapacità caratteriale e politica  di portare a sintesi punti di
vista differenti.
Subito dopo, però, mi sono chiesto quali sono, in Italia, i leader non divisivi. Quelli
che uniscono il Paese, quelli che portano a sintesi, eccetera. Berlusconi?    Nessuno
nella storia italiana (forse solo il nefasto Benito) ha saputo dividere gli italiani quan-  
to lui.  Beppe Grillo?  E' il paradigma vivente  della spaccatura: lo schema politico
M5S contro resto del mondo. cristallizza il rozzo bipolarismo amico/nemico, "io ho
ragione, tutti gli altri affanculo". Matteo Salvini? E' uno che vive solo di bianchi e 
di neri, di applausi e di fischi: i grigi non sono contemplati. A meno di candidare a 
Palazzo Chigi il Papa (comunque malvisto dai cattolici tradizionalisti) o Andrea
Camilleri (comunque malvisto dagli autori di noir meno fortunati) di leader "non
divisivi" non se ne vede l'ombra. Forse lo era Enrico Letta: non ha avuto fortuna.
Viene un sospetto, del quale rendo partecipe anche Padellaro: non sarà che abbia-
mo leader divisivi perchè dividerci è la sola forma di identità politica alla nostra
portata?
(Da la Repubblica - 26/10/'16 - L'AMACA - Michele Serra)

Lucianone

domenica 18 dicembre 2016

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

19 dicembre '16 - lunedì                   19th December / Monday                visione post - 14

BERLINO
Camion su un mercatino di Natale: nove morti, cinquanta feriti / Rivendica l'Isis
Berlino come il 14 luglio scorso a Nizza, un altro camion si è schiantato sulla folla, questa volta del mercatino natalizio di Breitscheidplatz: ha ucciso 9 persone e ne ha ferite una cinquantina. È successo nei pressi della Chiesa del Ricordo che, con la sua guglia spezzata, commemora le distruzioni belliche, nella zona del viale Kurfuerstendamm. «Al momento non voglio usare la parola attentato anche se molti indizi lo indicano» dice il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière alla tv pubblica Ard. «Lasciamo il tempo agli investigatori di completare il loro lavoro, non avremo pace finché non avremo chiarito tutto». 

ANKARA - Turchia
Ucciso l'ambasciatore russo in Turchia, in un attentato di matrice islamista
L'aggressore urla: "Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui" / Ucciso dalla polizia
Una raffica di spari alle spalle, poi le urla inneggianti ad Allah: «Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui». L’ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov, viene ucciso da almeno 8 colpi di pistola, sparati da un poliziotto turco di 22 anni, Mevlut Mert Altintas, durante l’inaugurazione di una mostra fotografica ad Ankara, dove era entrato mostrando il suo regolare tesserino di agente. Nella sparatoria, vengono ferite almeno altre 3 persone. Le forze speciali turche intervengono con un blitz, in cui il killer viene ucciso a sua volta. Un clamoroso omicidio in diretta, davanti alle telecamere e agli occhi di decine di invitati, che rischia di avere pesanti ripercussioni sui rapporti tra Turchia e Russia, da poco ricuciti dopo l’abbattimento del jet di Mosca al confine siriano nel novembre 2015. Dopo l’agguato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha subito chiamato il suo omologo russo Vladimir Putin. Ankara condanna il «vile atto terroristico». «Non permetteremo che questo attacco oscuri l’amicizia tra Turchia e Russia», assicura il ministero degli Esteri. Poco prima, confermando la morte dell’ambasciatore, Mosca aveva parlato di «un giorno tragico per la diplomazia russa». 

ITALIA - Politica
Salvini apre al Mattarellum insieme al Pd: "Potrebbe diventare legge in 15 giorni"

ITALIA - Economia
Boom dei voucher: +32%
Il governo: "Siamo pronti a ripensare le norme

Italia - METEO 
Torino si sveglia sotto la prima neve / domani revocato lo stop delle auto



Lucianone


SOCIETA' - Stati Uniti / La vittoria di TRUMP e il ritorno delle spose silenziose

18 dicembre '16 - domenica              18th December / Sunday               visione post - 21

Le americane della classe media impoverita
hanno votato per Donald Trump.
Una giornalista che conosce bene gli Stati Uniti spiega
perchè lì molte donne continuano a preferire una vita
in seconda fila. 

(Da "Grazia" - 23 nov. 2016 - di Maria Latella / Testo raccolto da Marina Speich)
Il ritorno delle spose silenziose
Come mai  così tante donne americane  hanno votato per Donald Trump, nonostante la misoginia
del tycoon, le sue frasi sessiste, le accuse di molestie di cui è stato investito? Provo a capirlo con
voi attingendo a un'esperienza personale . La primavera scorsa, per più di due mesi, ho insegnato
negli Stati Uniti all'istituto di Politica dell'università di Chicago.  I miei studenti erano molto prepa-
rati, interessati alla politica. Nessuno voleva votare Trump, ma molti erano sostenitori del candida-
to democratico Bernie Sanders.    Al termine del mio ciclo di lezioni, alcuni ragazzi mi dissero:
"Noi siamo per Sanders, ma se non vincesse le primarie, qualcuno potrebbe votare Trump". Mi
stupì, perchè tra i due aspiranti candidati c'era un abisso. Ma ciò che mi colpì di più , fu una ra-
gazza originaria dell'Ohio, uno Stato con grandi problemi di deindustrializzazione: lei, mi spie-
gò, non avrebbe mai votato per Hillary Clinton.e stimolante,
Vi racconto questo aneddoto perchè è la dimostrazione che anche in un ambiente molto giovane
e stimolante, c'erano studentesse che non avevano proprio nessuna intenzione di eleggere la can-
didata democratica, da sempre vicina alle donne. Perchè, allora, nonostante tutto ciò che è emer-
so dalla campagna elettorale di Donald Trump, molte  l'hanno votato? Ci sono almeno
tre ragioni.  La prima riguarda soprattutto quelle che vivono nelle aree più rurali, che provano no-
stalgia per la società degli Anni 50, dove le donne "stavano al loro posto". Una sconfitta del fem-
minismo? Direi di sì.  Sono quelle che pensano: "Perchè ti devi dannare per cercare un lavoro o
fare carriera Quando si stava molto meglio un tempo, quando c'era un uomo che pensava a te e
 ti proteggeva?". Sono forse le donne più insicure, stanche di combattere, che preferiscono  che
 lo stipendio lo porti a casa solo il maschio. Quelle a cui ha sempre fatto effetto la frase di Trump:
"Io ti piaccio perchè ti proteggo".
La seconda ragione è forse la più forte: se vivi nell'America profonda, dove intorno a te vedi solo
le conseguenze della crisi economica, dai la tua fiducia a chi ti promette una rottura radicale e non certo a chi ti propone lo status quo, come Clinton.  La terza ragione ha a che fare  con il fatto  che
Donald Trump è stato per dieci anni il signore di un reality, The Apprentice.    E questa immagine
televisiva e il potere mediatico del tycoon si sono visti anche quando Trump ha annunciato la sua
candidatura, scendendo  le scale  della sua Trump Tower, con la moglie Melanie, ovviamente  un
passo indietro.  -  Ma c'è anche un altro motivo per cui le donne americane hanno votato il miliar-
dario: il "fattore Ivanka".  Stiamo parlando  della figlia prediletta di Trump, che incarna perfetta-
mente il ruolo di mamma, figlia, moglie, anche sottomessa come dimostra la sua conversione alla
religione del consorte, l'ebraismo. Che Ivanka sia un'imprenditrice è secondario: quello che conta
è aver messo al primo posto la famiglia.  La moglie di Trump Melania, poi, rappresenta un model-
lo "riposante" per molte americane: è la donna che va in tv e poi sposa l'uomo ricco.  L'idea di di-
ventare un avvocato ambizioso, come Hillary, che passa la vita a studiare, è tutta un'altra storia.
Certo, solo una parte delle americane la pensa così.  Ma qui parliamo non di quelle  che vivono
nelle grandi città ma dell'America della classe media. -  Insomma, la misoginia o il sessismo di
Trump non è stato negato da nessuno, ma è stato secondario: era molto più importante l'immagi-
ne di un'America più tranquilla e meno lacerata dalla crisi che ha promesso.

Lucianone

sabato 17 dicembre 2016

Appuntamenti - FESTIVITA' >>> Dicembre/Gennaio

17 dicembre '16 - sabato                 17th December / Saturday             visione post - 17

VAL GANDINO  (BG)
Il Natale è di casa in Val Gandino
Il colore e il calore di momenti unici. Le Cinque terre della Val Gandino confermano
un'invidiabile vitalità, proponendo un ricco carnet natalizio. "Centro di gravità perma-
nente" sarà la Casa Bergamasca di Babbo Natale che, anche quest'anno, ha scelto Gandino
per accogliere i bambini.  La sua Casa Bergamasca sarà aperta  sino al 27 Dicembre (dalle
14 alle 18 sabato e festivi, ma anche lunedì 26 e martedì 27 dicembre). - I bambini potranno
consegnare la letterina, creare addobbi, scoprire le stanze segrete, ricevere un dono e salu-
tare gli animali della fattoria, visitare il vicino "Museo dei Presepi", con centinaia di rico-
struzioni della Natività.

VALBONDIONE (BG)
Dal Presepe vivente alle sculture di neve
Il calendario invernale è ricco di eventi a Valbondione, in alta Valseriana.
Due incontri speciali per tutti i bambini, ma anche per gli adulti.
Durante il periodo natalizio è possibile godere del suggestivo giro
"In calesse per le vie del paese", nei giorni 30 dicembre e 4 gennaio, 
dalle 15 alle 18.  -
Uno degli eventi più importanti del paese e della zona è il "Presepe Vivente"
con la tradizionale rappresentazione della natività e degli antichi mestieri, 
rievocati lungo le vie e nelle dimore dell'antico borgo di Fiumenero, possibile
grazie alla preziosa collaborazione di 200 comparse.  L'apertura del presepe
è prevista per Venerdì 30 dicembre dalle ore 20,30 alle 23, Venerdì 6 gennaio
dalle ore 20,30lle 23 e sabato 7 gennaio dalle 15 alle 18; ingresso e parcheggi
gratuiti e servizio bus navetta da Valbondione.
Visto il successo riscosso lo scorso anno, si è deciso di riproporre anche "Giass
e Nef, sculture di neve a Valbondione", dal 3 al 5 gennaio 2017; durante queste 
giornate 5 coppie di artisti scolpiranno per le vie del paese cinque grandi bloc-
chi di neve sul tema della magia e dell'incanto dalle ore 10 del 3 gennaio fino al-
le ore 11 del 5 gennaio.   Le premiazioni avverranno martedì 5 gennaio alle ore
14 presso la sala Polifunzionale di Valbondione.

Lucianone


giovedì 15 dicembre 2016

SPORT - calcio / Serie B - 18^ giornata 2016/17

15 dicembre '16 - giovedì                15th December / Thursday                 visione post - 11

RISULTATI delle partite
Pisa   0     Ascoli   2     Avellino      1     Carpi       1    Cesena        3     Frosinone     1
Bari    0     Latina   2     Benevento   1     Ternana   1    Cittadella     0     Salernitana   3

Perugia         1     Spal      2     Vicenza   1     Entella    2     Brescia   0
Pro Vercelli   0     Spezia   1     Verona    0     Trapani   2      Novara   0



Lucianone

Spettacoli - Parigi: ritorno al Bataclan con STING

15 dicembre '16 - giovedì                   15th December / Thursday                visione post - 15

Un anno dopo la strage islamista, il teatro parigino
ha riaperto sulle note di Sting. E qui una giornalista
racconta l'emozione di una serata a fianco di chi ha
vissuto l'orrore, ma è tornato.

(da 'Grazidisteso a terra, a' - 23 nov. 2016 - Emanuela Mastropietro / PARIGI)
Eravamo un solo cuore al Bataclan
La sala del Bataclan sa di nuovo, nell'aria c'è odore di vernice fresca. Tutto è stato rifatto:
il pavimento, che il 13 novembre 2015 si era trasformato in una pozza di sangue; il bancone
del bar affacciato sulla platea, dietro al quale decine di spettatori si erano rifugiati durante 
la carneficina; gli affreschi sui muri, che Aurélien, cuoco parigino, si era ritrovato davanti
agli occhi mentre, si fingeva morto per evitare le sventagliate di mitra. Sabato scorso, 12 no-
vembre, Aurélien ha trovato la forza di tornare al Bataclan insieme con tanti altri superstiti
del massacro e a centinaia di familiari e amici delle 90 vittime cadute sotto i colpi  di tre ter-
roristi islamisti. Sul palco non ci sono gli Eagles of Death Metal come quella tragica sera.
Questa volta c'è Sting. L'artista britannico, il primo a esibirsi nel teatro rimesso a nuovo, 
chiude gli occhi, domanda un minuto di silenzio. "Siamo qui per ricordare i morti e celebra-
re la vita", esordisce l'ex leader dei Police. "Non li dimenticheremo mai". Sonpo le 21,06, le
note di Fragile risuonano nella sala. Da giorni Parigi si preparava a riaprire il Bataclan con sentimenti contraddittori: l'emozione di celebrare  il primo anniversario  di quel 13 novem-
bre che ha cambiato il volto della Francia; il timore di riacutizzare un dolore tenutoi sotto
controllo dalla volontà di continuare a vivere come prima.
Sabato, il quartiere del Bataclan è già in effervescenza di prima mattina. La polizia ha or-
ganizzato posti di controllo. Davanti alla sala si accendono lumini, la gente depone fiori e
messaggi d'affetto.  Sting atterra a Parigi con un jet privato proveniente da New York. Lo
accompagna la moglie Trudie Styler, che lo filmerà per tutti i 91 minuti del concerto, sedu-
ta accanto all'amica attrice Charlotte Rampling. Non è ancora buio quando i primi spetta-
tori  (ne sono attesi 1500)  si mettono in fila.  I controlli  sono minuziosi, l'attesa sotto  una
pioggia battente molto fastidiosa, ma nessuno si lamenta.  C'è  chi  si  guarda  intorno, chi 
scambia due parole con il vicino. Come l'uomo visibilmente teso che confesa di volersi se-
dere allo stesso posto occupato un anno fa, la poltrona numero 8. O la madre di una delle vittime che racconta d'aver visitato la sala durante la ristrutturazione per prepararsi allo
shock. Nel caffè adiacente al teatro, un gruppo di psicologi è a disposizione di chi potreb-
be essere sopraffatto dallo stress. Una ventina di persone, a fine spettacolo, chiederà il lo-
ro intervento.  Alle 19,13  si spalancano finalmente le porte.  A sorpresa, c'è anche Jesse 
Hughes, il leader degli Eagles of Death Metal. La direzione del Bataclan fa sapere che non
è il benvenuto: non gli ha perdonato d'aver insinuato in un'intervista che i terroristi si era-
no avvalsi della complicità del servizio d'ordine.  Hughes  ha poi smentito  di aver tentato
d'entrare nel teatro: "Volevo solo vederlo aperto". 
La sala si riempie in fretta, nelle prime file  spicca  il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo.  Il 
presidente Francois Hollande ha preferito rinunciare: temeva che lo accusassero di sfrut-
tare l'occasione in periodo pre-elettorale.
Sting entra in scena senza farsi annunciare. Appena sfiora le corde della sua chitarra, una
salva di "bravo" scalda l'atmosfera. L'artista che si esibisce gratuitamente  (gli incassi so-
no stati devoluti alle associazioni in difesa delle vittime), non si risparmia: presenta 17 bra-
ni, tra vecchi successi e le canzoni del nuovo album, 57th & 9th. Per un'ora e mezza si bal-
la, si canta a squarciagola. Quando si riaccendono le luci, molti spettatori si stringono in
lunghi, commoventi abbracci.   Prima di andarsene, qualcuno lancia  sul palco  una rosa 
bianca, immacolata. Dopo tanto sangue, al Bataclan è tornata la vita.
Lucianone

lunedì 12 dicembre 2016

SPORT - calcio / Serie A - 16^ giornata 2016/17

12 dicembre '17 - lunedì                 12th December / Monday                 visione post - 16

RISULTATI delle partite
Crotone    2     Sampdoria   1      Cagliari   0      Atalanta   1     Bologna   0     Palermo   0 
Pescara     1     Lazio            2     Napoli      5     Udinese    3     Empoli     0     Chievo     2

Torino       1     Inter      2     Fiorentina    2     Roma   1
Juventus   3     Genoa   0     Sassuolo     1      Milan   0

CLASSIFICA
JUVENTUS   39  /   Roma   35  /   Milan   32  /   Lazio, Napoli   31   /  Atalanta   28  /
Fiorentina   26  /   Torino   25  /   Inter   24  /   Chievo, Sampdoria   22  /   Udinese   21  /
Cagliari, Genoa   20  /   Bologna, Sassuolo   17  /   Empoli   11  /   Crotone   9  /
Pescara   8  /   Palermo   6




Lucianone

venerdì 9 dicembre 2016

SPORT - calcio / Serie B - 17^ giornata 2016/17

9 dicembre '16 - venerdì                 9th December / Friday                visione post - 17

RISULTATI DELLE PARTITE
Trapani   0       Avellino   1     Bari              2     Cittadella   1     Latina     1     Novara    2
Carpi        1     Ascoli      2     Salernitana   0     Spal           2      Entella   1     Vicenza   1

Pro Vercelli     0     Spezia       0     Ternana   1      Verona H.   2     Benevento    2
Pisa               0     Frosinone   0     Brescia    0     Perugia      2      Cesena        1

CLASSIFICA
Verona H.   34  /   Frosinone   32  /   Benevento   31  /   Spal   29  /   Cittadella   28  /
Carpi   27  /   Perugia   26  /   Entella   25  /   Bari, Spezia   23  /   Novara, Brescia   21  /  
Pisa, Latina, Ternana   19  /   Ascoli, Salernitana, Pro Vercelli   18  /   Avellino, Cesena   16  /
Vicenza   15  /   Trapani   11



Lucianone

martedì 6 dicembre 2016

Società - Referendum sulla riforma della Costituzione: analisi dei risultati e conseguenze future

6 dicembre '16 / martedì                  6th December / Tuesday             visione post - 6


(da 'La Stampa' - 5 dicembre '16 - di Maurizio Molinari)
LA SPALLATA DEL POPOLO DELLA RIVOLTA
Con un'affluenza massiccia e una percentuale schiacciante di "No" l'elettorato 
ha svelato l'esistenza nel nostro Paese di un popolo della rivolta che ha bocciato 
la riforma della Costituzione, il presidente del Consiglio e l'establishment di go-
verno.  -  Il quesito referendario ha coagulato attorno a sè il movimento di pro-
testa che si era già manifestato in occasione delle elezioni amministrative ed ora
si presenta maggioritario nel Paese.  Tentare di ridurre tale espressione di scon-
tento collettivo  - presente in ogni area geografica - a sostegno di questa o quella 
forza politica sarebbe l'errore più grande.
A votare "No" sono state le famiglie del ceto medio disagiato, impoverito dalla 
crisi economica, senza speranze di prosperità e benessere per figli e nipoti. Sono
stati i giovani senza lavoro, gli operai che si sentono minacciati dai migranti e gli 
stipendiati a cui le entrate non bastano più. E' un popolo della rivolta espressio-
ne dello stesso disagio che in Gran Bretagna ha prodotto la Brexit, negli Stati Uni-
ti ha portato alla Casa Bianca Donald J. Trump ed ora coglie un successo nell'Eu-
ropa continentale che fa cadere il governo di uno Stato fondatore dell'Ue.   
Le dimissioni di Matteo Renzi e del suo esecutivo evidenziano la necessità da parte
dei successori di dare in fretta risposte chiare alle crisi all'origine della protesta del
ceto medio.  Serve  un nuovo welfare per le famiglie in difficoltà, una ricetta per ri-
mettere in moto la crescita  ed una formula  per integrare i migranti: più tarderan-
no, più il movimento di protesta crescerà innescando un domino di conseguenze
imprevedibili. Per far ripartire l'Italia non basta un nuovo governo: bisogna rispet-
tare il popolo della rivolta e rispondere alle sue istanze.

Lucianone

domenica 4 dicembre 2016

Ultime notizie >>> dall'Italia / Latest news >> from Italy

5 dicembre '16 - lunedì                5th December / Monday                    visione post - 24

POLITICA E SOCIETA'  - Italia
REFERENDUM: la sconfitta di Matteo Renzi 
Renzi annuncia le dimissioni da primo ministro / Tutto il popolo del NO 
esulta, ma le piazze sono pressochè deserte
IL RACCONTO
Ecco l'Italia che ha detto NO: gli invisibili che non credono più ai leader. E' stato
un voto anti-establishment, ha vinto la gente che non si fida più. Sarà difficile per
qualunque leader trasformare la protesta in consenso.
ROMA -
La vittoria c’è ma i vittoriosi dove sono? Li si è cercati per tutto il giorno a Roma, e per il semplice gusto della conferma: non li si sarebbe trovati. Non fino a notte, in nessuna piazza, non c’era una sede di comitato o di partito, non c’erano luoghi di fermento al Testaccio o alla Garbatella né tantomeno in centro, già festival di luminarie ed esultanze per il derby che uscivano dalle birrerie. 
E invece - e non è nemmeno un paradosso - di sconfitti se ne trovavano, qua e là, dentro le loro trincee novecentesche, le stanze del Partito democratico al Nazareno, quelle del Comitato per il Sì a piazza Santi Apostoli, dove erano stati costruiti il successo e la breve vita dell’Unione di Romano Prodi; posti di attesa classica, dove a sera sarebbero arrivati i leader per i commenti all’impiedi a beneficio di questa o quella emittente televisiva, e il distacco è lì che appare in tutta evidenza. È una rivoluzione - piccola o grande lo dirà il tempo - senza manifestazioni oceaniche, senza popolo dietro a capopopolo, senza casematte attorno a cui radunarsi: e quanto aveva ragione Beppe Grillo quando anni fa, all’inizio dell’avventura a cinque stelle, lo chiamavano a casa cercando il segretario del Movimento e lui gli passava il figlioletto Ciro. È la sostanza stessa che non è richiesta: ieri Roma e il resto d’Italia sono state percorse e scosse dal complotto delle matite, sequel del complotto delle lavatrici denunciato dal sindaco Virginia Raggi, e di tanti altri complotti delle banche, delle lobby, della finanza, della Nasa, di grandi mostri calati sulle nostre teste ad avvelenare i pozzi.  
Le notizie infatti ci spingevano verso Castelnuovo di Porto, dove si tiene lo spoglio dei voti degli italiani all’estero, e dove quelli del Comitato per il No erano rimasti fuori, intanto che all’interno - spiegavano - si stavano consumando irregolarità fino al broglio; e poi alla scuola Garrone di Ostia, dove un insegnante denunciava, centesimo o millesimo di giornata, la truffa delle matite copiative, i cui segni su un foglio bianco venivano via con una gomma. E non c’era verso di spiegare che le matite copiative funzionano indelebilmente soltanto sulla carta delle schede elettorali. Erano piccoli epicentri della grande rivolta dove, quando li si raggiungeva, non c’era più niente perché intanto si erano spostati in un altro seggio, o in un altra città. E l’imprevedibile ed effimero leader di giornata è diventato Piero Pelù, il cantante dei Litfiba che ai tempi d’oro cantava «dittatura e religione / fanno l’orgia sul balcone». Perfetto inno per i sentimenti di oggi: il post su Facebook di Piero Pelù sulla frode di Stato ha avuto 62 mila like, 10 mila commenti, più di 100 mila condivisioni, e quella è stata l’unica vera grande manifestazione fisica del popolo degli infuriati, diretto ai seggi armato di gomma e foglietto bianco per verificare che anche il loro voto fosse falsificabile dalla planetaria associazione per delinquere. 
Inutile farci sopra dell’ironia. Ha vinto la gente, il mare di gente che non si fida più, molto ben disposta verso l’inverosimile e diffidente verso il verosimile, per intima ed esasperante convinzione che là fuori c’è qualcuno che lavora alla sua infelicità, perché manca il lavoro, perché si indeboliscono le garanzie, per invidia sociale, perché l’investimento in banca è andato storto, perché ci sono i poteri forti, perché c’è l’Europa, perché c’è una classe dirigente che in quanto tale campa sulla pelle delle periferie, fisiche o esistenziali. Ognuno è partecipe di quella massa per una ragione diversa, e col minimo comune denominatore del rifiuto feroce dell’establishment farabutto, una condizione che non riguarda soltanto l’Italia, come raccontano di recente la Brexit e Donald Trump.  
 (Da www.lastampa.it -  Mattia Feltri)

IL COMMENTO
Così il Pd ha rottamato se stesso  /  La vecchia guardia del centrosinistra 
ha ottenuto il risultato che inseguiva dal 2013: la caduta di chi aveva sottratto
loro guida del Paese e del partito.
Il Centrosinistra ha vinto ancora. Per la terza volta è riuscito, con una coraggiosa spallata, a buttare giù un governo di Centrosinistra. Era successo nel 1998 con Prodi. Era risuccesso nel 2008 sempre con Prodi. 
 Dal giorno stesso in cui Matteo Renzi si era insediato a Palazzo Chigi dopo la non vittoria di Bersani alle Politiche del 2013 e il conseguente governo Letta, gli sconfitti nel Pd, D’Alema e Bersani, hanno lavorato per ottenere il loro risultato: la caduta di chi aveva sottratto loro guida del Paese e del partito. Risultato ottenuto. E infatti ieri notte brindavano, ridevano, si congratulavano. Tutto un darsi pacche sulle spalle e ridere di fronte alle telecamere rivendicando la vittoria contro il segretario del loro partito, avendo almeno il buongusto di non nominare nemmeno la questione referendaria, la vittoria era su Renzi: «Voleva rottamarci, è stato rottamato» esultava garrulo D’Alema. 
La sostanza è che il Partito Democratico, al di là di ogni bizantinismo di palazzo, è definitivamente morto, sepolto sotto le macerie di un matrimonio mai veramente avvenuto tra le diverse anime del Centrosinistra. Da subito è stato molto chiaro come il Referendum non fosse sulla Costituzione, ma un plebiscito pro o contro il presidente del Consiglio. Renzi ha giocato l’azzardo: e l’ha sontuosamente perso. Naturale che le opposizioni gli votassero contro, un po’ meno (in un’ottica di sanità mentale) che lo facesse parte del suo partito. Ma tant’è. 
Del resto è sempre apparso molto chiaro come per una certa classe politica italiana-europea, diciamo, fosse molto più importante comandare nel partito che governare il Paese. Al Pd servirà probabilmente un ultimo congresso. Per decidere se avere un futuro o restare ai margini a godersi i ricordi delle sue grandi vittorie contro i governi di Centrosinistra. 
(Da www.lastampa.it -  Alberto Infelise)

L'AllARME DEL  Financial Times:  "Ora l'Italia minaccia il futuro dell'Ue
più di Brexit"
L'analisi del quotidiano economico: le dimissioni di Renzi potrebbero lasciare
spazio al populismo. E l'instabilità potrebbe impaurire gli investitori.

Commento Così il  Pd ha rottamato se stesso Renzi ha un problema con i giovani italiani

Il primo ministro Matteo Renzi annuncia le sue dimissioni

Lucianone