venerdì 18 novembre 2016

Personaggi - Alex Saro: il ricercatore astrofisico che fa ritorno, in aiuto dei colleghi

18 novembre '16 - venerdì                18th November / Friday                visione post - 17

Un ricercatore-cacciatore di stelle che,
tornato in Italia, assume i colleghi

(da 'Corriere della sera' - 12 novembre '16 - di Andrea Pasqualetto)
Poteva scegliere Cambridge, Institute of astronomy, o l'università Ludwig-Maximilian
di Monaco o la Parigi VII della capitale francese, tutte eccellenze mondiali. E invece 
l'astrofisico Alex Saro ha puntato sull'Italia: Osservatorio astronomico di Trieste. E
qui. in una stanza ottocentesca del castello Basevi, studierà le stelle.
Porterà in dote una borsa con 1 milione e 230 mila euro  che l'Europa  gli ha messo a di-
sposizione per formare una squadra di quattro scienziati col compito di analizzare l'evo-
luzione dell'universo.  Avrà cinque anni di tempo  per dare  delle risposte enormi: sugli
ammassi di galassie, sui buchi neri, sull'energia oscura  che governa il firmamento.
Domanda: perchè un brillante ricercatore di 36 anni  che lavora in Germania per uno 
dei centri di astrofisica più importanti a livello planetario decide di tornare in Italia a
spendere l'ambitissimo finanziamento  "Erc starting grant"  dell'European research
council che è come vincere una medaglia olimpica per un atleta?
"Perchè  l'istituto italiano  di astrofisica  è molto valido, perchè Trieste è la mia terra,
perchè ho sempre pensato  che il futuro  doveva essere nel mio Paese", spiega con
grande semplicità questo "cervello in fuga" che ha fatto  una inversione a U  tornan-
do da dove era partito.  Anno 2010, dopo un 110 e lode  all'università  del capoluogo 
giuliano e un dottorato in fisica e simulazioni cosmologiche Saro vince una borsa di 
post dottorato all'università di Monaco. Lì vola e lì rimane diventando aiuto-profes-
sore al dipartimento di Fisica. "Una grande esperienza che voglio sfruttare all'Osser-
vatorio. Mi trasferirò non appena mi diranno  quando partirà il progetto. Ne sto di-
scutendo con l'Unione Europea. Le date sono aprile o settembre 2017. Poi, una volta
decisi i tempi, sceglierò i miei quattro collaboratori". Ad aspettarlo ci sarà un amico,
il direttore dell'Osservatorio Massimo Borgani che di lui ora dice: "E' il nostro pun-
to d'orgoglio".
Appassionato, deciso, entusiasta, Alex non voleva credere ai propri occhi quando ha
letto il suo nome fra i vincitori degli "starting grant" che vengono assegnati ai ricer-
catori europei, ma solo entro 7 anni dalla fine del dottorato. I progetti ricevuti dalla
commissione internazionale di Bruxelles erano 2.935, 2887 quelli valutati, 325 gli ap-
provati e di questi una dozzina quelli in astrofisica. - Saro parla il linguaggio dell'u-
niverso che ha numeri strotosferici. Si confronta con unità di misura lontane  dalla 
comprensione umana: "Il tempo nei miei studi è un miliardo di anni, la distanza 10
miliardi di milioni di chilometri". Per lui le cose che succedono sulla Luna o su Mar-
te sono appena dietro l'angolo. "Non ho visto l'atterraggio della sonda Schiaparelli,
non è la scienza che faccio io". Troppo vicino per chi si occupa di strutture cosmiche.
"Dobbiamo capirne l'evoluzione, è ricerca di base".
Ha un mito: "Edwin Hubble che inventò un importante sistema di classificazione".
Lo emozionano Einstein e Galileo e per la divulgazione scientifica plaude a Marghe-
rita Hack, che fu direttrice dell'Osservatorio. Il suo sogno? "Scoprire le origini del-
l'universo". Non proprio una passeggiata.
In tutto questo Alex Saro non è solo, non sulla Terra almeno. Si chiama Irina ed è 
la sua fidanzata e a dispetto del nome è udinese come lui. "Mi ha seguito a Mona-
co e mi seguirà anche a Trieste. Dovrà lasciare il suo lavoro di biologa all'universi-
tà tedesca e ne cercherà uno in Italia. Lei per me è fondamentale e so che sta sacri-
ficando molto per me. Ma questo progetto è una grande opprtunità". Un'opportu-
nità stellare.

Lucianone

Nessun commento:

Posta un commento