16 ottobre '16 - domenica 16th October / Sunday visione post - 19
L'impianto d'allarme di casa mi manda un sacco di sms promozionali. Mi ha anche fatto
gli auguri per l'otto marzo. Avete mai ricevuto gli auguri di buon otto marzo dal vostro
impianto di allarme? Io sì. Ma se ve lo racconto non è per vantarmi. E' per segnalare un piccolo episodio della mia e vostra vita elettronica che rivela - mi pare - questioni molto
ma molto più rilevanti.
Non nomino la compagnia telefonica perchè voglio parlare del peccato e non del peccatore.
Ho telefonato parecchie volte per chiedere se potevano disattivare dalla sim del mio allar-
me la funzione "sms promozionali": oltre a importunarmi, la sim consumava tutto il credi-
to per mandarmi annunci pubblicitari e dunque l'impianto di allarme non funzionava più.
Un pò come se uno pagasse un taxista che invece di portarlo a casa parcheggia la macchina
e gli racconta una barzelletta. E qui viene il bello. La compagnia ( per bocca di più addetti,
tutti gentilissimi) mi ha suggerito di cambiare sim, aggiungendo però che anche la nuova
sim, probabilmente, mi avrebbe tempestato di messaggini promozionali e dunque si sareb-
be scaricata; e che loro non potevano in alcun modo disinnescare quella funzione. Credo fos-
sero sinceri. Mi stavano dicendo, in sostanza, che neppure loro sono in grado di controllare
i processi che hanno innescato. Non c'è nessun Grande Vecchio, nessun Mangiafuoco. Il mer-
cato agisce da sè solo, come il mostro di Frankenstein. Le sim parlano in autonomia dai loro
creatori, come il cervellone di "Odissea nello spazio". E il fatto che dicano cazzate ("Voglia-
mo premiare la tua fiducia con un regalo!") non è l'aspetto più grave della vicenda.
(da
'la Repubblica' - 9 settembre '16 - L'AMACA / Michele Serra)
Quando qualcuno riprende e posta in rete scene che non è elegante riprendere e postare
in rete (per esempio: una coppia in overdose di eroina che stramazza per la strada negli
Usa), sono una moltitudine i media, in tutto il mondo, che rilanciano quelle immagini, ge-
neralmente con un severo commento nei confronti di chi le ha riprese e postate in rete.
In altre parole: ora vi facciamo vedere qualcosa che secondo noi è veramente sbagliato
far vedere. Questo mi ricorda una vecchia gag dell'avanspettacolo. Un signore vede un
omone che prende a schiaffi un bambino. Affronta l'omone e gli dice: "Riprovaci, se hai
il coraggio". L'omone assesta un altro ceffone al bambino. Il signore ripete: "Riprovaci,
se hai il coraggio". E quello schiaffeggia ancora il bambino. Allora il ragazzino dice al
signore: "La smetta, per piacere, se no questo mi fa una faccia così".
Più la nostra vita diventa mediatica, moltiplicando a dismisura parole e immagini, più
aumenta l'urgenza di scegliere: soprattutto noi pubblico, perchè spesso il primo a clic-
care le immagini "che non si dovrebbero mostrare" sono io. Ma le dita e gli occhi sono
troppo veloci per il cervello. La compulsività non lascia tempo alle decisioni: decidere
è un costo che non possiamo più permetterci?
(da
'la Repubblica' - 7 ottobre '16 - L'AMACA / Michele Serra)
Lucianone
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