giovedì 20 ottobre 2016

ISTRUZIONE Italia / Storie del futuro prossimo - La scuola condivisa

20 ottobre '16 - giovedì                  20th October / Thursday              visione post - 7

Nasce in Toscana la possibile scuola del futuro:
niente zaini nè cattedre nè voti e libri condivisi

Fauglia, provincia di Pisa, è il comune toscano che ha lanciato un metodo
che è diventato realtà in 15 anni per 20 mila studenti di 100 istituti

(da la Repubblica - 11 settembre '16 - Maria Novella De Luca / Fauglia, Pisa)
I banchi sono tavoli scomponibili e la cattedra semplicemente non c'è. Nessuno ha
l'astuccio perchè  le matite  sono di tutti, così come i colori, la scatola delle parole,
le penne con l'impugnatura facile e gli "xilofoni" di legno per imparare a contare.
Non ci sono pesi nè voti nella "Scuola senza zaino", metodo didattico all'avanguar-
dia che sta conquistando l'Italia, niente libri e quadernoni da trascinare sulle spalle
avanti e indietro, ogni cosa resta in classe, e le pareti, in questa primaria di Fauglia,
a pochi chilometri  da Pisa, dove l'esperimento è cominciato, sono fatte  di vetro  e
mattoni rossi. Il fuori e il dentro che comunicano. "Le luci, i colori, le architetture
sono fondamentali nelle nostre scuole, chi ha detto che lo studio debba spezzare le
schiene o deprimere i bambini in aule spoglie e disadorne, imparare può essere un
percorso collettivo di gioia e leggerezza, lo hanno scritto i più grandi pedagogisti,
noi con 'Senza zaino' stiamo cercando di realizzarlo".
Un'avventura iniziata 15 anni fa, e che Daniela Pampaloni, dirigente scolastica del-
l'istituto comprensivo 'Giovanni Mariti'  di Fauglia  e  tra gli ideatori  del metodo 
'Senza zaino', descrive con orgoglio e passione.  "Il nome deriva  da un saggio del
fondatore, Marco Orsi, un modo simbolico per raccontare una scuola che libera i
ragazzi dal "peso" di quei libri portati avanti e indietro sulle spalle, in solitudine, 
e propone invece un modo di apprendere collettivo, dove si studia in tavoli comu-
ni, i bambini si aiutano, gli insegnanti non hanno la cattedr a, il sapere insomma
non cade dall'alto in basso, spesso non ci sono libri, perchè ytutto il materiale vie-
ne auto-prodotto insieme, in classe, tra insegnanti e allievi".   I quaderni, ad esem-
pio, con righe e quadretti particolari per aiutare la scrittura e l'ordine. I contato-
ri della matematica, inventati dai maestri stessi  e  poi codificati.  L'attenzione al
corsivo, perchè aiuta lo sviluppo del pensiero. La tecnica è quella  del  "problem
solving": i bambini imparano risolvendo ogni volta dei quesiti, come assembla-
re quella parola ad esempio, o come contare mille cannucce, scoprendo  così  le
decine. E poi autocorreggendosi, con i materiali appositi.  - Ricorda la maestra
Silvia Coppedè: "Avevo comprato mille cannucce e durante la lezione di mate-
matica le ho rovesciate  tutte  sul tavolo collettivo, chiedendo ai bambini della 
prima di trovare un modo di contarle: autonomamente le hanno divise in grup-
petti da dieci,,,".   -         Partito nel 2002 da questo pezzo di Toscana chiamato 
"Valdera", il metodo "senza Zaino", ispirato soprattutto, dice Daniela Pampa-
loni, "a Maria Montessori e agli studi dei pedagogisti Célestine Freinet e John
Dewey, ma anche alla filosofia della non violenza di Danilo Dolci", è oggi diffu-
so in più di cento istituti e seguito da quasi ventimila bambini e ragazzi. 

Lucianone


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