1 luglio '16 - venerdì 1st July / Friday visione post - 33
Da Pavia a Roma sempre più atenei
usano programmi capaci di scoprire
i brani presi di peso da testi altrui
ADDIO ALLA TESI COPIATA DAL WEB:
o r a u n s o f t w a r e s m a s c h e r a i p l a g i
(da la Repubblica - 20 febbraio '16 - Luca De Vito)
Per molti studenti la tentazione è forte: da una parte c'è l'infinità di fonti digitalizzate
e disponibili in rete, dall'altra un semplice comando da eseguire sulla tastiera del com-
puter. Ctr+c, ctr+v e il copia-incolla è fatto. Ma per i furbetti delle lauree plagiate la
pacchia sembra essere finita. Perchè ormai le università hanno dalla loro software anti- copiatura, potenti strumenti nelle mani dei prof che nel giro di pochi minuti sono in gra-
do di stabilire se una tesi è copiata - anche solo in piccola parte - dalla rete o da altri te-
sti. Da Milano a Roma, passando per Bologna e Firenze gli atenei sono disposti a spende-
re soldi pur di riuscire a contrastare un fenomeno che, a detta degli stessi docenti, sem-
bra ormai un automatismo. - I software più usati dagli atenei italiani sono due: "Com-
pilatio", e "Turnitin" di un'americana. Funzionano allo stesso modo, ovvero confrontan-
do le tesi prodotte dagli studenti con i materiali presenti sul web e negli archivi a disposi-
zione degli atenei. Una caccia alle corrispondenze che i docenti possono fare in modo ra-
pido, semplicemente caricando sul programma i file che intendono analizzare. Gli ultimi
ad adottare questo sistema sono i professori dell'università di Pavia, dove da una settima-
na Compilatio è stato reso disponibile gratuitamente al corpo docente (per gli studenti è
a pagamento). Allas Bocconi, invece, usano Turnitin da almeno quattro anni e adesso co- minciano ad apprezzarne i risultati. "Le copiature sono diminuite - dice Marco Agliati,
docente, docente del dipartimento di Accounting - anche perchè i ragazzi vengono infor-
mati da subito su quali sono le regole. Sanno che chi sbaglia viene punito. Lo facciamo
perchè non vogliamo frustrare gli sforzi della maggioranza di studenti che sono corretti
e non cercano scorciatoie". In Bocconi, l'impegno a non copiare è scritto nero su bianco
anche nel cosiddetto "honor code", il codice d'onore che ciascuno studente firma al mo-
mento dell'iscrizione. Verificare l'autenticità delle tesi via software è semplic. Una volta
caricato il file, il programma restituisce valori percentuali che "quantificano" il grado
di scopiazzatura a seconda delle fonti. Se i valori sono bassi m, la luce è verde o blu: è
il segnale che non c'è da preoccuparsi. Se il numero di similitudini aumenta, allora la
luce diventa arancione, rossa quando il sospetto si trasforma in certezza. Una verifica
del docente però è sempre necessaria: a seconda delle materie e del tipo di tesi, infatti,
ci possono essere gradi di tolleranaza diversi. Ad esempio, in un elaborato di matema-
tica sarà normale trovacome comportarsi, un gran numero di formule che corrispon-
dono anche in altri testi. - Quando la copiatura viene scoperta, ciascun docente deci-
de come comportarsi. C'è chi usa il pugno duro, come Cristina Molinari, docente di
economia alla Ca' Foscari, che mette in guardia gli studenti intenzionati a chiederle
la tesi: "Nel caso il software evidenzi percentuali che indichino chiaramente la mala-
fede, il rapporto di collaborazione sarà immediatamente interrotto e gli studenti do-
vranno trovarsi un altro relatore". Ma c'è anche chi vede l'uso di questi programmi
come uno strumento educativo: "Imparare a scrivere su temi ben definiti senza pla-
giare pensieri ed espressioni altrui è uno scopo essenziale cui dovrebbe tendere il no-
tro impegno didattico - dice Piero Cavaleri, direttore della Biblioteca della Liuc di
Castellanza - Vogliamo aiutare gli studenti a utilizzare i testi come supporto per la
dimostrazione e non come oggetto di copiatura o parafrasi".
Lucianone
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