mercoledì 27 aprile 2016

Società / Norvegia - Il killer Breivik e i suoi diritti

27 aprile '16 - mercoledì               27th April / Wednesday             visione del post - 10 

(da 'L'Arena' - 21 aprile '16  - di Ferdinando Camon)
Se la Norvegia s'inchina al killer
Anders Behring Breivik è il terrorista norvegese  noto in tutto il mondo per una strage
di 77 innocenti, giudicata da un tribunale sulla base di un diritto che, per quanto grave 
sia il tuo crimine (puoi anche sterminare tutta una città), non può darti  più  di 21 anni
di carcere. E 21 anni ha ricevuto Breivik. Essendo 77 le vittime, fa 3 anni virgola 6 me-
si per ogni vittima. Le vittime, disarmate e pacifiche, scappavano da tutte le parti, lui
le inseguiva con l'arma in pugno, lucido e crudele, e le eliminava con un colpo ciascuna,
da distanza ravvicinata. C'è freddezza, odio e ferocia, in quella strage. Ma contro chi? 
Contro l'umanità. Non conosceva nessuno, odiava tutti. Le spiegazioni che ha dato poi,
una volta catturato, sono assurde e deliranti. In tutti i Diritti del mondo, una condanna
ha diverse funzioni, tra cui una funzione afflittiva, una funzione redentiva e una funzio-
ne protettiva della società. Il criminale deve soffrire, per quello che ha fatto. Deve redi-
mersi nel tempo della carcerazione. La società deve ritenere che la condanna sia tale da
imèpedire che nasca qualunque istinto di emulazione. La redenzione dovrebbe procede-
re di pari passo con l'espiazione, più passa il tempo dell'espiazione, più buono diventa
il condannato. Così non va, per Breivik. Abbiamo filmati e foto in cui si ripresenta da-
vanti ai giudici, e li saluta tendendo la mano destra col saluto nazista. Durante la carce-
razione, ha protestato perchè voleva l'wi-fi. Aveva una tv, ne voleva un'altra. Protesta-
va per lo spazio, ne voleva di più. Eppure hja una cella di 31 metri quadri, composta di
tre aree. Un'area notte, un'area studio e un'area ginnica. Ha una macchina da scrivere,
una playstation, un lettore Dvd.  Eppure ha piantato causa al governo, accusandolo di
riservargli un trattamento disumano. Si sente solo, vuole incontrare gli altri detenuti,
e comunicare cob i fans nazisti all'esterno. Il motivo per cui oggi tutto il mondo torna
a parlare di questo pluriassassino  è  che lo Stato gli dà ragione: ha stabilito che il suo
trattamento è disumano, non può continuare così, deve cambiare subito.
A questo punto, la conclusione che mi viene spontanea è che con questo modo di sen.
tenziare, un anno e sei mesi di carcere per ogni assassinato, tre aree-cella con diverti-
menti di ogni tipo, e per di più condanna dello Stato per eccesso di severità, con que-
sto modo di sentenziare la Giusdtizia non fa andar via la voglia di fare come Breivik,
ma fa venir voglia di fare come lui. Non fa giustizia, fa un'altra cosa: istigazione a de-
linquere.




Lucianone


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