giovedì 23 luglio 2015

Personaggi / musica - Breve intervista al pianista iraniano Ramin Bahrami

23 luglio '15 - giovedì                23rd July / Thursday                       visione post - 48

Berhami: "L'unica salvezza è la bellezza" / "Cultura e musica si stanno
sacrificando al profitto, al dio-denaro. Per fortuna c'è Bach, ci sono le fughe"

(da 'la Repubblica' - 17 /06 /'15 - Spettacoli / di Nicoletta Sguben)

L'elogio delle ossessioni
"La mia ossessione è la bellezza. E' il credere che l'umanità possa farcela".
Ramin Bahrami, il pianista iraniano, giunge alla Milanesiana fiero di perseguire maniacalmente
compiutezza, profondità, armonia, Qualità-àncora che secondo il 38enne artista di Teheran - co-
stretto a rifugiarsi in Italia a 11 anni con l'avvento degli Ayatollah - "permettono  di fronteggiare
il degrado della società civile"-    Certo, lui la prospettiva  la inquadra  da musicista, per di più
esperto di Bach, compositore di cui Bahrami è alfiere nel mondo e la cui musica è "espressione
di perfezione, sostanza e bellezza", sostiene il maestro che vive a Stoccarda con la moglie italia-
na e la loro bimba di 16 mesi.  Ma il discorso si allarga proprio a partire dalla Milanesiana: "Le
ossessioni che vengono proposte  da una rassegna  come questa  sono una specie  di antidoto
contro la superficialità cui stiamo andando incontro sempre più incautamente", dice il pianista il
cui prossimo libro in preparazione per Bompiani (ne ha già scritti due di successo: Come Bach
mi ha salvato la vita e Il suono dell'Occidente, entrambi Mondadori) include anche la sua espe-
rienza al festival e la condivisione di intenti con Elisabetta Sgarbi.
OSSESSIONE PER BELLEZZA E PERFEZIONE: NON E' UN PO' FUORI DAL MONDO?
"Forse, ma se mi guardo attorno e vedo come stanno andando cose importanti tipo la cultura e la
musica, sacrificate al dio danaro, al profitto, allo spread... beh, preferisco di gran lunga pensare allo
'spread' bachiano nelle fughe!".
LA CULTURA E' UN 'OSSESSIONE DA PERSEGUIRE?
E anche da preservare e difendere: è la prova che esiste un'altra via, un altro binario. Peccato che
la banalità più fatua  stia contagiando  anche una schiera di artisti - per fortuna minoritaria - che si
lasciano abbindolare dall'apparenza e non scrutano dentro loro stessi, alla ricerca della sostanza".
MUSICISTI...
"Non solo: anche scultori, pittori, gente di spettacolo, attori, scrittori. Qualsiasi genere di possibile
arte, suonatori di cornamusa inclusi".
DA QUANDO E' GIUNTO IN ITALIA, 20 ANNI FA, LA SITUAZIONE E' MOLTO PEGGIORATA?
"Io ho avuto la fortuna di mettere  le basi musicali  al Conservatorio  di Milano nella classe di un
grande uomo di cultura, Piero Rattalino, e di proseguire questo cammino all'Accademia di Imola.
Allora si credeva in questa "bellissima signora" che è l'Italia. Oggi il Paese si sta assopendo. E
quando i politici chiudono le orchestre, le accademie d'arte e tagliano i fondi alle società concer-
tistiche umiliando direttori artistici che giustamente nutrono ossessioni per le loro creature, com-
piono un atto di gravissima inciviltà".


Stasera quale aspetto della sua ossessione-Bach indaga al pianoforte?
"Quello della danza: un'altra mania che mi porto fin da bambino. Anche Bach ha un'ossessione
"danzante", lo si sente nella Prima Partita, nella Suite n.5  e  nel Concerto Italiano che metto a
confronto nel progetto per Milanesiana".
UN'OSSESSIONE DA UOMO COMUNE CE L'HA?
"Certo, la mia piccolina: il suo sorriso, come per tutti i papà. Giocare con lei vuol dire ritrovare
il bambino Ramin che vivaddio non è ancora cresciuto".
E SE DOVESSE CRESCERE?
"Cioè quando smetterò di capire da mia figlia come sorprendersi di fronte alla bellezza? Vuol dire
che starò avvicinandomi al "viaggio sconociuto", come chiamava la fine Claudio Abbado".

Lucianone

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