30 maggio '13 - giovedì 30th May / Thursday visioni post - 8
L'opinione
(di Lucianone)
I cambiamenti in questo governo delle larghe intese (o piuttosto delle
lunghe attese) sono stati pochi, anzi pochissimi, anzi, meglio ancora
centellinati. Come quando vuoi gustare un vino di cui si decanta il
suo grande pregio, ma il proprietario della bottiglia (o bottiglie) te
lo fa assaggiare goccia a goccia, per paura... Boh! che lo sprechi e
che finisca presto o che tu non sappia valutarlo al meglio o che ti
ubriachi in fretta e ti dimentichi il sapore...boh! diremmo ancora noi.
ma, sappiamo, noi, cioè il popolino (una volta si diceva con spregio
il popolo "bue") che il paragone con il vino non regge. Si tratta di
una cosa ben diversa. Magari fosse semplicemente la storia del vino
o del cibo, per dire: è solo un esempio, chiaro!
Si tratta invece di persone giovani che non trovano più lavoro, si
tratta di famiglie che impoveriscono ogni giorno e che guardano
che cosa risolve il governo delle larghe intese. Si tratta di tanti
esodati che non hanno più la forza di tirare avanti, e aspettano
e guardano al Palazzo da dove dovrebbero arrivare le soluzioni
del problema, anzi adesso dei problemi.
Ma la risposta è sempre la stessa: sulla falsariga di "faremo, faremo
e faremo...". La riforma del sistema elettorale: la richiesta del Paese
è basta porcellum, qualsiasi altra cosa ma non porcellum. La rispo-
sta: faremo, faremo. Ridurre almeno della metà i parlamentari, che
sono ancora pressochè strapagati e spesso le aule parlamentari sono
mezze vuote. Risposta: faremo, agiremo non appena possibile.
CONTINUA...
to be continued...
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giovedì 30 maggio 2013
mercoledì 29 maggio 2013
Ultime notizie - ITALIA / Latest news
29 maggio - mercoledì 29th May / Wednesday visioni post - 5
E' morta Franca Rame / Cultura in lutto
Una vita fra teatro e impegno civile
Una vita di passione: Il profilo/ Dal debutto sul palco all'esperienza in Senato. E l'incubo dello stupro nel '73Le reazioni/ Da Zingaretti al ministro Bray, da Gad Lerner a Venditti: il cordoglio per la scomparsa dell'attrice
Elezioni Comunali
Grillo sconfitto. "Colpa degli italiani"
Base in rivolta: "Adesso vada in televisione"
Caos Lega, il voto negativo riapre il dibattito interno
Bossi: "Maroni deve fare un passo indietro" / Il Senatur
sul segretario: "Non può fare tutto lui, io tradito dal
partito".
ECONOMIA
Deficit, l'Ue chiude la procedura contro Roma
Letta: "E' merito di Monti e degli italiani" / Ma l'Ocse
taglia le stime: ripresa solo nel 2014
C'è il via libera, ora l'ultima parola spetta all' Ecofin /
Le richieste: "Tagliare il debito, subito le riforme"
Ma l'Istituto parigino vede nero.
CRONACHE
Confermati i 4 ergastoli per l'omicidio di Lea Garofolo.
La testimone di giustizia fu uccisa nel 2009 / La figlia
Denise: "Voglio il funerale a Milano".
Mantova e il terremoto dimenticato:
"Tanti danni, i rimborsi non bastano" / Un anno fa la
scossa che interessò 41 Comuni con duemila sfollati /
La Provincia: "Combattiamo per riuscire ad avere ciò
che ci spetta".
Lucianone
E' morta Franca Rame / Cultura in lutto
Una vita fra teatro e impegno civile
Una vita di passione: Il profilo/ Dal debutto sul palco all'esperienza in Senato. E l'incubo dello stupro nel '73Le reazioni/ Da Zingaretti al ministro Bray, da Gad Lerner a Venditti: il cordoglio per la scomparsa dell'attrice
Elezioni Comunali
Grillo sconfitto. "Colpa degli italiani"
Base in rivolta: "Adesso vada in televisione"
Caos Lega, il voto negativo riapre il dibattito interno
Bossi: "Maroni deve fare un passo indietro" / Il Senatur
sul segretario: "Non può fare tutto lui, io tradito dal
partito".
ECONOMIA
Deficit, l'Ue chiude la procedura contro Roma
Letta: "E' merito di Monti e degli italiani" / Ma l'Ocse
taglia le stime: ripresa solo nel 2014
C'è il via libera, ora l'ultima parola spetta all' Ecofin /
Le richieste: "Tagliare il debito, subito le riforme"
Ma l'Istituto parigino vede nero.
CRONACHE
Confermati i 4 ergastoli per l'omicidio di Lea Garofolo.
La testimone di giustizia fu uccisa nel 2009 / La figlia
Denise: "Voglio il funerale a Milano".
Mantova e il terremoto dimenticato:
"Tanti danni, i rimborsi non bastano" / Un anno fa la
scossa che interessò 41 Comuni con duemila sfollati /
La Provincia: "Combattiamo per riuscire ad avere ciò
che ci spetta".
Lucianone
lunedì 27 maggio 2013
SPORT - Giro d'Italia / Calcio-Coppa Italia / Tennis: Roland Garros
26 maggio '13 - domenica 26th May / Sunday visioni post - 5
96° Giro d'Italia - Trionfa Vincenzo Nibali
Bocciati i favoriti / E Di Luca è l'asino
Le pagelle:
La maglia rosa Nibali è da 10, sul podio a Cavendish un bel 9
e a Visconti un 8, meritato soprattutto nelle ultime tappe.
Vanotti, migliore dei bergamaschi, si prende un 7 per due
settimane da campioncino.
(da 'L'Eco di Bergamo' - Ildo Serantoni)
Nibali (voto 10) - Padrone della rosa dal primo all'ultimo giorno.
Tre settimane regali, impreziosite da due vittorie di tappa e dal
gentile omaggio fatto a Santambrogio sul traguardo di Bardonec-
chia. Aveva già conquistato due podi al Giro e uno al Tour, aveva
già vinto una Vuelta: questa è la definitiva consacrazione a cam-
pione, quel campione da grandi Giri che il nostro ciclismo cerca-
va da anni. L'ultima immagine è impagabile: emozionato sul po-
dio mentre per lui, siciliano, sale sul pennone più alto la bandie-
ra tricolore e salgono al cielo le note dell'inno di Mameli.
A Brescia...
Cavendish (voto 9) - Cinque volate, cinque vittorie. il più forte sprinter
del mondo onora il Giro fin sull'ultimo traguardo, dopo svrt evitasto il
pericolo del tempo massimo nelle tappe di montagna. Il britannico con
gli attributi è lui, non quell'altro che era venuto al Giro per vincere e
invece è tornato a casa dopo una settimana.
Visconti (voto 8) - Mesi fa sembrava un ex corridore: era in preda a una
depressione pericolosa, la sola vista della bicicletta gli faceva venire la
nausea. Sulle strade del Giro ritrova se stesso: come uomo e come cam-
pione. le imprese del Galibier e di Vicenza sono l'inizio di una nuova
carriera. Un altro siciliano tenace, che sa quello che vuole. Da amare.
Betancur-Majka (7,5) - Il colombiano e il polacco hanno duellato per
tre settimane fino agli ultimi metri delle Tre Cime di Lavaredo, per la
conquista della maglia bianca di miglior giovane che si sono palleg-
giati più volte. E alla fine ha premiato Betancur per menio di 1'. Me-
ritano lo stesso giudizio.
Calcio - Coppa Italia
E' la Lazio ad aggiudicarsi la Coppa / Roma - Lazio 0 - 1
I biancocelesti sono in Europa / Decide un gol di Lulic
Nel Roland Garros dell'anno scorso la Errani aveva compiuto il miracolo
di raggiungere la finale del torneo. Adesso, in questo Roland Garros parte
dal N. 5, ma non si emoziona più di tanto. Il suo debutto è travolgente e si
impone sull'olandese Rus 6-1 6-2 in appena 54 minuti. E poi confessa al
termine: "Ero in tensione. la ricetta è pensare esclusivamente al tennis".
E prosegue "Difendo la finale dello scorso anno". Le altre, tanto per dire,
sono avvisate. Al secondo turno troverà la kazaka Putintseva.
Lucianone
96° Giro d'Italia - Trionfa Vincenzo Nibali
Bocciati i favoriti / E Di Luca è l'asino
Le pagelle:
La maglia rosa Nibali è da 10, sul podio a Cavendish un bel 9
e a Visconti un 8, meritato soprattutto nelle ultime tappe.
Vanotti, migliore dei bergamaschi, si prende un 7 per due
settimane da campioncino.
(da 'L'Eco di Bergamo' - Ildo Serantoni)
Nibali (voto 10) - Padrone della rosa dal primo all'ultimo giorno.
Tre settimane regali, impreziosite da due vittorie di tappa e dal
gentile omaggio fatto a Santambrogio sul traguardo di Bardonec-
chia. Aveva già conquistato due podi al Giro e uno al Tour, aveva
già vinto una Vuelta: questa è la definitiva consacrazione a cam-
pione, quel campione da grandi Giri che il nostro ciclismo cerca-
va da anni. L'ultima immagine è impagabile: emozionato sul po-
dio mentre per lui, siciliano, sale sul pennone più alto la bandie-
ra tricolore e salgono al cielo le note dell'inno di Mameli.
A Brescia...
Cavendish (voto 9) - Cinque volate, cinque vittorie. il più forte sprinter
del mondo onora il Giro fin sull'ultimo traguardo, dopo svrt evitasto il
pericolo del tempo massimo nelle tappe di montagna. Il britannico con
gli attributi è lui, non quell'altro che era venuto al Giro per vincere e
invece è tornato a casa dopo una settimana.
depressione pericolosa, la sola vista della bicicletta gli faceva venire la
nausea. Sulle strade del Giro ritrova se stesso: come uomo e come cam-
pione. le imprese del Galibier e di Vicenza sono l'inizio di una nuova
carriera. Un altro siciliano tenace, che sa quello che vuole. Da amare.
Betancur-Majka (7,5) - Il colombiano e il polacco hanno duellato per
tre settimane fino agli ultimi metri delle Tre Cime di Lavaredo, per la
conquista della maglia bianca di miglior giovane che si sono palleg-
giati più volte. E alla fine ha premiato Betancur per menio di 1'. Me-
ritano lo stesso giudizio.
Calcio - Coppa Italia
E' la Lazio ad aggiudicarsi la Coppa / Roma - Lazio 0 - 1
I biancocelesti sono in Europa / Decide un gol di Lulic
Il gol del bosniaco a un quarto d'ora dalla fine regala il sesto trofeo alla Lazio e un posto ai gironi di Europa League. - Squadre lunghissime e tanta tensione: 8 ammoniti e un espulso. La Lazio spinge di più e alla fine si vede premiata in un match intenso ma non bello
FESTA BIANCOCELESTE ALL'OLIMPICO:
Tennis - Roland Garros
Debutto senza ostacoli per Sara Errani -Nel Roland Garros dell'anno scorso la Errani aveva compiuto il miracolo
di raggiungere la finale del torneo. Adesso, in questo Roland Garros parte
dal N. 5, ma non si emoziona più di tanto. Il suo debutto è travolgente e si
impone sull'olandese Rus 6-1 6-2 in appena 54 minuti. E poi confessa al
termine: "Ero in tensione. la ricetta è pensare esclusivamente al tennis".
E prosegue "Difendo la finale dello scorso anno". Le altre, tanto per dire,
sono avvisate. Al secondo turno troverà la kazaka Putintseva.
Lucianone
domenica 26 maggio 2013
Sport - Finale di Champions League: coppa al Bayern
26 maggio '13 - domenica 26th May / Sunday
Champions
la finale di Wembley
è decisa da Robben. Ai gialloneri
non bastano Gundogan e Reus
Le pagelle di
Borussia Dortmund - Bayern Monaco 1 - 2
Borussia Dortmund
Weidenfeller 6,5 - Tiene in piedi il Dortmund con molti interventi,
alcuni non belli ma tremendamente efficaci. Attento in uscita e pronto
tra i pali. E' merito suo se il Bayern deve attendere fino all'89' per
vincere.
Piszczek 5,5 - Non è al meglio e si vede. Se la cava come può contro
i guizzi di Ribery ma è in difficoltà e non incide in fase offensiva.
Schmelzer 5,5 - Spesso in inferiorità numerica dalla sua parte contro
Robben e Lham, spesso in affanno. E' sfortunato in occasione dell'1 - 0
del bayern quando tiene in gioco l'òlandese e poi è ingannato da una
leggera deviazione che permette alla sfera di arrivare a Mandzukic.
Hummels 5 - In affanno tutta la gara. Diversi errori, molti dei quali
di attenzione e posizione. Più bravo quando si sgancia in avanti dove
mostra le sue grandi doti tecniche. Ma dietro è in difficoltà.
Champions
la finale di Wembley
è decisa da Robben. Ai gialloneri
non bastano Gundogan e Reus
Le pagelle di
Borussia Dortmund - Bayern Monaco 1 - 2
Borussia Dortmund
Weidenfeller 6,5 - Tiene in piedi il Dortmund con molti interventi,
alcuni non belli ma tremendamente efficaci. Attento in uscita e pronto
tra i pali. E' merito suo se il Bayern deve attendere fino all'89' per
vincere.
Piszczek 5,5 - Non è al meglio e si vede. Se la cava come può contro
i guizzi di Ribery ma è in difficoltà e non incide in fase offensiva.
Schmelzer 5,5 - Spesso in inferiorità numerica dalla sua parte contro
Robben e Lham, spesso in affanno. E' sfortunato in occasione dell'1 - 0
del bayern quando tiene in gioco l'òlandese e poi è ingannato da una
leggera deviazione che permette alla sfera di arrivare a Mandzukic.
Hummels 5 - In affanno tutta la gara. Diversi errori, molti dei quali
di attenzione e posizione. Più bravo quando si sgancia in avanti dove
mostra le sue grandi doti tecniche. Ma dietro è in difficoltà.
Società - Don Gallo e Don Puglisi: due grandi preti di strada e di periferia
26 maggio '13 - domenica 26 May / Sunday visioni post - 15
In questi giorni due preti, che piacciono a me ma credo anche
a tante altre persone più o
meno come me, hanno fatto parlare
la loro anima che non c'è più, hanno fatto sentire ancora le loro
parole rivolte agli ultimi, agli umili della terra, ai poveri e ai di-
seredati. Preti che ci hanno fatto sentire e vedere come quello
che conta è l'azione quotidiana (e non parole a vuoto) verso chi
ha bisogno, il prossimo in difficoltà. Sono le grandi figure di
Don Gallo (scomparso mercoledì scorso) e Don Puglisi (di cui
ricorre l'anniversario della morte dovuta ad uccisione di mafia),
che ci servono molto come esempi in questi tempi di degrado
morale e sociale/economico, di crisi non solo economica ma di
qualsiasi valore positivo, tempi in cui si assiste solo a una aspra
conflittualità e a un esasperato individualismo e in campo politi-
co e in campo sociale.
(Lucianone)
Se ne è andato Don Andrea Gallo, il prete degli ultimi:
una vita in strada sul filo dell'eresia. Ci ha lasciato mer-
coledì 22 maggio.
Aveva 84 anni, di Genova, famoso anche perchè "aveva
costretto gli atei a pregare per lui". Animava la Comunità
di San Benedetto al Porto, a Genova.
(da la Repubblica - 23/05/2013 - Massimo Calandri)
Genova - Dicono che il cuore abbia cessato di battere alle ore 17:45
di ieri (mercoledì), ma non è vero. Il cuore di Don Andrea Gallo con-
tinua a pulsare. In direzione ostinata e contraria, come ha sempre fat-
to. Come quello di Fabrizio De Andrè che con il "prete degli ultimi"
aveva stretto un'amicizia forte e discreta, molto genovese: "Perchè
non vuole fare di tutto per mandarmi in paradiso", mugugnava -
sollevato - il cantautore"... Se ne è andato ieri pomeriggio, nono-
stante un diluvio di preghiere - "Anche quelle di noi atei: non mol-
lare proprio ora!", gli tweettavano irriducibili - , confortato dall'a
more dei suoi ragazzi della Comunità di San Benedetto al Porto.
A luglio avrebbe compiuto 85 anni. Giovedì scorso un caffè bevu-
to in canonica con Davide Ballardini, l'allenatore di calcio che
qualche giorno prima aveva contribuito alla salvezza del"suo"
Genoa. Poi si è messo a letto nel suo piccolo studio, circondato
dalle immagini dei cari - la mamma Maria Tomasina, Papa Gio-
vanni, Don Bosco - , ad aspettare. Sempre al servizio dei dimen-
ticati. Sempre e comunque contro.
"Mi restano poca carne, ossa malandate e una testa sempre più
balenga", mormoraca l'altro giorno. Ma no, è sempre stato un leone
Fino all'ultimo istante e da quando era ventenne e novizio. con i Sa-
lesiani a Varazze. Poi le missioni in Brasile, però c'era la dittatura
ed era tornato - frustrato, ancora obbediente a Genova.
Da sacerdote il primo esemplare incarico: la Garaventa, nave-scuola
riformatorio per minorenni in grado di "raddrizzare" anche le teste
più dure. Non quella di don Gallo,. ostinato e contrario: per tre anni
cercò di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e la li-
bertà, conquistandosi l'affetto dei giovani ma gli anatemi dei superio-
ri, che lo costrinsero a lasciare l'incarico". A quei tempi nei carruggi
era una vita che non si facevano prigionieri, , però questo "strano"
prete riusciva a toccare le corde dei più deboli. E quando il cardinale
Giuseppe Siri, conservatore come nessuno mai, ne ordinò il trasferi-
mento - "I contenuti delle sue prediche non sono religiosi ma politi-
ci, non cristiani ma comunisti" - , nell'angiporto scoppiò una rivolu-
zione che era un urlo di libertà, un anelito di amore.
Don Federico Rebora nei primi anni Settanta lo accolse nella par-
rocchia di San Benedetto. "Così è cominciato tutto", raccontava
Don Andrea e intanto gli veniva una bella luce negli occhi. I vico-
li, un tossicomane agonizzante. "A quei tempi l'eroina era quasi
sconosciuta, gli ospedali rifiutavano il ricovero perchè per la legge
di allora i consumatori dovevano essere arrestati. Ma il ragazzo sta-
va morendo. Dove lo porto?". In chiesa ogni giorno era già un via
vai di disperati. "E' nata la comunità di San Benedetto.". La bat-
taglia per riconoscere i tossicodipendenti come malati. L'accoglien-
za dei disperati, degli ultimi. Di quelli che tutti rifiutavano. Anche
i "trans" del ghetto, che nella Comunità trovano finalmente una
zona "franca" dove potersi sentire come tutti gli altri. Amati, com-
presi. - Senza volerlo Don Andrea diventa un simbolo, una bandie.
ra. Con i fatti, con l'esempio di ogni giorno. Perchè ci mette sempre
la faccia, basta chiamarlo per una causa "giusta", e cioè perdente:
disponibile, infaticabile. Un provocatore, se serve. "La droga è una
sostanza, in sè non è un bene o un male. Dipende dall'uso che se ne
fa". Confessa: "Ho ceduto alle tentazioni della carne, fra i trenta e
i quarant'anni. Un peccatore sì, ma non incallito". Con quel sigaro
ad incallirgli le dita e il cappello nero, in prima linea nei giorni del
tragico G8 di Genova. Una carezza per Carlo Giuliani, il ragazzo di
Piazza Alimonda. Un anno fa sponsor determinante di Marco Doria,
sindaco arancione che spariglia la tradizione Pd. Il mese scorso l'ul-
tima battaglia pubblica, a favore di un teatro genovese che rischia la
Palermo
Don Puglisi: martire antimafia
Centomila persone alla cerimonis di beatificazione del parroco di periferia
In mezzo alle 100.000mila persone che, sabato mattina 25 maggio, affollavano il
prato del Foro italico sul lungomare di Palermo per partecipare alla beatificazio-
ne di don Pino Puglisi "martire" di mafia, c'era uno striscione che riportava una
delle frasi che il parroco di Brancaccio era solito ripetere: "Se ognuno di noi fa
qualcosa, allora si può fare molto". Associata ad un altro ricorrente invito del
prete palermitano, quello a scegliere "da che parte stare" . fra la giustizia e la so-
praffazione, fra il coraggio e l'omertà, fra la mafia e l'antimafia -, è la sintesi più
efficace del ministero pastorale, ma anche civile, di Don Puglisi. E la chiave per
comprendere sia le ragioni che hanno spinto decine di migliaia di persone - grup-
pi organizzati come gli scout, semplici fedeli e cittadini, molti da fuori Sicilia . a
partecipare alla cerimonia religiosa, sia l'apprezzamento che il prete palermitano
raccoglie dai non credenti e da chi si colloca fuori dal tempio.
"Don Pino Puglisi non fu mai prete per mestiere", ha detto nell'omelia l'arcive-
scovo di Palermo, il cardinal Paolo Romeo.. Non quindi "un onesto burocrate
del sacro che amministra i sacramenti, insegna un pò di catechismo e soccorre
qualche famiglia in difficoltà ponendo ai parrocchiani meno interrogativi pos-
sibili", spiega Augusto Cavadi, studioso palermitano dei rapporti fra Chiesa e
mafia. Ma UN PRETE CHE SI IMPEGNAVA NEL TERRITORIO E SI PRE-
OCCUPAVA DEI BISOGNI ANCHE MATERIALI DEI SUOI PARROCCHIANI:
allora le lotte per la costruzione delle fogne, di un presidio socio-sanitario e di una
scuola media a Brancaccio , quartiere feudo dei fratelli Graviano - condannati co-
me mandanti dell'omicidio - lasciato nel degrado per mantenere i suoi abitanti di-
pendenti dai fav ori e dal dominio mafioso: le marce antimafia, gli scontri con i
democristiani locali, i legami spezzati con i padrini in prima fila nella processio-
ne di San Gaetano, il patrono della parrocchia.
Lo ricordano i cittadini di Brancaccio che erano al Foro Italico: "Avevo 15 anni
quando l'ho conosciuto. mi ha colpito la sua onestà limpida ma anche il silenzio
assordante delle istituzioni quando denunciava i problemi del quartiere", raccon-
ta Mimmo De Lisi, oggi assistente sociale al centro 'Padre nostro' di Palermo.
CONTINUA...
In questi giorni due preti, che piacciono a me ma credo anche
a tante altre persone più o
meno come me, hanno fatto parlare
la loro anima che non c'è più, hanno fatto sentire ancora le loro
parole rivolte agli ultimi, agli umili della terra, ai poveri e ai di-
seredati. Preti che ci hanno fatto sentire e vedere come quello
che conta è l'azione quotidiana (e non parole a vuoto) verso chi
ha bisogno, il prossimo in difficoltà. Sono le grandi figure di
Don Gallo (scomparso mercoledì scorso) e Don Puglisi (di cui
ricorre l'anniversario della morte dovuta ad uccisione di mafia),
che ci servono molto come esempi in questi tempi di degrado
morale e sociale/economico, di crisi non solo economica ma di
qualsiasi valore positivo, tempi in cui si assiste solo a una aspra
conflittualità e a un esasperato individualismo e in campo politi-
co e in campo sociale.
(Lucianone)
Se ne è andato Don Andrea Gallo, il prete degli ultimi:
una vita in strada sul filo dell'eresia. Ci ha lasciato mer-
coledì 22 maggio.
Aveva 84 anni, di Genova, famoso anche perchè "aveva
costretto gli atei a pregare per lui". Animava la Comunità
di San Benedetto al Porto, a Genova.
(da la Repubblica - 23/05/2013 - Massimo Calandri)
Genova - Dicono che il cuore abbia cessato di battere alle ore 17:45
di ieri (mercoledì), ma non è vero. Il cuore di Don Andrea Gallo con-
tinua a pulsare. In direzione ostinata e contraria, come ha sempre fat-
to. Come quello di Fabrizio De Andrè che con il "prete degli ultimi"
aveva stretto un'amicizia forte e discreta, molto genovese: "Perchè
non vuole fare di tutto per mandarmi in paradiso", mugugnava -
sollevato - il cantautore"... Se ne è andato ieri pomeriggio, nono-
stante un diluvio di preghiere - "Anche quelle di noi atei: non mol-
lare proprio ora!", gli tweettavano irriducibili - , confortato dall'a
more dei suoi ragazzi della Comunità di San Benedetto al Porto.
A luglio avrebbe compiuto 85 anni. Giovedì scorso un caffè bevu-
to in canonica con Davide Ballardini, l'allenatore di calcio che
qualche giorno prima aveva contribuito alla salvezza del"suo"
Genoa. Poi si è messo a letto nel suo piccolo studio, circondato
dalle immagini dei cari - la mamma Maria Tomasina, Papa Gio-
vanni, Don Bosco - , ad aspettare. Sempre al servizio dei dimen-
ticati. Sempre e comunque contro.
"Mi restano poca carne, ossa malandate e una testa sempre più
balenga", mormoraca l'altro giorno. Ma no, è sempre stato un leone
Fino all'ultimo istante e da quando era ventenne e novizio. con i Sa-
lesiani a Varazze. Poi le missioni in Brasile, però c'era la dittatura
ed era tornato - frustrato, ancora obbediente a Genova.
Da sacerdote il primo esemplare incarico: la Garaventa, nave-scuola
riformatorio per minorenni in grado di "raddrizzare" anche le teste
più dure. Non quella di don Gallo,. ostinato e contrario: per tre anni
cercò di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e la li-
bertà, conquistandosi l'affetto dei giovani ma gli anatemi dei superio-
ri, che lo costrinsero a lasciare l'incarico". A quei tempi nei carruggi
era una vita che non si facevano prigionieri, , però questo "strano"
prete riusciva a toccare le corde dei più deboli. E quando il cardinale
Giuseppe Siri, conservatore come nessuno mai, ne ordinò il trasferi-
mento - "I contenuti delle sue prediche non sono religiosi ma politi-
ci, non cristiani ma comunisti" - , nell'angiporto scoppiò una rivolu-
zione che era un urlo di libertà, un anelito di amore.
Don Federico Rebora nei primi anni Settanta lo accolse nella par-
rocchia di San Benedetto. "Così è cominciato tutto", raccontava
Don Andrea e intanto gli veniva una bella luce negli occhi. I vico-
li, un tossicomane agonizzante. "A quei tempi l'eroina era quasi
sconosciuta, gli ospedali rifiutavano il ricovero perchè per la legge
di allora i consumatori dovevano essere arrestati. Ma il ragazzo sta-
va morendo. Dove lo porto?". In chiesa ogni giorno era già un via
vai di disperati. "E' nata la comunità di San Benedetto.". La bat-
taglia per riconoscere i tossicodipendenti come malati. L'accoglien-
za dei disperati, degli ultimi. Di quelli che tutti rifiutavano. Anche
i "trans" del ghetto, che nella Comunità trovano finalmente una
zona "franca" dove potersi sentire come tutti gli altri. Amati, com-
presi. - Senza volerlo Don Andrea diventa un simbolo, una bandie.
ra. Con i fatti, con l'esempio di ogni giorno. Perchè ci mette sempre
la faccia, basta chiamarlo per una causa "giusta", e cioè perdente:
disponibile, infaticabile. Un provocatore, se serve. "La droga è una
sostanza, in sè non è un bene o un male. Dipende dall'uso che se ne
fa". Confessa: "Ho ceduto alle tentazioni della carne, fra i trenta e
i quarant'anni. Un peccatore sì, ma non incallito". Con quel sigaro
ad incallirgli le dita e il cappello nero, in prima linea nei giorni del
tragico G8 di Genova. Una carezza per Carlo Giuliani, il ragazzo di
Piazza Alimonda. Un anno fa sponsor determinante di Marco Doria,
sindaco arancione che spariglia la tradizione Pd. Il mese scorso l'ul-
tima battaglia pubblica, a favore di un teatro genovese che rischia la
chiusura, il Modena. Ormai parlava a fatica: "Scusate, se non riesco
a chiudere le parentesi. Ma non mi arrendo".
No, non si è mai arreso. Ed è per questo che nei vicoli di Genova di-
cono che il cuore di don Gallo continui a battere.
Palermo
Don Puglisi: martire antimafia
Centomila persone alla cerimonis di beatificazione del parroco di periferia
In mezzo alle 100.000mila persone che, sabato mattina 25 maggio, affollavano il
prato del Foro italico sul lungomare di Palermo per partecipare alla beatificazio-
ne di don Pino Puglisi "martire" di mafia, c'era uno striscione che riportava una
delle frasi che il parroco di Brancaccio era solito ripetere: "Se ognuno di noi fa
qualcosa, allora si può fare molto". Associata ad un altro ricorrente invito del
prete palermitano, quello a scegliere "da che parte stare" . fra la giustizia e la so-
praffazione, fra il coraggio e l'omertà, fra la mafia e l'antimafia -, è la sintesi più
efficace del ministero pastorale, ma anche civile, di Don Puglisi. E la chiave per
comprendere sia le ragioni che hanno spinto decine di migliaia di persone - grup-
pi organizzati come gli scout, semplici fedeli e cittadini, molti da fuori Sicilia . a
partecipare alla cerimonia religiosa, sia l'apprezzamento che il prete palermitano
raccoglie dai non credenti e da chi si colloca fuori dal tempio.
"Don Pino Puglisi non fu mai prete per mestiere", ha detto nell'omelia l'arcive-
scovo di Palermo, il cardinal Paolo Romeo.. Non quindi "un onesto burocrate
del sacro che amministra i sacramenti, insegna un pò di catechismo e soccorre
qualche famiglia in difficoltà ponendo ai parrocchiani meno interrogativi pos-
sibili", spiega Augusto Cavadi, studioso palermitano dei rapporti fra Chiesa e
mafia. Ma UN PRETE CHE SI IMPEGNAVA NEL TERRITORIO E SI PRE-
OCCUPAVA DEI BISOGNI ANCHE MATERIALI DEI SUOI PARROCCHIANI:
allora le lotte per la costruzione delle fogne, di un presidio socio-sanitario e di una
scuola media a Brancaccio , quartiere feudo dei fratelli Graviano - condannati co-
me mandanti dell'omicidio - lasciato nel degrado per mantenere i suoi abitanti di-
pendenti dai fav ori e dal dominio mafioso: le marce antimafia, gli scontri con i
democristiani locali, i legami spezzati con i padrini in prima fila nella processio-
ne di San Gaetano, il patrono della parrocchia.
Lo ricordano i cittadini di Brancaccio che erano al Foro Italico: "Avevo 15 anni
quando l'ho conosciuto. mi ha colpito la sua onestà limpida ma anche il silenzio
assordante delle istituzioni quando denunciava i problemi del quartiere", raccon-
ta Mimmo De Lisi, oggi assistente sociale al centro 'Padre nostro' di Palermo.
CONTINUA...
to be continued...
venerdì 24 maggio 2013
Spettacoli / musica - Springsteen a Napoli: "Sono tornato a casa mia, ciao napoletani"
24 maggio '13 - venerdì 24th May / Friday visione post - 12
Il Boss è tornato nella sua terra d'origine: i nonni
partirono da Napoli per l'America.
Grande spettacolo di Springsteen
nella piazza napoletana del Plebiscito
«Io sono del Sud Italia ed è bello essere a casa». Con queste parole Bruce Springsteen ha salutato il pubblico aprendo il concerto in piazza Plebiscito a Napoli, sulle note di «O sole mio' suonata dalla E Street Band. Springsteen ha fatto il suo ingresso sul palco a metà canzone portando in mano un cartone giallo a forma di sole con il titolo della nota canzone tradizionale napoletana. Dopo il saluto del "Boss", in ottimo italiano, il concerto vero e proprio è iniziato con "Long walk home".
Lucianone
Il Boss è tornato nella sua terra d'origine: i nonni
partirono da Napoli per l'America.
Grande spettacolo di Springsteen
nella piazza napoletana del Plebiscito
«Io sono del Sud Italia ed è bello essere a casa». Con queste parole Bruce Springsteen ha salutato il pubblico aprendo il concerto in piazza Plebiscito a Napoli, sulle note di «O sole mio' suonata dalla E Street Band. Springsteen ha fatto il suo ingresso sul palco a metà canzone portando in mano un cartone giallo a forma di sole con il titolo della nota canzone tradizionale napoletana. Dopo il saluto del "Boss", in ottimo italiano, il concerto vero e proprio è iniziato con "Long walk home".
C
Lucianone
giovedì 23 maggio 2013
Ultime notizie - dall'Italia e dal mondo / Latest news
23 maggio '13 - giovedì 23rd May / Thursday visioni post - 3
Londra -
Soldato decapitato a Londra: aggressione terroristica /
Vietato ai militari di mostrarsi in pubblico in divisa.
LONDRA - Fonti investigative citate dall'agenzia Reuters hanno confermato il verosimile legame con la Nigeria dei due sospetti responsabili della feroce aggressione e dell'uccisione del soldato britannico, aggredito e decapitato ieri seraa a Londra.
Le fonti, parlando sotto copertura dell'anonimato, hanno ipotizzato legami nigeriani, senza fornire dettagli. Legami che sarebbero comunque emersi sulla base delle prime risultanze delle indagini e dell'esame delle immagini video in cui compaiono i due sospetti attentatori, uno dei quali scandisce minacce e slogan islamici. In precedenza la stessa voce era circolata su Twitter, dove un presunto conoscente aveva individuato uno dei due killer come Michael Adeboloja: giovane di origine nigeriana trapiantato a Londra e che avrebbe cambiato il suo nome in 'Mujahid' dopo essersi convertito dal cristianesimo all'Islam.
I FONDI DISPONIBILI
Ma quante risorse sarà possibile mettere effettivamente in campo? Ci sono i fondi europei del programma Youth Guarantee: la quota italiana è di 400 milioni, si tratta di anticiparne la disponibilità a quest’anno. Per il resto, molto dipenderà dai margini di manovra che si potrebbero aprire dopo il 29 maggio, dopo cioè l’uscita del nostro Paese dalla procedura per disavanzo eccessivo. Ma quegli spazi finanziari, se pure ci saranno dovranno servire anche alle esigenze di altri settori. Ne è consapevole Giovannini che ai partecipanti all’incontro ha spiegato di «essersi messo in fila a palazzo Chigi» per le priorità del suo dicastero. Certo le disponibilità non potranno arrivare ai 12 miliardi di cui si è parlato. «La vedo difficile» ha tagliato corto il ministro. Che comunque mantiene un atteggiamento pragmatico: «Bisogna sfruttare tutti i refoli di vento» ha sintetizzato, ricorrendo ad una metafora velistica, una volta uscito dalla riunione.
Bruxelles -
Letta incassa il sì UE: priorità all'occupazione dei giovani / Alla fine
del vertice il premier ignorato da Angela Merkel / Ma lui spiega:
"No, ci eravamo salutati trenta secondi prima".
«L’emozione del battesimo» che dice di aver avuto appena ieri pomeriggio, quando si è seduto nella sala del Consiglio europeo, Enrico Letta sembra averla superata bene. Deve essere stata ben poca cosa rispetto alle emozioni che gli riserva la «strana maggioranza» che lo attende a casa dopo una sosta a Lipsia per i 150 anni della Spd tedesca. Al debutto sulla scena europea, il presidente del Consiglio si mostra sereno e non si sbilancia mai. Anche quando, dopo il summit, gli viene chiesto se sarà possibile evitare l’aumento dell’Iva: «Se ci saranno le risorse sarà auspicabile, ma dobbiamo discutere» anche dei tagli di spesa.
Palermo -
Anniversario strage di Capaci 21 anni dopo l'uccisione
di Falcone e la sua scorta / Napolitano: "Lotta instancabile
alla mafia".
«Abbiamo vinto la sfida del meteo, siamo qui insieme a voi». Il presidente del Senato Pietro Grasso ha salutato così i ragazzi siciliani che hanno accolto a Palermo con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell'Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia in decine di migliaia per il 21esimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio. Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Ciotti, imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia.
Grasso. «Ritengo inappropriato sostenere che proposte legislative di contrasto alla mafia, alla corruzione, al voto di scambio possano essere considerate divisive. L'unica divisione possibile nel contrasto alla corruzione è quella tra gli onesti e i corrotti». Lo ha detto il presidente del Senato Grasso a Palermo. Grasso, intervenendo alle commemorazioni della strage di Capaci, ha proseguito: «lo Stato deve essere e apparire forte, serio e credibile, rigoroso con coloro che lo contrastano, affidabile con i cittadini onesti». «Lo Stato deve essere ed apparire forte, serio e credibile. Rigoroso con coloro che lo contrastano e affidabile con i cittadini onesti», ha aggiunto Grasso, intervenendo dall'Aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, in occasione delle celebrazioni per il 21esimo anniversario delle stragi di Capaci e via d'Amelio. «Chi rappresenta le istituzioni - ha aggiunto - dovrebbe guardare alla vita di Falcone e Borsellino, ispirarsi al loro esempio e richiamarsi alle proprie responsabilità».
Lucianone
Londra -
Soldato decapitato a Londra: aggressione terroristica /
Vietato ai militari di mostrarsi in pubblico in divisa.
LONDRA - Fonti investigative citate dall'agenzia Reuters hanno confermato il verosimile legame con la Nigeria dei due sospetti responsabili della feroce aggressione e dell'uccisione del soldato britannico, aggredito e decapitato ieri seraa a Londra.
Le fonti, parlando sotto copertura dell'anonimato, hanno ipotizzato legami nigeriani, senza fornire dettagli. Legami che sarebbero comunque emersi sulla base delle prime risultanze delle indagini e dell'esame delle immagini video in cui compaiono i due sospetti attentatori, uno dei quali scandisce minacce e slogan islamici. In precedenza la stessa voce era circolata su Twitter, dove un presunto conoscente aveva individuato uno dei due killer come Michael Adeboloja: giovane di origine nigeriana trapiantato a Londra e che avrebbe cambiato il suo nome in 'Mujahid' dopo essersi convertito dal cristianesimo all'Islam.
Il primo ministro britannico. «Questo non è solo un attacco alla Gran Bretagna, questo è tradire l'Islam. Non c'è nulla nell'Islam che giustifichi questo atto». Parlando davanti a Downing Street il giorno dopo l'attacco il primo ministro David Cameron ha citato la capo scout diventata eroina, Ingrid Loyau-Kennett, che ieri ha affrontato gli attentatori sul posto del massacro. «Quando le è stato detto 'Vogliamo cominciare una guerra a Londra', lei ha risposto: 'siete soli contro molti, perderete'. Così facendo, lei ha parlato per tutti noi', ha detto il premier.
Roma
Lavoro: il nodo delle risorse / Il governo punta agli incentivi
L'incontro tra Giovannini e le parti sociali / Entro giugno
il piano degli interventi.
Molte proposte, un clima sicuramente positivo, ma anche una domanda che aleggiava sul tavolo: dove trovare i soldi che servono? Il primo incontro tra il ministro del Lavoro Giovannini e le parti sociali è servito ad avviare il percorso che dovrebbe portare a fine giugno, in concomitanza con il prossimo Consiglio europeo, a definire programmi di medio e lungo termine in particolare sull’occupazione del giovani. Ma la scadenza effettiva per i primi provvedimenti potrebbe anche slittare a luglio. Non ci sono per ora nuovi appuntamenti formalizzati, ma nei prossimi giorni le strutture del dicastero dovrebbero elaborare un documento, una sorta di proposta aperta che tenga conto di quanto emerso finora. Su questa bozza dovrebbero proseguire i contatti a livello tecnico. «Dobbiamo essere rapidi» ha comunque avvertito il ministro.
I FONDI DISPONIBILI
Ma quante risorse sarà possibile mettere effettivamente in campo? Ci sono i fondi europei del programma Youth Guarantee: la quota italiana è di 400 milioni, si tratta di anticiparne la disponibilità a quest’anno. Per il resto, molto dipenderà dai margini di manovra che si potrebbero aprire dopo il 29 maggio, dopo cioè l’uscita del nostro Paese dalla procedura per disavanzo eccessivo. Ma quegli spazi finanziari, se pure ci saranno dovranno servire anche alle esigenze di altri settori. Ne è consapevole Giovannini che ai partecipanti all’incontro ha spiegato di «essersi messo in fila a palazzo Chigi» per le priorità del suo dicastero. Certo le disponibilità non potranno arrivare ai 12 miliardi di cui si è parlato. «La vedo difficile» ha tagliato corto il ministro. Che comunque mantiene un atteggiamento pragmatico: «Bisogna sfruttare tutti i refoli di vento» ha sintetizzato, ricorrendo ad una metafora velistica, una volta uscito dalla riunione.
Bruxelles -
Letta incassa il sì UE: priorità all'occupazione dei giovani / Alla fine
del vertice il premier ignorato da Angela Merkel / Ma lui spiega:
"No, ci eravamo salutati trenta secondi prima".
«L’emozione del battesimo» che dice di aver avuto appena ieri pomeriggio, quando si è seduto nella sala del Consiglio europeo, Enrico Letta sembra averla superata bene. Deve essere stata ben poca cosa rispetto alle emozioni che gli riserva la «strana maggioranza» che lo attende a casa dopo una sosta a Lipsia per i 150 anni della Spd tedesca. Al debutto sulla scena europea, il presidente del Consiglio si mostra sereno e non si sbilancia mai. Anche quando, dopo il summit, gli viene chiesto se sarà possibile evitare l’aumento dell’Iva: «Se ci saranno le risorse sarà auspicabile, ma dobbiamo discutere» anche dei tagli di spesa.
Palermo -
Anniversario strage di Capaci 21 anni dopo l'uccisione
di Falcone e la sua scorta / Napolitano: "Lotta instancabile
alla mafia".
«Abbiamo vinto la sfida del meteo, siamo qui insieme a voi». Il presidente del Senato Pietro Grasso ha salutato così i ragazzi siciliani che hanno accolto a Palermo con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell'Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia in decine di migliaia per il 21esimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio. Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Ciotti, imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia.
Grasso. «Ritengo inappropriato sostenere che proposte legislative di contrasto alla mafia, alla corruzione, al voto di scambio possano essere considerate divisive. L'unica divisione possibile nel contrasto alla corruzione è quella tra gli onesti e i corrotti». Lo ha detto il presidente del Senato Grasso a Palermo. Grasso, intervenendo alle commemorazioni della strage di Capaci, ha proseguito: «lo Stato deve essere e apparire forte, serio e credibile, rigoroso con coloro che lo contrastano, affidabile con i cittadini onesti». «Lo Stato deve essere ed apparire forte, serio e credibile. Rigoroso con coloro che lo contrastano e affidabile con i cittadini onesti», ha aggiunto Grasso, intervenendo dall'Aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, in occasione delle celebrazioni per il 21esimo anniversario delle stragi di Capaci e via d'Amelio. «Chi rappresenta le istituzioni - ha aggiunto - dovrebbe guardare alla vita di Falcone e Borsellino, ispirarsi al loro esempio e richiamarsi alle proprie responsabilità».
Lucianone
mercoledì 22 maggio 2013
Società - Stati Uniti / OKLAHOMA : l'apocalisse del tornado
22 maggio '13 - mercoledì 22nd May / Wednesday visioni post - 14
STATI UNITI - Paesaggio devastato a 24 ore dal passaggio del tornado sull'Oklahoma. Il capo dei vigili del fuoco: "al 98%" tra le macerie probabile non ci siano più sopravvissuti né corpi da recuperare". Ma si scava ancora tra le macerie.
Danni per 3 miliardi di dollari: è il più costoso della storia.
Partono le prime donazioni.
Più di cento persone sono state estratte vive dalle macerie delle case spazzate via dal
tornado che lunedì ha devastato Oklahoma City. Tra i 24 morti anche 9 bambini di una
scuola elementare. Due superstiti. 'la maestra ci ha fatto scudo con il suo corpo'-
(da Il Corriere della Sera - 22/05/2013 - Massimo Gaggi /inviato)
Oklahoma City
A Moore, una delle tante località del Mid West americano abituate a trascorrere la
primavera come città sotto minaccia di bombardamenti, le sirene d'allarme hanno
suonato 16 minuti prima che si scatenasse il finimondo. Sembra niente, ma qui
hanno imparato a mettersi in salvo in pochissimon tempo: il preavviso medio è di
10 minuti. Chi si è scavato uno 'shelter' sotto casa si rifugia lì, nella 'cellar', la
cantina. E' al sicuro, ma può restare bloccato là sotto se la casa crolla e i detriti
ostruiscono l'uscita del rifugio. "Nella scuola, però, il rifugio non c'è", racconta
James Rushing che non riesce nemmeno a essere indignato: è ancora sotto choc,
incredulo per quello che ha visto. Abita a un paio di isolati dalla Plaza Tower
Elementary School di Moore, poche miglia a sud di Oklahoma City. Quando è
scattato l'allarme è andato a riprendersi il figlio di cinque anni. "Ma dopo due
minuti che ero dentro, ha cominciato a tremare tutto. IL CIELO era nero, ho
After tornado-apocalypse
The broad, dark funnel cloud was on the ground for about 35 minutes
before dissipating
Lunedì la replica è stata ben più catastrofica: peggio della tempesta che portò
morte e distruzione nel 2003. Danni forse anche peggiori dello "storico" tor-
nado del 3 maggio 1999 quando proprio qui, a Moore, si abbatterono i venti
più forti mai registrati al mondo da uno strumento scientifico: 302 miglia,
oltre 480 chilometri l'ora. Più del doppio dell'uragano più violento. Allora
i morti furano 40, le case ditrutte migliaia, con danni per un miliardo e mez-
zo di dollari. Stavolta il tornado è stato classificato EF4, appena sotto il gra-
do più alto della scala: si giunge a questo livello quando i venti superano le
200 miglia l'ora, arrivando a sradicare intere case dalle loro fondamenta.
Ma il bilancio, sia per quanto riguarda le vittime che per i danni, è ugual-
mente gravissimo. Solo un twister abbattutosi esattamente due anni fa (22
maggio 2011) su Joplin, in Missouri, uccise di più: 158 vittime. Ma allora i
danni furono assai più limitati.
A Moore , invece, la tromba d'aria formatasi lunedì che ha portato devasta-
zione sulle 20 miglia del suo percorso, prima di dissolversi 40 minuti dopo,
ha letteralmente scavato la terra come un gigantesco aratro su un fronte
largo circa due chilometri. Un percorso che, incredibilmente, COINCIDE
in modo quasi perfetto con quello del tornado del 1999.
Lucianone
STATI UNITI - Paesaggio devastato a 24 ore dal passaggio del tornado sull'Oklahoma. Il capo dei vigili del fuoco: "al 98%" tra le macerie probabile non ci siano più sopravvissuti né corpi da recuperare". Ma si scava ancora tra le macerie.
Danni per 3 miliardi di dollari: è il più costoso della storia.
Partono le prime donazioni.
Più di cento persone sono state estratte vive dalle macerie delle case spazzate via dal
tornado che lunedì ha devastato Oklahoma City. Tra i 24 morti anche 9 bambini di una
scuola elementare. Due superstiti. 'la maestra ci ha fatto scudo con il suo corpo'-
(da Il Corriere della Sera - 22/05/2013 - Massimo Gaggi /inviato)
Oklahoma City
A Moore, una delle tante località del Mid West americano abituate a trascorrere la
primavera come città sotto minaccia di bombardamenti, le sirene d'allarme hanno
suonato 16 minuti prima che si scatenasse il finimondo. Sembra niente, ma qui
hanno imparato a mettersi in salvo in pochissimon tempo: il preavviso medio è di
10 minuti. Chi si è scavato uno 'shelter' sotto casa si rifugia lì, nella 'cellar', la
cantina. E' al sicuro, ma può restare bloccato là sotto se la casa crolla e i detriti
ostruiscono l'uscita del rifugio. "Nella scuola, però, il rifugio non c'è", racconta
James Rushing che non riesce nemmeno a essere indignato: è ancora sotto choc,
incredulo per quello che ha visto. Abita a un paio di isolati dalla Plaza Tower
Elementary School di Moore, poche miglia a sud di Oklahoma City. Quando è
scattato l'allarme è andato a riprendersi il figlio di cinque anni. "Ma dopo due
minuti che ero dentro, ha cominciato a tremare tutto. IL CIELO era nero, ho
sentito il ROMBO sordo del vortice che avanzava: abbiamo cercato di metterci
al riparo". I più grandicelli, quarta, quinta e sesta classe, erano stati giò porta-
ti al sicuro dai loro insegnanti in una vicina chiesa, un edificio di pietra. I pic-
coli sono rimasti nella scuola.
,
Stessa scena in un'altra elementare di Moore, la Briarwood. "Abbiamo radunato
i bambini nella sala più lontana dalle pareti esterne", racconta Sheryl Bittle,
una delle maestre. "Li abbiamo fatti accucciare negli angoli con i loro zaini
sulla testa". E' andata bene: qui non ci sono state vittime, anche se la Briar-
wood è stata distrutta, le auto che erano nel parcheggio, sollevate dai venti che
soffiavano a oltre 320 chilonmetri l'ora, sono state scagliate contro la facciata
della scuola, sfondandola. La Plaza Tower, invece, è stata centrata con ancor
più violenza dal tornado. Le pareti alle quali si erano aggrappati gli alunni
sono crollate seppellendoli o sono schizzate via. Esemplare il coraggio di una
maestra, Rhonda Crosswhite: con il suo corpo ha fatto scudo ad alcuni dei
suoi allievi, salvandoli. "Quando tutto è iniziato a venire giù, mi sono messa
su di loro. Tutto qui. Uno dei miei ragazzini mi diceva: 'Ti voglio bene, ti vo-
glio bene, ti prego non morire con me...".
Purtroppo non tutti i piccoli allievi sono sopravvissuti. L'ultimo bilancio parla
di 24 morti, tra i quali almeno 9 bambini, e oltre 200 feriti. Sono state oltre 100
le persone finora estratte vive dalle macerie. I soccorritori continiuano le ricer-
che tra gli edifici crollati. , anche con l'aiuto di cani e di tecnologie sofisticate.
La zona è così DEVASTATA che si fatica addirittura a individuare le strade.
Quando vivi in queste regioni, ti dice la gente, pensi di aver visto tutto. Ti abi-
tui anche all'arme 'twister'. Nella "Tornado Alley" - il corridoio delle trombe
d'aria che attraversa le praterie del Kansas e dell'Oklahoma, fino a quelle del
Missouri e dell'Arkansas, arrivando a lambire anche Texas e Nebraska - la
parola "emergenza" (emergency) viene usata molto di rado. L'allarme che
scatta ogni anno in primavera diventa quasi uno stile di vita. Soprattutto a
maggio. Anche prima che parta il lamento delle sirene, la gente impara a ri-
conoscere i segni premonitori: il cielo scuro che diventa nero, le nubi sempre
più basse, il caldo umido, afoso, improvvisamente spezzato da una corrente
fredda. E, dopo ore di vento forte, l'aria che si ferma all'improvviso. Allarmi
che si sono ripetuti anche oggi: pioggia, schiarite, cielo improvvisamente cu-
pissimo e le minacciose nuvole nere che ho visto in lontananza, mentre in
auto risalivo da Dallas , in Texas, verso Oklahoma City. Dove la gente, pur
abituata alle tempeste che uccidono e distruggono decine di case, non ave-
va mai visto niente di simile. A nord di questa grande città di 600 mila abi-
tanti era successo anche domenica: due morti, 39 feriti e decine di case di-
strutte. Un flagello.
The broad, dark funnel cloud was on the ground for about 35 minutes
before dissipating
Lunedì la replica è stata ben più catastrofica: peggio della tempesta che portò
morte e distruzione nel 2003. Danni forse anche peggiori dello "storico" tor-
nado del 3 maggio 1999 quando proprio qui, a Moore, si abbatterono i venti
più forti mai registrati al mondo da uno strumento scientifico: 302 miglia,
oltre 480 chilometri l'ora. Più del doppio dell'uragano più violento. Allora
i morti furano 40, le case ditrutte migliaia, con danni per un miliardo e mez-
zo di dollari. Stavolta il tornado è stato classificato EF4, appena sotto il gra-
do più alto della scala: si giunge a questo livello quando i venti superano le
200 miglia l'ora, arrivando a sradicare intere case dalle loro fondamenta.
Ma il bilancio, sia per quanto riguarda le vittime che per i danni, è ugual-
mente gravissimo. Solo un twister abbattutosi esattamente due anni fa (22
maggio 2011) su Joplin, in Missouri, uccise di più: 158 vittime. Ma allora i
danni furono assai più limitati.
A Moore , invece, la tromba d'aria formatasi lunedì che ha portato devasta-
zione sulle 20 miglia del suo percorso, prima di dissolversi 40 minuti dopo,
ha letteralmente scavato la terra come un gigantesco aratro su un fronte
largo circa due chilometri. Un percorso che, incredibilmente, COINCIDE
in modo quasi perfetto con quello del tornado del 1999.
Lucianone
Cultura - La macchina dei ricordi: dialogo tra Scianna e Cappa
22 maggio '13 - mercoledì 22nd May / Wednesday
Un fotografo e un neuoroscienziato,
Ferdinando Scianna e Stefano Cappa,
dialogano su un tema fondamentale per
la nostra vita ma anche per l'apprendimento:
LE METAFORE DELLA MEMORIA
(da la Repubblica - 23/03/2012 - di Paolo Magliocco)
Archivio o motore di ricerca, come funziona la macchina dei ricordi
Cappa / Lo studio scientifico della memoria non gode di un privilegio particolare rispetto a un
approccio letterario o artistico su un oggetto che poi non è neanche necessariamente lo stesso.
La definizione più generale che si può dare dal punto di vista scientifico è che si tratta di qualun-
que cosa che lascia una traccia a livello della nostra mente, del nostro cervello. Si può scendere
a un livello estremamente semplice, addirittura cellulare: se espongo ripetutamente una cellula a
uno stimolo la sua risposta allo stimolo diminuisce e questo indica che c'è stato un apprendimen-
to, conseguenza di qualcosa che è arrivato dall'esterno. DA qui si sale fino al livello della memo-
ria autobiografica, che invece è un fenomeno estremamente complesso e che possiamo pensare
di studiare solo negli esseri umani, perchè presuppone il linguaggio. L'una e l'altra memoria con-
dividono il principio di base, generalissimo, che ci sono eventi che lasciano una traccia. Ma ab-
bracciano una varietà enorme di concetti, tanto è vero che adesso si parla di "memorie" più che
di memoria.
Scianna / Questo discorso della traccia riguarda molto il mio lavoro. Io penso che la fotografia
abbia costituito nella vicenda culturale umana una rottura quasi di carattere copernicano. Per la
prima volta ci troviamo di fronte a immagini che non sono fatte dall'uomo, ma che sono prelevate
dal reale, che sono appunto traccia di qualcosa. E sono qulacosa di estremamente obiettivo e al-
lo stesso tempo ambiguo..
CONTINUA...
to be continued...
Un fotografo e un neuoroscienziato,
Ferdinando Scianna e Stefano Cappa,
dialogano su un tema fondamentale per
la nostra vita ma anche per l'apprendimento:
LE METAFORE DELLA MEMORIA
(da la Repubblica - 23/03/2012 - di Paolo Magliocco)
Archivio o motore di ricerca, come funziona la macchina dei ricordi
Cappa / Lo studio scientifico della memoria non gode di un privilegio particolare rispetto a un
approccio letterario o artistico su un oggetto che poi non è neanche necessariamente lo stesso.
La definizione più generale che si può dare dal punto di vista scientifico è che si tratta di qualun-
que cosa che lascia una traccia a livello della nostra mente, del nostro cervello. Si può scendere
a un livello estremamente semplice, addirittura cellulare: se espongo ripetutamente una cellula a
uno stimolo la sua risposta allo stimolo diminuisce e questo indica che c'è stato un apprendimen-
to, conseguenza di qualcosa che è arrivato dall'esterno. DA qui si sale fino al livello della memo-
ria autobiografica, che invece è un fenomeno estremamente complesso e che possiamo pensare
di studiare solo negli esseri umani, perchè presuppone il linguaggio. L'una e l'altra memoria con-
dividono il principio di base, generalissimo, che ci sono eventi che lasciano una traccia. Ma ab-
bracciano una varietà enorme di concetti, tanto è vero che adesso si parla di "memorie" più che
di memoria.
Scianna / Questo discorso della traccia riguarda molto il mio lavoro. Io penso che la fotografia
abbia costituito nella vicenda culturale umana una rottura quasi di carattere copernicano. Per la
prima volta ci troviamo di fronte a immagini che non sono fatte dall'uomo, ma che sono prelevate
dal reale, che sono appunto traccia di qualcosa. E sono qulacosa di estremamente obiettivo e al-
lo stesso tempo ambiguo..
CONTINUA...
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Inchiesta - Italia / Il calcio malato
22 maggio '13 - mercoledì 22nd May / Wednesday visioni post - 13
Altre notizie sul 'Calcio malato' si possono leggere in questo blog
andando alle seguenti date di riferimento in archivio:
12 aprile 2012 / 9 febbraio 2013
Tre miliardi di debiti e stadi vuoti:
il lungo default della serie A
Un quadro allarmante emerge dal terzo Report della
Federcalcio sullo stato di salute del pallone in Italia
(Da notizie ritrovate in 'la Repubblica' / R2SPORT /
5/04/2013 - Fulvio Bianchi)
Roma - Un calcio malato che cerca disperatamente di districarsi fra buoni propositi
di ravvedimento e la cruda realtà di cifre che lo mandano a picco. La Figc ha presen-
tato (ieri) il suo terzo Report, la fotografia sullo stato del nostro calcio: c'è poco da
stare allegri (oggi come domani). <ricavi in ripresa d'accordo (2,6 miliardi di euro)
ma debiti a quota 2,9 miliardi (+ 8,8% rispetto l'anno prima), patrimonio netto mi-
giorato ma pur sempre a cifre modeste (287 milioni: se fosse un'azienda "normale"
dovrebbe preoccuparsi per il suo futuro), perdite in diminuzione del 10% (388 mi-
lioni), ma costo del lavoro che aumenta (del 3 per cento) con giocatoer strapagati
e stadi sempre più vuoti.
Si guarda al futuro. Giancarlo Abete si sforza di essere ottimista ("niente pessimiù
smo leopardiano"), ricorda l'importanza di una legge sugli stadi ed elogia il model-
lo-Juve, che se l'è cavata da sola e ha trovato una nuova strada, importante, di rica-
vi. Ma in pochi anni è stato perso un milione di spettatori: il trend negativo è inizia-
to nel 2008-09, e siamo non solo lontani anni luce dalla Germania (stadi pieni al
93%), ma ci staccano anche Premier League e Liga di Spagna. E la colpa, attenzio-
ne, non è solo degli impianti, vecchi e sovente brutti (perà meno insicuri del passa-
to, un progresso sensibile sul fronte sicurezza): è il prodotto che offriamo che non
piace più. Basta pensare che per il campionato di A la media spettatori è stata di
22.005 nel 2011-12 (ma in leggera risalita quest'anno), pur essendo i biglietti me-
no cari (20,5 euro contri i 50 della Spagna) che in altre nazioni, mentre in Cham-
pions League la media si attesta sui 54.308 tifosi a partita, più che in Inghilterra.
Basta offrire un prodotto avvincente, come la Coppa con le grandi orecchie e i ti-
fosi italiani rispondono. E non è detto che l'overdose di calcip in tv svuoti (sempre)
gli stadi: almeno in Bundesliga non è stato così. Ma in Italia si sta studiando, dal
2015, se imitare il sistema inglese, dove non tutte le gare vengono trasmesse in di-
retta e c'è una "protezione" del prodotto.
I venti padri-padroni del pallone si augurano che al bando del prossimo anno possa
partecipare anche Al Jaazeera. Più competitors, più soldi? Ma alle pay tv questo cal-
cio non piace e della Lega di A ieri non c'era nessuno, come se la cosa non li riguar-
dasse. Il nostro calcio è "VECCHIO", non ha più grandi talenti, i giovani faticano
ad imporsi e poi quegli impianti che, tranne eccezioni, mettono tristezza. Per fortuna,
c'è la Nazionale che tira, porta ascolti in tv (ma la Rai si lamenta: "giusto valorizza-
re la maglia azzurra ma sino a che punto?"), entusiasmo e soldi nelle casse della Figc
che deve difendersi adesso dall'assalto delle nostre Federazioni: "Troppi i 62 milioni
di contributi Coni al calcio che sperpera", sostengono. Abete si ribella ("storie, noi
siamo il motore dello sport") ma il 16 aprile, in giunta Coni, ci sarà battaglia.
Le prospettive per il nostro calcio non sono rosee, lo stesso Pd è preoccupato ("biso-
gna cambiare rotta"): siamo ancora troppo dipendenti dai diritti tv e poi dalla prossi-
ma stagione calerà la mannaia dell'Uefa. Il Progetto Fair Play Finanziario prevede
infatti le prime sanzioni e Platini ha promesso che non guarderà in faccia a nessuno
(nemmeno al Psg dove lavora suo figlio). I club italiani rischiano di essere esclusi
dalle Coppe europee? No, almeno per ora. Hanno tutti iniziato (dal Milan all'Inter
passando per la Juve che ha dimezzato il "rosso") un percorso virtuoso.
Ma rischiano, questo sì, di essere meno competitive in campo internazionale. Come
spiega Ernesto Paolillo, ex ad dell'Inter ed esèperto, insieme ad Umberto Gandini
(direttore organizzativo Milan) del FFP: "L'Uefa potrebbe imporre alle nostre so-
cietà sanzioni economiche e questo comporterebbe una minore possibilità di opera-
re sul mercato e minore cmpetitivitàa a livello europeo". Già, chi gielo dice adesso
a Conte?
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Altre notizie sul 'Calcio malato' si possono leggere in questo blog
andando alle seguenti date di riferimento in archivio:
12 aprile 2012 / 9 febbraio 2013
Tre miliardi di debiti e stadi vuoti:
il lungo default della serie A
Un quadro allarmante emerge dal terzo Report della
Federcalcio sullo stato di salute del pallone in Italia
(Da notizie ritrovate in 'la Repubblica' / R2SPORT /
5/04/2013 - Fulvio Bianchi)
Roma - Un calcio malato che cerca disperatamente di districarsi fra buoni propositi
di ravvedimento e la cruda realtà di cifre che lo mandano a picco. La Figc ha presen-
tato (ieri) il suo terzo Report, la fotografia sullo stato del nostro calcio: c'è poco da
stare allegri (oggi come domani). <ricavi in ripresa d'accordo (2,6 miliardi di euro)
ma debiti a quota 2,9 miliardi (+ 8,8% rispetto l'anno prima), patrimonio netto mi-
giorato ma pur sempre a cifre modeste (287 milioni: se fosse un'azienda "normale"
dovrebbe preoccuparsi per il suo futuro), perdite in diminuzione del 10% (388 mi-
lioni), ma costo del lavoro che aumenta (del 3 per cento) con giocatoer strapagati
e stadi sempre più vuoti.
Si guarda al futuro. Giancarlo Abete si sforza di essere ottimista ("niente pessimiù
smo leopardiano"), ricorda l'importanza di una legge sugli stadi ed elogia il model-
lo-Juve, che se l'è cavata da sola e ha trovato una nuova strada, importante, di rica-
vi. Ma in pochi anni è stato perso un milione di spettatori: il trend negativo è inizia-
to nel 2008-09, e siamo non solo lontani anni luce dalla Germania (stadi pieni al
93%), ma ci staccano anche Premier League e Liga di Spagna. E la colpa, attenzio-
ne, non è solo degli impianti, vecchi e sovente brutti (perà meno insicuri del passa-
to, un progresso sensibile sul fronte sicurezza): è il prodotto che offriamo che non
piace più. Basta pensare che per il campionato di A la media spettatori è stata di
22.005 nel 2011-12 (ma in leggera risalita quest'anno), pur essendo i biglietti me-
no cari (20,5 euro contri i 50 della Spagna) che in altre nazioni, mentre in Cham-
pions League la media si attesta sui 54.308 tifosi a partita, più che in Inghilterra.
Basta offrire un prodotto avvincente, come la Coppa con le grandi orecchie e i ti-
fosi italiani rispondono. E non è detto che l'overdose di calcip in tv svuoti (sempre)
gli stadi: almeno in Bundesliga non è stato così. Ma in Italia si sta studiando, dal
2015, se imitare il sistema inglese, dove non tutte le gare vengono trasmesse in di-
retta e c'è una "protezione" del prodotto.
I venti padri-padroni del pallone si augurano che al bando del prossimo anno possa
partecipare anche Al Jaazeera. Più competitors, più soldi? Ma alle pay tv questo cal-
cio non piace e della Lega di A ieri non c'era nessuno, come se la cosa non li riguar-
dasse. Il nostro calcio è "VECCHIO", non ha più grandi talenti, i giovani faticano
ad imporsi e poi quegli impianti che, tranne eccezioni, mettono tristezza. Per fortuna,
c'è la Nazionale che tira, porta ascolti in tv (ma la Rai si lamenta: "giusto valorizza-
re la maglia azzurra ma sino a che punto?"), entusiasmo e soldi nelle casse della Figc
che deve difendersi adesso dall'assalto delle nostre Federazioni: "Troppi i 62 milioni
di contributi Coni al calcio che sperpera", sostengono. Abete si ribella ("storie, noi
siamo il motore dello sport") ma il 16 aprile, in giunta Coni, ci sarà battaglia.
Le prospettive per il nostro calcio non sono rosee, lo stesso Pd è preoccupato ("biso-
gna cambiare rotta"): siamo ancora troppo dipendenti dai diritti tv e poi dalla prossi-
ma stagione calerà la mannaia dell'Uefa. Il Progetto Fair Play Finanziario prevede
infatti le prime sanzioni e Platini ha promesso che non guarderà in faccia a nessuno
(nemmeno al Psg dove lavora suo figlio). I club italiani rischiano di essere esclusi
dalle Coppe europee? No, almeno per ora. Hanno tutti iniziato (dal Milan all'Inter
passando per la Juve che ha dimezzato il "rosso") un percorso virtuoso.
Ma rischiano, questo sì, di essere meno competitive in campo internazionale. Come
spiega Ernesto Paolillo, ex ad dell'Inter ed esèperto, insieme ad Umberto Gandini
(direttore organizzativo Milan) del FFP: "L'Uefa potrebbe imporre alle nostre so-
cietà sanzioni economiche e questo comporterebbe una minore possibilità di opera-
re sul mercato e minore cmpetitivitàa a livello europeo". Già, chi gielo dice adesso
a Conte?
CONTINUA...
to be continued...
martedì 21 maggio 2013
Società - Politica e sport: la polemica
21 maggio '13 - martedì 20th May / Tuesday
Quando Beppe Grillo attacca un ministro canoista...
allora siamo proprio arrivati alla frutta.
A parte, poi, che Josefa Idem è entrata in politica
da un pò di anni, e magari Grillo non avrebbe avuto
niente da dire se la Idem avesse fatto parte del suo
movimento, o no?
Si legga, il signor 5Stelle, quello che segue...
forse qualcosa da apprendere ce l'ha.
(Lucianone)
Grillo, prima di attaccare la Idem
si legga Stevenson in canoa
Va bene, ora si potrà pure dire: ma sì, è il suo linguaggio, esagera
sempre un pò, le sue frasi sono sempre forti... Però la domanda è:
scusi, Beppe Grillo, ma perchè una canoista al governo "un pò te-
desca, è da scemi più che di sinistra"? Nella sua ballata quotidia-
na, stavolta ispirata al celebre "Destra Sinistra" di Giorgio Gaber,
il leader del Movimento 5 Stelle si diverte ad aprire l'ennesimo
fronte. Naturalmente attirandosi le reazioni trasversali di mezzo
mondo politico, ma anche di Antonio Rossi, assessore-canoista
della regione Lombardia e della Federcanoa.
L'obiettivo sembra creare la classica situazione dell'uomo solo contro
tutti. E' qualcosa che funziona spesso perchè questo Paese è fatto an-
che di odiosi conformismi, di grandi ipocrisie, di luoghi comuni insop-
portabili. La gente a volte apprezza chi rompe con tutto questo.
Ma che c'entra la Idem e la canoa in tutto questo? Canoista è forse
diventato sinonimo di inquisito o di condannato o sceglete voi il rea-
to? E se fosse stato un canottiere o un pallavolista? Sarebbe stato
più o meno "da scemi"? E quell' "un pò tedesca" che cos'è, una
strillata antieuropea o un'altra coccola a un pezzo di elettorato che
si ostina a considerare stranieri persone italiane quanto tutti gli altri?
Insomma, si possono dire diverse cose giuste. Ma un'assurdità va
trattata come tale. E allora consigliamo a Grillo un pò di ferie e un libro.
Si chiama "Viaggio nell'entroterra" e lo scrisse Robert Louis Stevenson.
Guarda un pò, è la storia di una gita in canoa dell'autore che inventerà
"L'Isola del tesoro": irresistibile. Sarebbe un modo forse per chioedersi:
ma perchè ho detto che una canoista al governo è "da scemi"?
(da 'La Gazzetta dello Sport' - lunedì 20 maggio '13 - di Valerio Piccioni)
CONTINUA...
to be continued
Quando Beppe Grillo attacca un ministro canoista...
allora siamo proprio arrivati alla frutta.
A parte, poi, che Josefa Idem è entrata in politica
da un pò di anni, e magari Grillo non avrebbe avuto
niente da dire se la Idem avesse fatto parte del suo
movimento, o no?
Si legga, il signor 5Stelle, quello che segue...
forse qualcosa da apprendere ce l'ha.
(Lucianone)
Grillo, prima di attaccare la Idem
si legga Stevenson in canoa
Va bene, ora si potrà pure dire: ma sì, è il suo linguaggio, esagera
sempre un pò, le sue frasi sono sempre forti... Però la domanda è:
scusi, Beppe Grillo, ma perchè una canoista al governo "un pò te-
desca, è da scemi più che di sinistra"? Nella sua ballata quotidia-
na, stavolta ispirata al celebre "Destra Sinistra" di Giorgio Gaber,
il leader del Movimento 5 Stelle si diverte ad aprire l'ennesimo
fronte. Naturalmente attirandosi le reazioni trasversali di mezzo
mondo politico, ma anche di Antonio Rossi, assessore-canoista
della regione Lombardia e della Federcanoa.
L'obiettivo sembra creare la classica situazione dell'uomo solo contro
tutti. E' qualcosa che funziona spesso perchè questo Paese è fatto an-
che di odiosi conformismi, di grandi ipocrisie, di luoghi comuni insop-
portabili. La gente a volte apprezza chi rompe con tutto questo.
Ma che c'entra la Idem e la canoa in tutto questo? Canoista è forse
diventato sinonimo di inquisito o di condannato o sceglete voi il rea-
to? E se fosse stato un canottiere o un pallavolista? Sarebbe stato
più o meno "da scemi"? E quell' "un pò tedesca" che cos'è, una
strillata antieuropea o un'altra coccola a un pezzo di elettorato che
si ostina a considerare stranieri persone italiane quanto tutti gli altri?
Insomma, si possono dire diverse cose giuste. Ma un'assurdità va
trattata come tale. E allora consigliamo a Grillo un pò di ferie e un libro.
Si chiama "Viaggio nell'entroterra" e lo scrisse Robert Louis Stevenson.
Guarda un pò, è la storia di una gita in canoa dell'autore che inventerà
"L'Isola del tesoro": irresistibile. Sarebbe un modo forse per chioedersi:
ma perchè ho detto che una canoista al governo è "da scemi"?
(da 'La Gazzetta dello Sport' - lunedì 20 maggio '13 - di Valerio Piccioni)
CONTINUA...
to be continued
lunedì 20 maggio 2013
Società / attualità - Quegli sfregi al vetriolo
20 maggio '13 - lunedì 20th May / Monday visioni post - 14
Peggio della morte. Quegli sfregi al vetriolo
sono l'abisso dell'odio.
(da LA STAMPA - 3 maggio 2013 / Maria Corbi)
Un volto cancellato, la propria identità violata per sempre, l'acido che
corrode la pelle e l'anima. "Una condanna peggiore della morte", spiega
Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, che ha tra le sue pazienti molte donne
picchiate dai compagni, "ferite duramente nel corpo".
"Ma lo sfregio con il vetriolo è l'abisso dell'odio", dice Maria Rita Parsi.
In Occidente è un orrore che abbiamo importato da Paesi che considera-
no le donne dei beni di proprietà dei padri, dei fratelli e dei mariti.
"L'aumento dei casi si deve non solo a una situazione di disagio colletti-
vo che aumenta i disagi individuali e la frustrazione di menti psicolabili,
ma anche l'effetto scia, all'emulazione", spiega la Parsi che ricorda con
dolore Fakhra Younas, ballerina pakistana sfigurata dal marito che le
ha gettato l'acido sul suo bellissimo volto mentre dormiva. "In Italia ha
subito 39 operazioni e poi un anno fa non ce l'ha più fatta e si è suicida-
ta buttandosi dalla finestra", ricorda la Parsi. E questo nonostante fosse
seguita da un equipe di psicanalisti.
"E' molto difficile superare una violazione irreparabile della propria identità".
Nel suo libro, "Il volto cancellato", Fukhra ha urlato tutta la sua disperazione.
"Una ferita che non ha guarigione", insiste la Parsi. "La distruzione della bel-
lezza. L'aguzzino che urla 'ti cancello'".
Una punizione che importiamo dall'Asia, dal Pakistan, dall'India, riservata di
solito alle donne e che invece da qualche tempo ha tra le vittime anche uomini.
Come il romano sfigurato, probabilmente, da una ex. O come, a Mosca, il diret-
tore del Bolshoi aggredito con l'acido per una storiaccia di invidie e rancori tra
ballerini. "la molla che fa scattare il carnefice è sempre il possesso, l'invidia, la
volontà di cancellare l'altro come oggetto di desiderio", spiega la Parsi.
"Non vi è solo la volontà di annientare l'altro, ma di farlo soffrire a lungo e len-
tamente. Di sottoporlo alla pena perpetua e infernale della mostruosità", conti-
nua l'esperta. "E' vero che ci sono tra le vittime anche uomini, ma lo sfregio con
gli acidi rimane una punizione riservata soprattutto alle donne. Perchè da sem-
pre la bellezza è considerata un potere femminile. E allora si indebolisce, si pri-
va della forza chi non ubbidisce, chi rivendica la propria indipendenza. Non a
caso Dostoevskij diceva che sarà la bellezza a salvare il mondo".
L'ennesima variante del femminicidio, la più crudele. "C'è una profonda invi-
dia della libertà femminile, e si vuole ridurre le donne in qualche modo in
schiavitù, privandole della libertà, della bellezza o della stessa vita".
"Le donne sono cambiate - continua la Parsi - ma gli uomini no, anzi hanno
fatto un passo indietro". Sotto accusa quegli uomini che resistono nei loro
Peggio della morte. Quegli sfregi al vetriolo
sono l'abisso dell'odio.
(da LA STAMPA - 3 maggio 2013 / Maria Corbi)
Un volto cancellato, la propria identità violata per sempre, l'acido che
corrode la pelle e l'anima. "Una condanna peggiore della morte", spiega
Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, che ha tra le sue pazienti molte donne
picchiate dai compagni, "ferite duramente nel corpo".
"Ma lo sfregio con il vetriolo è l'abisso dell'odio", dice Maria Rita Parsi.
In Occidente è un orrore che abbiamo importato da Paesi che considera-
no le donne dei beni di proprietà dei padri, dei fratelli e dei mariti.
"L'aumento dei casi si deve non solo a una situazione di disagio colletti-
vo che aumenta i disagi individuali e la frustrazione di menti psicolabili,
ma anche l'effetto scia, all'emulazione", spiega la Parsi che ricorda con
dolore Fakhra Younas, ballerina pakistana sfigurata dal marito che le
ha gettato l'acido sul suo bellissimo volto mentre dormiva. "In Italia ha
subito 39 operazioni e poi un anno fa non ce l'ha più fatta e si è suicida-
ta buttandosi dalla finestra", ricorda la Parsi. E questo nonostante fosse
seguita da un equipe di psicanalisti.
"E' molto difficile superare una violazione irreparabile della propria identità".
Nel suo libro, "Il volto cancellato", Fukhra ha urlato tutta la sua disperazione.
"Una ferita che non ha guarigione", insiste la Parsi. "La distruzione della bel-
lezza. L'aguzzino che urla 'ti cancello'".
Una punizione che importiamo dall'Asia, dal Pakistan, dall'India, riservata di
solito alle donne e che invece da qualche tempo ha tra le vittime anche uomini.
Come il romano sfigurato, probabilmente, da una ex. O come, a Mosca, il diret-
tore del Bolshoi aggredito con l'acido per una storiaccia di invidie e rancori tra
ballerini. "la molla che fa scattare il carnefice è sempre il possesso, l'invidia, la
volontà di cancellare l'altro come oggetto di desiderio", spiega la Parsi.
"Non vi è solo la volontà di annientare l'altro, ma di farlo soffrire a lungo e len-
tamente. Di sottoporlo alla pena perpetua e infernale della mostruosità", conti-
nua l'esperta. "E' vero che ci sono tra le vittime anche uomini, ma lo sfregio con
gli acidi rimane una punizione riservata soprattutto alle donne. Perchè da sem-
pre la bellezza è considerata un potere femminile. E allora si indebolisce, si pri-
va della forza chi non ubbidisce, chi rivendica la propria indipendenza. Non a
caso Dostoevskij diceva che sarà la bellezza a salvare il mondo".
L'ennesima variante del femminicidio, la più crudele. "C'è una profonda invi-
dia della libertà femminile, e si vuole ridurre le donne in qualche modo in
schiavitù, privandole della libertà, della bellezza o della stessa vita".
"Le donne sono cambiate - continua la Parsi - ma gli uomini no, anzi hanno
fatto un passo indietro". Sotto accusa quegli uomini che resistono nei loro
vecchi ruoli, che pretendono di avere il controllo. "L'emancipazione e la li-
berazione femminili vengono vissute con rabbia, come eventi che determina-
no in loro una profonda instabilità. Hanno perso la donna ancella e non ce
la fanno. Tanto che nei luoghi geografici dove questi ruoli sono cambiati,
in Nord Europa, la violenza sulle donne ha numeri molto inferiori".
Lucianone
Sport - calcio / Serie A - 38^ giornata 2012/13
20 maggio '13 - lunedì 20th May / Monday
Serie A: tutto deciso, dopo lo scudetto alla Juve
Al Napoli la Champions League, al Milan i preliminari di Champions /
La Fiorentina e l'Udinese si giocheranno l'Europa League.
Palermo, Siena e Pescara sono retrocesse in serie B.
Dal Milan e dall'Udinese le ultime vere emozioni di un campionato
dominato da una Juventus spesso stratosferica rispetto alle altre,
ma in campo europeo sarà tutta un'altra musica, e i bianconeri
dovranno suonare Beethoven e magari Stravinskj per riuscire ad
essere alla pari di tedeschi e spagnoli e... inglesi. Ci vorranno i
rinforzi giusti e una mentalità europea da costruire strada facendo.
Speriamo bene! (Lucianone)
Risultati delle partite
Sampdoria - Juventus 3 - 2 (giocata sabato 18/05/'13)
Atalanta - Chievo 2 - 2
Bologna - Genoa 0 - 0
Cagliari - Lazio 1 - 0
Inter - Udinese 2 - 5
Palermo - Parma 1 - 3
Pescara - Fiorentina 1 - 5
Roma - Napoli 2 - 1
Siena - Milan 1 - 2
Torino - Catania 2 - 2
Classifica finale
JUVENTUS 87 Napoli 78 / Milan 72 / Fiorentina 70 / Udinese 66
Roma 62 / Lazio 61 / Catania 58 / Inter 54 / Parma 49 / Cagliari 47
Chievo 45 / Bologna 44 / Sampdoria 42 / Atalanta 40 / Torino 39
Genoa 38 / Palermo 32 / Siena 30 / Pescara 22
SCUDETTO
La Juventus è campione d'Italia. I bianconeri hanno conquistato il 29°
tricolore della loro storia - il secondo consecutivo - con tre giornate di
anticipo, battendo in casa il Palermo alla 35^. Quella della Juve è sta-
ta una cavalcata ininterrotta: i bianconeri non hanno mai ceduto lo
scettro del primo posto in classifica.
CHAMPIONS
La Juve (prima) e il Napoli (secondo) accedono alla fase a gruppi. Il
3° posto (che qualifica ia playoff di Champions) è del Milan grazie
alla vittoria nel finale a Siena. Classifica finale: Milan 72, Fioren-
tina 70. Quindi rossoneri in campo il 20/21 agosto e il 27/28 agosto.
Per la Fiorentina resta soltanto la consolazione dell'Europa League
(dai playoff): i viola in campo il 22 e il 29 agosto.
Continua...to be continued...
Serie A: tutto deciso, dopo lo scudetto alla Juve
Al Napoli la Champions League, al Milan i preliminari di Champions /
La Fiorentina e l'Udinese si giocheranno l'Europa League.
Palermo, Siena e Pescara sono retrocesse in serie B.
Dal Milan e dall'Udinese le ultime vere emozioni di un campionato
dominato da una Juventus spesso stratosferica rispetto alle altre,
ma in campo europeo sarà tutta un'altra musica, e i bianconeri
dovranno suonare Beethoven e magari Stravinskj per riuscire ad
essere alla pari di tedeschi e spagnoli e... inglesi. Ci vorranno i
rinforzi giusti e una mentalità europea da costruire strada facendo.
Speriamo bene! (Lucianone)
Risultati delle partite
Sampdoria - Juventus 3 - 2 (giocata sabato 18/05/'13)
Atalanta - Chievo 2 - 2
Bologna - Genoa 0 - 0
Cagliari - Lazio 1 - 0
Inter - Udinese 2 - 5
Palermo - Parma 1 - 3
Pescara - Fiorentina 1 - 5
Roma - Napoli 2 - 1
Siena - Milan 1 - 2
Torino - Catania 2 - 2
Classifica finale
JUVENTUS 87 Napoli 78 / Milan 72 / Fiorentina 70 / Udinese 66
Roma 62 / Lazio 61 / Catania 58 / Inter 54 / Parma 49 / Cagliari 47
Chievo 45 / Bologna 44 / Sampdoria 42 / Atalanta 40 / Torino 39
Genoa 38 / Palermo 32 / Siena 30 / Pescara 22
SCUDETTO
La Juventus è campione d'Italia. I bianconeri hanno conquistato il 29°
tricolore della loro storia - il secondo consecutivo - con tre giornate di
anticipo, battendo in casa il Palermo alla 35^. Quella della Juve è sta-
ta una cavalcata ininterrotta: i bianconeri non hanno mai ceduto lo
scettro del primo posto in classifica.
CHAMPIONS
La Juve (prima) e il Napoli (secondo) accedono alla fase a gruppi. Il
3° posto (che qualifica ia playoff di Champions) è del Milan grazie
alla vittoria nel finale a Siena. Classifica finale: Milan 72, Fioren-
tina 70. Quindi rossoneri in campo il 20/21 agosto e il 27/28 agosto.
Per la Fiorentina resta soltanto la consolazione dell'Europa League
(dai playoff): i viola in campo il 22 e il 29 agosto.
Continua...to be continued...
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