martedì 2 ottobre 2012

Politica - Scandalo Lazio e Polverini

2 ottobre 2012 - martedì       2nd October / Tuesday             visioni post - 13

Parlare di quello che  sta accadendo  in 
diverse regioni italiane,
a livello politico-locale, è diventato un continuo racconto di frodi,
ruberie, feste e festini ai danni dello Stato ma soprattutto delle
famiglie e persone che non riescono ad arrivare alla fine del me-
se. Dire vergogna è ancora poco e dire che ormai mancano anche
le parole per descrivere questo schifo, è il meno che si possa, ap-
punto,  dire.  E non ci si venga continuamente a parlare di paura
di antipolitica (diventa anche questa una scusa per continuare a
a fare i propri comodi? sembra proprio di sì) e di prossime elezioni
come se queste fossero la panacea di tutto, non tenendo poi conto
che il costo finanziario delle stesse diventa una doppia beffa per la
parte di popolo già oppresso dalla crisi e dalle truffe di quella par-
te (vedi Fiorito & compagnia) che se ne infischiano e intascano  a
più non posso.
Ultimissima notizia di oggi: l'arresto di Fiorito (ma poi pagherà lui
solo per tutti, come al solito? E i soldi intascati torneranno più ai
cittadini?)   
                  (Lucianone)

Il seguente articolo di Gianluigi Pellegrino illustra in modo chiaro
e, anzi, lampante dove stanno  le vere responsabilità insieme alle
evidenti ipocrisie (pienamente volute e studiate).

 Il bluff senza fine
 della Polverini
Ha incartato Roma. Renata Polverini, con il  suo faccione che urla 
"li mando a casa io", ma ora sta facendo di tutto per restare lì con
loro, per quasi un anno ancora e tutti lautamente pagati. Ha grida-
to di aver azzerato i fondi ai gruppi, ma è semplicemente una bufala.
La disposizione regionale che assegna al solo Pdl, e quindi  a Fiori-
to e compagnia, quasi 12 mila euro  al mese  in aggiunta a servizi e
segretarie, sta ancora tutta lì ed è pienamente efficace. La Polveri-
ni avrebbe  potuto impiegare i due consigli della sceneggiata per
tagliarli sul serio quei fondi, ed invece ha preferito bluffare.
Pontificare col suo abito bianco, fingendo invettive contro quella
maggioranza che lei ha permesso venisse inondata di soldi per ta-
citarne ogni fibrillazione e ottenere il voto favorevole sul vitalizio
che proprio la governatrice estendeva anche ai suoi assessori ester-
ni, nominati per compensare i trombati dal pasticcio della lista di
Roma. - Questo fu il battesimo della legislatura Polverini. Tenere
tutti buoni a suon di milioni. E ora la storia si ripete, perchè con
questa melina sull'indizione delle elezioni la Polverini garantisce
un altro fiume di denaro a  Fiorito e colleghi.  Stipendi, diarie, e
anche fondi  ai gruppi per altri sette mesi, così si finanziano pure
la campagna elettorale.  -    Il tutto peraltro essendo consiglieri a
mezzo servizio a seguito dell'avvenuto scioglimento. Stanno a ca-
sa ma sotto una pioggia di soldi pubblici.    Così capiamo che la
governatrice  dai muri della Capitale annuncia per loro un'am-
miccante  promessa, non certo una minaccia. "Li mando a casa"
appunto, ma con il malloppo.
Per non dire che a lei resta pienezza di poteri sulla grandissima
fetta della torta regionale che è la sanità. Perchè lì fu investita
del ruolo di commissario di Governo, che si è vista bene dal di-
smettere nel rassegnare le dimissioni imposte dal verminaio sco-
perchiato. Una monarchia senza controllo e consiglieri ancora
una volta tacitati perchè coperti di pubblici denari.
Questo scempio dovremmo subire  per l'infinito tempo che la
stessa Polverini decide, facendosi scudo del ministero dell'In-
terno che un pò troppo sta consentendo questo giochino.
In realtà , come sanno anche le pietre, è il Pdl a non volere il
voto nel Lazio temendo l'effetto traino su quello nazionale e
pretendendo l'assurdo rinvio.  Con la regione più importante
d'Italia e i suoi mille problemi lasciati a marcire.
Del resto  ancora l'altro giorno  la Polverini, pur non ancora
dimessa, ha ottenuto la revoca della seduta del Consiglio con-
vocato per votare la sfiducia. E avendola fatta franca ha riuni-
yo ha riunito  la giunta  con pieni poteri per deliberare nuovi
contratti  e  nuove consulenze  e  per impugnare  la spending
review del Governo. Roba da non crederci.  Dimissioni false
per sfuggire alla sfiducia e avere mano libera in giunta, sem-
pre per tenere ben salde le clientele e bene aperti i rubinetti
della spesa. - Questo da solo avrebbe dovuto richiedere l'im-
mediato commissariamento  previsto dall'art. 126 della Co-
stituzione  e dalla relativa norma di attuazione. Mai succes-
so, certo. Ma perchè mai si è visto tanto scempio.


Intanto la Presidente , eterna dimissionaria, fa la mattatrice nelle piazze
televisive, proprio come Fiorito, con l'aggravante inganno della sceneg-
giata vittimista, urlando slogan che puntualmente i suoi atti si incarica-
no di smentire.  Sventola bilanci per affermare che i fondi ai gruppi era-
no solo 5 milioni. Ma non mostra i consuntivi che sono la prova provata
che lei tutto sapeva e tutto ha avallato. In preda alla foga, sfida la mate-
matica e la logica  parlando di tagli  "superiori al 100 per cento" (sic!),
come ieri ha rilevato il 'Sole24Ore'. Propala un'assoluta autonomia del 
Consiglio, quando è pacifico che la Giunta che lei presiede e l'aula con-
siliare di cui è parte integrante, hanno il controllo ultimo sull'intera con-
tabilità dell'amministrazione regionale che la Governatrice rappresenta e
dovrebbe tutelare.   Dice, per tirare a campare, che ora vorrebbe fare quei
tagli del numero di consiglieri che non ha fatto sino ad oggi e che in real-
tà può fare direttamente lo Stato come la Corte costituzionale ha recente-
mente sancito.  Racconta poi di aver deciso autonomamente di dimettersi,
quando appena dieci giorni fa chiudeva gongolante la sua passerella in
Consiglio, illusa di averci gabbato.  E' stato poi sufficiente rimettere in-
sieme i fatti per inchiodarla alle sue responsabilità  e renderla indifendi-
bile, proprio come quel Consiglio che lei chiama "indegno", ma con la
strizzata d'occhio di un'intesa a prova di bomba.
Non a caso la presidente non fa l'unica cosa che dovrebbe e potrebbe co-
me legale rappresentante della Regione. Ingiungere ai consiglieri la re-
stituzione di tutto il maltolto bloccando gli stipendi. Ma per questo basta
un giorno, e quindi non vale a tirare a campare. E poi svelerebbe gli alta-
rini di un patto appiccicoso.
 Ora basta, le istituzioni si facciano sentire. Finisca questa sceneggiata
che paghiamo a caro prezzo e torni la parola ai cittadini del Lazio. Non
subito, ma prima di subito.
(da 'la Repubblica' - 30 sett. '12)

lucianone

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