Brad Pitt è in concorso a Cannes
con il film "Killing them softly"
L'attore, interprete e produttore del thriller,
dice: " I partiti pensano solo a vincere"
(da la Repubblica del 23 maggio 2012 / Arianna Finos)
Il divo Brad Pitt, anni 48, accantona il glamour e la
butta in politica. Habituè del Festival, l'anno scorso
era qui con il film Palma d'oro L'albero della vita di
Terrence Malick; stavolta è arrivato alla Croisette
senza famiglia, come produttore e protagonista del
film "Killing them softly", gangster movie sui ge-
neris firmato dal sodale Andrew Dominik che ha
l'ambizione (la velleità?) di raccontarci la fine del
sogno americano.
A far da contrappunto alla storia tarantiniana in cui
recitano Ray Liotta e James Gandolfini - regolamen-
to di conti tra la mafia e e due balordi che hanno ra-
pinato una bisca clandestina dell'organizzazione -
ci sono i dibattiti pubblici sulla crisi finanziaria e
l'inadeguatezza dei politici trasmessi dalle tv dei
bar, dalle radio in macchina. Compaiono anche
interi spezzoni delle campagne elettorali di Barack
Obama e John McCain del 2008.
Al sicario Brad Pitt /Cougan è affidato il monologo
finale, in cui attacca (dandogli del bugiardo e del-
l'ipocrita) Thomas Jefferson, principale fautore
della Dichiarazione di indipendenza degli Stati
Uniti: "Vivo in America, qui sei da solo e pensi so-
lo a te stesso. L'America non è una nazione, ma è
business, violenza, soldi".
Il divo, da sempre sostenitore di Barak Obama,
chiarisce: "Non voglio essere strumentalizzato o
frainteso, ho grande stima di Jefferson e Obama,
le cui idee sono condivisibili anche se poi le cose
vanno in modo diverso. Sono un democratico, ma
oggi che il Paese è fortemente diviso non ho paura
di confrontarmi con opinioni diverse". Parla anche
di una "politica tossica", in cui i partiti puntano
solo a vincere, più che a risolvere i problemi.
Trama del film
Ambientato in una piccola città, in qualche parte degli
States, resa fantasma dalla crisi, ovunque negozi chiusi
e negozi abbandonati, "Killing them softly" è un noir
lento e verboso, con lampi di humour: "Ci sono più dia-
loghi che azione? E' così, nella vita" dice il saccente neo-
zelandese Andrew Dominik, che ha avuto il merito di far
vincere la Coppa Volpi a Bread Pitt con il non esaltante
"L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert
Ford". - Anche stavolta la cosa migliore è il personaggio
di Pitt: Cougan, il sicario della mafia mandato a uccide-
re i rapinatori e recuperare i soldi. Un killer ma con dei
principi. "Mai ucciso qualcuno? - spiega nel film - Pian-
gomo, chiamano la mamma, supplicano, si pisciano ad-
dosso. E' imbarazzante. E allora preferisco ammazzarli
da lontano, con dolcezza".
L'attore la butta in politica perfino quando gli chiedono
data delle nozze con Angelina Jolie: "Ancora non c'è una
data , quelle diffuse sono tutte false. E spero ancora che
vedremo relizzata l'eguaglianza matrimoniale in tutti gli
Stati d'America prima delle nostre nozze", ha detto rife-
rendosi al sostegno dato alla campagna a favore dei matri-
moni omosessuali.
Lucianone
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