sabato 28 gennaio 2012

Politica / società . Estero: la Scozia vuole l'indipendenza

Per la Scozia che vuole il referendum per l'indipendenza
c'entra forse anche il petrolio?                        

Al premier scozzese non bastano un parlamento e un governo "liberi" da
Londra  -  Ora chiede un referendum separatista, anche per i giacimenti
di petrolio nel mare del Nord.


L'uomo-immagine dell'indipendenza scozzese è Sean Connery, che ama farsi fotografare
con il gonnellino e che 40 anni fa diede la sua adesione allo Scottish National Party (SNP),
la formazione politica che vuole la secessione scozzese dall'Inghilterra.
E' un bel paradosso che il divo, apostolo di una  Scozia libera da dominio inglese, abbia
personificato sullo schermo l'agente 007 fedelissimo e intrepido suddito di Sua Maestà.
Altro paradosso e un'altra stranezza è che la crociata indipendentista sia guidata da un
57enne apparentemente pacioso che si chiama Alex Salmond già dirigente bancario,  e
così bravo nelle pubbliche relazioni da avere di recente meritato   (nientemeno che dal
Times) la qualifica di "britannico dell'anno".
La Scozia ha già ottenuto, negli ultimi tempi, una grande autonomia con un suo governo 
e un suo parlamento, tanto che Salmond può fregiarsi  della qualifica di premier,   Nelle
ultime elezioni poi Salmond ha stravinto umiliando i laburisti che in precedenza avevano
la maggioranza. Ma è pur sempre un premier di serie B, subordinato al premier di serie
A  che abita al numero 10 di Downing Street e che si chiama David Cameron.
Per  arrivare a diventare  premier  di  categoria  superiore, Salmond  vuole  adesso  un 
referendum sull'indipendenza, da tenersi nel 2014  e che dovrebbe affrancare la Scozia
dall'obbedienza a Londra. E la data non è casuale.      La Scozia celebra come suo eroe
Braveheart (protagonista dell'omonimo film con Mel Gibson), ma ancor più  celebra la
battaglia di Bannockburn di 700 anni fa in cui 8-500 scozzesi comandati da Robert Bruce
sgominarono i 27mila inglesi di re Edoardo II .  -  L'Act of Union del 1707   che aggregò
la Scozia all'Inghilterra , e che dai nazionalisti di Edimburgo è ancora ricordato come un
tradimento, dovrebbe essere  cancellato  se  davvero  nel  referendum  si  imponesse  il
partito dell'indipendenza totale.
La prospettiva di una separazione, che manterrebbe tra Inghilterra e Scozia solo il tenue
legame dell'appartenenza al Commonwealth, non è a questo punto vagamente ipotetica,
ma non è nemmeno molto probabile.   Non lo è, anzitutto, per gli ostacoli  che il governo
inglese porrebbe certamente sulla via della scissione, e poi  perchè   gli ultimi sondaggi 
hanno dato un 38 per cento  di scozzesi favorevoli all'indipendenza (il 37 % contro e il
resto indecisi). Un'altra ragione è data dalle difficoltà economiche   che il nuovo Stato
dovrebbe affrontare.
Ma per quanto riguarda quest'ultimo capitolo della nascita d'una Scozia indipendente, 
bisogna osservare che questa terra fiera e povera ha ora un 'outout' formidabile:  è il
petrolio. Infatti nelle acque scozzesi esistono giacimenti  importanti  e per la Scozia  il
potersene appropriare in esclusiva è una grande tentazione.

(Notizie e articolo riprese/o da "Il taccuino" di Mario Cervi sulla rivista "Gente") 


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Lucianone

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