5 dicembre 2011 - lunedì / Monday visualizzazioni totali 3.350
visioni pot - 8
la Repubblica
"Ecco il decreto salva-Italia"
Il governo vara la manovra - Monti: non volevamo far pagare i soliti noti,
rinuncio allo stipendio da Premier - Prelievo dell' 1,5% sui capitali scudati.
Niente aumento dell' Irpef, pensione a 66 anni,
l'Iva sale al 23%, torna l' Ici.
Cancellate le giunte provinciali
I consigli avranno solo dieci eletti. Authority dimezzate,
Monti: "Sui costi della politica interverremo ancora"
Russia alle urne, schiaffo a Putin
Rischia di perdere la maggioranza assoluta alla Duma.
Putin: "Ma siamo sempre i primi"
Molte tasse poca crescita (di Massimo Giannini)
Le lacrime di Elsa Fornero sono una buona metafora di questo
"decreto salva-Italia". Un'operazione chirurgica di tasse e di
tagli senza anestesia, sul corpo vivo della società italiana.
Farà piangere alcuni milioni di persone, anche se farà un pò
meno "macelleria sociale" di quanto si temeva. Diciamo la
verità. Dal governo dei Professori ci saremmo aspettati
qualcosa di più. In termini di qualità e di equità.
Non serviva un autorevolissimo tecnico prestato alla politica
come Monti - che con i suoi atti ha combattuto in Europa i
grandi trust del pianeta e che con i suoi articoli si batte da
anni per la modernizzazione del Paese - per varare una ma=
novra che ha comunque un vago sapore di stangata vecchio
stile. E non serviva una squadra d'élite per mettere insieme
un pacchetto di misure che comprendomo la solita infornata
di imposte per i contribuenti e la solita carestia di risorse per
gli enti locali.
Su questa "cura" grava in parte la stessa ipoteca che aveva
pesato sulle ultime due manovre del governo Berlusconi-Tre=
monti, che tra luglio e agosto avevano razziato la quasi totali=
tà del gettito sulle tasse, e solo per una quota marginale sulle
spese (di cui l'80% sulle riduzioni per ministeri, enti locali e
sanità).
Sul fronte fiscale, il "saio" cucito addosso ai contribuenti è
pesante. Monti aveva promesso il passaggio della tassazione
dalle persone alle cose. Nella sua manovra di questa traslazio=
ne c'è una traccia ancora insufficiente. Le "cose" vengono
ri-tassate. La casa subisce un duplice, gravissimo colpo: l'in=
troduzione dell' Imu e l'aggiornamento degli estimi catastali.
I beni di consumo subiscono un'altra frustata: l'aliquota Iva
aumenterà di altri due punti nel secondo semestre 2012, dopo
il rialzo agostano già decretato dal governo forza-leghista,
con un'alea difficile da calcolare sul possibile "propellente"
inflazionistico che può generare.
In compenso, con una scelta saggia propiziata anche dalla
'moral suasion' dei partiti della "Grosse Koalition" all'Italiana,
le "persone" vengono tassate un pò meno del previsto.
Il cospicuo ritocco dell'ultima aliquota Irpef, dal 43 al 46%,
è stato opportunamente rimosso dal menù. Si è risparmiato
così l'ennesimo tributo sul ceto medio.
Lucianone
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