Giovedì // Thursday 17 - 11 - 2011
Monti ha inaugurato il governo tecnico visualizzazioni totali 2.445 ore 15.45
16 novembre 2011 -
Mario Monti ha accettato l' incarico e ha annunciato una lista
di ministri tecnici
Mario Monti ha sciolto la riserva e ha accettato l'incarico di formare
il nuovo governo, annunciando una lista di ministri unicamente tecnici,
che stanno raccogliendo un ampio consenso tra le forze politiche e sociali.
Il governo tecnico non commuove Mr Spread
17 novembre - Il presidente del Consiglio Mario Monti ha tenuto a
Palazzo Madama il discorso con cui ha chesto la fiducia. Cauti e freddi i mercati.
Tokyo chiude piatta, Milano apre negativa, mentre lo spread Btp//Bund resta su
livelli di guardia.
Lega Nord all'opposizione: ci vedremo dopo la stangata, dice Calderoli.
Monti: Governo di impegno nazionale
Ici , pensioni, mercato del lavoro. Monti delinea gli ambiti di intervento del
Governo senza entrare per ora nel dettaglio delle riforme e avverte: "se
falliremo, la spontanea evoluzione della crisi ci esporrà tutti a condizioni ben
più dure. La crisi è internazionale, ma l'Italia ne ha risentito in modo particolare".
Il neo ministro del Welfare Elsa Fornero
"Sulle pensioni non faremo nulla con l'accetta". "Ovviamente immagino che
Monti non mi abbia chiamato per altri tipi di competenze - ha spiegato Fornero -
e mi attengo strettamente alle tre parole del suo discorso."
"Devono valere le tre parole chiave pronuncaite da Mario Monti. La prima è
risanamento che è necessario e urgente perchè senza di quello l'Italia non si
salva. Poi c'è la CRESCITA, una speranza soprattutto per chi ha meno e per i
giovani. Infine c'è la COESIONE sociale insieme all'EQUITA'.".
Le parole dell'ex premier Berlusconi
"Con Monti siamo in buone mani. Si tratta di un governo di alto
profilo tecnico. Il governo Monti rappresenta una sospensione
della democrazia perchè si tratta di un esecutivo non eletto dal popolo".
Sei dei nuovi ministri tecnici, tra cui quattro donne.
L'opinione di Lucianone
D'accordo, Mr. primo ministro Monti è tutt'altra cosa sia come immagine
(sobrio e non ridanciano, serio e non pagliaccetto), sia come linguaggio
(essenziale e non sproloquiante, misurato e non eccessivo) rispetto a Mr.
ex-primo ministro Berlusconi. D'accordo, Mario Monti è un tecnico e
ci può andar bene in quanto lontano o lontanissimo dai giochi di potere
dei politici puri, e anche i suoi ministri appena nominati, tutti tecnici,
dovrebbero essere esperti non nei bisticci e nelle ripicche e nelle smentite
di ciò che hanno detto cinque minuti prima, ma esperti del loro campo
specifico al cento quasi per cento. D'accordo un pò di altre cose che
senza dubbio fanno di questo governo, anche se non eletto dal popolo
(come continua a ribadire Mr. Berlusca, aggiungendo che manca la
democrazia - MA PERCHE' prima forse c'era democrazia con il suo
governo? Scusate, non me n'ero accorto), un governo abbastanza più
credibile e serio del precedente.
Dunque d'accordo su un certo numero di cose iniziali, ma poi quando
si sta per arrivare ad affrontare i primi nodi, le prime modalità, insomma
i primi punti da toccare, sento da Monti parlare di Ici sulla prima casa,
sento riparlare ancora di pensioni, sento toccare ancora gli stessi tasti,
e a proposito della patrimoniale sento invece che non se ne farà niente,
probabilmente ci sono dei veti (forse lo stesso veto di Berlusconi - ecco
che rispunta!). Non sento parlare di scuola, di istruzione, di cultura e
università e soprattutto non sento più la parola 'casta' - forse Monti
si vergogna di nominarla?
Tra le parole crescita, coesione ed equità quella che mi piace di più
è l'ultima, anche se le altre due non sono meno importanti.
Eppure equità è la migliore perchè dovrebbe essere quella che fa sì
che l'abisso che c'è oggi tra ricchi e poveri si riduca, che faccia in
modo di non creare disoccupazione e di eliminare i licenziamenti
(invece di crearli), anche sui licenziamenti, per ora, nessuna parola
(Camusso, dove sei?).
Equità >> essere uguali o almeno un pò più uguali di come si era
prima, ma presupposto è che i poveri siano meno poveri e i ricchi
meno ricchi. E' un assunto che anche un bambino di dieci, undici
anni riesce a pensare e pronunciare a parole sue. Equità significa
che la 'casta' non deve esistere, che quel numero di parlamentari
(tra i più numerosi dei governi europei ) va dimezzato, che i loro
superstipendi vanno ridimensionati, che le pensioni di vitalizio
vanno eliminate e così anche per i consiglieri regionali, e poi
esiste il capitolo Vaticano con tutti i suoi privilegi, sottoprivilegi
e ricchezze.
Le dimostrazioni di "Occupy Wall Street" (un movimento destinato
ad espandersi, anche se gli manca ancora un vero leader o forse questa
è la sua vera forza, probabilmente per ora) in quasi tutte le aree più
importanti economicamente/finanziariamente degli Usa e allo stesso
tempo le manifestazioni un pò pacifiche un pò violente dei giovani
italiani e greci e prima ancora spagnoli (oltre ai giovani indignados
si sono aggiunti tutti i precari e i senza lavoro - insomma i poveri
diseredati o nuovi poveri) >> tutto ciò indica che le masse dei poveri
sono in movimento contro i poteri forti e prepotenti, cioè contro le
banche e i banchieri, le multinazionali e il Fondo Monetario Interna=
zionale che detengono il monopolio della ricchezza e decidono quali
nazioni devono avere di più e quali di meno attraverso i mercati e la
speculazione. La lotta, la guerra oggi è tra questi due eserciti moderni,
tra queste DUE FORZE CONTRAPPOSTE. E si è arrivati a questo
perchè si è fatto in modo di approfondire, di aumentare la differenza
tra ricchi e poveri, pochi ricchi rispetto alla moltitudine di poveri. E
probabilmente, quasi certamente è stato l'aumento della povertà che
ha portato a creare questi movimenti, che potrebbero portare a una
nuova Primavera Europea e Americana, quindi dell'Occidente, così
come la Primavera Araba era stata provocata dalla mancanza vera
di democrazia in quei paesi africani.
Ma in occidente la democrazia comincia a vacillare, a diminuire
sempre di più, poichè non può esistere vera democrazia con la
creazione di una grande frattura delle società dovuta a una grande
ricchezza detenuta da pochi che comanda su una massa, un esercito
di poveri. Quell'esercito alla fine si ribellerà. ed è quello che sta
accadendo. E in Italia forse è appena cominciata la ribellione dei
giovani, se Monti non si deciderà a toccare la casta dei ricchi e dei
privilegiati. I precari e i disoccupati devono trovare uno sbocco o
si faranno sentire sempre più spesso cambiando loro stessi le regole
del gioco e mandando in pensione, questa volta per sempre, le vecchie
generazioni, politici o tecnici che siano.
Questo il consiglio al buon, vecchio primo ministro Mario Monti:
tocchi la casta, se0nza paura e fino in fondo, cioè alla radice.
Lucianone - ( visione = 7 )
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giovedì 17 novembre 2011
POLITICA - Italia / Il nuovo governo e L 'opinione del giovedì di Lucianone
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