venerdì 21 ottobre 2011

SOCIETA' ITALIANA - La manifestazione dei metalmeccanici a ROMA

                                ROMA  -  LA MANIFESTAZIONE DELLA FIOM

Piazza del Popolo  .  Le voci di Piazza del Popolo
                                   Da tutta Italia contro il piano Fiat
"L'accordo di Pomigliano ha seganto un punto di non ritorno per i diritti dei lavoratori:
noi avevamo visto più avanti degli altri e per uscire dalla crisi   bisogna ricominciare a
mettere i diritti al primo posto".
"Democrazia, contratto, lavoro". Queste le parole d'ordine di Piazza del Popolo dove gli
operai della Fiom hanno manifestato      il loro dissenso verso il "Piano Italia" voluto da
Sergio Marchionne e avallato   dal governo che - sostengono - ha prodotto solo chiusure
di fabbriche che si aggiungono alla crisi economica ormai strutturale.
Una piazza colorata, piena di bandiere ma soprattutto      di persone provenienti da tutta 
Italia: Pomigliano,Torino, Genova, Brescia, Suzzara. Centri grandi e piccoli. Fiat, Fincantieri, 
ma anche una galassaia di piccoli stabilimenti-satellite che esistono solo se le grandi fabbriche
vengono messe in condizione di produrre.  
In piazza è sceso il cuore pulsante dei centri di produzione metalmeccanica del Paese, lavoratori
orgogliosi di esserlo a dispetto di un mercato che li precarizza.

      La grande manifestazione della Fiom a Roma

Pierangelo viene dal Piemonte, lavora nello stabilimento "Fiat Powertrain Technologies"
di Verrone ed è arrivato questa mattina col treno. "Questo crteo pacifico - dice - è la ri=
sposta migliore che potevamo dare a chi voleva impedirci di manifestare dopo gli scontri
di sabato scorso a Roma. Noi in piazza ci siamo sempre andati a volto scoperto e a testa
alta per difendere i diritti dei lavoratori e continueremo a farlo". La sua fabbrica produce 
cambi e lavora per <Cassino e Pomigliano e per uno stabilimento della Chrysler in Messi=
co; dovrebbe lavorare a pieno regime ma a fine mese comincerà la cassa integrazione.
"A lavorare siamo in 600 invece, sotto-organico del 50%  rispetto alle possibilità dell'impianto".

Una giovane dirigente della Fiom di Reggio Emilia preferisce restare anonima ma ha voglia
di sfogarsi. "Da noi si dice: una noce da sola nel sacco non suona, tante noci invece sì.  Noi 
stiamo scendendo in piazz da mesi per difendere i diritti dei lavoratori, diritti che ci    stanno togliendio giorno per giorno. E' necessario che le altre sigle sindacali vengano in piazza con 
noi a manifestare, perchè si tratta di una battaglia per il presente ma soprattutto per il futuro
dei nostri figli e del Paese". E individua la "madre"    di tutte le degenerazioni che ha minato 
alla base lo Statuto dei Lavoratori. "L'accordo di Pomigliano ha segnato un punto di non ritorno per i diritti dei lavoratori:  noi avevamo visto più avanti degli altri e per uscire dalla crisi bisogna ricominciare a mettere i diritti al primo posto".

Raffaele è un operaio della Fiat di Pomigliano d'Arco, reparto lastrosaldatura, lavora lì da 10 
anni ma ormai da tre anni è in cassa integrazione. "Si lavora tre giorni al mese.    Quando va
bene, in busta paga a fine mese - tra fabbrica e cassa - prendo meno di 800 euro:  sono sotto
la soglia di sopravvivenza".  A 34 anni, con una compagna e un figlio a carico      non è facile
tirare avanti, come conferma Raffaele: "Altro che crisi della quarta settimana, noi arriviamo
a stento alla prima".
Uno striscione appeso al muro di piazza del Popolo recita "Siamo tutti di Pomigliano" e, forse,
è davvero così.   Tante storie diverse, ma la precarietà che morde l'esistenza, mortifica il lavoro
e soffoca i diritti  E' LA STESSA PER TUTTI.

( tratto da  La Repubblica ROMA.it  - articolo di Manuel Massimo / sabato 22 ottobre 2011)

Bel pezzo giornalistico, che racconta  e rispecchia la realtà tale quale è oggi.

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Lucianone

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