domenica 27 marzo 2016

Ultime notizie - dal Mondo / Latest news

27 marzo '16 - domenica                27th March / Sunday                    visione post - 7

PAKISTAN - Lahore
Strage jiadista nel parco dei bambini: almeno 69 morti, molti cristiani.
Un'esplosione nell'Iqbal Park, gremito di gente. Il kamikaze si è fatto 
saltare vicino alla zona dei bambini. La rivendicazione dei talebani.
Tra i feriti e le vittime numerosi credenti che erano lì a festeggiare la
Pasqua. Il Vaticano: "Una strage orribile".

BELGIO - Bruxelles
Scontri tra polizia e hooligan. Calpestati i fiori per le vittime della strage
di Bruxelles del 22 marzo. L'estrema destra a piazza della Borsa nonostante il divieto.
Anche questo è successo durante la mobilitazione di holligans e neonazisti a piazza della Borsa a Bruxelles: calpestati i fiori e le candele a ricordo delle vittime degli attacchi del 22 marzo. Le foto immortalano giovani, cappelli o cappucci in testa, mentre camminano sopra quello che è diventato il memoriale per i 31 morti degli attentati terroristici nella capitale belga (Ap).


LIBIA - Tripoli
L'aeroporto di Tripoli chiuso 6 ore / Bloccato aereo premier
Lo scalo è rimasto bloccato per ragioni di sicurezza dalle 8
alle 14 di domenica. Fonti locali riferiscono che mezzi sarebbero
stati schierati sulla pista dello scalo della capitale per impedire
l'atterraggio del premier designato Fayyez al Serraj.

Lucianone 

sabato 26 marzo 2016

Istruzione / inchiesta - Per gli Inglesi: solo lingua inglese, no other languages!

26 marzo '16 - sabato               26th March / Saturday                     visione post - 10

Allarme di Londra: "Senza imparare altre lingue, 
a rischio sicurezza e prosperità"

(da la Repubblica - 21/11/2013 - Alessandra Baduel)
IMPARA l'inglese e girerai il mondo, magari trovando anche lavoro; si promette
ai ragazzi. Ma chi l'inglese lo sa dalla nascita, perchè dovrebbe imparare altre lingue?
Perchè saranno presto "di cruciale importanza per  la nostra prosperità, la nostra sicu-
rezza e la nostra influenza a livello globale", come dice agli inglesi e al loro governo un
rapporto allarmato del British Council, appena uscito con le cifre di un desolante son-
daggio.  Commissionata appositamente a YouGov, l'inchiesta rivela  che  tre inglesi su 
quattro non parlano nessuna delle dieci "Lingue per il futuro"  che danno il titolo alla
ricerca.  Si tratta di idiomi europei come spagnolo, portoghese, francese, tedesco e ita-
liano, ma anche di arabo, cinese, giapponese, turco e russo. Sono i linguaggi che il Bri-
tish Council definisce "vitali" per i prossimi vent'anni economici, geopoliotici e anche
educativi e culturali del Regno Unito. In vevce, come YouGov certifica con un campio-
ne di 4.000 adulti intervistati, solo il 15% riesce a tenere una conversazione  in france-
se, il 6% in tedesco, il 4% in spagnolo e il 2% in italiano. Le altre sei lingue sono par-
late da meno dell'1%.  Prime incriminate della carenza sono le scuole. Come ha spie-
gato John Worne presentando il rapporto, dovrebbero includere più idiomi fra quelli
insegnati e dare a quelle materie la stessa importanza e lo stesso status di cui godono
scienza, matematica, tecnologia, ingegneria. Ma Worne accusa anche le aziende, che
non stimolano i propri dipendenti, e lo stesso governo, che non fa abbastanza per le-
gare l'insegnamento di una lingua a quel che può cambiare nella vita degli studenti, 
aprendo maggiori opportunità per fare affari e vivere all'estero, oltre che per amplia-
re la loro cultura.  "Se non agiamo, subiremo perdite sia economiche che culturali",
ha concluso Worne, spiegando che tutti devono contribuire a cambiare il clima, poli-
tici, mondo degli affari, genitori. Frasi mille volte ripetute nelle istituzioni educative
di tanti altri Paesi, forse tutti quelli che non sono fra i 53 dove l'inglese è madrelingua.
Ora però le cose stanno cambiando  e  anche negli Stati Uniti, dove il censimento del 
2010 diceva che solo il 10% degli americani (immigrati esclusi) parla una seconda lin-
gua, il ministro per l'istruzione Arne Duncan chiede da anni di moltiplicare i corsi di
studio.  Il rapporto del British Council  spiega anche  perchè  quelle lingue sono utili, 
con l'arabo "parlato da sei nazioni che per le nostre esportazioni valgono economica
mente 12 miliardi di sterline", più di Spagna, Cina o Italia, che pure sono considerate
importanti, Cina soprattutto. Al British Council si è affiancato  anche il responsabile 
dell'educazione della Premier League, Martyn Heather, avvisando che per i calciatori
sapere le lingue serve, per lavorare all'estero e magari diventare allenatori miliardari
mentre il ministero dell'Istruzione ha approfittato per avvisare gli inglesi che dal 2014
studiare una lingua straniera  sarà obbligatorio  dai sette ai 14 anni.  Ma online i com-
menti alla notizia riportata da tutti i media britannici non sono dei più convinti.
"Ho lavorato a lungo all'estero, in Iraq, Kazakhstan, Azerbaijan", scrive un lettore del 
sito di SkyNews "e li linguaggio di lavoro è il nostro. E' anche frustrante scoprire che è
inutile imparare il russo, per esempio, dato che i locvali non vedono l'ora di sedersi con 
te a bere un tè e fare pratica d'inglese: lo considerano essenziale per il loro futuro".

Il PARERE di John Peter Sloan
Se fossi costretto a insegnare una lingua straniera a un inglese, ci proverei, ma mettendo
obbligatoriamente una birra sul tavolo e sperando che così si sciolga. Devo essere onesto:
davanti all'impresa di far studiare un connazionale riesco solo a spaventarmi. Per prima
cosa, va detto che per la maggior parte non sanno neppure la propria lingua. Il britanni-
co medio non conosce la nostra stessa grammatica, perchè sembra che non serva.  GIA'
questa non è una buona premessa per lo studio di altri linguaggi. Poi bisogna aggiunge-
re che gli inglesi non pensano quasi mai all'ipotesi di vivere all'estero. E se poi ci vivono, 
fanno di tutto per non accorgersene.

Lucianone


venerdì 25 marzo 2016

Riflessioni - Isis e jihadisti: gli europei traditori / Il Ponte sullo Stretto e Matteo Renzi

25 marzo '16 - venerdì               25th March / Friday                   visione post - 18

Mi fa notare un amico che  la definizione più calzante  eppure mai utilizzata, per
francesi, i belgi, i tedeschi, gli europei che  abbracciano  il terrorismo jihadista,
è quella di traditori. Traditori delle patrie che li hanno visti nascere, li hanno cre-
sciuti e fatti studiare, traditori delle loro scuole e dei loro insegnanti, delle loro
città, dei loro quartieri  e  (spesso) delle loro famiglie, delle Costituzioni e delle
leggi che hanno garantito loro libertà di espressione, di movimento, di cultura. 
Nessuna di queste leggi, nessuna  delle scuole  che hanno frequentato, nessuna 
delle forme culturali e associative a loro disposizione ha mai avuto lo scopo di 
impedire o soffocare una loro scelta religiosa, islamica o di qualunque altro ti-
po. Non reagiscono, dunque, a una persecuzione o a un divieto. Semplicemen-
te tradiscono, con odio e violenza puramente imputabili a loro, la libertà che 
li ha cresciuti, la comunità plurale e tollerante che li ha ospitati.
Questa qualità di traditori li rende particolarmente odiosi. Sconsiglia la dicitu-
ra di "combattenti islamici", che ha qualcosa di aperto, di dichiarato e perfino
di nobile.  Il tradimento  si cova  nell'ombra, nel rancore e nell'equivoco, e ap-
punto a tradimento si svela.  Alto tradimento  è l'imputazione  con la quale la 
quale la Francia e l'intera Europa  dovrebbero processare  quelli come Salah
Abdeslam.
(da la Repubblica - 22/03/'16 -  L'Amaca / Michele Serra)

Ci mancava il Ponte sullo Stretto, evocato da Matteo Renzi  nel libro "Donne
d'Italia" (?), la strenna 2015 di Bruno Vespa. Lo faremo - dice il premier - pe-
rò soltanto dopo che abbiamo sistemato un sacco di cose che si devono si-
stemare; tipo il dissesto idrogeologico e la viabilità ordinaria in Sicilia; dun-
que mai, pensa il lettore con un sospiro di sollievo.  Ma nel frattempo si so-
no accesi, come le luminarie a Natale, centinaia di titoli online, "Renzi vuole 
il Ponte", con codazzi di commenti infurentiti, Renzi come Berlusconi, Ren-
zi al servizio della mafia, Renzi cementificatore, Renzi puzzone, eccetera. E
chissà stamane nelle edicole.
Dunque il vero problema, a ben vedere, non è il Ponte sullo Stretto (che secondo
le prime proiezioni sarà realizzato attorno" al 2650, sotto la dominazione cinese);
è la sbalorditiva incautela con la quale Renzi butta lì, in due o tre frasi, una que-
stione gravata da milioni di tonnellate di superficialità, malaffare, offese ambien-
tali, propaganda ridicola, pregiudizi isterici.  Va bene che la fonte ("Donne D'Ita-
glia") è autorevole e congrua, nonchè aggiornata sulle più recenti tendenze della
macroingegneria.  Ma con tutti  i tavoli della Leopolda  a disposizione, possibile 
che non ci sia nessuna anima buona che gli dica: mi raccomando Matteo, la co-
municazione politica non si fa a spanne, e nemmeno un tanto al chilo?
(da la Repubblica - 7/11/2015 - L'Amaca / Michele Serra)

Lucianone


mercoledì 23 marzo 2016

Sport - Calcio / Serie A - 29^ giornata 2015/16

23 marzo '16 - mercoledì                   23rd March / Wednesday            visione post - 14              

Risultati delle partite
Juventus   1     Empoli          1      Inter        2     Chievo   0    Carpi          2      Fiorentina   1
Sassuolo   0    Sampdoria     1     Bologna   1     Milan     0    Frosinone   1      Verona H.   1

Genoa    3     Udinese   1     Lazio        2     Palermo   0
Torino   2      Roma      2     Atalanta    0     Napoli      1

Il Commento


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venerdì 18 marzo 2016

DOSSIER - Ungheria: bambini soldati, ma non per gioco

18 marzo '16 - venerdì                   18th March / Friday                          visione post - 36

Hanno tra i 10 e i 14 anni e già tengono il Kalashnikov in mano. Indossano un'uniforme
mimetica simile a quella del Magyar Honvèdsèg, l'esercito ungherese, e il pesante vecchio 
elmetto di metallo eredità dell'Impero del Male sovietico e del Patto di Varsavia. Esercita-
zioni militari per teenager, ecco la nuova moda nell'Ungheria nazionalpopulista  ed euro-
scettica del premier-autocrate Viktor Orbàn: che i giovani  imparino la vita  vivendo da
soldati.
Non soldati per gioco, soldati sul serio: sveglia alle 5 del mattino, combattimenti simulati
tutto il giorno  con munizioni  da esercitazione,  scontri con l'artiglieria dell'immaginario
nemico. Il volto dell'Europa nazionalpopulista amata da Marine Le Pen, Salvini e Orbàn
in contrasto all'Europa unita sognata da Merkel, Junker e Renzi è anche questo. E se non
ci credete guardate le fotografie dei ragazzini con l'aria terrorizzata vestiti da guerrieri  o
accasciati in branda nelle tende. Obbedienti agli ordini, ma con un volto che sembra chia-
mare papà e mamma in aiuto.  Niente aiuto, invece: una volta che finisci nei campi para-
militari, che stanno conoscendo un boom nell'Ungheria di Orbàn, devi restarci per il tem-
po concordato. Come nella Legione francese straniera  o nel Tèrcio spagnolo. Non pochi
bimbi e ragazzi ci vanno di propria volontà, se sono disperati senza famiglia degni di pa-
gine di Oliver Twist. Molti altri, però - la maggioranza - ci vengono portati per amore o
per forza dai genitori, e i pubblici poteri non dicono nulla.  Figurarsi, chi può opporsi?  
Certo non magistratura e polizia, normalizzate e ridotte all'obbedienza dall'autocrate. I giovani sono avviati  ai campi paramilitari  dai loro genitori o perchè la famiglia così ri-
sparmia (nel paese oltre il 40 per cento dei cittadini vive al di sotto di una soglia naziona-
le di povertà  fissata ben al di sotto  di quella tedesca  o  anche italiana), oppure  perchè di 
difesa della Patria e del rigore dell'obbedienza militare. Comandi  tanto più duri  in un ,
paese che affronta l'emergenza migranti con il Muro di lame di rasoio  appena finito di
costruire, il paese il cui premier disprezza l'Europa liberal elogiando la Russia di Putin,
la Turchia di Erdogan o addirittura la Repubblica islamica iraniana come forme di go-
verno più stabili ed efficienti, e auspicando "istituzioni non liberali in nome della difesa 
di sovranità e interessi della Nazione".
Sveglia alle 5, rancio, poi si comincia subito a sparare. Imparando a usare il kalashnikov
o le mitragliatrici o i cannoni per uccidere. Per vincere, non si sa contro chi. "Ho trascor-
so una settimana in uno di questi campi, ho condiviso emozioni  e  tensioni dei ragazzini 
in uniforme, ho mangiato il rancio con loro, ho dormito con òloro nelle fredde, scomodis-
sime tende all'aperto, è stato durissimo", racconta il fotoreporter spagnolo Oriol Segon
Torra (autore delle immagini in queste pagine). "Li domina un'idea collettiva sulla socie-
tà europea radicalmente contrastante con la nostra, quella democratica e liberal", aggiun-
ge.  E spiega:  "Con il mio reportage  ho tentato di narrare  la trasformazione  imposta a 
quei giovani animi, con le testimonianze dei ragazzi nel momento  in cui vivono, in quei
campi, un momento di svolta della loro crescita, costretti improvvisamente a confrontar-
si con un rigido sistema basato su gerarchia e competitività".
I centri di addestramento per i giovani sono solo un'istituzione patriottica che rafforza le
capacità  di difesa nazionale  e  l'identificazione dei giovani  nella nazione, minimizzano 
portavoce governativi. Zsòlt Horvath, capo di uno dei campi più importanti, vanta spes-
so il tutto esaurito nel suo centro d'addestramento militare.  "Noi non difendiamo nè pro-
paghiamo idee politiche", ha detto a Kenoe Verseck, reporter critico , ungherese che ormai
scrive soprattutto  per la stampa  in lingua tedesca.  "Le nostre idee di rigore e disciplina
possono essere fatte proprie da ogni partito, noi proponiamo solo che in Ungheria le idee
di ordine, disciplina e patriottismo vengano prese di nuovo sul serio".
Ore di combattimento simulato, con kalashnikov, bombe a mano e artiglieria, poi pausa
rancio, poi si combatte di nuovo contro il nemico immaginario.  A sera l'ammainabandie-
ra al canto dell'inno nazionale, poi il silenzio. Così scorre nei campi paramilitari unghere-
si la vita di ragazzi tra i 10 e i 14 anni per i quali, in qualunque altro paese dell'Unione eu-
ropea, sarebbe normale mandare messaggi ai coetanei con lo smartphone, navigare in rete
tra social forum, giocare, al massimo partecipare ai war games con la playstation.
E' un'altra idea di società  quella che sta prendendo piede in Ungheria, scrive Kenoe Ver-
seck su Cicero, la rivista politica più trendy tra le élites democratiche tedesche e centroeu-
ropee.  Orbàn, sempre più spesso, viene chiamato "il capo" dai suoi. Riabilita l'ammiraglio
Horthy, cioè il dittatore antisemita che governò dal 1919 al 1944, e fu il principale alleato di Hitler sul fronte orientale e introdusse nel 1920 le prime leggi razziali.  
Nell'Ungheria di Orbàn che l'Unione Europea tollera tra i suoi membri  prosperano anche
altre organizzazioni paramilitari. Da gruppi di difesa civica orientati chiaramente verso l'e-
strema destra, alla temuta Magyar Gàrda (guardia magiara), forte gruppo paramilitare vici-
no a Jobbik. Ufficialmente proibita, tiene comunque sulla centralissima piazza degli Eroi di
Budapest ogni cerimonia pubblica di giuramento  di nuove reclute, e specie nelle povere pro-
vince orientali organizza ronde intimidatorie contro i rom. I campi d'addestramento milita-
ri per soldati-bambini, che farebbero pensare prima  all'Africa delle guerre tribali  che non
all'Europa, hanno anche questa realtà politica come sfondo. Mentre l'Europa tace.

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mercoledì 16 marzo 2016

Calcio - Serie B - 31^ giornata 2015/16

16 marzo '16 - mercoledì                16th March / Wednesday                visione post - 13

Risultati delle partite
Brescia    3      Ascoli      3     Bari               6     Como     1      Livorno   0     Pescara   1
Crotone   0      Avellino   4     Pro Vercelli   2     Cesena   3      Entella     0     Novara    2

Salernitana   1     Spezia     2     Ternana   0     Vicenza    1     Cagliari   0
Lanciano      3     Modena   0     Latina      0     Trapani    2      Perugia   2

CLASSIFICA
Crotone   63  /   Cagliari   62  /   Novara   52  /   Spezia   51  /   Cesena   50  /
Pescara, Entella   49  /   Brescia   48  /   Bari   47  /   Trapani   44  /   Perugia, Avellino   43  /   
Ternana   37  /   Lanciano   36  /   Latina, Modena, Ascoli   35  /   Livorno, Pro Vercelli   33 /
Vicenza   31  /   Salernitana   30  /   Como   23

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domenica 13 marzo 2016

Comicità - Il RompiPallone di Gene / 8^ raccolta

13 marzo '16 - domenica                 13th March / Sunday                visione post - 8

Danno con beffa per Berlusconi.
Dopo l'infortunio al malleolo, Renzi 
lo ha soprannominato "Pato del Nazareno".
(lunedì 2 marzo 2015 - da 'La Gazzetta dello Sport)

Nuova truffa all'esterno degli Autogrill.
Non più il gioco delle 3 carte ma cercano
di venderti il Parma a 10 euro.
(domenica 8 marzo '15) 

I tifosi scaligeri hanno dato del ciccione 
a Benitez. Il Verona verrà squalificato 
per 2 turni: discriminazione alimentare.
(lunedì 16 marzo '15)

Mou: "Ho ricevuto molte telefonate di complimenti,
ma quella che mi ha fatto più piacere è stata quella
del vice del mio vice: Papa Francesco".
(venerdì 11 aprile 2014)

Real Madrid. Scoppia il caso Bale. I compagni stufi 
delle sue lamentele sbottano: "Faccia come Civati, 
se ne vada".
(lunedì 11 maggio 2015)

Equivoco al Milan. Berlusconi voleva Ancelotti
ma come leader di Forza Italia. I rossoneri 
continua ad allenarli lui.
(sabato 23 maggio '15)

Suarez deluso per l'assenza di Chiellini:
"Peccato, mi salta l'aperi-cena".
(sabato 6 giugno '15)

Marchionne euforico per la vittoria di Vettel:
"Abbiamo azzeccato la strategia vincente:
lasciare a casa Montezemolo".
(lunedì 27 luglio '15)

Icardi: "Con Jovetic va sempre meglio. Ormai
ci mandiamo affa... ma solo una quindicina di
volte a partita".
(domenica 27 dicembre '15)

Ieri Thohir ha compiuto 45 anni, ma per il
fair play finanziario ha potuto spegnere
soltanto 13 candeline.
(domenica 31 maggio '15)

Lucianone

Cultura/ Il libro - "Dormiremo da vecchi": la storia di un 'cinematografaro'

13 marzo '16 - domenica                 13th March / Sunday                        visione post - 9

Nel suo romanzo, "Dormiremo da vecchi", Pino Corrias racconta  
la storia di un produttore senza scrupoli in una Roma apocalittica

(da la Repubblica - 26/10/2015 - Filippo Ceccarelli)
Si diceva tanto tempo fa a Roma di certi, pure allora acannibalizza, ssai coloriti personaggi: "E' un cinematografaro". Un pò come "palazzinaro" quella degradante e preliminare designa-
zione comportava una conveniente dose di diffidenza.
A ripensarci oggi, era anche un modo isintivo che il genius loci della città eterna aveva-
te e messo in circolo per tenersi a debita distanza e scongiurare proprio il genere
di impicci e poi di guai che danno vita e allegria ed euforia, ma anche cenere e malinco-
nia a questo romanzo di Pino Corrias, Dormiremo da vecchi  (Chiarelettere, pagg. 249
euro 16,90). - Oscar Martello, lo strabordante e fantastico protagonista, campione di ci-
sigaroe  di vitalità, di mediocri successi  e  di copiosi guadagni illegali, si definisce 
"produttore". In realtà è l'evoluzione selvaggia, per certi versi terminale, del "cinema-
tografaro". Come tale si crogiola nella perdizione: super reggia sull'Aventino, sigaroni
Cohiba, yacht, società anonime, beneficenza e un sacco di cocaina, ilcui smercio nell'am-
biente della "dolceRoma" è alla base del suo iniziale slancio. Vive comunque a scapito di
tutti, alcuni schiavizza, altri e altre ancora consuma come fazzoletti di carta per poi but-
tarli via con un sovrappiù di ferocia.  E' fatto così: "Io rubo e la chiamo economia reale,
la chiamo adrenalina e gioia di vivere".  Megalomane, furbissimo e cialtrone, gioiosamen-
te e colpevolmente scambia i nomi di persone ed opere. Coltiva il sogno infantile di com-
prarsi Cinecittà. Parla una lingua mista fra Dagospia, Charles Bukowski e quella sinco-
pata degli sceneggiati televisivi anni Novanta. Attorno a lui brulica quel genere di uma-
nità che dai tempi del Satyricon non è che sia poi molto cambiata. "politici pieni di testo-
sterone, figli buoni a nulla dediti al body building, squali con dentature da commerciali-
sta, giovani ereditiere con l'alito cattivo, avvocati della Locride  carichi di forfora  e  di 
contanti, vedove con rughe, rubini e isterici Jack Russel che pisciavano sui divani".

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sabato 12 marzo 2016

Sport - calcio / Serie A - 28^ giornata 2015/16

12 marzo '16 - sabato                12th March / Saturday
Risultati delle partite
Roma           4     Verona H.    0     Napoli    3     Torino   1     Atalanta   0     Bologna   0
Fiorentina   1     Sampdoria   3     Chievo   1      Lazio     1     Juventus 2      Carpi      0

Frosinone   2     Genoa    1     Sassuolo   2     Inter        3
Udinese      0     Empoli   0     Milan        0     Palermo   1

Il Commento
Prendo in considerazione tre partite di questa giornata (28^) calcistica della A.
Parto, tanto da togliermi il dente del dolore, da Hellas Verona - Sampdoria  0-3:
ma che bella batosta indicante un più che mezzo funerale per la squadra scali-
gera, ma quello che ruga, e ruga tanto tanto, è il modo e soprattutto lo spazio
di tempo di prendersi quelle tre pere - brava comunque la Samp che le ha rifi-
late, per carità!   Nel primo quarto d'ora di gioco subisce un passivo di tre reti,
e per giunta nella propria casetta, è davvero eccezionale per una squadra che
si deve disperatamente salvare. Che succede Del Neri? Probabilmente in con-
fusione quasi totale, e il requiem è ormai vicinissimo e un pò lo hanno intona-
to i tifosissimi dei colori gialloblù che alla fine  non hanno saputo  trattenern
fischi abbastanza sonori.
Il Frosinone sfrutta benissimo il fattore campo, e invischia ancor di più i friulani
nella lotta per la sopravvivenza in A.  E per l'Udinese è tutto da rifare, cancellan-
do in parte quei punti d'oro che aveva ottenuto contro l'Hellas di Del Neri. Da ve-
dere poi se la squadra romana saprà mantenere lo stesso passo nelle gare esterne.


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